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Game of Thrones – 8×06 – The Iron Throne: Il gioco(trono) è bello quando dura poco

Ogni viaggio deve giungere al termine e ogni paio di chiappe
prima o poi trova la sua sedia (tipico proverbio di Westeros). Anche per
Giocotrono la fine è arrivata, come sempre vi ricordo il riassunto della puntata precedente e la pagina dedicata alla serie. Ora che è tutto pronto, per l’ultima volta… SPOILER!
Tyrion si aggira accigliato per le strade devastate di
Approdo del Re, un luogo su cui è calata una distruzione di fuoco e fiamme da
fare invidia a Pompei. Sembra che un noto gruppo di rock progressivo, molto
popolare nei Sette Regni, sia già interessato a registrarci un disco dal vivo
per raccogliere fondi per la ricostruzione, qui un piccolo assaggio del loro concerto.
Il Folletto sente il peso del mondo sulle fragili spalle,
ogni passo una fatica, sembra uno di quei poveretti che vendono le bibite in spiaggia
ad Agosto al grido di «Acqua, birra coca thè, thè alla pesca thè al limone!»
supera i morti e la distruzione, l’ultimo dei Lannister vuole porgere l’estremo
saluto ai leoni caduti.
Peter “Più grande attore del mondo” Dinklage è il più pagato della serie, ma qui si è sudato lo stipendio a furia di camminare.
Giosnò lo lascia andare da solo, anche perché ha altre
faccende per le mani, tipo evitare che Verme Grigio, eseguendo alla lettera gli
ordini della regina, passi a filo di lama la gola di tutti i superstiti della
distruzione. Tutti e cinque intendo.
Qui inizia una porzione interessantissima di episodio che
chiameremo “Speleologia con Tyrion”: Sali una scala, scendi una scala, trova
una roccia, arrampicati su una roccia, come giocare a “Tomb Raider” insomma.
Oh! Possiamo spiegare agli autori che va bene che siamo all’ultima puntata, ma
proprio per questo, non possiamo dedicare un episodio intero alle camminate di
Tyrion? Che poi con tutto il rispetto, il ragazzo ha anche le gambette corte,
se deve fare tanta strada, ci metterà anche il suo tempo no? Già gli autori! Come
hanno gestito la pressione da finale di serie gli amatissimi odiatissimi
insomma loro David Benioff e D. B. Weiss? Ve lo racconta la Bara Volante!
Ufficio di Benioff
& Weiss interno giorno
Due voci palesemente ubriache intonano il tema di Star Wars,
come faceva Bill “Nick the lounge Singer
Murray ai tempi del SNL:
«Sarà fichissimo fare il nostro film su HIC! Star Wars, ci
metteremo dentro tutti, Boba Fett, le ragazze con il bikini di Leila…», «Gli Ewoks!»,
«Si cacchio lo riempiremo di HIC! Quei piccoletti! Te lo ricordi che figo era “L’avventura
degli Ewoks”? Quello sì che era un gran film!».
Ma mentre i due si scambiano cinque alti arrivano i
produttori della HBO a reclamare la sceneggiatura per l’ultimo episodio. La
soluzione per non bucare la scadenza per David Benioff e D. B. Weiss è solo
una: Affidarsi a Zucker-Abrahams-Zucker, questo spiega perché la trama procede con il pilota automatico.
“Dice che sa come concludere la serie, ma secondo me è solo un pallone gonfiato”
Ma torniamo a Tyrion e a Peter “Più grande attore del mondo”
Dinklage, che in questo episodio si riprende tutto il minutaggio che gli era
stato negato in credo, le ultime due stagioni di “Giocotrono”, affidarsi al
migliore degli attori che ti è rimasto, non è certo una cattiva pensata.
Innegabile la sua intensità mentre recita la disperazione di Tyrion nel
ritrovare i suoi fratelli defunti, sepolti sotto quintali di mattoni, ma mentre
Dinklage da prova di bravura, in lontananza si sente il celebre gruppo rock fare
le prove per il loro prossimo concerto, improvvisando un pezzo che riguarda altri mattoni nel muro, non i primi
nella vita del Folletto.
All in all, it’s just another brick in the wall (cit.)
