Vi ricordo care lettrici e cari lettori, che per
assecondare lo psicolabile che gestisce questo blog, questa introduzione,
andrebbe letta nella vostra testa, con una voce anche un po’ nasale tipo
narratore e magari, una musichetta stile medioevale in sottofondo, una cosetta
come questa, siete pronti? Ok
cominciamo!
In un preciso
momento, di quel periodo storico leggendario per le sue pettinature cotonate e
i jeans a vita alta, gli anni ’80 inviarono il più improbabile degli araldi per
insegnarci tre grandi lezioni di vita, questa è la terza e ultima: il cinema
discende dalle scimmie.
Lancilotto 008, al l’ultimo capitolo di quella che tutti ricordano come… La trilogia del Broderick!
faccia da ragazzino Matthew Broderick, ormai aveva fatto il botto, se non
fossero bastati il primo e il secondo capitolo della sua trilogia a renderlo
un’icona, la definitiva spallata è arriva nel 1986 con il ruolo di Ferris
Bueller in “Una pazza giornata di vacanza”, film assolutamente brillante, come
molti di quelli scritti e diretti da quel genietto di John Hughes. Regista che un giorno potrei anche decidermi ad affrontare come merita.
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Aspettavate John Hughes, invece la trilogia termina con questo trio di faccette. |
Ma Matteo Broderico, aveva ancora un’ultima grande lezione
da insegnarci e il film giusto, quello che conclude anche a livello tematico la
sua trilogia è proprio “Project X”, da noi uscito con il doppio titolo “Fuga
dal futuro – Danger Zone”, secondo me anche per mettersi un po’ in scia ad un
certo film di aerei piuttosto famoso, uscito nel 1986 e alla sua notevole colonna sonora.
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“Film di aerei famoso… ma quello con Tommaso Missile? Quello diretto dallo Scott giusto dici?” |
La sceneggiatura di “Fuga dal futuro” è stata diretta per
il cinema da uno che con la musica ha avuto a che fare, Jonathan Kaplan ha
diretto in carriera un paio di videoclip per Rod Stewart, ma lo ricorderete
sicuramente per alcuni classici dell’infanzia come “Mister Miliardo” (1977), ma
è stato solo dopo aver diretto scimpanzé in questo film ad aver fatto il botto, infatti il drammatico “Sotto accusa” (1988), resta il suo lavoro più famoso.
film, contiene molti elementi a me cari, l’esordio di un cattivo di un certo
livello, l’efficace e variegata colonna sonora composta da uno dei miei
preferiti di sempre ovvero James Horner, ma soprattutto questo film contiene le
SIMMIE! Per uno “scimmiologo” come me, questa è stata una delle mie pellicole di
formazione, quella che ha contribuito ad alimentare la mia passione per le scimmie
nei film, da allora non mi sono guardato indietro mai più.
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Non conosco bene il linguaggio dei segni, ma quello mi sembra inequivocabile. |
Un altro motivo per voler bene a questo film è il suo
inizio, una serie di scene di repertorio su animali in libertà nel loro
ambiente naturale, ci son due coccodrilli ed un orango tango, due piccoli
serpenti e un’aquila reale, il gatto, il topo, l’elefante, non manca più
nessuno, solo non si sente… Peter Gabriel. No, in effetti Pietro Gabriele si
sente e anche bene, visto che i titoli di testa e la prima scena del film
scorrono sulle note della notevole Shock the monkey. Mi rendo conto che è stato
per colpa di questo film se ho iniziato ad appassionarmi ai Genesis e alla
musica di Gabriel (stora vera), quell’altro là, Filippo Collina, non voglio
nemmeno sentirlo nominare!
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“Filippo Collina? No basta, questo è troppo io me ne vado…” |
Dalla sua terra nativa, viene strappato l’adorabile
scimpanzé protagonista del film, a catturarlo e portarlo in America ci pensa il
leggendario Dick Miller. Qui il primate viene affidato alle amorevoli cure
della dottoressa Criswell (Jean Smart) e della guardabile Teri Macdonald, interpretata da una Helen
Hunt giovanissima, fresca dei viaggi nel tempo. Le due scienziate si affezionano moltissimo allo scimpanzé
ribattezzato Virgil, in particolare Teri spende il miglior tempo per insegnare
allo scimmiotto il linguaggio dei segni. Se non vi sciogliete nel vedere Virgil
fare il segno “capelli biondi” con cui indica la ragazza, oppure il dito in
alto, segno universale del volo, mentre s’imbambola a guardare il modellino di
carta di un pennuto volante, ho una brutta notizia per voi: non siete umani,
oppure siete William Sadler, quindi sareste giustificati solo nella seconda delle opzioni.
