Ci sono compleanni che forse interessano solo a questa Bara Volante, ma i primi trent’anni di “Gremlins 2” sono una festa che non posso proprio perdermi, perché senza ombra di dubbio questo è uno dei film che ho visto e rivisto più volte nella mia vita.
Ho già avuto modo di raccontarvi questa storiella un sacco di volte, l’ho raccontata anche ai miei pronipoti Furiosa e CarpenPlisskenberg, perdonatemi quindi se l’avete già sentita, ma divento sempre più vecchio e rincoglionito, quindi finirò per raccontare sempre gli stessi aneddoti, ma questo resta il più significativo del mio rapporto con i film di Joe Dante.
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La chiusura del cerchio di questa storiella? I due gemelli recitavano anche in Terminator 2 (storia vera) |
Il gigantesco successo al botteghino di Gremlins, spinse la Warner Bros. e la Amblin Entertainment a mettere al più presto in cantiere un secondo capitolo, di cui però Joe Dante non voleva proprio sentir parlare. Per il grande regista del New Jersey il finale del primo capitolo era quello perfetto per la storia, continuare sarebbe stato solo un modo per spremere il limone, trovate pure un altro regista per farlo.
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Potrei farvi il nome di dieci attori meno espressivi di Gizmo. |
La Warner nel pieno rispetto della visione di Dante (seeee!), propose il secondo capitolo a TUTTI, ma proprio tutti quelli che sapevano utilizzare una macchina da presa, senza però trovare nessun volontario, pronto a lanciarsi nel confronto diretto con il “Cult istantaneo” sfornato da Dante, anche perché la trama era solo abbozzata, i Gremlins a Las Vegas? I Gremlins nello spazio? Insomma dopo aver chiamato tutti i numeri di telefono dei registi disponibili nella rubrica, la Warner è tornata da Dante con il cappello in mano, solo che nel frattempo erano ormai passati sei anni dall’uscita del primo capitolo, a quel punto anche la carriera di Dante non era proprio andata come sperato.
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Joe Dante e il suo Maalox, fanno una piccola apparizione nel film. |
Lo sceneggiatore Charles S. Haas (che nel 1993 avrebbe scritto per Dante anche il bellissimo “Matinee”) venne selezionato proprio dal regista, in sostituzione di Chris Columbus, già impegnato con la complicata lavorazione di “Mamma, ho perso l’aereo” (1990). Anche per gli effetti speciali Dante dovette sfruttare il suo talento di affabulatore, Chris Walas che aveva creato gli adorabili mostriciattoli del primo film, era volato a dirigere il suo esordio da regista, “La mosca II” (1989), quindi Joe Dante senza perdersi d’animo puntò al meglio su piazza per sostituirlo, ma il leggendario Rick “Monster Maker” Baker, non era molto intenzionato a portarsi a casa tanto super lavoro, solo per essere ricordato come il successore di Walas. Alla fine accettò comunque quando Dante gli disse che non solo avrebbe potuto ridisegnare Mogwai e Gremlins, ma che avrebbe davvero potuto sbizzarrissi a crearne di nuovi, quanti più la sua fantasia avrebbe potuto sfornare. Sfida accettata per Baker, ma aggiungerei anche vinta visto il clamoroso risultato finale, un’orgia di mostrini verdastro di tutte le tipologie, anche uno elettrico!
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Baker ha trovato il tempo di realizzarne un Gremlin anche per omaggiare il fantasma dell’opera. |
Joe Dante riuscì a convincere quasi tutto il cast del primo film a tornare, anzi originariamente avrebbe dovuto esserci un piccolo ruolo anche per Hoyt Axton, il papà del protagonista, che sarebbe dovuto entrare in scena prima del gran finale, con una delle sue bizzarre invenzioni per proteggere Gizmo dalla pioggia di acqua, ma i tempi molto stretti di riprese imposti dalla produzione, costrinsero Dante a tagliare la parte (storia vera). Si perché la Warner aveva una fifa blu di mandare il suo film contro il “Dick Tracy” di Warren Beatty (prossimamente su queste Bare, vi avviso), per loro sarebbe stato il nuovo Batman, il film spacca botteghini da cui tenersi alla larga. Anche perché alla Warner credevano parecchio in questo progetto, ecco perché “Gremlins 2 – The New Batch” è costato la bellezza di sessanta milioni di fogli verdi con sopra le facce di alcuni presidenti morti, per darvi un paragone diretto, il primo film costò “solo” undici milioni.
