Penso di aver visto “Gli Incredibili” una volta sola diverso tempo fa, da appassionato di fumetti di supereroi l’ho trovato un film molto intelligente, ma è davvero passata una vita da quella visione e visto che a breve uscirà il seguito, è proprio il momento di un ripasso!
Nel 2004 la Pixar non era ancora il colosso di oggi, certo aveva rivoluzionato per sempre il mondo dell’animazione sul finire degli anni ’90 con i primi due Toy Story e nei primi anni 2000 era pronta a conquistare il mondo prima con “Monsters & Co.” (2001), poi con “Alla ricerca di Nemo” (2003). Chi era alla ricerca di sé stesso in quel periodo era anche un genere che oggi è la normalità, qualcuno è pronto a definirlo anche fin troppo popolare (Traduzione: «Avete rotto con sti super eroi!»), certo i film con le super tutine esistevano già, ma non ne usciva uno al mese come accade oggi, lo scenario era un pochino diverso.
X-Men di Bryan Singer e lo Spider-Man di Sam Raimi, sono stati i primi colpi sparati, due film capaci di dare credibilità ad un genere neonato, ma gli altri tentativi non sono andati proprio benissimo, ecco. “Daredevil” e Hulk quasi due buchi nell’acqua, specialmente il primo, “Catwoman” (2004)? Peggio che andar di notte! Anche The Punisher, bene, ma non benissimo. Tutti tentativi per cercare di mostrare al grande pubblico i supereroi sotto una nuova luce, ma le uniche cose a funzionare davvero erano quelle che il pubblico conosceva già, quindi sotto ad aggiungere un “2” dietro al nome degli Uomini-Pareggio o a quella di Spidey.
Almeno fino all’uscita di “Gli Incredibili” che, ridendo e scherzando, ha contribuito non poco a sdoganare i Cinecomics, dimostrazione che un’intera generazione di filmaker cresciuta con i fumetti della Marvel e della Distinta Concorrenza, era ormai pronta a rendere omaggio alle storie conosciute da ragazzini, con il naso immerso tra le pagine dei fumetti, tra questi, considerate tranquillamente anche Brad Bird.
La passione del nostro amico dal cognome da pennuto per i supereroi non è in discussione, negli anni ’80 Brad Bird le ha tentate tutte per portare al cinema il leggendario “The Spirit” di Will Eisner (STORIA VERA) e preferisco di gran lunga il suo tentativo fallito, anche se ne ho soltanto sentito parlare, a quello, purtroppo riuscito, di Frank Miller e chiudiamo qui la faccenda, che meno ci penso a quella roba meglio sto. Meglio rendere onore al rosso di famiglia, con il logo dei Classidy per il film di oggi!
Ma l’idea vera per il soggetto alla base di “Gli Incredibili” arriva a Brad Bird durante i suoi tumultuosi anni ’90, un periodo in cui il regista viveva una doppia vita: da una parte la sua carriera lavorativa in costante ascesa, visto che il ragazzo si stava facendo un nome tra gli sceneggiatori dei Simpson e dall’altra la famiglia, essere un padre ed un marito faceva a cazzotti con le sue ambizioni lavorative, insomma da una parte Robert “Bob” Parr, dall’altra Mr. Incredibile.
Nel 1999 Brad Bird manda a segno quella bomba di “Il gigante di ferro”, titolo che gli spalanca le porte della Pixar, dove ottiene carta bianca per scrivere e dirigere “Gli Incredibili”, anche se nello studio d’animazione, nessuno credeva per davvero a questa stramba storia di supereroi, dài andiamo! Solo quei sociopatici che affollano i negozi di fumetti sono interessati a questa roba, mica le famiglie con bambini. Risultato: 70 milioni di ex presidenti americani morti stampati su carta verde incassati nel primo weekend di programmazione e una roba come 630 all’ultima conta con il pallottoliere, buttali via.
“Gli Incredibili” ha tutti i temi classici della Pixar, ma è anche un film di supereroi estremamente competente, è chiaro fin dall’inizio che oltre ad essere davvero ottimo ha pure un ritmo impeccabile, migliore di quello del resto di tutta la pellicola. Con una finta intervista in 4:3 Brad Bird ci porta tutti nel bel mezzo dei tempi d’oro dei Supereroi, anzi solo Super come li chiamano in questo film, l’età dell’oro che Bob Parr rimpiange con tutto sé stesso.
