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Halloween Kills (2021): mettiamola così, la colonna sonora è bella

Periodo interessante per essere un appassionato di horror questo, che dite? Film dell’orrore che vincono a Cannes, ma anche una delle culle del cinema “alto”, come il festival del cinema di Venezia, che quest’anno, ha dedicato un premio alla carriera a Jamie Lee Curtis, la “Scream queen” che da grande non voleva fare la “Scream queen” e che finalmente ha deciso di accettare il peso che la corona comporta.

Ho chiesto a tutti i miei contatti a Venezia di dare un bacio a Jamie Lee da parte mia farmi sapere il loro parere sul film presentato fuori concorso dopo la cerimonia di premiazione, ma niente, il silenzio degli innocenti. Ora che ho visto il film ho capito anche il perché ed in effetti, il discorso di Jamie Lee Curtis, la sua dedica a tutte le vittime è stato molto toccante e per certi versi in linea con “Halloween Kills”, ma forse sarebbe stato meglio celebrarla proiettando nuovamente il film originale di John Carpenter del 1978, almeno al netto del risultato finale del nuovo capitolo firmato da David Gordon Green.

Quando anche uno dei luoghi simbolo del cinema “alto” ha reso onore alla regina (dell’urlo)

L’uomo che grazie alla Blumhouse di Jason Blum, nel 2018 ha potuto rilanciare Halloween con un colpo di spugna pensato per spazzare via tutti i seguiti meno riusciti, un “Halloween II” vero, non come quell’Halloween II che mi ha quasi fatto perdere il lavoro (cit.). Il film di Green del 2018? Inizio fulminante e finale annacquato, ma poco importa, il pubblico ha gradito e il già annunciato “Machete Halloween Kills” era molto atteso, poi la storia la sapete, la pandemia ha rimandato il film alla festa di ogni santi del 2021, bloccando temporaneamente anche il piano di girare il terzo (ed ultimo? Bah chi lo sa) film della nuova trilogia, “Machete Kills again in the space” “Hallowens Ends” uno via l’altro, in back-to-back direbbero i nostri cugini Yankee dalla quale abbiamo importato la festa del 31 ottobre.

“Halloween Kills” esce nei cinema timidamente riaperti e posso dirlo? Mi ha convinto ancora meno di quanto non abbia fatto il del 2018. Notevole l’impegno di omaggiare il capostipite, anzi forse tutta l’iconografia della saga (anche quella resa ormai “non canonica”), ma ho capito perché si è parlato tanto dell’alto numero di omicidi del film (sottolineati anche dal titolo), perché forse sono l’unico elemento che distinguerà questo, nuovo “Halloween II” ufficiale dagli altri, ma andiamo per gradi.

Mettiamoci la maschera, questo post non si scriverà da solo.

L’idea che mi sono fatto guardando “Machete Halloween Kills” è che David Gordon Green e il suo compare Danny McBride, per portare avanti questa trilogia, abbiano preso come modello quella di Matrix, però per darsi un tono, non volevano perdere l’occasione di dare due pugnalate (ah-ah!) anche ai temi dell’attualità, quindi “Halloween Kills” sembra il figlio nato da una notte di sesso selvaggio tra “Matrix realoaded” (2003), da cui eredita la volontà e i dialoghi allunga brodo, e M – Il mostro di Düsseldorf da cui eredita… Niente, una certa volontà di espandere i temi della saga forse, non certo il risultato finale anzi, David Gordon Green come regista di Horror a tratti fa quasi tenerezza. Ultima riflessione a cavallo tra i vari film e poi attacchiamo a parlare di “Kills” giurin giurello!

Halloween di John Carpenter era geniale per mille motivi, uno dei quali aver portato al centro dell’attenzione il punto di vista dell’assassino, fin dal prologo con il piccolo Michael per poi proseguire per tutto il resto del film. David Gordon Green nel 2018 ha avuto una bella intuizione, quella di ribaltare il punto di vista, il suo “Halloween” era quasi tutto raccontato esternamente a Michael Myers, dal punto di vista della sopravvissuta Laurie Strode (Jamie Lee Curtis, sempre sia lodata!), ecco perché nel 2018 abbiamo visto l’assassino mascherato di Haddonfield aggirarsi per le vie della cittadina, invece che spuntare da dietro le ombre e le siepi come faceva nel 1978.

Ho l’impressione che a David Gordon Green piacciano le simmetrie centrali.

Netflix ha da poco aggiunto nel suo catalogo la terza stagione di “I film della nostra infanzia”, con una puntata dedicata proprio all’Halloween di Carpenter, tra gli intervistati compare brevemente anche David Gordon Green, che si dice entusiasta del modo in cui Giovanni Carpentiere nel 1978 non mostrava sangue, ma teneva tutti per il collo con una tensione angosciante. Ecco, peccato che il suo “Halloween” e questo “Kills” in particolare, sia l’esatto opposto, non solo è tutto basato sui morti ammazzati, con la conta delle vittime più alta mai registrata in un film con Michael Myers, ma è proprio il punto di vista ad essere cambiato, il suo Michael Myers è sempre meno “The Shape” e sempre più un mito, basta dire che in una scena lo sentiamo addirittura respirare da sotto la maschera, una vera novità.

