Prima di poter vedere il nuovo “Halloween” prodotto dalla Blumhouse
e diretto da David Gordon Green, dobbiamo andare porta a porta da tutti i
vecchi capitoli della saga a fare una personale versione di “Dolcetto o
scherzetto” che qui sulla Bara Volante è la rubrica intitolata… I remember
Halloween!
Ma diciamola tutta: lo scherzetto qui lo hanno fatto a noi,
perché il sesto capitolo di Halloween è uno dei più famigerati, forse quello
che gode della peggiore fama di tutti, un enorme pastrocchio produttivo che si
traduce in un film noioso, con poco mordente e pure parecchio pasticciato, un
po’ come lasciare intagliare la zucca di Halloween a zio Mimmo che ha tanta
buona volontà, ma pure le mani tremolanti. Risultato finale? Un macello, ma non
nel senso Slasher del termine. Iniziamo dalla trama per cercare di capire
qualcosa di questo disastro ferroviario fatto a forma di film.
liberava Michael Myers alla fine del quinto capitolo? Bene, proprio da qui il
film ricomincia. Myers insieme alla nipotina Jamie sono scomparsi, presi in
custodia da una setta segreta. Sei anni dopo una cresciuta Jamie (interpretata
da J.C. Brandy e non più da Danielle Harris) con l’aiuto di una donna fugge dal
manicomio in cui era segregata assieme al suo bambino, la continuazione del
sangue di Myers e il film nei suoi molti (tanti) momenti criptici, lascia
intendere che il padre potrebbe proprio essere zio Mike, lasciando più di un
sospetto sull’incesto consumato tra le mille mila candele accese del manicomio.
Sai che ridere a spegnerle e riaccenderle tutte le sere?!
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“Posso far sempre finta che sia il mio compleanno e soffiarci sopra”. |
Ovviamente, Michael Myers non ha intenzione di lasciare
andare Laurie, se ha fatto un gran casino per una sorella e per una nipote,
figuriamoci cosa potrebbe fare per un figlio! Intanto, il 31 ottobre si avvicina e una serie di stramboidi chiamano la locale radio di Haddonfield invocando a
gran voce Michael Myers, tanto che l’irritante DJ radiofonico in cerca di fama
e gloria, ha la bella pensata di organizzare una diretta radiofonica proprio dalla
casa dei Myers ad Haddonfield, durante la notte di Halloween… Ora, ditemi cosa
volete, ma mi vengono in mente una decina di modi meno dolorosi (e scemi) per
morire.
ben poca cosa, colpevoli non solo di aver sovrappopolato i rami dell’albero
genealogico della famiglia Myers, ma soprattutto di aver reso “The Shape”, l’ombra
della strega, il Boogeyman creato da John Carpenter, quello impossibile da
uccidere perché di umano ha soltanto la scolorita maschera del capitano James
T. Kirk sul suo volto, un Jason Voorhees qualunque, anche se è stato proprio l’assassino
di Crystal Lake a prendere in prestito da Michael Myers idee per darsi un tono,
ad esempio la maschera, giusto per citarne una eclatante. Mi ha fatto
sorridere il fatto che tra gli sciroccati ascoltatori radiofonici, qualcuno
ipotizzasse un Michael Myers finito nello spazio («Myers nello spazio? Che
assurdità!») viaggetto che è stato compiuto pensate un po’ da chi? Proprio da Voorhees
in Jason X anche se solamente nel 2002.
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Probabilmente sotto quella maschera starà piangendo. |
Se non fosse per la nemesi storica di Myers, ovvero il
Dottor Loomis, per l’ultima volta interpretato da Donald Pleasence, ormai
sarebbe quasi impossibile distinguere Michael da Jason, eppure nei piani dello
sceneggiatore Daniel Farrands le cose avrebbero dovuto andare molto
diversamente.
frutto di un massacro ben peggiore di quello che potrebbe perpetuare Myers il
31 di ottobre, in cui tante buone idee e altrettanti ottimi propositi sono
rimasti sul pavimento defunti e sbudellati, un peccato perché Daniel Farrands
si era prefissato l’obiettivo di rilanciare la saga e di tirare le
fila di tutti i capitoli precedenti, incluso il tanto contestato Halloween III – Il signore della notte.