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I Gremlins non temono la (distinta) concorrenza, al massimo la sbeffeggiano. |
Risultato finale al botteghino? “Gremlins 2” portò a casa poco più di quaranta milioni, un bagno di sangue che ebbe pesanti influenze sulla carriera di quel genietto di Dante, le critiche maggiori? Il secondo capitolo era meno oscuro – per non dire proprio meno Horror -, rispetto al primo che invece aveva le caratteristiche dei film di James Whale con cui Dante era cresciuto: l’uomo invisibile di Whale prima di strangolare qualcuno, faceva cose buffe come inseguirlo sotto forma di camicia da uomo svolazzante, un difficilissimo equilibrio tra comicità e Horror che Dante aveva maneggiato alla grande nel primo leggendario capitolo, ma che non era interessato a replicare per il secondo film.
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«Vuoi una mano? Sei mal ridotto? Sei fortunato, ne abbiamo otto» (cit.) |
Dante in questo film rompe tutto, tranne le balle agli spettatori, quello proprio no, visto che il suo film è uno spasso oggi come lo era trent’anni fa, ma in questa sua opera di rottura totale, il vecchio Joe smonta il mito stesso del suo film Gremlins, utilizzando delle armi che conosce e maneggia alla perfezione: l’ironia e il potere del cinema.
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Finalmente Daffy si prende il palcoscenico che ha sempre meritato! |
La storia è la stessa del primo film, perché si ripete identica nelle dinamiche, solo che questa volta i protagonisti non vivono nella placida provincia Americana, ma nella caotica New York, un posto che Dante descrive come assurdo, mostrandoci momenti pazzeschi della vita in città, come l’arresto di un gruppo di mimi, giusto per farci capire che razza di follia possa essere la metropoli.
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It’s hard to be a saint Gremlins in the city (quasi-cit.) |
Billy (Zach Galligan) e Kate (Phoebe Cates) progettano il futuro insieme e lavorano nella Clump Towers del miliardario Daniel Clamp, che qui è interpretato dal faccione di John Glover, ma che è chiaramente una presa per i fondelli a Donald Trump – allora meno pericoloso di adesso, ma già capace di far danni -, mescolato con un tocco di Ted Turner, la conferma che Dante con questo film aveva capito quanto poteva essere pericoloso un palazzinaro ambizioso di New York, ci sono voluti solo tren’tanni perché la realtà desse ragione al vecchio Joe.
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«Possiamo costruire un muro per tenere fuori i Gremlins? Uno che faccia il giro tuuuuuutto intorno» |
Il palazzo di Clump è un orgoglio tecnologico disumanizzante, in cui i lavoratori sono soggiogati dalla vita alienante da ufficio e il canale televisivo che trasmette dal grattacielo, offre spazio solo a programmi di cucina e tv spazzatura in generale (altra predizione azzeccata da Dante). In questo posto il cinema, in particolare quello di genere che piace tanto a noi e soprattutto a Joe Dante (non perdetevi le sue sortite, sulle pagine di Trailer from Hell), viene relegato alla fascio oraria dei vampiri, infatti il programma Horror presentato da nonno Fred (Robert Prosky in versione “zio Tibia”), non lo guarda più nessuno anche se uno dei primi film che poteva vantare gli effetti speciali proprio di Rick Baker (storia vera).
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Il fiero rappresentante di tutti i film che piacciono a noi, pronto per la riscossa. |
A vendicare il cinema di genere, ci pensa Joe Dante mandando i suoi Gremlins, che come guastatori dietro le linee nemiche fanno a questo film (e alla sua stessa struttura), quello che facevano agli aeroplani durante la “Seconda”. “Gremlins 2” è un attacco continuo al mito generato dal primo film, quindi se nel capitolo precedente Phoebe Cates era impegnata in un monologo strappalacrime, per spiegare il trauma per cui il suo personaggio odiava il Natale, qui nel mezzo del gran casino, la ragazza si agita quando sente parlare del Lincoln Park, cercando di concederci il bis del suo monologo, cambiando l’oggetto del suo trauma in un modo totalmente dissacratorio, esattamente come quando in Fuga da Los Angeles, tutti i personaggi invece di ripetere la tosta frase del primo film («Tu sei Jena Plissken? Credevo fossi morto»), perculano il protagonista per la non proprio straordinaria altezza di Kurt Russell («Tu sei Jena Plissken? Ti immaginavo più alto»).
