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Il giorno della luna nera (1986): I see the BLACK moon rising

Se state dicendo: “Il giorno della luna cosa?!”. Tranquilli, è la stessa cosa che ho pensato io qualche settimana fa quando ho scoperto l’esistenza di questo film, ma siccome questa rubrica nasce con l’intento di essere il più completa possibile, oggi parliamo di un Carpenter che non ci si aspetta. Benvenuti ad un nuovo appuntamento con John Carpenter’s The Maestro!

L’attività di sceneggiatore di Carpenter è ampiamente sottovalutata, come vi raccontavo, il Maestro ha sfornato una serie di script, non tutti sono diventati dei film, “Il giorno della Luna Nera” (Black Moon Rising) è una delle poche sceneggiature che Giovanni non ha anche diretto.

Il soggetto del film è di Carpenter, ma gli sceneggiatori accreditati insieme al Maestro sono William Gray e Desmond Nakano, non ho trovato informazioni in merito, ma guardando il film verrebbe da pensare ad un progetto abbandonato in corsa da Carpenter, o, comunque, dove la sua influenza è quasi tutta riassunta nella parte iniziale del film, anche perché Giovanni in quel periodo aveva per le mani un altro progettino, una cosina su di un camionista con degli ottimi riflessi in gita a San Francisco, potreste averne sentito parlare e tranquilli, ne parleremo! Per ora, invece, parliamo della trama di questo film.

Sam Quint è un ladro professionista che viene assoldato dall’EFFE BI AI, per recuperare un nastro contenente informazioni vitali per incastrare un grosso criminale che verrà processato pochi giorni dopo a Los Angeles. Dopo aver sottratto il nastro, per metterlo in salvo dalle grinfie del suo rivale Marvin Ringer (Lee Ving), Quint lo nasconde nel prototipo della Luna Nera, che non è una carta dei tarocchi, ma un auto prototipale super veloce alimentata ad idrogeno, alla faccia delle sette sorelle.

A vederla così non si direbbe, ma inquina pochissimo.

A complicare l’assunto ci pensa Nina, ladra d’auto professionista che fa parte di un gruppo che gestisce un grosso giro di automobili di lusso rubate, Quint dovrà, quindi, trovare il modo per infiltrarsi nel tecnologico palazzo che fa da quartier generale della banda di Lupin e rubare a casa del ladro.

La prima cosa che salta agli occhi è che qualunque avvocato praticante, senza esperienza, potrebbe smontare un processo basato su una prova chiave, procurata assoldando un ladro professionista, ma il nastro al centro della storia è da considerare come un MacGuffin che fa cominciare la trama, esattamente come succedeva per il nastro del Presidente (“il Presidente di che?” cit.) in 1997 Fuga da New York. A ben pensarci i due film hanno una struttura comune: entrambi hanno un carismatico antieroe assoldato dal governo per intrufolarsi in un luogo impenetrabile e recuperare informazioni vitali in un tempo brevissimo.

«Ma perché ci dobbiamo ridurre sempre all’ultimo minuto?»

Per il ruolo del protagonista sono stati presi in considerazione parecchi attori: Tom Berenger, Don Johnson, il solito Jeff Bridges (uno che Carpenter voleva sia per la parte di Jena Plissken che per La Cosa e con cui ha potuto lavorare solo in Starman) e addirittura Richard Dean Anderson… Come? Chi è Richard Dean Anderson? MacGyver che cavolo! MacGyver!

Alla fine la parte venne affidata all’allora 40enne e ancora non famoso, Tommy Lee Jones, che per caso si ritrova a lavorare per la seconda volta in carriera ad un film scritto, ma non diretto da John Carpenter, ovvero Occhi di Laura Mars. La cosa divertente è che Tommy Lee sembra più giovane in questo film che in quello precedente, anche perché con quella faccia dimostrava 40 anni anche quando ne aveva 20!

«…La tua entrata era buona, la sua migliore!» (Cit.)

Non so voi, ma io quando in un film c’è Tommy Lee Jones, mi rilasso perché so che almeno uno che recita come si deve è della partita, ognuno ha il suo film preferito con il grande Tommy Lee, in molti casi anche più d’uno, troppo facile ricordare il suo agente K di “Men in Black”, se pensate a cose mitiche come “Apache pioggia di fuoco” o “Blown Away – follia esplosiva”, a ruoli mattissimi e sopra le righe come “Batman Forever” o “Assassini Nati”, o serissimi e intensi come “Non è un paese per vecchi” e “The Hunted”, quello che viene fuori è un attore incredibilmente versatile, più di quanto il suo grugno da Bulldog lascerebbe pensare, una di quelle facce che appartengono al Texas come cittadinanza, ma al cinema per diritto acquisito. Qui per una delle poche volte nella sua carriera è alle prese con il classico protagonista di un film d’azione e, guarda caso, sembra che non abbia mai fatto altro per tutta la carriera!

La quinta faccia da aggiungere sul monte Rushmore.

Ora, se avessi un euro per tutti i film d’azione che cominciano con l’eroe che sventa una rapina in un minimarket, avrei sicuramente da parte un bel gruzzoletto, Quint lo fa alla sua maniera, intento a bersi il suo caffè, si ritrova con la pistola dell’aspirante rapinatore puntata in faccia, lui non perde la calma e gli fa notare le telecamera di sorveglianza, gli mette fretta e le sirene della polizia in lontananza lo aiutano, il rapinatore se la dà a gambe e Quint termina il suo caffè, quieto, come un piccolo Fonzie. Una bella variazione sul tema della solita rapina al minimarket.