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Se interessa a qualcuno, io avevo lo stesso T-Rex di plastica da bambino (storia vera). |
La leggenda vuole che Farrands abbia scritto dodici bozze di
sceneggiatura prima di arrivare a quella giusta, intitolata “Halloween 666”, un
numero scelto non solo per scherzare sul capitolo raggiunto dalla saga, ma
anche per sottolineare il contenuto esoterico della storia. Sì, perché Daniel
Farrands voleva attribuire le origini di Michael Myers e la sua immortalità al “Simbolo
di Thorn”, un marchio magico di origine druidica che si ricollegava facile
facile al terzo capitolo della saga,
ma che avrebbe concesso di portare “Halloween” in territori nuovi. Nei piani
originali di Farrands, un ruolo fondamentale lo giocava il Dott. Terence Wynn (Mitch
Ryan) socio di Loomis citato frettolosamente anche nel primo film, che utilizzando Thorn avrebbe dovuto controllare Myers
e guadagnarsi vita eterna, oppure, in alternativa, torturare tutti costringendoli
ad ascoltare all’infinito “Torn” di Natalie Imbruglia… Non è molto chiaro, ma
sicuramente un piano malefico che soltanto Loomis avrebbe potuto sventare.
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Sembra “Che fine ha fatto Carmen Sandiego?” in realtà erano i piani originali per il film. |
Ma di davvero malefico, alla fine, è stato lo zampino del
produttore Paul Freeman, titolare dei diritti sulla saga di “Halloween”, per
lui tutta questa bizzarra storia non era abbastanza buona e anzi, considerava
buona parte delle scene con Loomis protagonista noiose, alcune sequenze vennero
completamente rigirate perché considerate troppo o troppo poco violente, risultato?
Una serie di tagliuzzamenti che lasciano sul pavimento della sala di montaggio
anche più di un passaggio chiave della trama, ma il disastro non è ancora
finito.
il momento di uccidere per sempre il Dottor Loomis, ma dopo i vari
rimaneggiamenti di montaggio diventa chiaro che l’idea non è stata poi… Beh,
diciamo geniale via. Solo che a quel punto non c’è più tempo per recuperare, o
meglio, il tempo ci sarebbe, ma non c’è più Donald Pleasence che a febbraio
del 1995 lascia questa valle di lacrime per entrare nella storia del cinema.
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“Lavoratori… PRRRRRR!” (Visto il film, il saluto d’addio migliore per il grande Pleasence) |
Dopo tutti questi rimaneggiamenti, il film esce in patria
con il titolo di “Halloween: The Curse of Michael Myers” e per assurdo riesce
comunque a portare a casa quindici milioni di ex presidenti stampati su carta
verde, al netto di un costo totale di soli cinque milioni, il che è
assurdo perché resta un film dalla trama inutilmente arzigogolata che provoca
più sbadigli che paura, anche se il regista Joe Chappelle (magari lo
ricorderete per l’horror tratto da un racconto di Dean R. Koontz “Phantoms” del 1998) dirige abbastanza
bene devo dire, ma tra una trama che pare un groviera e i tanti cambi di
attore, ogni volta che penso ad “Halloween 6 – La maledizione di Michael Myers”
mi viene da dire: “Ah sì, è quello noioso in cui non si capisce chi fa cosa”. Ma dopo
averlo rivisto posso dire che il mio parere non è cambiato.
personaggio come un randagio con una zecca sul culo e anche sostituire la ben
più scafata Danielle Harris con l’insipida J.C. Brandy non è stata una grande
idea a livello di coinvolgimento. Se già il quinto capitolo risentiva della scarsa presenza di Jamie, qui le cose vanno pure
peggio, visto che ad un certo punto non si capisce nemmeno più chi sia il
protagonista, è Loomis? Sono i genitori di Laurie Debra e John Strode? (Gli
attori Kim Darby e Bradford English) non lo so, ma spero che abbiate capito che
i nomi degli Strode sono un omaggio ad un’altra Debra e ad un altro John, mamma e papà di questa saga. Penso di
aver intuito che la protagonista è Kara Strode, solo che a questo punto non ho
più capito in che grado di parentela è chi con chi, che cacchio! Iniziano ad
esserci più personaggi che in Game of Thrones!