Trovo che sia abbastanza chiara la volontà di David Gordon Green di scardinare la saga, facendola uscire dai binari rodati e conosciuti, per dire, anche in questo nuovo “Halloween II” ci sono parecchie scene ambientate in un ospedale, ma in un modo del tutto diverso da come accadeva nel non più canonico Halloween II – il signore della morte. Dopo averci raccontato il punto di vista di Laurie Strode, il regista qui cerca di espandere quel punto di vista su Myers a tutta la comunità di Haddonfield, con un prologo evocativo ma con decisamente troppa carne al fuoco, perché David Gordon Green zompetta ansiosamente tra il film del 1978 e quello del 2018, nel tentativo disperato di accumulare personaggi da lanciare contro l’inarrestabile Myers.

«Da grande, farò il pompiere!» (cit.)

Infatti “Halloween Kills” comincia con lo sceriffo Frank Hawkins (Will Patton), ferito durante la notte di Halloween del 2018, per poi saltare alla notte di quarant’anni prima, per un po’ di retrocontinuity. Cosa è accaduto dopo la scena finale dell’Halloween di Carpenter? Lo scopriamo qui, con il ritorno del Dottor Loomis di Donald Pleasence inserito (dignitosamente) utilizzando un mascherone realizzato con il make-up, il tutto per mettere su un lungo prologo con il senso di colpa del sopravvissuto, questa volta del futuro sceriffo, in una scena che termina identica al prologo di Carpenter (con Michael fermato dalla polizia davanti a casa sua), ma questa volta con l’assassino adulto. Un buon inizio se non fosse inutilmente macchinoso, perché macchinosi sono gli intenti di David Gordon Green, tutto questo senza nemmeno ammorbarvi con la mia solita massima sull’importanza dei primi cinque minuti di un film, visto? Anche se credo di averlo appena fatto… D’oh!

Nell’ansia di moltiplicare i punti di vista, David Gordon Green arruola praticamente chiunque, in una smania citazionista da vero Nerd. Chiarissimo l’amore del ragazzo per la saga di Halloween, basta dire che nel bar dove molti dei “nuovi” personaggi vengono introdotti, si sente in sottofondo un pezzo dei Coupe de Ville, il gruppo rock di John Carpenter, Nick Castle e Tommy Lee Wallace (storia vera). Qui facciamo la conoscenza del bambino terrorizzato da Michael nel prologo diventato adulto e padre, il ritorno dell’infermiera in auto con Loomis nel 1978 e addirittura, Tommy Doyle, il bambino a cui Laurie faceva da babysitter sempre nel 1978, ora diventato Anthony Michael Hall, ex eroe delle commedie di John Hughes caduto nella “Zona Morta” (occhiolino-occhiolino) e riemerso come capo dei bulli di Haddonfield.

Una mazza da baseball per combattere l’incarnazione del Male? Yankee, vi fate sempre riconoscere.

La sensazione che David Gordon Green vuole creare nel pubblico è più o meno: «Ommioddio Michael Myers ha ucciso il terzo cugino acquisito di secondo grado di Laurie Strode!», perché è chiaro che tutti questi personaggi fintamente nuovi o arruolati a forza, abbiano due funzioni, la prima quella di rappresentare la popolazione di Haddonfield, la seconda quella di essere lanciati contro quel tritacarne umano che è il Michael Myers di questo film, una forza inarrestabile che in un attimo, fa fuori la squadra di pompieri intervenuti a colpi di rampino e motosega, arrivando agevolmente ad otto morti sul suo personalissimo tabellino dopo nemmeno mezz’ora di un film, decisamente troppo lungo, più per i momenti di stanca che per l’effettivo minutaggio.

Mentre Michael elimina gli anziani Phill e Sondra (vittime numero nove e dieci), la grande assente è proprio Laurie Strode, infatti mi chiedo che senso abbia avuto proiettare questo film a Venezia, per celebrare la più grande “Scream Queen” della storia del cinema, visto che la nostra Jamie Lee qui resta in scena per diciannove minuti non consecutivi, tutti passati a ricoprire il ruolo di “Cassandra” di turno e senza dividere nemmeno una scena con la sua storica nemesi mascherata. Ok, era necessario promuovere il film di David Gordon Green, ma ribadisco, portarsi una copia di quello di Carpenter alla cerimonia, sarebbe stato molto più logico.

«Portatemi una copia del film del mio amico John, presto!»

