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Hap & Leonard – Stagione 2: Muchissimo mojo!

Ci sono un sacco
di serie che ottengono un successo spregiudicato e poi c’è “Hap & Leonard”
che, invece, non se la fila di pezza quasi nessuno, quasi nessuno, tranne me!


Bisogna dire che Joe
R. Lansdale è quasi più famoso qui da noi in uno strambo Paese a forma di
scarpa che in patria, ma “Champion Joe” può contare su due grandi fan i mitici Jim
Mickle e Nick Damici che hanno già dimostrato con Freddo a Luglio, di avere lo spirito giusto per portare le storia
di Lansdale fuori dalla carta stampata.
Lo dico subito:
io stravedo per lo scrittore texano e la prima stagione della serie tratta dal primo romanzo di Hap & Leonard Una stagione selvaggia, a me non è
dispiaciuta affatto, ma so che qualche naso si è arricciato. Poco male,
questa seconda stagione funziona ancora meglio sotto parecchi punti di vista.



Come cantavano i Thin Lizzy, “The boys are back in town”.

Della serie di
Hap & Leonard, una larga percentuale di pubblico considera Mucho Mojo il romanzo più riuscito, non
stento a crederci ed è anche uno di quelli che rileggo più volentieri, ma ho
sempre pensato che a livello di risoluzione del mistero, non fosse proprio così
impossibile da anticipare, ben prima di essere arrivati a leggere le ultime
pagine del libro, forse pensavano la stessa cosa anche Jim Mickle e Nick Damici
che per l’adattamento televisivo hanno pensato di porre rimedio alla questione.

Avevamo lasciato
i ragazzi alle prese con una (brutta) sorpresina nascosta sotto le assi del
pavimento della casa di zio Chester, li ritroviamo qui, con Hap (James Purefoy
sempre più stropicciato) ancora a piangere la tua Trudy e alla ricerca di un
luogo decente per le ceneri della donna, potreste già aver intuito che la
spoglia scatola, sarà al centro di più di una gag nel corso dei primi episodi,
garantito al limone.

Leonard, invece,
ha problemi più grossi, come i tossici che si ritrova come vicini di casa
(quanto ti capisco Len!), con cui lui tratta nel suo modo estremamente
democratico e aperto alla discussione, beh più o meno, in ogni caso Michael
Kenneth Williams è una gioia sotto il cappello di Leonard, ribadisco: non
somiglia per nulla al personaggio cartaceo nella mia testa di lettore, ma ha
davvero fatto suo il personaggio e ha il vissuto (artistico e umano) giusto
per rendergli giustizia.

Il ritrovamento
del cadavere è un problemino che va gestito, anche per scoprire chi è il vero
assassino, anche se tutto lascerebbe pensare ad una vita segreta per zio Chester,
Leonard è certo dell’innocenza dello zio, quindi i due amici si ficcano nell’ennesimo
casino, per fortuna la bella avvocatessa Florida Grange (Tiffany Mack) darà
loro una mano.

Avete appena rivalutato la categoria degli avvocati non è vero?

Non mi va di
dilungarmi troppo sulla trama, mettetevi comodi e godetevi i sei episodi che
compongono la serie, al parti di un romanzo di Lansdale, li farete fuori ad una
velocità micidiale, grazie ad una storia appassionante e a personaggi
originali, ben scritti e ben recitati.