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Si inizia con un piccolo ruolo e si finisce a fare un piccolo super eroe. |
Gli unici momenti in cui “Halloween: The Curse of Michael
Myers” cerca di farsi ricordare sono nella scena della pioggia di sangue, probabilmente
la preferita degli Slayer, in cui le gocce di sangue di una delle vittime di
Myers gocciolano sui costumi di Halloween dei bambini sporcandoli, ma in
generale qui il nostro Michael è piuttosto fissato con il bianco splendente.
ascia ben assestato, imbratta di sangue le lenzuola e poi nella scena
successiva lo ritroviamo nel locale lavanderia della casa a mettere in
lavatrice il bucato… No, sul serio, zio e padre sempre molto vicino ai pargoli,
uomo sempre presente nella vita delle sue donne, bravissimo a fare il bucato,
un omino da sposare il nostro Mickey! Sì, vabbè poi mentre si trova lì magari
usa i cavi della lavatrice per folgorare il suocero, ma sono dettagli su!
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Nemmeno vostra madre si incazza come Michael Myers se fate casino con il bucato appena lavato. |
Ma non pensate che tra sangue e bucato da fare, il film
compensi il pasticcio della trama con tanti omicidi tutti matti no no, perché
il vero motivo per cui il film ha portato a casa 15 milioni di ex presidenti
defunti stampati su carta verde è proprio il suo essere riuscito a schivare il
visto censura, proprio per questo “Halloween 6 – La maledizione di Michael
Myers” è un film che non ha davvero molto da dire, anche la setta di personaggi
vestiti di nero che poteva essere la svolta della trama, si risolve con una
rivelazione sull’identità dei suoi componenti meno enfatica di una replica dell’ispettore
Derrick.
che rilanciava Michael Myers e trasformava Loomis nel mentore del bambino,
destinato a continuare la tradizione dei massacri di Halloween, un po’ come a
sottolineare che il male non muore mai e per i Myers è una tradizione di
famiglia, invece ciccia, tutto si risolve nel più banale dei modi e senza più
nemmeno un personaggio storico della saga a cui aggrapparsi.
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Dopo il bucato, Mickey svolge anche qualche piccolo intervento elettrico. |
Perché la differenza è tutta qui: si guarda Venerdì 13 per vedere quanti adolescenti
Jason riuscirà a fare fuori in modi tutti matti, mentre “Halloween” dovrebbe
essere il contrario, il fuoco dovrebbe restare sempre su Laurie o in ogni caso
sul personaggio umano che deve scontarsi con quel male che non puoi fermare,
che spunterà dietro ad ogni siepe, all’angolo di ogni strada e soprattutto la
notte di Halloween.
davvero, Michael Myers era davvero destinato a reincarnarsi per tornare sempre
uguale a sé stesso ancora a lungo, lo vedremo la prossima settimana, quando il
nuovo capitolo di questa rubrica di occuperà della prima (di tante) nuove
incarnazione di “The Shape”. Ci vediamo qui tra sette giorni!
Non perdetevi lo speciale di Halloween di Non c’è paragone…
… Ma nemmeno quello del Zinefilo!
Perché nella blogosfera, ogni giorno è Halloween!
Invece, per notizie e informazioni quotidiane sul Maestro John Carpenter, fate un salto sulla pagine del Faccialibro de Il Seme Della Follia – Fan Page italiana dedicata a John Carpenter!