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Halloween Ends (2022): David Gordon Green, metti un po’ il braccio così?

Posso essere brutalmente onesto? Ho un intero blog per farlo quindi direi di sì: nemmeno me lo ricordavo che stava per uscire un nuovo “Halloween”, l’ultimo della trilogia di David Gordon Green, rilanciata per l’ennesima volta nel 2018. In compenso qualcuno è stato più distratto di me, sapete chi? Il Maestro John Carpenter.

Dai suoi profili social ha buttato fuori un mezzo post per puzza, dedicato all’uscita della colonna sonora di “Halloween Ends”, sempre curata insieme a figlio e figlioccio come le precedenti due. Molto più interessato a promuovere il blu-ray del suo tour mondiale del 2016, il Maestro mi risparmia di farvi il post a tema dedicato alla colonna sonora, visto che il suo lavoro per le musiche di questo “Ends” è competente ed efficace, ma è anche la terza variazione sul tema classico di Halloween, quindi il primo ad essersi rotto le balle è proprio lui, figuriamoci noi, che poi abbiamo anche dovuto pupparci il film.

Non mi ha convinto il finale (rimaneggiato) del film del 2018, meno che mai il suo seguito, Halloween Kills che almeno dalla sua aveva un alto numero di morti ammazzati per mascherare (ah-ah) l’assenza di un’idea sensata e la volontà di allungare il brodo fino a questo terzo, tanto atteso (non da me) capitolo finale, che mi ricorda che sarà pure vero quello che sosteneva Noodles, ovvero che i vincitori si vedono alla partenza (ma anche i perdenti), eppure i nodi di una trilogia, vengono al pettine nell’ultimo capitolo, quello dove anche i fan più fedeli iniziano a sollevare sopraccigli, davanti a ritorni di vecchi cattivi decrepiti o a interi corpi di polizia chiusi nella fogne, veeeero Nolan?

Ho capito che per David Gordon Green, l’elemento chiave di “Halloween” è il ferro da maglia, fateci caso.

“Halloween Ends” è stato pesantemente tagliato, che manchino delle scene è chiaro come il sole, ma sono sicuro che la già annunciata versione in blu-ray con le scene extra, non possa migliorare di molto un capitolo che ci prova ad osare, mancando il bersaglio di diversi metri.

Si inizia già con il freno a mano tirato fin dal prologo, durante la notte di Halloween del 2019, Corey Cunningham (Rohan Campbell) viene chiamato a fare da baby sitter al piccolo Jeremy, per riempire il tempo i due guardano La Cosa di Carpenter, scelta filologicamente corretta, ma comunque un suicidio artistico perché impone il paragone: perché spendere 111 minuti della mia vita a guardare questa ciofeca di “Halloween Ends” quando ne potrei spendere 109 per rivedermi ancora una volta il capolavoro di Carpenter? Vabbè, siamo in ballo, balliamo.

Per futili e stupidissimi motivi, Jeremy ci lascia le penne, ucciso in un incidente stile “Darwin awards”, una roba che più che tragica mi pare tragicomica, sarebbe già un prologo così così per un generico Horror, figuriamoci per uno che poi è chiamato a giocarsi la sigla con le zucche e il cinque quarti composto da Carpenter.

Michael s’incazza quando vede i quadri appesi storti alle pareti.

Salto in avanti di quattro anni, la Haddonfield sopravvissuta agli eventi di Kills è un luogo paranoico, ogni morto viene attributo a Michael Myers, ancora là fuori, stanno tutti rilassati come un gatto in tangenziale tranne una, Laurie Strode e qui mi dispiace, tra scelte di trama e la prova della mia amatissima Jamie Lee Curtis, il film perde già di ogni tipo di credibilità dopo pochi minuti dall’inizio.

Quando Myers non era una minaccia concreta, solo una donna è rimasta vigile, scapigliata, armata fino a denti, tenendo metaforicamente aperte le sue ferite con la rabbia della sopravvissuta nel cuore. Ora che la sua nemesi, Michael Myers ha compiuto una strage, falcidiando gli abitanti di Haddonfield a coppie di due finchè non sono diventati dispari e uccidendo anche la figlia di Laurie, la nostra eroica cosa fa? Abbandona la modalità Sarah Connor per trasformarsi in zia May Strode: capelli stirati, golfino, un libro da scrivere in cui si parla di “Cherry Blossoms” (che è anche il titolo della penultima traccia della colonna sonora di Carpenter), mentre si cucinano torte con la nipotina Allyson Nelson (Andi Matichak). No ma, sul serio?