Siccome non siamo mica arrivati all’ultima puntata con
ancora cento sotto trame da chiudere, ora tocca Giosnò farsi una bella camminata
per raggiungere Shakira Targaryen, all’ultimo gradino di una scalinata
infinitamente lunga. Ma siamo sicuri che Benioff & Weiss in mancanza dei
libri di Ciccio Martin da cui cavare fuori una storia, non abbiano preso spunto
da Tolkien? No perché ormai qui si cammina più che in “Il signore degli anelli”:
Scala, scala, gradino, gradino, gradino «Shakì non è che potresti venirmi
incontro? Ho male alla milza con tutti questi gradini!».
Ma “Shakì” Targaryen non ha tempo, per lei è arrivato il
classico momento motivazione del discorso alle truppe dopo la vittoria, da fare
a piena voce in punta alla ripida e lunghiiiiiiiissima scalinata. Ma a questo
punto da dietro arriva Arya Tyrion in scivolata sulla caviglia della
Targaryen che rotola giù dalle scale sfracellandosi il cranio. FINE! Sigla! PAM
PAM PARA PAM PAM PARA PAAAAAA!
Certo che sono veramente un sacco di scalini…
No, niente, non va così, sarebbe già stato troppo logico,
ecco perché Shakira per prima cosa nomina Verme Grigio suo nuovo gran maestro
comandante gran farabutt. Pezz di merd. Cavaliere di gran croce generale delle
sue truppe, dandogli un nome davvero cazzuto, uno che Verme Grigio avrebbe sempre
voluto avere: «PRISCILLA!!», «No Verme Grigio ti ho detto che non posso avere
un generale di nome Priscilla, ti chiamerai Torgho Nudho, che scritto attaccato
sembra già il codice fiscale, così risparmiamo sui documenti. La guerra costa».
Ma questo è il momento del trionfo della Targaryen grazie ad
un lunghissimo discorso in lingua elfica calabrese, Dothraki la
biondina decanta i suoi piani a tutte le sue truppe. Tranne gli ultimi in
fondo, che purtroppo sono troppo lontani, e vengono ignorati anche se urlano
«VOCE! Qui dietro non si sente!!» e mi auguro che con questa scena David Benioff
e D. B. Weiss abbiano voluto omaggiare i Monty Python, lasciatemi questa illusione.
I piani di Shakira sono chiari, portare la democrazia a
tutti i popoli del mondo, cacciargliela giù per la gola a forza, volenti o
nolenti liberando chiunque a costo di ucciderlo, e fu così, che in un coro di “Shakira!
FUCK YEAH!” la nostra Targaryen inventò il Nazionasocialimo. Uno lo aveva fatto
in una birreria di Monaco, perché non sopra delle scale diroccata?
“Papà papà! Ma perché io mi chiamo Daenerys?”, “Vieni tesoro di papà, deve raccontarti una triste storia”
…Intanto gli uffici di anagrafe di tutto il pianeta, vengono
presi d’assalto da genitori disperati, che vogliono cambiare il nome della loro
piccola Daenerys in qualcosa di più convenzionale. Forse Carmela come la nonna,
non era una scelta così pessimaalla fine.
Ma Tyrion come Oscar Luigi Scalfaro non ci sta! Imitando l’ispettore
Callaghan lancia il distintivo da Primo Cavaliere lontano, in segno di disprezzo
contro un sistema che aveva giurato di difendere. Nel boato della folla urlante
– I Dothraki fanno un casino anche da sobri che non vi dico – tutti si voltano
verso il Folletto, non appena avvertono il tintinnio della piccolissima
spilletta. SACRILEGIO! Tyrion viene condotto alle patrie galere e per farsi
coraggio si canta uno stornelletto: «Ogni città, qualche guaio ha, ma qua e là,
c’è serenità, ma non ad Approdo del Re».
Tyrion in catene, sono scene drammatiche lo so.
