Settant’anni per un immortale non sono poi molti, ma il 12 febbraio compie i suoi primi settant’anni uno dei preferiti di questa Bara, quindi abbiamo scelto di festeggiare Michael Ironside come merita! Non perdetevi il post del Zinefilo che anche lui festeggia il compleanno di Michael Ironside!
Dalla sua vasta filmografia ho scelto un ruolo direttamente dal seguito di un film che ad oggi, è ancora il post più cliccato di sempre di questo blog, il mitico Highlander. Lo confesso candidamente, il primo capitolo è un film che ho visto e rivisto tantissime volte da bambino, e visto che sono in vena di trasparenza, anche il secondo film è passato parecchie volte sul televisore di casa mia, forse più di quante sarebbe stato lecito anche se da allora, non l’ho mai più rivisto.
Ripassandolo per questo compleanno mi sono stupito nello scoprire quanti passaggi ricordassi ancora così bene a memoria (la sortita oltre lo scudo, Ramirez nel negozio di abiti da uomo, Ironside che si mangia la scena e via dicendo…) ma non ricordavo un dettaglio, marginale, quasi secondario: ragazzi se fa schifo questo film!
«Cassidy non ti sembra di esagerare, il povero Russell qui, potrebbe offendersi» |
Highlander era un film con un montaggio a tratti abbastanza bizzarro, forse un lascito della lunga e prolifica carriera da regista di videoclip del talentuoso Russell Mulcahy. Ma “Highlander II – The Quickening”? Siamo ben oltre i semplici problemi di un montaggio che ha sforbiciato il film più della lama di Kurgan, si perché dopo l’enorme successo al botteghino del primo film, il seguito è stato quasi automatico, ma la sua produzione? Un mezzo bagno di sangue.
Se siete più o meno della mia leva ricorderete che prima di Greta Thunberg e dei Fridays for future, prima del grave problema del surriscaldamento globale e prima ancora del negazionismo di Trump, il problema era lo strato di ozono con più buchi di un groviera. Faccio parte della generazione cresciuta con l’incubo di questo povero ozono, a girovagare intorno alla stazione a chiederti «Ehi tipo c’hai cento Lire?» tutto pieno di buchi, pensare che una volta era tanto un bravo ragazzo, studiava anche al conservatorio.
Mi sembra il caso di dirlo, la regia di Russell Mulcahy fa scintille! |
Ecco, William Panzer già produttore del primo film, deve aver pensato che il tema ecologista caldo, doveva diventare centrale per questo seguito, quindi la sua idea è quella di ambientare la storia in un remoto futuro (il 2024, tra quattro anni… Brrrr!) minacciato dalle radiazioni ultraviolette, ma che soprattutto facesse finalmente contenti i fan, rispondendo alla loro domanda ricorrente: Da dove arrivano gli immortali di Highlander? Si perché è risaputo che assecondare i fan di una saga è il modo migliore per avere successo, ceeeerto! Infatti Panzer è andato dritto beh, come un Panzer (questa battutaccia ve l’aspettavate fin da quando avete letto il nome vero?) puntato verso il disastro.
Il regista Russell Mulcahy non era affatto d’accordo nello svelare l’aurea di mistero attorno alle origini degli immortali, ma la sceneggiatura scritta da Peter Bellwood (lo stesso del primo capitolo) era tutto sommato gagliarda, prevedeva anche il ritorno di Kurgan tra i sicari del super cattivo interpretato dal nostro Michael Ironside, almeno fino al momento in cui Clancy Brown ha detto grazie, ma no grazie, decidendo di lasciare il suo personaggio al mito del primo capitolo. Decisione saggia che Christopher Lambert non ha voluto imitare, anzi, per tornare il francese ha preteso di riavere a bordo Sir Sean Connery, perché tra i due sul set del primo film, era nata una grande amicizia (storia vera).