Non voglio dire che David Gordon Green non si sia impegnato, anzi, però se da una parte porta avanti l’isteria di massa degli abitanti di Haddonfield, dall’altra il regista spezza la monotonia e l’infinito bla bla bla dei personaggi, inserendo qualche ammazzamento che per assurdo, risulta ancora più monotono nell’andamento del film. Si certo, Davide Gordone Verde non tira via la mano quando si tratta di sangue, ci sono colli spezzati, coltellate in piena faccia, occhi spappolati con i pollici, ma per chi ha un po’ di esperienza di ammazzamenti negli Slasher, non troverete poi niente di così innovativo. Forse questa “tonnara” potrà fare colpo sul pubblico generalista, di mio non voglio passare per lo snob annoiato, ma il massimo che questo “Halloween Kills” mi ha fatto venire voglia di fare durante le visione, è stato tener conto dei morti ammazzati, che poi è quello che faccio quando guardo un capitolo a caso della saga di Venerdì 13, la diretta concorrenza.

«Ti ho riconosciuto, sei quello di venerdì tred…» CRACK!

Davide Gordone Verde si concentra molto sulla comunità di Haddonfield, portando avanti una sotto trama piuttosto evidente in cui gli abitanti, stanchi di avere paura, si uniscono in un moto populista di piazza al grido di “Evil dies tonight”, snocciolano frasi come “Il sistema ha fallito”, che più che uscite dal film, sembrano patrimonio dei notiziari di tutto il mondo. La folla che cerca di linciare il mostro è il tentativo del regista di mettersi in scia alla cronaca, io ho sparato in alto con il paragone più alto possibile, chiaro che “Halloween Kills” non possa arrivare lassù dove osava Fritz Lang, ma tra l’ideale folla con i forconi e le torce, che sembra tanto una critica (fin troppo urlata) del film al qualunquismo imperante, “Halloween Kills” non fa altro che fare quello che faceva “Matrix Reloaded”, allungare il brodo anche con infiniti dialoghi, guardando l’orologio con l’ansia e i sudori freddi, perché l’obbiettivo di David Gordon Green pare essere lo stesso delle sorelle Wachowski nel 2003: tirare a campare fino ai titoli di coda, per rimandare tutto al terzo ed ultimo (ultimo?) capitolo.

Infatti al netto della volontà di calciare la palla lontano nel campo avversario, i risultati sono quasi gli stessi: Laurie Strode e lo sceriffo che si scambiano pareri sul senso di colpa del sopravvissuto, sul sesso degli angeli e sui massimi sistemi. Laurie e sua figlia che parlano del più e del meno, il tutto mentre la folla cerca di fare la pelle a chiunque possa anche solo assomigliare a Michael Myers, che impunito macella chiunque, facendo lievitare la sua conta dei morti, compresi tre cadaveri con addosso le maschere di Halloween III – Il signore della notte, il film della saga che nessuno considera canonico fin dalla sua uscita ma zitto zitto, è anche quello che una fetta di pubblico ricorda meglio.

Better call Bob!

Cosa vi devo aggiungere? Nel suo delirio da Nerd citazionista, David Gordon Green ha trovato il modo di infilare una foto di Bob Odenkirk nell’annuario delle vittime di Michael, ricostruito per essere identico a quello del 1978 (storia vera). Insomma per giocare a “Cogli la citazione” questo “Halloween Kills” è molto divertente, se volete vedere un bel po’ di morti ammazzati anche, ma sono sicuro che se questo non è il vostro primo Slasher, difficilmente uscirete dal cinema con il sorrisone da tempia a tempia, anche perché la battaglia vera è rimandata al prossimo “Halloween Kills again… In the Space Ends”. Anche perché il finale di questo film, serve proprio a questo, alzare la posta in gioco in vista dello scontro (finale? No, quei due continueranno a lottare per sempre) tra Michael e Laurie del prossimo film, non è un caso se i titoli di coda di “Halloween Kills” ci colpiscono a sorpresa, come una coltellata a tradimento.

Ciao Jamie torna presto, questa Bara ti vuole tanto bene.

Bisogna dire però che il numero di vittime di Michael è talmente alto, che nella macelleria finale, ho perso un po’ il conto, secondo i siti il “Bodycount” ufficiali di questo film raggiunge il ragguardevole risultato di 28 morti ammazzati, ma romanticamente preferisco fidarmi del conto che ho fatto io, affidabile fino ad un certo punto e poi stimato, per via della folla finale. Il mio risultato? In questo film Michael Myers uccide 31 persone, come i giorni che ci sono ad ottobre, mi sembra sensato no?

Detto questo, si spera che un’altra pandemia non ci faccia aspettare nuovamente due anni per vedere la fine della trilogia targata Blumhouse di “Halloween”, anche se al momento tutto quello che mi sento di aggiungere su questo film è che beh, la parte migliore resta la colonna sonora e come sempre, buon Halloween a tutti, tanto su questa Bara ogni giorno è Halloween. Non perdetevi l’intervista al Maestro John Carpenter tradotta dal Zinefilo, intanto vi ricordo lo speciale a tema!

Sepolto in precedenza lunedì 25 ottobre 2021

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