Eppure Giovanni Neve è ancora convinto che ci sia del buono
nella sua Shakira, per questo invece di far evadere Tyrion con una lima dentro una torta, va a parlarci, ma è ancora una volta il talento di Peter “Più grande
attore del mondo” Dinklage a condurre l’episodio, e mentre le cento sottotrame
da chiudere restano lì, il Folletto spiega a Giosnò cosa deve fare: «L’abbiamo
amata entrambi, certo tu ti sei impegnato molto di più a farlo, l’hai amata da
sotto», «Tyrion…», «L’hai amata da sopra», «Tyrion…», «l’hai amata da davanti»,
«Tyrion…», «l’hai amata anche da diet…», «TYRION!!», «Ah scusa, eh lo so che è
tua zia, però qui la soluzione è una sola, mandarla a dormire con i pesci»,
«guarda che quello lo dicevano i Soprano, noi siamo Giocotrono, sempre HBO ma
epoca diversa», «tu non sai niente nemmeno di serie tv Giosnò».
Ecco perché con la solita faccia da labrador triste – e camminando
un altro po’ – Giosnò si reca dalla sua amata, che saltella intorno all’ambito
trono di spade come se oggi fosse il primo giorno di saldi e il negozio con quella
bella borsa che aveva puntato da mesi, stia per aprire. Alla proposta di
governare insieme la galassia i Sette Regni come padre e figlio zia
e nipote
re e regina, Giosnò non risponde, anche se improvvisamente un call
center lo chiama sul cellulare facendo partire la suoneria: Servi della gleba a
testa alta, verso il triangolino che ci esalta!
Un po’ stupida dalla scelta musicale vagamente sessista,
Shakira si distrae e a quel punto arriva Arya Stark in volo armata di coltello ad
ammazzarla! FINE! Sigla! PAM PAM PARA PAM PAM PARA PAAAAAA!
“Mamma? Mamma io ho fame è ora della pappa. Mamma? Mamma? Ma.. Ma…”
No, niente, non va così, l’estremo gesto lo compie Giosnò
piangendo calde lacrime, consapevole che non farà mai più del sesso in vita sua,
ma anche di aver liberato il mondo dalle facce e dalle faccette di quella “cagna
maledetta” di Emilia Clarke. Ed è qui che finalmente un personaggio dimostra di
avere la testa sulle spalle, no, non è Giosnò figuriamoci, quello è senza
speranza, parlo di Ivan Drago il drago, che prima da dei teneri colpi di “naso”
al corpo della sua mamma come a volerla svegliare e poi capisce chi è il vero
colpevole, e con un sonoro (e fiammeggiante) «‘Mo ve lo buco ‘sto
trono!» trasforma il trono di spade in una pozzanghera di ferraccio fuso.
“…Ma…Ma… MAVAFFANCULO!”
Ammetto di aver sperato di vederlo riformarsi come acciaio
liquido, ma è solo perché sono cresciuto guardando Terminator 2 e ne pago le conseguenze.
Nella mia testa l’ho visto davvero accedere (storia vera)
Ivan Drago con il cadavere della sua mamma vola via come l’aquila
del Fernet Branca, e con lui se ne va la mia speranza di vedere LUI seduto sul
trono, mi è sempre sembrato il più pragmatico di tutti, lo ha dimostrato anche
questa volta.
Ed è qui che David Benioff e D. B. Weiss hanno capito di essere
ormai in un ritardo vergognoso e l’alternativa a seguire l’esempio di Giorgio
Raimondo Riccardo (Giuseppe, Fillippo, Mario, Luca) Martino lasciando
incompleta la storia, può essere solo affidarsi ancora a soluzioni degne di Zucker-Abrahams-Zucker, a Peter
“Più grande attore del mondo” Dinklage e all’universale metodo riconosciuto
come: Buona la prima!
Ecco perché direttamente dalla naftalina vengono ripescati
tutti gli alleati, quelli che non si vedevano più da trentasei puntate (Robert
Arryn? Davvero!? Lo zio Tully che vede il posto vacante e viene sfanculizzato
da Sansa? Sul serio?!) per mettere su un grande consiglio, una coalizione di
volenterosi, insomma la riunione di condominio, necessaria a trovare una soluzione,
ma anche ad accontentare Verme Gri… no, com’è che ti chiami adesso? Se lo
chiede anche Ser cipolotto Davos, che ottiene come risposta solo un: «Torgho DNudho.
D-N-U-D-H-O. La “D” è muta».