non taglia i fondi alla ricerca, costringendo Teri a separarsi dolorosamente da
Virgil, in una scena che non ha nulla da invidiare al MDD: il Momento del Dramma Disney (copyright La
Bara Volante 2019, all right reserved aut. min. rich vi sguinzaglio dietro i
cani e gli avvocati)
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Cosa volete dirgli? Con quella faccetta manda a scuola metà dei personaggi di zio Walt. |
Virgil viene spedito in svendita come gli abiti di fine
stagione, alla vicina base militare, per entrare a far parte del “Project X” del
titolo, ma non è l’unico primate spedito contro voglia in questo tetro posto,
ci arriva controvoglia anche Jimmy Garrett (il nostro Matthew “araldo degli
anni ‘80” Broderick), una sorta di Pete “Maverick” Mitchell, talento naturale nel pilotare jet da
combattimento supersonici nonché figlio d’arte, che però ha combinato una
piccola sciocchezzuola, una ragazzata se vogliamo: ha portato una ragazza e una
bottiglia di Champagne a fare un giro ad alta quota, su un jet di proprietà del
governo Americano. Vabbè robetta, ‘so ragazzi!
scopate aeree!», viene spedito alla base dove è convinto che piloterà qualche
modello sperimentale di aeroplano per scontare la punizione e invece, no no Jimmy! Qui ti toccherà fare da balia, insegnando i rudimenti del volo (nel simulatore)
ai veri eroi americani, gli scimpanzé che vengono addestrati a pilotare aerei, che costano milioni di fogli verdi con sopra tante facce di ex presidenti
defunti. Eh lo so Jimmy, tosta da digerire.
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“Ok bene così, ad Outrun sei bravo, domani proviamo anche con il programma di volo” |
Jimmy non la prende benissimo ma questo scimmiotto appena
arrivato lo conquista, quando vede soldatesse bionde dà di matto («gli
piaceranno le bionde») e continuando ad indicare in alto con il dito, si rivela
un asso al simulatore, quindi il ragazzo e lo scimpanzé cominciano ad andare
d’accordo. Ma la rivelazione arriva a Jimmy per caso, guardando distrattamente
il telegiornale per non udenti, capisce che i segni di Virgil sono il suo modo
di comunicare. Avete presente quando in Fase Uno guardavamo la conferenza
stampa serale della protezione civile, cercando di capire come si dicessero
“vaccino” e “mascherina” con il linguaggio dei segni, guardando le mani della
ragazza impegnata a tradurre? Ecco uguale. Lo facevate anche voi vero? Non ditemi che lo facevo solo
io!? Non fatemi sentire più strambo di quello che già sono!
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Per gli americani sarà strano, ma noi Italiani da sempre parliamo gesticolando. |
Jimmy fresco della rivelazione, cerca di convincere il
capo della struttura che Virgil è speciale, ma il dottor Carroll lo tratta come
un mitomane, e se il personaggio del freddo burocrate paramilitare funziona, è
anche perché ha il volto dell’esperto in ruoli da cattivone, il mitico William
Sadler, qui accreditato come Bill Sadler.
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Il primo di una luuuuuuunga serie di cattivi. |
Difetti di “Fuga dal futuro – Danger Zone”?
Essenzialmente il fatto di umanizzare un po’ troppo gli scimpanzé, si perché la
sera nella base gli scimmiotti e i loro guardiani/insegnanti di volo si
lasciano un po’ andare. Qui facciamo la conoscenza di Goofy, lo scimmiotto
un po’ tonto (come si evince dal nome) con la propensione a salutare tutti con
un solo dito, quello medio. Oppure l’anziano Bluebeard con la fissa per la sua
spazzola con cui sistemarsi il pelo, ma mettiamoci dentro anche Golia, che
appena può, ama fumarsi una paglia, perché una SIMMIA che fuma fa comunque
sempre ridere, anche se fa male ai polmoni. La sigaretta, non la scimmia.
come si intuisce dal titolo -, le scimmie di questo film sono scimmie vere,
figlie di un’epoca in cui si giravano ancora film con animali con tutte le
difficoltà del caso. Continuo a ritenere più riusciti gli scimpanzé di “Fuga
dal futuro”, che quei così in (bellissima, niente da dire) CGI di L’alba del pianeta delle scimmie, che
non erano più realistici degli scimmiotti che potreste trovare in un film
d’animazione. Ecco perché quando “Project X” svela le carte, la mazzata arriva
fortissima allo spettatore, di fatto questo film è lo “Zanna Gialla” (1957)
delle SIMMIE!