La prima immagine a cui penserò, quando tra molti anni mi ricorderò di questa trilogia che ho già quasi dimenticato.

Una guardia durata quarant’anni e ora che Myers è là fuori ti sembra questo il momento di godersi la pensione? Ma poi la tanto amata figlia brutalmente uccisa? Una riga di dialogo e via, mandata in archivio, come se il personaggio non fosse mai esistito. Allora mi chiedo che senso abbia avuto introdurla e farla morire, se non serve nemmeno ad alimentare l’odio di Laurie, con un pessimo tempismo per considerarsi fuori pericolo. Ed ora perdonami Jamie Lee per il prossimo paragrafo, ma sarei un vile se non fossi brutalmente onesto, se non altro per stima nei tuoi confronti, che so che leggi abitualmente la Bara Volante, fate un salutone a Jamie Lee!

Come recita questa porzione di trama Jamie Lee Curtis? Come se fosse ancora sul set di Everything Everywhere All at Once, capisco l’idea di far sembrare eccentrica una che è stata fuori dalla società per una vita ed ora, non sa più come rapportarsi alle persone senza passare per stramba, ma la Curtis va tre metri sopra le righe immotivatamente, fa le faccette buffe fuori tempo nelle scene al supermercato (proprio lei, che in carriera ha dimostrato enorme talento per la commedia) e poi non paga, esagera ancora. Questo non toglie nulla al talento e alla mia immutata stima per Jamie Lee Curtis, ma è chiaro che qui è mancata proprio una direzione precisa agli attori, che era responsabilità del regista.

Puoi giocarti il tuo entusiasmone Jamie Lee, ma sei nelle mani dei dilettanti.

La scelta coraggiosa di “Halloween Ends”? Puntare tutto sul personaggio di Corey Cunningham, ma anche una scelta di comodo visto che ammettiamolo, Jamie Lee Curtis e Nick Castle sono dei miti ma non ringiovaniscono, 111 minuti di loro che si inseguono sarebbe stato troppo per la credibilità del film. Quindi David Gordon Green sceglie di proseguire il METAFORONE che aveva già ribadito ben oltre lo strazio durante i 105 minuti di Halloween Kills, ovvero che il male di Michael Myers si è appiccicato come catrame fresco agli abitanti di Haddonfield, ma per rendere il concetto ancora più manicheo, perché non puntare tutto sul mostro del villaggio, Corey, preso di mira dalla madre di Jeremy, dai bulli, da chi lo riconosce per strada. A furia di dire a qualcuno che è un mostro, quello potrebbe iniziare a crederci no? Lui sì, ma Allyson no.

Ora io dico, benedetta figliola, io capisco che chi si somiglia si piglia e tu, in quando infermiera ti sei fatta prendere allo spirito della crocerossina per Corey, ma voglio dire, vivi con una nonna che predica dell’ombra della strega (stando al doppiaggio storico) da quarant’anni, Michael Myers ti ha ammazzato malamente la mamma, tu stessa e sei usciva viva per miracolo, se nonna ti dice che ‘sto Corey è strano, ma la vorrai ascoltare? No, altrimenti il film finirebbe subito, visto che David Gordon Green non è riuscito a spremersi un’idea migliore di questa.

«Esco un attimo con lo sciroccato della città», «Divertita cara, non fare tardi»

Fin dallo zoppicante prologo è chiaro dove il film andrà a parare, un nuovo aspirante Michael sembra pronto a ricalcarne le orme, il fatto che lavori in un’officina facilità la possibilità del personaggio di mettere le mani su una tuta da meccanico (si, siamo a questo livello di trama). Rohan Campbell si lascia possedere dallo spirito di Keith Gordon, con Michael Myers al posto della mitica Christine (tanto siamo sempre in zona Carpenter no?), la sua prova è all’altezza, ma la trama è piena di momenti MACCOSA.

Myers si è rifugiato nella fogne da quattro anni come una tartaruga ninja Pennywise, facciamo finta che possa vivere senza cibo, acqua, Wi-Fi e tutto il resto per tutto questo tempo, perché entrare nei dettagli sarebbe accanimento terapeutico quasi quanto questo terzo capitolo, ma Michael che fa lo sguardo di penitenza tipo Ghost Rider a Corey e capisce di aver trovato un degno Robin, mi sembra una trovata che fa a cazzotti con il finale anti-climatico (e anti-sovrannaturale) scelto da David Gordon Green.