«Io sarò sempre qui…» (Cit.) |
Come dite? Ramirez lo spadaccino interpretato da Connery nel primo film ci lascia le sue vistose piume di pavone? Eeeeh vabbè come siete! Qualcosa ci inventeremo per farlo tornare no? Abbiamo Sir Connery ben felice di ritrovare il suo amico Francese che facciamo? Lo sprechiamo? Ma va anzi, si va tutti in Argentina a girare, un buon metodo per tenere bassi i costi di produzione, visto che il Paese vacillava sull’orlo di una crisi economica grave.
Sfiga! I trenta milioni di fogli verdi con sopra facce di altrettanti ex presidenti defunti stanziati per il budget non bastano (cose che capitano se a Connery dai quattro milioni di cucuzze per nove giorni di lavoro) quindi bisogna chiedere un finanziamento ad una compagnia locale, che però infila dentro una postilla: scuciamo il grano solo se possiamo avere l’ultima parola sul montaggio finale del film. I soldi arrivano, ma a quel punto e Russell Mulcahy a voler andare via.
Il regista insoddisfatto dalla trama e dalle interferenze, cerca di abbandonare il film ma per vincoli contrattuali è costretto a restare, non ottiene nemmeno di firmarsi Alan Smithee, lo pseudonimo ufficiale di chi vuole abdicare, ma anzi è costretto a vedere il suo nome in bella mostra sulla locandina, anche se poi alla prima del film, ha abbandonato la sala dopo quindici minuti di proiezione (storia vera). Che dite avrà esagerato il vecchio Russell? Vi racconto la trama, giudicatelo voi.
Di fatto la scena volante iniziale di Spider-Man 3 in largo anticipo (tanto per stare in tema di film riusciti) |
Nel futuro (agosto 1994) il strato di ozono ci protegge dalle radiazioni ultraviolette più o meno come una parola gentile davanti ad una palla da demolizione. L’Africa è un ricordo e la signora MacLeod muore in un letto d’ospedale per le ustioni riportate, al suo capezzale un visibilmente sconvolto Connor, in una scena che Christopher Lambert interpreta con un’espressione molto… Christopher Lambertiana, anche perché tanto, ha solo quella.
Per rispettare l’ultimo desiderio della moglie morente, Connor si impegna un casino per salvare il mondo, e collaborando con un gruppo di scienziati lancia lo scudo spaziale che si, salva tutti dalla distruzione imminente, ma fa piombare il pianeta in una lunga notte senza fine. Perché Connor MacLeod avrebbe le conoscenze per fare una cosa del genere non è chiaro, cosa faceva di mestiere MacLeod nel primo film? A parte essere schifosamente ricco intendo? Vabbè diciamo che molto Christopher Lambertianamente MacLeod scuce il grano e spegne la luce per sempre.
La faccia (sempre quella) di chi ha appena fatto la gioia dei vampiri sul pianeta. |
Facendo questo MacLeod salva l’umanità ma si guadagna l’odio eterno dei fanatici della tintarella, che si ritrovano a vivere per 25 sotto lo scudo, in un futuro che pare uguale a quello di Blade Runner, perché l’ispirazione per Russell Mulcahy arriva proprio da lì. Metti una sera a cena all’opera e Connor, ormai rincoglionito e invecchiato da un trucco che lo fa sembrare Christopher Lambert che cerca di recitare la parte di un vecchio (ma sempre con la stessa faccia da Christopher Lambert), il nostro ormai non più immortale si ricorda tutto, ed è qui che “Highlander II – The Quickening” si gioca la sua grande idea, che per comodità chiameremo: L’IDEONA.
Gli immortali sono alieni provenienti dal pianeta Zeist, un posto che sembra il pianeta di Dune (perché l’ispirazione per Russell Mulcahy arriva proprio da lì) guidato con pugno di ferro dal temibile generale Katana (il nostro Michael Ironside), solo che mentre guardo il film capisco “Catania” ed inizio ad interrogarmi sul fatto che Ironside non sembra per niente siciliano in questo film. Il che per un po’ mi distrae dalla successiva scena Fantozziana, in cui Ramirez (Sean Connery) indica Connor (Christopher Lambert) come colui che guiderà la rivolta perché ha sentito su di se il tocco della Reminiscenza. Il tutto mentre Lambert come il celebre ragioniere, sta in fondo alla stanza nascosto dietro una pianta di ficus.
