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Il Pentacolo: Hold Your Breath, Il Buco – Capitolo 2, House of Spoils, It’s what’s inside e The Wasp

La “Spooky season” di ottobre è sempre molto ricca, per questo spesso un Triello non basta e l’unica è ricorrere al Pentacolo. Sul menù per voi oggi, cinque horror del 2024 tutti disponibili comodamente in streaming, cominciamo!

Hold Your Breath (2024)
Dove lo trovo?
Disney+ / Hulu

A casa Cassidy non ci perdiamo una puntata di “American Horror Story” e in generale, delle produzioni di Ryan Murphy, una delle sue predilette è Sarah Paulson, una che ha provato a fare il salto dalla tv al grande schermo ma sembra un po’ bloccata a metà. Sapete come la chiama la Wing-woman? L’urlatrice (storia vera), visto che per Murphy di urli ne ha cacciati tanti, ironico ritrovarla quindi in un film intitolato “Trattieni il respiro”, che è un po’ come negarle la sua specialità.

Fa corsa con i pesi per avere più fiato per urlare.

Diretto da Karrie Crouse e Will Joines, il film è ambientato nel 1933, nell’Oklahoma devastato dalle tempeste di polvere durante il lungo periodo del “Dust Bowl”, dove una tempesta di sabbia minacciava la vita costringendo tutti a stare in casa, insomma, tipo il 2020. Mamma Sarah Paulson è ancora sconvolta dalla morte per scarlattina della figlia più piccola, tenere pulita la sua lapide dalla polvere fa parte della sua ossessiva ruotine, necessaria a tenere in vita il resto delle figlie dalla minaccia delle tempeste, in attesa del ritorno del marito.

A questa bella situazione, vuoi non aggiungere la fissa per la leggenda del Gray Man? Una creatura di sabbia che ti uccide al primo respiro e che ricorda la nebbia assassina dei Simpson, una leggenda che è proprio quello di cui la famiglia NON ha bisogno, quando la mucca, tua unica fonte di sostentamento rischia la pelle per le tempeste e quando nel fienile spunta un predicatore vagabondo che millanta poteri curativi di nome Wallace Grady, interpretato da Ebon Moss-Bachrach, direttamente da The Bear.

Dimmi che sei un soggetto del 2020, senza dirmi che sei un soggetto del 2020.

Minaccioso il giusto Ebon Moss-Bachrach funziona, così come l’intensità di Sarah Paulson ma è l’amalgama a non andare, l’elemento sovrannaturale del Gray Man quasi distrae o comunque, non smuove troppo una storia che funziona meglio come dramma. Avete presente la difficoltà provata da tanti a cambiare la propria ruotine durante e dopo la pandemia del 2020? Non è un caso se il soggetto sia nato proprio in quell’anno con il titolo di “Dust” e ripescato solo ora, perché questo film funziona meglio quando parla di questo, la routine come simbolo dell’incapacità di lasciar andare il passato, solo che in teoria sarebbe anche un horror, peccato che le parti che lo compongono facciano un po’ tipo acqua e olio, anche se Sarah Paulson un urlo dei suoi riesce a cacciarlo lo stesso.

Il Buco – Capitolo 2 (2024)
Dove lo trovo?
Netflix

A proposito di film che abbiamo visto mentre eravamo tappati in casa nel 2020, ve lo ricordate Il Buco? Rispondo io per voi, sì, perché è tipo il titolo che hanno visto TUTTI. Di solito sono abbastanza svelto a scrivere di film appena usciti, ma nel 2020 era impossibile stare dietro al ritmo, avevano tutti così tanto tempo che in rete commentavano tutti e il METAFORONE di Galder Gaztelu-Urrutia ha raccolto un tuono di visualizzazioni su Netflix, il seguito era inevitabile.