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Il mio remake di King Kong preferito. |
Un altro dei passaggi dove Dante contribuisce a smontare il mito del primo “Gremlins”, Daniel che cerca di spiegare alla sorveglianza della Clump Tower le famose regole, andiamo guardando il capolavoro di Joe, quante volte vi siete chiesti cosa voleva dire non farli mangiare dopo mezzanotte? Tecnicamente – senza bisogno di scomodare i fusi orari -, sarà sempre dopo mezzanotte anche solo del giorno prima, infatti le guardie della sicurezza si divertono a sfottere il povero Daniel, facendolo passare per un mitomane. Per la seconda volta in due film!
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L’incubo del sequel che torna a perseguitarti. |
Ogni svolta nel film accade grazie ad un lavoro di post modernismo incredibile, portato in scena da un maestro di Cinema che la settima arte la conosce davvero alla grande. Ogni elemento di “Gremlins 2” piccolo oppure grande che sia, è un omaggio al cinema e alla cultura popolare: le porte automatiche dell’ufficio di Clamp si aprono con lo stesso effetto sonoro di quelle sulla USS Enterprise di “Star Trek”, quando assistiamo alla trasformazione del Gremlins-Ragno (che brividi mi faceva venire da bambino!), in sottofondo sentiamo il tema musicale del film “Tarantola” (1955), oppure quando Gizmo vede l’inserviente interpretato da John Astin, lo sentiamo esclamare «Gomez!», come se il piccolo Mogwai – teledipendente come molti di noi spettatori, io bambino sicuramente -, lo abbia riconosciuto per il suo ruolo nel telefilm “La famiglia Addams”.
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«Ho visto un cosetto peloso… no, non era cugino Itt» |
Anche le citazioni macroscopiche poi, sono sempre Joe Dante che rende omaggio al potere (anche dissacrante) del cinema: Gizmo nel corso del film passa dall’essere una pallina di pelo impaurita allo sfoggiare una certa sicurezza di sé, semplicemente atteggiandosi come il personaggio del suo film preferito, John Rambo, una concessione fatta da Sly Stallone a Joe Dante per l’utilizzo del suo personaggio in questo film (storia vera). Per altro, ci tengo a ricordarlo, se volete sentire l’adattamento italiano della frase pronunciata in “Rambo 2”, non dovete guardare la versione doppiata di Rambo 2 – La vendetta ma “Gremlins 2”, perché «Per sopravvivere ad una guerra, devi diventare la guerra», resta un adattamento molto più fedele rispetto a quello che possiamo sentire nel film di George Pan Cosmatos. Vi rendete conto? Persino il doppiaggio Italiano del film è dalla parte dell’operazione orchestrata da Joe Dante!
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«Gremlin…» [pausa scenica e fulmine in sottofondo] «…Sono io che vengo a prenderti!» |
Ogni fotogramma di “Gremlins 2” contiene piccoli oppure grandi omaggi al cinema, basta dire che all’entrata in scena del grande Christopher Lee nei panni del “Mad doctor” Cushing Catetere, la fotografia del film vira verso un colore sfumato come quello dei vecchi film della Hammer, anzi pare che Lee il primo giorno sul set, abbia voluto fare le sue scuse a Joe Dante, per aver recitato in Howling 2 (storia vera).
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«Piuttosto che questi mostriciattoli verdi, avrei preferito recitare in un altro seguito di Dracula» |
Dove davvero Dante mette a dura prova la struttura stessa del film è nella scena che ogni volta, anche se ho visto la pellicola un milione di volte (non esagero), mi fa credere che sia saltato l’audio del film, quando invece sono solo quei sabotatori dei Gremlins che con gesto (di rivolta) metanarrativo, mettono le loro zampacce sul proiettore interrompendo il film stesso, mettendosi a fare le ombre cinesi sullo schermo oppure sostituendo la pellicola con un filmetto pruriginoso in bianco e nero. Insomma anarchia come in un giorno di auto gestione a scuola per i nostri mostriciattoli preferiti!