Ehi! Ma Virginia Madsen recitava proprio in Dune! |
Il resto è leggenda, una battaglia mitica che dura beh… Due minuti, in cui i ribelli guidati da Connor le prendono dagli uomini di Katana e per questo subiscono una punizione durissima: Verranno esiliati come i Kryptoniani di Superman sul pianeta Terra dove diventeranno immortali, ma non potranno mai più tornare su Zeist, a meno che di non aver sterminato tutti i loro compagni, potendo così raccogliere il premio e tornare a casa… Ma fucilarli sul posto come fanno tutti i dittatori? Brutto?
«Sì, sono finti, ma comunque sono molto belli» (Cit.) |
Questo colpo di genio voluto fortemente dal produttore William Panzer da un calcio al secchio del latte di tutta la credibilità (e il fascino) del film precedente, tutti gli immortali con cui Connor combatteva quindi erano solo sicari mandati da Katana per ucciderlo? Allora perché si uccidevano anche tra di loro per ottenere l’agognata Reminiscenze? Inoltre se come vediamo qui, Connor può richiamare il suo amico dal mondo dei morti (hanno la tariffa “You and Ramirez” chiami il tuo migliore amico senza scatto alla risposta) quando si trova nei guai, perché non lo ha fatto quando ha dovuto affrontare Kurgan nel primo film? Ma soprattutto, perché mandare dei sicari ad uccidere il vecchio Connor MacLeod? Ormai è anziano, rincoglionito che non si ricorda di essere stato un immortale e si abbiocca all’opera, come fa zia Vincenzo davanti alla televisione, perché accanirsi? Le cose sono due Katana è il generale di U.C.C.S. (Ufficio Complicazioni Cose Semplici) oppure la storia è stata scritta con parti non nobili del corpo.
Christopher invecchiando ha perso la sua espressivit… Ehm no, è sempre uguale. |
Diventa chiaro vedendolo che questo “Highlander II” é partito da un’idea balorda per diventare ancora più insensato a causa dei tagli e del gran casino in fase di produzione, un macello che azzoppa anche le poche trovate azzeccate, quasi tutte farina del sacco di Russell Mulcahy. Ad esempio di due sgherri mandati da Katana hanno un aspetto strampalato il giusto da risultare efficaci, Corda e Reno anticipano di parecchi anni i gemelli di uno dei seguiti di Matrix (tanto fanno tutti schifo) però sembrano i loro cugini Goth, in più uno dei due ad una lingua alla Gene Simmons, abbina anche una risata da pazzoide mica male. Il problema è che il loro combattimento con MacLeod, più che Corda e Reno, li fa sembrare Crucco e Tonto del “Robin Hood” della Disney, visto che muoiono in un modo cretino.
«É l’una di notte e tutto va beneee!» (Cit.) |
Un gran peccato davvero perché l’occhio di Russell Mulcahy è notevole, la scena della cisterna con la bocca disegnata sopra, che va fuori strada e da un “bacio” (mortale) a MacLeod facendolo apparentemente morire tra le fiamme, è un gran momento, un po’ stemperato dal fatto che dalle fiamme spunti fuori Christopher Lambert, di nuovo giovane e bello, ma sempre con la sua unica espressione da Christopher Lambert.
Di nuovo bello, giovane e molto espress… Vabbè lasciamo perdere! |
Non so se Mulcahy abbia deciso di prendere qualcosa in prestito anche da Brazil, perché la bella (eco)terrorista che s’innamora di MacLeod sembra un’idea che arriva dal film di Gilliam, anche se qui è interpretata da Virginia Madsen, che dopo un torrido bacio per strada (in realtà una scena al limite del tragicomico), prova a fare il punto della trama: Tu eri normale là, però ti hanno mandato qua, dove sei immortale se non ti tagliano la cappocia, però adesso quelli là vengono qua, perché qui e quo erano impegnati, ma tu credi a quelli là? O credi a questi qua? Dimmi qual è la verità, chi la merita? La vita non è là, la vita non è qua, né là né qua (ma nell’acqua).