Come i ragazzini che si perdevano nelle fogne, per andare a cercare le Tartarughe Ninja, uguale.

Non ne faccio nemmeno una questione di aver tolto minuti a Michael Myers anche se David, benedetto figliolo, la storia insegna che se vuoi inimicarti i fan della saga, togliere il protagonista non è una scelta che paga grossi dividenti, non se poi il tuo film si attesta su un livello medio basso. Non credo che “Halloween Ends” sia il peggiore di sempre, come tuonano i fan traditi in rete in questi giorni, non in una saga che ha tra i suoi titoli porcherie come Halloween – La resurrezione. Il problema resta come hanno deciso di utilizzare Corey, aspirante “copycat” e perché no, forse sostituto di Myers, tutto questo mi ha fatto pensare ad un altro Slasher che si era giocato una carta simile prima, ovvero Venerdì 13 parte V – Il terrore continua, dove l’identità dell’assassino dietro alla maschera (in quel caso da Hockey) era il colpo di scena finale, non spiattellato dal minuto uno del prologo, solo per poi capire che il gioco è una coperta corta e dare una rimescolata di carte negli ultimi minuti.

Sul serio, vedere Laurie Strode che si toglie il maglioncino da zia May e si rimette camicetta azzurra e pantazampa, per affrontare di nuovo Michael, vestita con gli stessi abiti che indossava la notte di Halloween del 1978 è una trovata che mette sconforto, così come il più generico degli scontri finali tra i due arci nemici, qualche coltellata, un frigo rovesciato addosso e via, chiudetevi la patta, partita finita.

Combattiamo il male in pantazampa dal 1978.

La sagra del MACCOSA si conclude con il finale scelto da David Gordon Green, durante la notte di Halloween, gli abitanti di Haddonfield che di norma stanno barricati in casa come gli Italiani quando gioca LA NAZIONALE (quella dell’unico sport che conta in uno strambo Paese a forma di scarpa) cosa fanno? Annusano l’aria, capiscono che sta per accadere qualcosa e scendono in strada avvisati da NESSUNO, per assistere all’improvvisata parata (messa su violando diverse regole della polizia, ma a questo punto vale tutto) per vedere cosa? Il corpo di Michael Myers gettato nel tritacarnone Fantozziano?

Alla faccia del male oscuro e assoluto, a forma d’uomo solo perché per comodità, aveva indossato una maschera scolorita del Capitano Kirk, due coltellate un frigo e il tritacarnone e IL MALE, quello che non può essere sconfitto viene fatto a tocchetti sottili sottili (che non potete dire di no, cit.) e si può tornare a scrivere di fiori rosa e fior di pesco. David Gordon Green, metti un po’ il braccio così?

Va’ a quel Paese (che non è Haddonfield)

Sono sicuro che si spenderanno fiumi di inchiostro, che tastiere verranno colpite con più violenza dei colpi assestati da Myers, per sostenere menate come il male che si propaga e bla bla bla, tutta roba che David Gordon Green aveva già ribadito ben oltre il punto di risultare pedante in Halloween Kills, quindi questo “Ends” – che tanto non sarà tale, finché questa saga continuerà a fare soldi – risulta al massimo l’ennesimo finale di trilogia in cui i nodi vengono al pettine, perché tanto parliamoci chiaro, non finirà mai.

Questa volta Laurie ha vinto, in altri casi (e linee temporali non più canoniche) non è stata così fortunata, ma tanto la maschera di Michael Myers verrà ancora spremuta, se volete trovare qualcosa di metaforico nella scena finale, dove appunto si vede ancora la maschera, cercatela qui e non perdete tempo con questo film, di cui per fortuna non avevo nessuna aspettativa, tanto che mi stavo quasi dimenticando della sua uscita.

Piuttosto mi preoccupa molto che ora David Gordon Green abbia tra le mani l’ennesimo rilancio della saga dell’Esorcista, ecco, questo fa paura quasi quanto Pazuzu. In ogni caso più guardo nuovo film di Halloween più ho conferme del fatto che Carpenter sia un genio, anche per la sua volontà di chiudere tutto nel 1978, con l’unico film di questa saga che merita di essere visto, rivisto e ricordato, perché ha fatto scuola per tutti, tranne per Green che ha dimostrato di averci capito pochino. Vi ricordo la pagina dedicata allo speciale sulla saga di Halloween della Bara.

Sepolto in precedenza mercoledì 19 ottobre 2022

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