«Prendo un caffè e un rapinatore a portar via grazie»

A proposito di protagonisti, non possiamo non parlare della Black Moon, che dà il titolo al film, un nome figo che in qualche modo ricorda un pezzo (altrettanto figo) dei Creedence, ma che purtroppo di suo, di davvero stiloso ha molto poco. Mettiamola così: Christine continua a restare l’auto più sexy della carriera di John Carpenter.

A guardarla, l’idea che mi ha dato la Luna Nera è quella di un grosso fermaporte, avete presente quegli oggetti semi triangolari che si usano per evitare di far sbattere la porta quando c’è corrente? Ecco, uno di quelli, però con le ruote e un vistoso alettone posteriore.

Negli anni ’80 pensavano che nel futuro saremmo stati tutti bassissimi.

Ora, io non sono un gran fanatico di auto, anzi proprio per niente, di solito mi piacciono quelle che tutti considerano brutte, ma la Luna Nera è brutta pura per i miei standard! Per fortuna, è protagonista di davvero poche scene, anche se tutte piuttosto efficaci, questo bisogna dirlo.

Nina la super ladra di auto è interpretata da Linda Hamilton che arrivava dritta sparata dal successo di Terminator. La prima cosa che colpisce del suo personaggio è la vistosa parrucca parcheggiata sulla sua pettinatura anni ’80, quindi già voluminosa di suo, il risultato è una specie di Mullet riccio che rivaleggia con la Luna nera in quanto a bruttezza.

«Pronto? Vorrei denunciare il mio parrucchiere»

Per fortuna la parrucca sparisce presto, il personaggio di Nina ha un suo spessore: è una tosta, ma non banale, potrebbe rientrare nella lista degli ottimi personaggi femminili della filmografia di Giovanni Carpentiere, peccato che con il passare dei minuti, il tocco del Maestro si perda sempre di più e questo ha ripercussioni sul personaggio, anche se Linda Hamilton fa un ottimo lavoro.

Bisogna dire che il casting di questo film funziona molto bene: il cattivone è monodimensionale, ma essendo interpretato dal grande Robert Vaughn guadagna subito carisma, divertente vedere il grande (in tutti i sensi) Bubba Smith nei panni dell’agente dell’FBI, una variazione sul tema del personaggio che lo ha reso celebre, ovvero Hightower di “Scuola di polizia”. Da poliziotto ad agente governativo: ha fatto carriera!

«No Mahoney e Tackleberry sono rimasti a casa, per te basto io»

A livello di ritmo, il film inizia abbastanza bene grazie alla presentazione di tutti i protagonisti della storia, ma quando Tommy Lee Jones insegue Linda Hamilton alla guida della Luna Nera, si nota subito che il budget è quello che è e dietro alla macchina da presa non c’è il Maestro, ma il regista Harley Cokeliss, uno che ha fatto parecchia televisione e che non sa cavare sangue dai centesimi come John Carpenter, cosa che si nota. Alla fine è impossibile non vedere che questo film ha quattro location, fra le quali quella finale: un grosso parcheggio coperto (storia vera).

«É la macchina, vero? Piace a tutte le ragazze» (Cit.)

Inutile girarci attorno: più passano i minuti più trovate tematiche Carpenteriane in questa pellicola diventa difficile, ma in generale, l’assenza del Maestro è ancora più marcata che in Occhi di Laura Mars, eppure un po’ a sorpresa, il film si lascia guardare, quasi sempre grazie all’ottimo stato di forma (attoriale e fisico) di Tommy Lee Jones.

Una delle scene migliori è quella di quando Quint viene aggredito dagli scagnozzi di Marvin Ringer, Tommy Lee Jones sul set ha fatto tutti gli stunt del film da solo, è questo non fa che fargli guadagnare altri punti simpatia (come se fosse ancora necessario), non ci sono particolari coreografie, solo un sacco di pugni piazzati come si deve, è una messa in scena degli scontri vecchia maniera, Jones si fa lanciare a destra e a manca come un sacco di patate, prima di battere i suoi avversari in astuzia più che in forza e in questo senso ricorda molto lo scontro tra Jena Plissken e Ox Baker in Escape from New York.

Pugni, calci e mazzate come se non ci fosse un futuro!

Il finale è un po’ frettoloso, ma funziona e diverte, si vedono tutti, ma proprio tutti i limiti del budget e finalmente anche la Black Moon manda a segno qualcosa che fa valere la sua presenza nel titolo. Non vi rivelo niente, ma guardando quel finale non ho potuto non pensare che “Il giorno della Luna nera” era un film sconosciuto per il sottoscritto, ma qualcun altro lo conosceva e se lo ricordava.

«Parchieggio perfietto!!» (Cit.)

Di sicuro non si tratta di un capitolo essenziale della carriera di Giovanni Carpentiere, ma sono contento di aver colmato questa lacuna, un film divertente da guardare che mette in chiaro ancora una volta che a Carpenter le idee non sono mai mancate, ma nemmeno il fiuto per scegliersi i soggetti migliori. Resta il rammarico che il Maestro e Tommy Lee Jones non abbiano mai lavorato insieme direttamente, sarebbero potute venire fuori della cose davvero ottime.

I see the BLACK moon arising.
I see trouble on the way.
I see earthquakes and lightnin’.
I see those bad times today.

Ora lanciate la vostra Luna Nera a super velocità verso la pagina del Faccialibro de Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter, che gentilmente ospita questa rubrica, so che anche loro sono fanatici del rumore di copertoni sull’asfalto. Visto che ci siamo, ecco anche il post del Zinefilo!

Sepolto in precedenza venerdì 22 aprile 2016

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