L’oreal. Perché noi valiamo. |
Insomma nessuno ci capisce più niente ma MacLeod ha una risposta per tutto, ed è sempre la stessa, come la sua faccia: «È una specie di magia» anche se i Queen sono andati, e a sostituirli é arrivato Stewart Copeland, direttamente dai Police che fa un ottimo lavoro, che però si perde nel gran casino di questo film.
«Adesso recitiamo anche Shakespeare? Avevo firmato per fare Highlander» |
Si perché i momenti tragicomici si sprecano, vogliamo parlare del ritorno immotivato di Ramirez? Improvvisamente il maestro di Connor ricompare letteralmente con un fulmine nella sua amata Scozia, nel mezzo di uno spettacolo teatrale dove comincia a mettere in dubbio il contenuto della battute di un attore impegnato a recitare con il teschio di Yorick in mano, roba che dovrebbe far riderissimo ma in realtà è solo tediosa, anche se Sir Sean Connery da lezioni di stile a tutti. Letteralmente!
Oh, I’m an alien, I’m a legal alien, I’m an English Scottish man in New York the future. |
Si perché una delle scene più riuscite del film prevede proprio Ramirez che ritornato in questo strambo futuro, pensa bene che la priorità sia aggiornare il suo abbigliamento recandosi nel più antico negozio di sartoria di tutta la Scozia («Non potevo scegliere meglio visto che io sono il più antico gentil uomo della Scozia»). Ma poi io dico, Ramirez nel primo film non diceva di essere uno spagnolo con origini egiziane? Nessuno qui ci capisce più niente, ma a togliere completamente credibilità al film ci pensa anche una mancanza di direzione generale.
Pensate che il capo della società che ha lanciato lo scudo spaziale – che con enorme sforzo di fantasia si chiama Scudo Corporation -, è comandata da John C. McGinley, il dottor Cox di Scrubs! Che per sua ammissione in quel periodo era in fissa durissima con il suo mito, Orson Welles, e per questo ruolo ha pensato bene di provare ad imitare il vocione del grande regista, con il risultato che in originale, lo sentiamo cazziare tutti i sottoposti come faceva con JD nella popolare serie televisiva, ma con una voce assurdamente bassa e senza senso.
«Mi dispiace JD non è potuto venire», «Ho appena rivalutato Bob Kelso, a tuo confronto lui era buono» |
Sul set era chiaro che vigesse l’anarchia più totale, tanto da anche i momenti più iconografici del film (Connor MacLeod e l’ecoterrorista che rivedono il cielo oltre lo scudo, prima di decidere di distruggerlo. Lo scudo non il cielo), intervistato in merito il nostro Michael Ironside ha dichiarato che la sensazione sul set era più o meno quella di persone che cercavano di fare ognuno la sua parte, senza una direzione precisa, ma cercando di divertirsi oppure impegnarsi a seconda delle priorità personali. Non credo sia un caso se dopo il disastro di questa pellicola Christopher Lambert abbia dichiarato di aver sofferto per un po’ di depressione (ma con quella faccia, nessuno deve essere riuscito a diagnosticargliela) mentre Sir Sean Connery ha preferito dichiarare che non avrebbe mai più interpretato la parte del “pavone spagnolo” (allora vedete che era spagnolo!?), incassare l’assegno e prenderla con filosofia.
Sir Connery e il tagliacarte che ha usato per staccato l’assegno. |
Ma il nostro Michael invece? Beh lui da ottimo professionista annusa l’aria, capisce tutte le debolezze del film (il fatto che lo facciano recitare con dei capelli posticci piuttosto “Berlusconiani” era un ottimo indizio) e fa quello che gli viene meglio: decide di andare tantissimo sopra le righe. Sapete che vi dico? Ha avuto ragione lui!
