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Fresh (2022): una ragazza incontra un ragazzo (non vegano)

Ci sono alcune previsioni che sono facili, ma talmente facili che persino uno come me, geneticamente propenso a sbagliarle tutte, può azzeccarne una. Mi riferisco al destino della distribuzione di “Fresh”, film che ho visto la settimana prima che sbarcasse su Disney+.

Mentre lo guardavo pensavo: «Sembra girato come un film destinato allo Streaming» (storia vera), anzi la previsione era così facile che come un giocatore di biliardo che chiama la prossima buca, ho invocato la piattaforma, perché quando hai Adam McKay tra i produttori le opzioni sono due: Netflix o Disney+, ma considerando i legati tra McKay è Hulu, era facile che sarebbe stata la piattaforma del Topastro, che da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, detiene i diritti su Starz (quindi su tutta la roba Hulu). Non sono diventato Sherlock Holmes di colpo, questa era davvero troppo facile da intuire.

Eppure “Fresh” non è nato come il solito film usa e getta da streaming (il nuovo videonoleggio), l’esordio alla regia della regista Mimi Cave, sceneggiato da Lauryn Kahn è stato presentato al Sundance, dove ovviamente ha raccolto un buon riscontro di pubblico, perché come sempre (sto per usare una parola alla moda), nella “bolla” di un film festival (vi avevo avvisato che lo avrei fatto), appena ti passa sotto gli occhi un film simpatichino parte l’olà del pubblico.

“Fresh” è basato sulla premessa più vecchia della storia del cinema e dell’umanità: una ragazza incontra un ragazzo. Lo fa nel reparto frutta e verdura del vicino supermercato, dopo un’infilata di coglionazzi pescati a caso sulle app di incontri, Noa (Daisy Edgar-Jones) pensa bene di lasciare il numero di telefono a Steve, un chirurgo Texano (questo èun indizio!) per altro fatto a forma di Sebastian Stan, attore che per comodità e in fondo anche pigrizia da parte mia, definirò uno dei prediletti delle signore in questo momento, anche se il gradimento potrebbe essere esteso a tutti i generi ma ve l’ho detto, sono pigro, quindi sulla carta tutto quello che potrebbe desiderare Noa.

Di colpo nel reparto frutta ti ritrovi il manzo.

Infatti tra i due fila tutto pesche e crema, fino al primo fine settimana insieme in località di Culonia, provincia di casa di Dio, un posto dove il cellulare prende poco ed è difficile comunicare con l’amica Millie (Jonica T. Gibbs), descritta come Queer ma senza che questo abbia il minimo effetto sulla trama, almeno fino al finale, ma andiamo per gradi.

Il primo difetto del film? “Fresh” è una di quelle storie che ci mette mezz’ora a raccontavi quello che io ho riassunto in due mezzi paragrafi, infatti Mimi Cave fa partire i titoli di testa del suo film quando ormai non speravamo più di vederli, dopo circa 35 minuti dall’inizio effettivo, con la sua durata complessiva di 117 minuti (anche troppi, ve lo dico), “Fresh” è il prefetto prodotto da divano, copertina e streaming selvaggio e ve lo dico, piacerà, piacerà molto e salverà tante serata, non è un brutto film e solo indeciso e io vi avviso: godetevelo così, sapendo solo quello che vi ho detto (o anche meno), perché da qui in poi seguiranno SPOILER, ma sono sicuro che ormai lo avrete già visto tutti.

«Vuoi venire a casa mia a vedere una bella commedia romantica su Disney+?», «Preferisco gli horror», «Ho la soluzione!»

Come avrete già intuito il perfettissimo Steve nasconde un segreto, non è il principe azzurro ma un cannibale specializzato nell’asportare carne fresca (così abbiamo anche spiegato il titolo del film) da giovani ragazze, da vendere all’1% dell’1%, ricconi bianchi con le sue stesse predilezioni culinarie e se per caso il vostro senso di METAFORONE pizzica, non avete sbagliato, giovani donne divorate da maschi bianchi è proprio la più classica delle metafore grosse, che comunque non ci spaventano, il cinema horror è popolato di bellissimi film strapieni di allegorie giganti.

Daisy Edgar-Jones è una perfetta protagonista, la sua Noa è arguta e tosta, anche se tiene le difese un po’ troppo basse nei confronti del bel Steve, qui devo dirlo, dopo Pam & Tommy un’altra prova niente male per Sebastian Stan, che conferma che la fissità recitativa di cui viene spesso accusato è solo il suo modo per interpretare il Soldatino d’inverno della Marvel. Qui il suo Steve, se la ride, ghigna, fa l’errore di affezionarsi fin troppo a Noa e ci regala momenti di umorismo nerissimo notevole, insomma un “bravò” alla coppia di protagonisti e altra occasione per veder recitare per davvero Sebastiano.