“Anche se continuo a preferire Priscilla”
Il nostro Torgho con sguardo torvo vorrebbe Tyrion morto e
Giosnò esanime per il loro tradimento, infatti si è portato dietro il Folletto
in catene per certificare la sua volontà, ed è proprio lui che prende la parola
«ZITTO TU! Sei un prigioniero non puoi parlare!». Tyrion viene risbattuto in
cella, non si trova una soluzione nemmeno con le primarie del PD, crisi di
governo, scoppia la guerra civile, muoiono tutti si salva solo il drago. FINE!
Sigla! PAM PAM PARA PAM PAM PARA PAAAAAA!
No, niente, non va così, il primo e anche l’unico a prendere
la parola con una soluzione sensata e Sam, che la butta lì, e se governassimo
tutti insieme? Togliamo centralità al sovrano e creiamo un governo, una
democrazia dove tutti vot.. «Eccolo! È arrivato il solito comunista! No ma
bravo! Poi cosa facciamo, ci mettiamo l’eskimo e il colbacco, guardiamo tutti
insieme “La corazzata potemkin” e leggiamo giornali approvati dalla Pravda? Ma
si! Lasciamo che ora i bolscevichi decidano, bravo tornatene nel tuo centro
sociale, zecca!».
Affinità-divergenze fra il compagno Sam e noi del conseguimento della maggiore età nel finale di serie.
Tyrion diventa la voce della fretta di chiudere – e andare
ad incassare i soldi della Disney per Star Wars – degli autori e se ne esce con:
«Ho avuto un idea, e se scegliessimo un sovrano, chiamiamolo presidente, che governi
eletto e scelto e non per diritto di nascita?» Tutti si esaltano e i cori di
«Bravò! Bravò!» coprono tutto. Più ignorato dal fatto che Giosnò, in quanto
Targaryen, avrebbe diritto al trono senza ripensamenti, è soltanto Sam, che
aveva detto la stessa cosa di Tyrion, ma ora è bollato per sempre come spia
comunista.
Il nome nuovo da cui la sinistra i Sette Regni devono
ripartire è quello di Bran(don Lee) Stark lo spezzato. Che sembrava fosse lì
seduto a fissare i cantieri, invece in virtù dei suoi poteri lui già sapeva
tutto! Aveva già visto l’episodio 8×06 e quando gli chiedono se per lui va bene
risponde…
«…Sono nato pronto! Era dall’episodio 1×01 che aspettavo di dirlo!».
Ed ecco come il vecchio e rugginoso trono di spade è stato
sostituito da un parcheggio per disabili, dimostrazione che nei Sette Regni le
barriere architettoniche sono state abbattute prima che in uno strambo Paese a
forma di scarp… Sei Regni dice Sansa.
Si perché quella che ormai insieme al drago e ad Arya, è la
mia preferita della serie, fa l’unica cosa sensata: «Voi fate un po’ il cacchio
che volete, io ho piazzato mio fratello ed ora me ne torno a casina mia, il
Nord è indipendente».
Queen of the north (All we hear is radio San-sa)
A nessuno degli altri presenti viene nemmeno in mente di
fare la stessa cosa.
Una buona parte della popolazione dell’Irlanda del Nord, alle
prossime elezioni voterà Sansa Stark.
Al Senatùr Umberto Bossi viene un secondo Ictus. Era così
facile fare la secessione e per anni è stato dietro ad un nano con la mania dei
festini e dei bordelli. No, non Tyrion.
Zucker-Abrahams-Zucker sono felici di aver trovato in David Benioff e D. B. Weiss i loro eredi.
Mentre con mossa estremamente paracula per ingraziarsi
ciccio Martin, si fa riferimento allo scrivere all’arte di raccontare storie,
con Brienne che scrive una fine onorevole per il suo amato Jamie got a Gun (e
poi chiude il libro macchiano tutto con l’inchiostro fresco), “Giocotrono”
arriva alla fine. Il nuovo consiglio di amministrazione di Approdo del Re
guidato dal primo cavaliere Tyrion – nuovamente investito di titolo e spilletta
dal Presidente del consiglio Bran(don Lee) – si lancia in una scena che è la
parodia delle vecchie riunioni, tema all’ordine del giorno: La ricostruzione
dei bordelli. D’altra parte se due quinti del consiglio sono composti da Tyrion
e Bronn, cosa vi aspettavate? Il calo dell’IVA sugli assorbenti? Ma dai siete i
soliti comunisti!