«Quanto mi piace essere cattivo!» |
La scena che ricordo molto ben fin dalle mie visioni infantili del film – volevo anche io il visore doppio usato da uno dei viaggiatori -, è sicuramente quella della metropolitana, in cui Michael Ironside fa il bello e il cattivo tempo, la mia passione per le scene in metropolitana forse parla per me, ma è uno spettacolo vedere Ironside agguantare un bimbo dicendogli «Vorresti guidare uno di questi? …Anche io!» per poi decidere di farlo davvero, lanciando la metro a velocità folle, facendo una strage, perché tanto lui è immortale e soprattutto cattivo, quindi può permettersi questo e altro.
«Nicolas Cage… Scansaaaaati!» |
Il finale di “Highlander II – Il ritorno” merita un discorso, il montaggio scellerato decide bene (cioè male) di montare i due combattimento di MacLeod e Katana, come se fossero una sola scena, per altro molto confusa, il risultato è bizzarro e abbastanza anti climatico, ma siccome in uno strambo Paese a forma di scarpa non vogliamo proprio farci mancare niente, abbiamo trovato il modo di distinguerci, se siete proprio masochisti interessati a vedere il famigerato finale ribattezzato “fairy tale ending” è in Italia che dovete venire!
«Guarda che forma strana ha quel Paese, sembra proprio una scarpa» |
Questo geniale finale prevede un MacLeod sbrilluccicante che svolazzando a mezz’aria, mentre invita Virginia Madsen a svolazzare con lui verso Zeist, come se fossero Peter Pan e Wendy (facciapalmo!). Davvero la ciliegina sulla torta di questo enorme casino, e anche una delle scene più ridicole che abbia mai avuto la sfortuna di vedere in tutta la mia vita di cinefilo.
Visto che per un immortale il tempo è relativo, proviamo ad analizzare come sono andate le cose per i principali interpreti di questo disastro intitolato “Highlander II – Il ritorno”. Cominciamo da Christopher Lambert, io non so dove si trovi in questo esatto momento, proprio ora mentre sto scrivendo questa frase, non lo posso sapere, ma sono sicuro con che faccia lo stia facendo, quello lo so. Sei un mito Chris resta sempre così, si proprio così.
Sir Sean Connery dopo un’infilata di filmacci più o meno della stessa forza di questo, ha pensato bene di tornare davvero in Scozia e dedicarsi ad una ricca e meritata pensione, passata giocando a golf, un signore come sempre!
Virginia Madsen è ancora una bella signora che ogni tanto compare e fa piacere rivedere, quello a cui è andata peggio di tutti è stato Russell Mulcahy, che è andato sotto bevendo dall’idrante con il disastro di questo film, giocandosi definitivamente la carriera. Finito a sgomitare nella tonnara delle pellicola a basso budget, è riuscito a firmare un film con un budget decente solo nel 2007 con “Resident Evil: Extinction” e solo perché il regista titolare Paul W. S. Anderson, aveva mollato momentaneamente l’osso.
Eugenio dice che io sono rinnegato perchè ho rotto tutti i ponti col passato (Cit.) |
Questo film per Mulcahy è diventato la sua balena bianca, tanto da voler far uscire la sua versione della pellicola, ribattezzata “Renegade Version”, in cui tutta la menata degli immortali alieni è molto ridimensionata e il risultato finale, è un film migliore, ulteriormente aggiornato dalla “Special edition”, che ha ristrutturato e rimasterizzato il comparto audio e video. Un piccola rivincita, quasi una vittoria di Pirro.
Quindi quello a passarsela meglio alla fine è il nostro Michael Ironside, l’unico a potersi vantare di essere uscito a testa alta (e ancora attaccato al collo) da questo gran casino, auguri Michael! Non perdetevi la pagina dove il Zinefilo ci racconta tutti (proprio tutti!) i film del Canadese! Ma non perdetevi nemmeno i titoli di testa del film in Italiano.