«Potrete uscire da questa Bara solo quando vi sarete convinti che sono un vero attore»

“Fresh” per lunghi tratti sembra ricalcare la trama di Get Out, ma di fondo abbraccia un’atmosfera in equilibrio tra un B-Movie di Roger Corman e una puntata a caso di Hannibal, infatti tutte le scene di “Food porn”, dove succulenti portate, tutte impiattate alla perfezione vengono servite, sembrano proprio cavalcare quel gusto per l’umorismo sottilmente macabro della serie con Mads Mikkelsen, anche se Mimi Cave non si limita a questo.

Se “Fresh” fosse uscito in un altro momento, sarebbe stato più che “Food porn” uno smaccato “Torture porn”, le mutilazioni subite dalle ragazze incatenate nello scantinato si sarebbero viste tutte in primo o primissimo piano, mentre “Fresh” preferisce suggerirle, al massimo concedendosi un montaggio musicale da volta stomaco, che alterna gambe mozzate e prosciutti (tatuati) affettati come spuntino, se avete il pelo, risulta la parte più tosta e riuscita del film, vegani astenersi.

Oddio ballano! Ecco perché è un horror!

A voler fare la punta ai chiodi, forse avrei gradito un po’ più di approfondimento sugli effetti psicologici di Noa, invece il film passa presto alla fase della negazione mantenendo quello spirito non morboso nel mostrare, anche se personalmente, se fossi stato in Steve, io due domande su come Millie sia arrivata così vicino a scoprire il suo segreto, me le sarei anche fatte, anche se ho trovato estremamente interessante il personaggio della vera moglie dell’uomo, peccato che poi il film nella sua timida indecisione, finisca per dare un calcio al secchio del latte.

I 117 minuti di “Fresh” sono tutti caratterizzati da parecchie lungaggini di troppo, impossibili da notare per chi è abituato (come lo siamo un po’ tutti) ai film da streaming, eppure nel finale accelera in maniera immotivata risultando riuscito si, ma meno di quello che avrebbe potuto.

“Fresh” non dice nulla di davvero nuovo sul cannibalismo, lo sfrutta come METAFORONE iniziale e poi dimostra l’abilità di saper andare oltre la premesse “Uomini che odiano mangiano le donne”, quando la tavola è apparecchiata (pessima scelta di parole, chiedo perdono), “Fresh” invece che terminare con un KABOOM! Preferisce concludersi in maniera fin troppo canonica, diventando indistinguibile da quasi qualunque altro film disponibile su Netflix in questo caso, il tutto senza aver aggiornato o portato davvero qualcosa di nuovo nel filone cannibale e in quello del “Torture porn”, lasciandomi con il dubbio che la delicatezza utilizzata da Mimi Cave nel trattare temi tosti, più che una vera scelta strategica fosse semplice timidezza o peggio, mancanza di una direzione precisa.

Continuo a pensare che qualcuno qui abbia visto e rivisto Get Out a ripetizione.

Nei pochi minuti finali ben due personaggi vengono buttati via, la moglie di Steve ma anche il barista, che sarà stato anche di colore ma in quanto possessore di cromosa Y, nel finale sembra dover per forza confermarsi un personaggio negativo, quindi la sua inversione ad “U” sembra la parodia dell’aiuto ricevuto dal protagonista nel finale di Get Out, perché alla fine “Fresh” si risolve con la solita morale che di norma ti aspetteresti da un film Netflix: le donne devono aiutarsi da sole (e qui l’orientamento sessuale di Millie passa da suggerito e sul fondo della storia ad urlato) e se il METAFORONE alla base di “Fresh” è stato gestito in maniera brillante, grazie a dosi abbondanti di umorismo nero, il finale secondo me non ha la stessa grazia e scade nel canonico, in un formula beh, da film da streaming. Capite perché la mia previsione iniziale era facilissima?

Insomma sono sicuro che complice anche la presenza di Sebastiano, il film verrà molto cliccato su Disney+ e lo ribadisco, funziona, fa bene il suo dovere, vi salverà la serata e il giorno dopo non lo avrete dimenticato, ma secondo me è solo un buon film, quando avrebbe potuto essere ottimo, ma voi ditemi la vostra, la sezione commenti esiste proprio per quello.

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