Mickle e Damici
possono contare su tre registi (due episodi a testa) che riscostruiscono molto
bene l’atmosfera sudaticcia del Texas orientale degli anni ’80, un luogo in cui
il caldo ti uccide e la questione raziale è più bollente della temperatura,
allora come oggi. La chimica tra i due protagonisti, forse non è ancora
perfetta, ma sta migliorando, il che va benissimo, mi aspetto di vederli diventare
due fratelli per la stagione quattro o cinque, seguendo l’andamento dei libri.
James Purefoy è
bravissimo, anche se in certi momenti inciampa con l’accento, in alcuni
passaggi sembra davvero un Texano, in altri pare quasi che cambi voce, non dev’essere semplice per un Inglese come lui recitare in un’altra lingua, perché non
è questione di accento, il Texano è proprio un’altra lingua!
Piccola delusione
la scelta di Cranston Johnson per il ruolo del detective marvin Hanson,
personaggio ricorrente nella saga letteraria di Hap & Leonard, ma anche in
tanti romanzi di Lansdale, tipo il bellissimo “Atto d’amore”. Johnson è bravo,
nulla da dire, ma è troppo giovane! Cavolo nella mia testa è una specie di
Danny Glover, vabbè fai in tempo ad invecchiare Cranston tranquillo, è solo
questione di tempo.



Tra una decina di anni sarai perfetto.

I sei episodi
funzionano molto bene, quello in cui ho avvertito un po’ il calo di ritmo è
stato il terzo, scritto da John Wirth, quello di Terminator: The Sarah Connor Chronicles che, però, si riprende
fortissimo nel finale, in cui Hap entra in azione, guadagnandosi la sua
etichetta di “Trapano Texano”, mentre Leonard risolve il problema della droga a
suo modo, scena davvero ben fatta, anche se nel romanzo (e nella mia testa)
risultava molto più epica e cazzuta.

Nella prima
stagione abbiamo visto che Mickle e Damici hanno introdotto una sostanziale
differenza nel passato di Hap & Leonard, una differenza che passa attraverso
il viscido giudice Beau Otis (John McConnell), personalmente, ho trovato un’idea davvero brillante quella di sfruttare questo personaggio assente dai
libri, per dare un ulteriore colpo di scena al finale di stagione.



Su questa scena sono morto dal ridere, ma morto proprio!

Sì, perché nell’episodio
2×05 (scritto dallo stesso Joe R. Lansdale, sempre super prolifico!) la trama
si conclude non senza colpi di scena (per chi non ha letto il libro), ma l’episodio
successivo, l’ultimo, regala un finale ancora più logico che mette in pari
lettori e non lettori, tutti davanti allo schermo a capire come la risolveranno
i nostri eroi questa volta.

Mi è sembrata
davvero la prova che i due compari Mickle e Damici, non solo conoscono ed amano
i romanzi di Champion Joe, ma possono anche provare a dire la loro, per
renderli migliori sul piccolo schermo. L’altra intuizione, al limite del
geniale, è aver chiamato l’attore Brian Dennehy, ad interpretare lo sceriffo Valentine
Otis, padre di Beau. Dai, cavolo, Dennehy era il cattivissimo sceriffo Teasle di
“Rambo” (1982) non possono non averci pensato!



“Non vogliamo vagabondi qui da noi” (Cit.)

Insomma, sono
molto soddisfatto da questa serie che, purtroppo, dura sempre troppi pochi
episodi e anche l’ultima scena che conclude la stagione, ci ricorda che la
prossima avventura di Hap & Leonard, prevede nuovamente che i due incrocino
i loro pugni con la questione raziale, quei lenzuoli bianchi stesi non è certo
il bucato di oggi!

Poi voi non mi
vedete, ma io sono qui che mi frego le mani (non vi dico che casino scrivere
sulla tastiera), perché se Mucho Mojo,
romanzo bellissimo con un micro difetto, è stato adattato così bene,
figuriamoci cosa faranno con Il mambo degli orsi, quello sì, il mio libro preferito della serie! Se mai Mickle e
Damici, riusciranno a fare il colpaccio e a far venire giù Don Johnson, ad
interpretare nuovamente Jim Bob Luke
come ha già fatto nel film Freddo aLuglio, preparatevi, perché saremo di fronte all’universo espanso di Joe
Lansdale, il Lansdalverso! Tenete tutte le dita incrociate, ma proprio tutte
quelle che avete! 
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