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La critica, alla critica cinematografica. |
La scena in questione è un vero spasso anche perché Joe Dante l’ha girata in due versioni, in quella cinematografica, tra gli avventori in sala vediamo perdere le staffe ad Hulk Hogan, che con la cintura di campione del mondo (anche se nel 1990 non lo era più), minaccia i mostri per far ricominciare immediatamente la pellicola. Nella versione “Home video” del film, invece i mostriciattoli cominciano a saltellare da un programma televisivo all’altro, finendo ad interagire con il Duca John Wayne, in una scena del film “Chisum” (1970). Il controllo di Dante del mezzo cinematografico si conferma totale, anche nei vari formati del suo anarchico film.
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«Whatcha gonna do brother, when Baramania runs wild on you?» (grazie ad Elfoscuro per il motto della Bara) |
“Gremlins 2 – La nuova stirpe” è strapieno di momenti spassosi, molti dei quali derivano anche dalle tante incarnazioni dei Gremlins, come “Lady Gremlina” (come viene chiamata dai pochi fan di questo film), che si lancia in numeri degni dei grandi musical di Hollywood, ma che non perde l’occasione nemmeno per sbaciucchiarsi Robert Picardo.
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Comunque meglio di come siete venuti fuori voi quando avete usato FaceApp. |
Oppure La brillante scena di lotta tra il mitico Dick Miller (uscito quasi illeso dal primo capitolo per continuare la tradizione dei cameo nei film di Dante) e il Gremlins-Pipistrello, con la sua morte in stile Gargoyle, sulla guglia di un grattacielo della Grande Mela.
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Dick Miller uno, bestiaccia alata zero! |
Potrei raccontarvi ogni scena di questo film, elencandovi tutte le trovate geniali di Dante, che non perde l’occasione di citare il cinema dalla A alla Z, da “Il mago di Oz” (1939), fino all’inevitabile numero musicale, in cui il cervelluto capo dei Gremlins – che nel doppiaggio italiano NON parla con la voce di Vittorio Sgarbi, come da leggenda urbana, ma è doppiato da Eros Pagni -, si lancia nella sua versione di “New York, New York” di Sinatra, d’altra parte come dice la canzone, se puoi farcela nella Grande Mela, puoi farcela ovunque, e la missione di sabotaggio cinematografico di Dante è davvero un gioiellino invecchiato alla grande.
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Solo un ragazzo del New Jersey come Dante poteva pensare ad un finale così in stile Grande Mela (e Frank “The Voice” Sinatra… MUTO!) |
Il produttore esecutivo Steven Spielberg non era molto convinto del risultato finale, ma diede fiducia al suo protetto, la Warner Bros. invece, rimase spiazzata davanti alle trovate metacinematografiche di Dante, infatti cercò in tutti i modi di convincere il regista a cambiare idea e modificare quanto più possibile, ma il vecchio Joe era convinto che il pubblico sarebbe stato allo scherzo, il botteghino non gli ha dato ragione, anche se i sei anni di distanza dal primo film sono stati forse la vera causa del flop, almeno secondo Dante, che ancora oggi nelle interviste continua a confermare che tra i due Gremlins, il suo preferito resta il secondo (storia vera).
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“Abbiamo dovuto abbattere Cassidy, purtroppo era un caso senza più alcuna speranza di recupero” |
Come sarebbe il mondo del cinema contemporaneo, se altri maestri avessero avuto la possibilità che ha avuto Dante, di mettere la parola fine alle saghe che hanno creato? Tagliare la strada ad ogni possibile seguito, facendo terra bruciata e poi ricoprendo tutto con il sale? Un modo per rendere il capostipite, un modello da studiare ed imitare, invece che continuare a ripetere all’infinito in seguiti-fotocopia, sempre più sbiaditi ad ogni nuovo capitolo. L’opera Dadaista di Dante (Danteista? Credo di aver appena inventato una nuova parola!) per trent’anni ha messo in panchina la saga di “Gremlins”, ma sulla sua scia sono nati i “Ghoulies” e i Critters, forse un artista per sottolineare l’importanza della sua opera (e il suo amore per essa) deve distruggerla? Magari in modo giocoso e divertente, come ha fatto Joe Dante.