In un attimo ci viene presentato Mr. Incredibile (doppiato in originale da Craig T. Nelson, il papà della famiglia di Poltergeist), l’eroe super forte che lavora da solo e di certo non vuole quell’impiastro di Buddy (il mitico Jason Lee) come spalla. Suo esatto opposto la tostissima Elastigirl (Holly Hunter) una che non vuole certo che siano gli uomini a salvare il mondo.
Una dimostrazione di quanto Brad Bird sia ferrato sull’argomento supereroi arriva subito, per sistemare un casino fatto da Buddy, Mr. Incredibile deve subito esibirsi in quella che da lì a poco sarebbe diventata la prova del fuoco per i supereroi al cinema: salvare un treno in pericolo.
Riusciva a fermarne uno in corsa salvando tutti i passeggeri anche Spidey in Spider-Man 2 e l’anno dopo sarebbe toccato a Batman esibirsi quasi nella stessa specialità in “Batman Begins” (2005), guarda caso, un film uscito dopo il successo de “Gli Incredibili”. Ma sul fatto che il film sia un riuscitissimo omaggio ai fumetti di supereroi e alle loro dinamiche non ci sono dubbi: Buddy deluso dal suo eroe cresce e diventa la nemesi dell’eroe Sindrome, personaggio che in originale ha il vocione impossibile da doppiare di Jason Lee, ma che in fase di animazione è stato basato sulle espressioni dello stesso Brad Bird. Come spesso accade nei fumetti, l’eroe e il cattivo sono estremamente legati, se anche non avete mai letto un fumetto in vita vostra, spero almeno abbiate visto il finale di “Unbreakable” (2000).
Ma il vero MacGuffin che mette in moto la trama sono le continue proteste dei cittadini e gli alti costi provocati dalla distruzione collaterale della città da parte dei Super, impegnati a salvare il mondo, gli eventi crollano e gli eroi sono costretti a ritirarsi, entrando a far parte di un programma di protezione, equivalente a quello dei testimoni che ricolloca i Super in un’altra città dando loro una nuova identità e un lavoro ordinario, che a Mr. Incredibile va più stretto che il suo vecchio costume.
Di fatto, si tratta dell’atto di registrazione dei supereroi, un topoi classico che la Marvel ha sfruttato nella maxi saga “Civil War” (e nel film omonimo), ma ancora prima era alla base di due pietre miliari, due capolavori del fumetto “Revisionista” di supereroi, uscite entrambe nel 1986, ovvero Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller e Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons. Insomma, Brad Bird i fumetti li conosce e pure molto bene!
Anche perché la famiglia Parr non è altro che un simpatico omaggio alla prima famiglia di supereroi, ovvero i Fantastici Quattro, a ben guardarli sono esattamente gli stessi personaggio a poteri scambiati. Mr. Incredibile è quello grosso e forte come la Cosa e si chiama pure “Mister” seguito da un aggettivo superlativo come Mr. Fantastic, ma i poteri elastici di Reed Richards sono passati ad Elastigirl. Violetta Parr è la ragazza invisibile capace di creare capi di forza proprio come Sue Storm, mentre il piccolo Dashiell “Dash” Parr (da noi “Flash” forse per maggiore familiarità con il pubblico italiano con questa parola) non prende fuoco come la torcia umana, ma si sa che anche i Fantastici Quattro nella loro versione a cartoni animati degli anni ’70, hanno dovuto rinunciare a Johnny Storm (sostituito dall’innocuo robot H.E.R.B.I.E.) per timore che i bambini si dessero fuoco per imitare il personaggio (storia vera).
A dirla tutta, il piccolo Jack-Jack, quando manifesta i suoi poteri si rivela il più potente della famiglia, esattamente come accade a Franklin Richards e Valeria Richards, i cui poteri superano di gran lunga quelli dei genitori. Siccome ormai mi si è aperta la diga e il piccolo nerd che vive dentro di me è uscito, nell’ultima scena, dal sottosuolo con la sua enorme trivella, a minacciare la famiglia Parr arriva un tizio molto topesco che si fa chiamare “Il Minatore” che è chiaramente una strizzata d’occhio a L’Uomo Talpa, il primissimo cattivo degli FQ. Adesso datemi una mano ad acchiappare il nerd e a richiuderlo nella sua soffitta altrimenti attaccherà a raccontarvi che Frozone/Siberius ha i poteri dell’Uomo Ghiaccio degli X-Men ed è doppiato da Samuel L. Jackson, prima di diventare il Nick Fury dell’MCU!