Un abbuffata di titolo Horror oggi sulla Bara eh? (insomma, come sempre)

Come riassumerlo? Direi gente del piano di sotto che vuole picchiare quella del piano di sopra, un ascensore che non sta mai fermo e un personaggio, che vorrebbe solo mangiare la pizza, più che un film il riassunto del mio palazzo (io sono quello della pizza), ma in soldoni “Il Buco – Capitolo 2” cavalca la regola aurea dei seguiti, uguale al primo ma con ancora più METAFORONE, tanto che nell’infinito blaterare, ci potremmo perdere a fare analisi su come il regista stia continuando a criticare il capitalismo, mettendo in chiaro che una rivoluzione potrebbe – per un po’ – cambiare lo status quo, ma non eradicare la violenza di base, perché quella, è un istinto base umano, tanto quanto la fame.

Ma visto che non ho voglia di tediarvi con un simposio (ci pensa già il film a farlo), mi concentro sulla cinematografia, di base Galder Gaztelu-Urrutia espande il mondo che ha costruito attorno alla sua METAFORONA molto bene, in generale mi sono ritrovato a pensare ai seguiti di “The Cube” (1997) di Vincenzo Natali, che spiegavano di più ma in sostanza, dicevano di meno, perché l’unica vera sorpresa di questo film è nel titolo… Occhio che arrivano gli SPOILER!

«Non leggete se non volete SPOILER!»

Distratti dal numero due nel titolo, e sfiancati dai dialoghi, si rischia di perdersi l’ovvio, Galder Gaztelu-Urrutia non ha firmato un seguito del film precedente ma un prequel, questo spiega le migliori condizioni iniziale dei prigionieri, che possono mangiare per lo meno una tipologia di cibo richiesto. Resta il dubbio su cosa rappresenti il bambino, se non il METAFORONE dentro il METAFORONE, ma tanto quello ci verrà spiegato nel “Capitolo 3” che se mai arriverà, sarà un capitolo “Meno uno”, come i piani della prigione… FINE DELLO SPOILER!

House of Spoils – Il sapore del male (2024)
Dove lo trovo?
Amazon Prime Video

Vi rendete conto che esiste davvero un horror con l’inutile sottotitolo “Il sapore del male”? Il prossimo come si chiamerà? “Sapore di sale, sapore di male”? E se manca si sale? Sa solo di male? Sta di fatto che in questo Pentacolo sono partito (anche) da The Bear e da qui continuiamo.

La versione Horror di The Bear, solo che descritto così il film di Bridget Savage Cole e Danielle Krudy l’ho anche migliorato, perché parla della Chef senza nome (Ariana DeBose) che molla il suo posto di lavoro stellato per aprire un locale tutto suo con l’attrice cacciata da Euphoria Barbie Ferreira nei panni di Lucia.

«Vero che hai litigato con il creatore della serie?», «Si, infatti mi hanno spedita a lavare i piatti come Cenerentola»

Qui, alla ricerca di gusti esotici inizierà ad usare le erbette locali, che si legano al prologo, con una strega e la cantilena «Nutri la terra! Nutri la terra!», no sul serio, secondo me le erbette le hanno fumate negli uffici della Blumhouse per produrre ‘sta roba che più che altro parla di ossessione e infila l’elemento sovrannaturale giù per la gola al pubblico con l’imbuto, anzi, cerca di legare gli elementi di questa bizzarra ricetta, con un finale in cui alla figura della strega si cerca di dare una spiegazione che sono certo, potrete indovinare anche se il film non lo avete visto. Se vi va di vederlo decidete voi, ma io quasi quasi aspetterei il potenziale seguito “Sapore di sale, sapore di male” e poi la fine della trilogia, l’ultimo spettacolare capitolo: “Sapore di sale, sapore di male. Sì ma manca il sale”.

It’s what’s inside (2024)
Dove lo trovo?
Netflix

Il cinema horror per tutti sta cercando di variare, dopo decenni di adolescenti che si mettono a giocare con la tavola Ouija invece di farsi le canne, bere e scopare alle feste, stanno arrivando le variazioni sul tema, devo trovare il coraggio per entrare nell’ottica giusta, a stretto giro avremmo anche l’horror sul gioco della bottiglia (giuro, vorrei stare scherzando) ma per ora tocca a “Indovina chi”.