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Quando il vostro normale film per ragazzi, decide di prenderti a schiaffoni con questa scena. |
La scena in cui il vecchio Bluebeard si guadagna il
collare rosso è una lenta agonia, tutta giocata sulla disperazione sul volto
del suo addestratore e lo sguardo innocente di Matthew Broderick, ancora
convinto che il collare rappresenti una promozione. La SIMMIA che lo indossa è
quella abbastanza talentuosa e con abbastanza ore di volo simulate sul groppone,
da poter passare al vero motivo per cui questo progetto X esiste, ovvero
pilotare un bombardiere dritto verso l’obbiettivo strategico. Gli scimpanzé,
geneticamente identici agli esseri umani per il 98% di materiale genetico, sono
perfetti per testare gli effetti sul corpo umano del volo aereo durante un
attacco nucleare, un pilota potrebbe volare fin sopra l’obbiettivo strategico
Sovietico e sganciare LA BOMBA, anche se l’attacco finale Russo è già cominciato?
Una lunga serie di scimmiotti irradiati fino alla morte ci daranno la risposta.
ma quanto proprio il tema della guerra fredda e dello scontro tra USA e URSS
che rimanda idealmente a Wargames… visto? Ci sono tutti gli estremi per
considerarla una trilogia! Non sono pazzo! L’ho detto al dottore che non
ero pazzo!!
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“Vai a chiamare Cassidy, lo mando all’ospedale militare!” |
La scena della verità sul progetto X è veramente tragica,
Bluebeard muore tra mille sofferenze sotto gli occhi increduli di Jimmy (e i
nostri), il carico pesante è Virgil che accarezza la zampa dello scimmiotto
morto in un momento che sembra dire: Walt Disney? MUTO!
scimmie”, ovvero quello con tutte le chiavi delle gabbie, il ragazzo capisce
che è il momento di fare qualcosa, ed è qui che la bionda Teri torna in gioco
per altro guidando un’auto targata “BDR529” esattamente come la Bluesmobile dei
Blues Brothers, occhiolino-occhiolino.
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Anche se la Ford Tempo GL del 1986, non ha lo stesso fascino della Bluesmobile. |
Il finale di “Project X” è anarchia scimmiesca, come i Gremlins le SIMMIE si prendono la base e
ci sarà ancora il tempo per un’ultima, lunga scena molto tirata, in cui il
destino nel mondo è nelle mani zampe di uno scimpanzé tabagista, un espediente
un po’ meno crudele che chiedere al pubblico di sopportare anche il sacrificio
di Virgil. Questo film chiede già molto al suo pubblico in termini di
emotività, quindi direi che va bene così.
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“Cosa ci vorrà mai a pilotare questa Bara Volante, ci riesce anche Cassidy” |
Perché alla fine “Project X” è una grande favola
ecologista, così verde e pacifista nel midollo da tirare davvero le fila della “trilogia
del Broderick”, perché richiede quel giusto livello di sospensione dell’incredulità
(prevedendo anche un uso abbondante di animali) proprio come Ladyhawke, ma nella sua pancia si porta
dietro quel messaggio naif quanto volete, ma strapotente, che come in Wargames sembra puntare il dito contro
gli adulti e il loro cinismo. Anche questa volta il mondo (almeno quello dei
personaggi), verrà salvato da ragazzi e beh, dalle SIMMIE!
davvero di lasciare che l’adulto dentro di te stia zitto per un momento,
altrimenti non sarebbe credibile il bel discorsetto di Jimmy che convince gli
alti vertici militari, regalando vitale tempo extra a Virgil, anche se ha perfettamente ragione: nessun pilota umano continuerebbe ad eseguire la sua missione davanti alla prospettiva della distruzione atomica, perché in fondo le scimmie sono come il computer di Wargames, capaci di mettere l’umanità spalle al muro davanti alle sua responsabilità… solo infinitamente più carineeeeee!
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Il gatto di Shrek che fa gli occhioni? Levati, ma levati proprio. |
Però cosa volete
dirgli a questo film? Basta guardare l’ultima scena, a ben pensarci un momento
(quasi) strappalacrime, preparato per tutta la durata della pellicola, con
Virgil che a suo modo saluta, indicando il cielo con il suo ditino, e diventa
subito chiaro che l’uomo magari discenderà anche dalle scimmie, ma i nostri
amici primati restano mille volte meglio, forse la differenza sta in quel 2% di
materiale genetico, chi lo sa. Che poi è anche la grande lezione del terzo e
conclusivo capitolo della “trilogia del Broderick”: uomo bene, SIMMIA meglio!
scimmiologo, ho anche pensato ad un ipotetico seguito di “Fuga dal futuro –
Danger Zone”, che prevede il resto della vita di Virgil, ma non credo che lo
metteranno mai in produzione, anche perché somiglia davvero troppo a 1999 – Conquista della Terra, solo con
Virgil al posto di Cesare. Hanno preferito farne una versione con James Franco
tzè! Cosa avrà James Franco in più di me? A parte… beh tutto, direi.
anni ’80 Matthew Broderick ci ha regalato, nella vita vi torneranno incredibilmente utili,
almeno a me lo sono state molto.
scioccata abbastanza.