abbonati Netflix inizia a mostrare i primi effetti a lungo termine, nel
tentativo di rientrare delle spese pazza fatte dal popolare canale di streaming,
molti progetti sono stati passati a filo di spada, come ad esempio tutta la
sezione dedicata ai film d’animazione, che ha fatto giusto in tempo a giocarsi
la carta di questo “Il mostro dei mari”, prima di dover mettere tutto il
contenuto della scrivania in una scatola, come da moda Yankee.
fatto le cose per bene, affidandosi a Chris Williams, co-regista di titoli come
Big Hero 6 e pensate un po’ Oceania, film che la mia Wing-woman
ha beccato alla prima scena, senza conoscere minimamente i trascorsi del regista
(storia vera). Per fortuna qui ad esclusione di una breve canzone marinara, non
cantano, il che è già un enorme passo in avanti rispetto all’altro film
marittimo di Williams.
di un regno immaginario che ha dichiarato guerra ai mostri marini giganti che per
centinaia di anni hanno perseguitato gli umani, seminando il terrore. A
vegliare sulla tranquillità ci pensa l’equipaggio della Inevitabile, una nave
di cacciatori di mostri capitanata dal leggendario Capitano Crow (Jared Harris
in originale, Diego Abatantuono nella versione doppiata, più avanti ci
torniamo), nella sua ciurma anche una sorta di Guybrush Threepwood palestrato
di nome Jacob Holland (Karl Urban, per noi Claudio Santamaria), tutti sulle
piste della temibile Furia Rossa, la più mostruosa tra le creature degli
abissi.
leggende dei cacciatori e una bambina cresciuta leggendolo, l’orfana Maisie
Brumble (Zaris-Angel Hator) che avete già capito finirà caparbiamente sulla
Inevitabile, anche perché è inevitabile tenerla lontana da dove si svolge l’azione (ah-ah).
inizia con una scena di affondamento spettacolare, io che guardo sempre le onde
con un pelo d’ansia (sarà che non so nuotare? Forse) mi sono aggrappato ai braccioli
del divano, ma Chris Williams sa il fatto suo, nello scontro tra il primo
mostro marino e la Inevitabile, tutta piegata a babordo (o tribordo? Chi lo sa),
il regista dimostra vero talento, giocandosi una regia molto dinamica, con le
inquadrature sempre in movimento, sfruttando anche l’innaturale inclinazione
della nave.
aggiungiamo un’animazione di alto livello, piena di texture estremamente
curate, dal punto di vista visivo “Il mostro dei mari” è un gioiellino. Ad
esempio nel primo incontro faccia a faccia (letteralmente!) con Rossa, la temibile
Furia a cui tutti danno la caccia, la scena con i personaggi appesi ad una
corda e legati tra di loro è davvero riuscita, non solo risulta sempre
chiarissimo dove si trovino i personaggi anche nei momenti più concitati, ma i
movimenti sono diretti al meglio e le proporzioni rispettate, fondamentale se hai
protagonisti umani microscopici che interagiscono con un essere marino
gigantesco, in grado di sollevare onde solo sposandosi, sembra un dettaglio da
poco, ma film come Shark – Il primo squalo non ne hanno tenuto affatto
conto.
Difetti? Ahimè più d’uno,
il Capitano Crow vuole la sua vendetta come Achab e di più non ci viene
raccontato, dobbiamo farcelo bastare, questo lo rende purtroppo un personaggio
monodimensionale, non aiuta nemmeno il fatto che doppiato da Diego Abatantuono, il personaggio sembri
costantemente ubriaco, il che per un pirata non sarebbe un problema, ma per la
trama sì. Ci ho messo due secondi a farmi passare la curiosità per la versione
doppiata tornando subito alla traccia audio originale, mi sembra che “il miglior doppiaggio del mondo” diventi sempre peggio
di settimana in settimana, con ogni nuovo titolo in cui mi capita di incappare.
mostri grossi, ho apprezzato molto la Furia Rossa con il suo capoccione, ma
anche i piccoli mostrini multi colore dell’isola dove la creatura va a
riposare, bisogna dire però che per bocca larga e nome, si nota fin troppo la
somiglianza con la ben più riuscita Furia Buia di “Dragon Trainer” (2010), film
che malgrado gli anni sul groppone, da ancora due piste a questa versione
marittima, anche solo per il rapporto tra giovani umani e creature fatate.
di questo film non sarebbero stata la vera minaccia, si sapeva già dal poster,
il problema è che viene a mancare molta enfasi, tutti gli scontri tra personaggi vengono
risolti a chiacchiere e anche idee interessanti, come il libro che tramanda
tradizioni false, diventa un espediente utilizzato poco e male, sarà che non ho
proprio sei anni, ma è difficile credere ad un intero regno, vissuto per
decenni nel terrore dei mostri, che crede di colpo alle parole di una bambina,
senza nemmeno una manifestazione, un corteo No-Mos opposto a quello dei
Pro-Mos. Mi sa che ho visto troppi telegiornali negli ultimi anni.
parte è un peccato il fatto che la sezione animazione di Netflix abbia già chiuso
i battenti, dall’altra “Il mostro dei mari” con una trama un pochino più
approfondita (stiracchiata lungo 119 minuti, forse anche troppi per quello che
ha da dire) avrebbe potuto risultare anche migliore, certo che se mi mettete
dei mostri grossi e dei bucanieri a solcare i mari, ansia da tante onde o no, mi
comprate facile, corpo di mille balene!