Altra domenica, altro appuntamento con la versione Ortolaniana di “Agente speciale”, anche se i John Steed ed Emma Peel del Venerabile si chiamano London e la signora Paul, l’agente in transizione, il che non vuol dire che sia di passaggio però eh?
Si inizia con una spassosissima pubblicità dedicata agli uomini soli (non quelli dei Pooh), perché quando il gioco si fa duro i duri giocano con le bambole dell’amore, perfette ginoidi ad un unico scopo, che beh, senza volerlo ho anche già scritto. I nostri due agenti per infiltrarsi nella fabbrica, sfruttano le loro caratteristiche, London, un maschietto maschilista senza uno straccio di donna e la signora Paul, una bambolona dalle forme femminile, tranne beh, una.
La scena madre? Quella che Ortolani spara dritta in locandina, ovvero la signora Paul che per agghindarsi da bambola fa sollevare dei dubbi dei due (e strabuzzare gli occhi) a London, anche se la battuta migliore resta: «E sicuramente, di questo passo non arriverà al mio cuore», «Eh, ma ci credo, c’è la sbarra!». Non so quante versioni della stessa battuta possa sfornare Leo Ortolani, ma penso che si sia seriamente messo in testa di scoprirlo.
Nel finale, per preparare il tavolo in vista del terzo albo, arriva la versione locale di Janus, una sorta di Terminator che terrà banco nel prossimo numero, ma quello sarà materiale per un altro post lampo domenicale, fino ad allora… Fletto i muscoli e sono nel vuoto! Così, per non perdere le vecchie abitudini.
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