Passiamo ai difetti del film. Nei 115 minuti di pellicola “Gli Incredibili” ha un deciso calo di ritmo nella parte centrale, l’ambientazione dell’isola non è niente male, così come il super robot, l’imbattibile Omnidroide, ma lo schema si ripete fin troppe volte, anche se è curioso notare che “Gli Incredibili” è ambientato in buona parte su un’isola dove vive un cattivone deluso dal suo idolo, mentre sull’isola di “Up!” (2009) è il protagonista, il vecchio Carl che va a trovare quello che un tempo era il suo idolo.
Nulla da eccepire sulle scene d’azione, sono una meglio dell’altra, in particolare quelle con Flash che corre sull’acqua (Miracolo!!) sono davvero ben fatte, ma la vera MVP del film resta Edna Mode, la stilista di costumi per supereroi che qui da noi è doppiata da un’azzeccatissima Amanda Lear, mentre in originale da… Ehm… Brad Bird che penso abbia anche portato fuori la spazzatura a fine riprese!
Edna Mode è un personaggio veramente spassoso, inoltre è l’ennesima occasione per scherzare sui supereroi, “Gli Incredibili” per me resta fondamentale per due ragioni molto semplici: la prima è quella di aver spiegato a tutti l’assoluta inutilità dei mantelli da supereroi che è la più alta causa di morte tra i Super dai tempi del calo di lettori delle loro serie regolari. L’altro ENORME pregio di questo film? Aver finalmente messo alla berlina per sempre il monologo del cattivo, quello che si sente in dovere di spiegare al buono di turno tutto il suo piano nei minimi dettagli, anzichè ucciderlo e vincere! Grazie Brad Bird! Grazie per aver reso tutto questo obsoleto!
Ma oltre a funzionare come atipico (ma estremamente preparato sull’argomento) film di Supereroi, “Gli Incredibili” ha tutti i temi classici della Pixar: l’imparare a lavorare di squadra e a convivere in armonia. In questo caso la squadra è la famiglia Parr e anche a livello visivo è chiaro il cambiamento di Mr. Incredibile.
All’inizio il nostro sfoggia un costume con una enorme “I” sul petto, seguitemi per un minuto in questa mia bizzarra elucubrazione: La lettera “I” in inglese si traduce “Io”, egoistico e perfetto per un personaggio che pensa solo a sé stesso e alla sua carriera di Super. Quando Edna Mode gli aggiorna il costume, per altro rendendolo identico a quello del resto della famiglia, il logo diventa una “I” abbracciata tra due curve come a sottolineare il senso di unione della squadra della famiglia Parr, dove non si vince con l’Io, ma con il noi. Ok gente, dopo questa ho dimostrato di essere più nerd di Brad Bird! Posso anche andare a casa felice ormai.
Ma ne ho ancora una prima di mollare il colpo! La scena che ho trovato più potente è una assolutamente secondaria, quando Mr. Incredibile legato ai ceppi da Sindrome crede che la sua famiglia sia morta nell’esplosione dell’aereo, rimasto solo piange calde lacrime. È il momento esatto in cui il personaggio capisce la sua vera scala di valori, Brad Bird pudicamente lo inquadra da lontanissimo, è chiaro che l’uomo più potente del mondo stia piangendo, ma decide di non mostrarcelo. Ora, io non vorrei scomodare “Che cosa è successo all’Uomo del Domani?” la mitica storia scritta da Alan Moore che molti considerano quella definitiva su Superman, in cui l’eroe simbolo della Distinta Concorrenza, sopraffatto da nemici in un momento solitario “Big Blue” scoppia in un pianto che il disegnatore Curt Swan, ci mostra solo da lontano, però ribadisco il concetto: questo Brad Bird due fumetti in vita sua deve averli letti.
Menzione speciale per il tema musicale composto da Michael Giacchino che tra isole, robot giganti e super cattivi ha l’intuizione giusta, regalandoci una colonna sonora da perfetto film di spionaggio, non avrebbe sfigurato in un film di James Bond, se l’agente segreto più famoso del cinema non avesse già avuto un suo (iconico) tema musicale, sarà per questo che poi Brad Bird è finito a dirigere un film della saga di “Mission: Impossible”? Per la precisione il quarto capitolo, “Protocollo fantasma” del 2011.
Insomma, ora che la Pixar si è decisa a dare un seguito a questo film, posso dire di aver ripassato, signori della Pixar, quando volete io sono pronto, anche perché i tipi della Sony hanno provato a fare un film sui Fantastici Quattro tre volte senza mai riuscirci, alla Pixar hanno centrato il bersaglio già al primo colpo.
Sepolto in precedenza martedì 31 luglio 2018
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