“It’s what’s inside” di Greg Jardin, si apre con una coppia di giovanotti che non riesce a far sesso, senza che lei non indossi una parrucca bionda, e prima di dirmi che avete visto altri film (non per forza Horror) con inizia simili, vi dico che la parrucca potrebbe servire a ricordare la bionda amica influencer della coppia, quando poi arriva l’inevitabile festa, la masnada di odiosi protagonisti si raduna, tra gelosie, attrazioni e dinamiche di gruppo già belle intrecciate fin dai tempi della scuola.

Finché il film li tratta come gli scemi che sono, tutto ok, poi però decide di prendersi molto sul serio.

L’elemento sovrannaturale, quello che puntualmente mi fotte e mi convince a vedere questi film, è una tecnologia che permette di saltare nei corpi altrui, tipo “Quel pazzo venerdì”, creata dal Nerdone del gruppo, che poi è anche quello più sociopatico. Quindi, mettiamola così, da una premessa simile a Il grande freddo, togliere il funerale e mettete una tecnologia MacGuffin che non ha bisogno di troppi dettagli, un mambo jumbo tecnologico al posto della solita tavola Ouija di turno. Poi togliete i grandi dialoghi, le grandi musiche, le grandi interpretazioni e quello che resterà è solo il freddo che si prova a guardare un film che poteva essere sfizioso, nel suo mostrare questa banda di odiosi che si massacra tra di loro, ma poi fa l’errore di affezionarsi ai suoi personaggi.

Finché li maltratta in modo distaccato funziona, poi purtroppo la satira salta, quello che resta e fotografia acida e montaggio frizzantino, per un film che inforca i binari della banalità quando dovrebbe mordere, insomma ciò che c’è dentro è poco o nulla, passiamo avanti, completiamo il Pentacolo!

The Wasp (2024)
Dove lo trovo?
Su tutte le principali piattaforme a noleggio

Adattato per lo streaming dalla regista Morgan Lloyd Malcolm e basato su un’opera teatrale da lei stessa scritta, “The Wasp” mantiene l’impianto teatrale, perché se escludiamo un dialogo che avviene durante una passeggiata in esterni, il film è tutto ambientato nella casa di Heather (Naomie Harris).

La donna sospetta che il marito Simon (Dominic Allburn) la tradisca, anzi lo sa perché l’uomo si scrive da due anni con una donna, che in realtà è sempre Heather con un falso profilo, insomma ha sposato un farfallone con la fissa per gli insetti brutti esposti dentro quadretti in casa (così abbiamo spiegato il titolo), per liberarsi del marito, contatta la sua ex bulla scolastica Carla (la rediviva Natalie Dormer, che sembrava destinata a ben altra carriera dopo Giocotrono), spiantata, madre di quattro e incinta del quinto, ma una con il pelo sullo stomaco per uccidere che ad Heather manca, in cambio di bei soldi le due si accordano e se la trama vi sembra poco solida e da thrillerino televisivo è perché potete segnare un’ideale spunta verde per entrambe le voci.

«Ma che ti è successo, hai fatto la fine dell’ultima stagione di Giocotrono!»

Ovviamente la trama sarà più complessa di così, anche meno banale perché vi basterà aver visto due thriller in vita vostra per capire che lo spunto di partenza non potrebbe reggere, rivelare le (poche) svolte sarebbe fargli in torto. Non posso dire che sia un film che stupisce, le due attrici si caricano i lunghi dialoghi sulle spalle, quando diventa chiaro che la faccenda coinvolge le due donne in maniera ben più significativa, “The Wasp” diventa interessante, forse il finale è un po’ a buttar via e non so se vale la pena noleggiarlo o aspettare che sia gratis su qualche piattaforma, ma dopo l’infilata di questo Pentacolo, risulta non bello, non il meno peggio, diciamo che ha qualche numero, pochi eh però, non fatevi idee bizzarre.

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