Temo con orrore, che dopo questo episodio, la domanda “E i Dothraki?” in rete sostituirà la classica “E i Marò?”
Il finale è tutto per i fratellini Stark, i lupacchiotti che
hanno imparato la lezione di Ned “Salve salvino vicino” Stark: da solo il lupo
muore, in branco può sopravvivere all’inverno. Con Bran (don Lee) stabilmente a
Sud, Arya decide di rispondere alla grande domande di tutti i lettori di
romanzi Fantasy, avete presente la classica mappa del regno che trovate al
fondo dei romanzi di questo genere? Un bell’isolotto con i nomi dei regni e dei
luoghi chiave delle storia, stampati su carta finto invecchiata? Ecco, e se ci
fosse altro oltre la mappa? Ed è così che COLPO DI SCENA si scopre che la fuori
ci sono altre isole popolate di civiltà avanzatissime, in cui solo i nostri
protagonisti sono rimasti ad ammazzarsi a colpi di spada. Che dite, fa troppo M.
Night Shyamalan come finale? Vero? Avete ragione.
Con teeeeeee partirò (cit.)

Giosnò in compenso, in quanto servo della gleba che fa solo
danni quando pensa alla… quando è innamorato, viene spedito nell’unico posto al
mondo dove le donne sono bandite, la barriera. Ad aspettarlo l’altro grande
cuore infranto della serie Tormund, ma soprattutto Ghost! Il fedele Ghost! Perché
l’importante è questo, che Spettro abbia una casa, dei pasti regolari, qualcuno
che gli vuole bene e che lo porti fuori almeno tre volte al giorno,
significativo il fatto che l’ultima scena che chiude “Giocotrono” sia proprio
questo: Giosnò e i bruti che portano Ghost a fare la pipì nei boschi, ora tutto
è tornato al suo posto e nei Sette Sei Regni tutti sono in pace. Speravo
in un finale meno netto ma se volete sapere il mio finale dei sogni chiedetemelo
pure nei commenti, vi avviso, è stupido ma bellissimo, quando lo sentirete firmerete
una petizione per adottarlo come finale ufficiale della serie. Tanto in questo
periodo è tutto una petizione.

“Chi è il metalupo più bello del mondo? Chi è il metalupo di papà?”
Volevo chiudere facendovi notare che Bran è a Sud, Arya ad
Ovest, Sansa al Nord, ma come al solito quell’ignorante di Giosnò mi ha
rovinato i piani, altrimenti avremmo concluso con un pezzo degli 883. Ma per
nostra fortuna va molto meglio di così, per salutare una serie che è uscita dal
piccolo taschino dei nerd per diventare parte della cultura popolare, non
poteva esserci “sigla” migliore di quella di Jack Black!
Ciao Giocotrono! Si spera di ritrovarci in qualche libro di
Martin magari.Come sempre vi ricordo le pagelle del Cumbrugliume e la mini classifica di In Central Perk!

[EXTRA] Visto che lo avete chiesto: il finale che avrei
voluto
Da dietro la sedia/trono di Bran(don Lee) Stark si sente un
sonoro CLICK, è Bronn che carica la sua balestra puntandola alle spalle del
nuovo regnante: «Ok sgorbietto, facciamo che ora qui tutto il cucuzzaro è mio
se ci tieni a continuare a respirare». Bronn sale al potere, istituisce un
regno basato sul mestiere più antico del mondo, in cui i bordelli sono il
centro dell’economia. Nessuno osa discutere il suo operato, perché tutti temono
la sua balestra. Lunga vita a re Bronn l’unico e il solo!
Tutto procede (abbastanza) in pace fino al giorno in cui,
seduto sul suo trono Bronn sente un ditone battergli sopra la spalla, e un vocione
tuonare: «Enough Talk!». Bronn sbianca dalla fifa e capisce che il suo regno è
finito, l’unico da sempre destinato a sedersi sul trono è arrivato, il suo
regno durerà mille anni. Ma questa, è un’altra storia (cit.).
…E venne Re Conan il Cimmero, per calpestare sotto i suoi calzari i (gioco)troni più ricchi della terra.
Parte Basil a volumi criminali. FINE, l’unica davvero giusta.
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