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Il Settimo figlio: Sarebbe stato meglio un musical sugli Iron Maiden

Per prima
cosa, inizio subito con una citazione musicale, talmente facile che non
potevo non farla, solo che il pezzo è così lungo che probabilmente se
schiacciate PLAY adesso, quando avrete finito di leggere avrete ancora il
sottofondo musicale nelle orecchie, ma visto che è una gran canzone direi che
va bene così: Musica!

Nonostante il
titolo del film, purtroppo gli Iron Maiden non c’entrano nulla con la pellicola. Non ci troviamo di fronte alla trasposizione cinematografica dell’omonimo
pezzo e non troverete Bruce Dickinson tra i ringraziamenti nei titoli di coda.
Da quello che ho letto in giro, questo film è tratto dal primo libro di una
lunga serie di romanzi scritti da Joseph Delaney, nessuno dei quali era mai
stato pubblicato in uno strambo Paese a forma di scarpa PRIMA dell’uscita di
questo film.
Provate a dire
quale casa editrice ha sfornato a velocità super sonica, un libro con Jeff
Bridges (Goffredo Ponti) in copertina, al fine di cavalcare l’uscita
cinematografica? Vi do un indizio: è quella sempre propensa a porcherie di
questo tipo, inizia per M e finisce per ONDADORI.



“Fermo ragazzo! Ho fatto il King Kong di De Laurentiis, so come uscire da un brutto film!”

Di suo “Il
settimo figlio” si pone un obiettivo anche nobile: cercare di riportare
il genere fantasy ad un’ Era più semplice. Questo film non ha proprio nessuna
voglia di sprecare sette decimi del budget in mega battaglie fatte in CG e
francamente dopo l’ultimo capitolo de Lo Hobbit, forse siamo giunti al
punto di saturazione.

Quindi, ben
venga uno schema più semplice: un ragazzo normale che incontra uno strambo
vecchio con misteriosi poteri ed insieme inizieranno una grande avventura che
porterà il ragazzo a diventare… Uno Jedi! Beh, in effetti detta così questo
film ricorda un po’ tanto “Guerre Stellari”.



“Vestita così sto meglio io o David Bowie in Labyrinth?”

Tom (Ben
Barnes) è un contadino che sogna di diventare un grande eroe, un giorno incontra
Goffredo Ponti, sputazzante stregone che appartiene ad una stirpe di cacciatori
di streghe.

Il mago sta
dando la caccia alla strega cattiva Jullianne Moore (in versione tigre del
ribaltabile), tra i due i rapporti si sono fatti piuttosto tesi quando Maga Magò
gli ha fatto fuori il suo precedente apprendista (interpretato dall’attore che
fa Jon Snow in “Game of Thrones”).  Per
altro, una mossa vergognosamente paracula che cerca di attirare l’attenzione dei
fan della celebre serie tv, uccidendo dopo un solo minuto di film, uno dei
pochi personaggi sopravvissuti per miracolo alla furia omicida di George R.R.
Martin.



“Sono sopravvissuto a Giorgino Martin per venire a morire in questo filmaccio…”

Da qui in poi
la trama si fa un po’ confusa: Jeff Bridges sputazzando copiosamente e
riciclando la parlata sghemba dello Sceriffo Rooster di “Il Grinta”, scopre che
Tom è il leggendario settimo figlio di un settimo figlio e in quanto tale
dotato di poteri non ben precisati o specificati.

Probabilmente
il ragazzo è destinato a trovare sette spose, una per sé e le altre per i suoi
sei fratelli, o ad aiutare una bella mora svenuta dopo aver mangiato una mela,
non si sa, non è molto chiaro, da questo film ho capito solo una cosa: se siete
l’ultimo di sette fratelli e vostro padre il più giovane dei molti figli di
vostra nonna, un giorno Jeff Bridges potrebbe comparire sulla soglia di casa
vostra, sputazzandovi in faccia e portandovi dall’altra parte del mondo a fare
delle cose. Poi non ditemi che non vi avevo avvertito…



“Fuggite da questo film… Sciocchi!”

In compenso,
questa strega MILF va fermata perché… Perché, beh perché? Qualcuno ha capito qual
è l’obbiettivo della cattiva del film? No, perché io non ho ben capito e se vuol
uccidere personaggi di “Game of Thrones” ha sbagliato serie fantasy…

Ok seguire in
maniera pedante lo schema di “Guerre Stellari”, schierando da una parte buoni
senza macchia e senza paura e dall’altra cattivi che sono malvagi solo perché
così deve essere (e zitti!). Però su questo schema sottilissimo e stra-utilizzato,
dovresti andare a costruire qualcosa di visivamente innovativo, una messa in
scena sontuosa che riempie lo sguardo, ecco, qui iniziano i casini veri…



Ma perché le locandine giapponesi fanno sembrare più figo anche un film come questo?

Il regista
Sergei Bodrov nel tentativo di rimanere sul classico, risulta essere TROPPO classico,
in tutto il film non c’è una singola trovata innovativa a livello visivo:
costumi, ambientazioni, il tutto sa di già visto.

Forse ha
prevalso la volontà della Major pagante di cercare di sfornare una storia
semplice che comprendesse tutti i topoi classici del fantasy (streghe, draghi
e maghi), ma tutto è fatto con il freno a mano tirato così forte che il
risultato è qualcosa di noioso e già visto.
Si vede
chiaramente l’incapacità di osare nel modo in cui sono stati utilizzati gli
effetti speciali: la creatura con il mega corno in testa e quella specie di
super dinosauro sono effettivamente una figata, sia per design sia per qualità
della CG, ma i draghi sono banali e animati
malamente come se fossero usciti da un brutto videogames. Sembra proprio che ad
un certo punto, sia arrivato l’ordine di scuderia di abbassare i toni,
rientrare nei costi e fare il minimo sindacale. Questo spiegherebbe perché ho
visto la prima locandina che annunciava “Il settimo figlio” quasi due anni fa
e il film in sala solamente ora…



Venghino! Abbiamo mostri in CG costosi oppure a basso budget!

Di fatto, “Il
settimo figlio” è un film che annoia e che non si guadagna un posto duraturo
nella memoria: a distanza di qualche giorno dalla visione di questo film ricordo solo Jeff
Bridges che gigioneggia sputazzante, ma solo perché il buon Goffredo è un
talento talmente esuberante che per impedire che si mangi tutte le scene di un
film è necessario tenerlo fuori dall’inquadratura. Per il resto, sarebbe
stato meglio fare un adattamento della canzone dei Maiden, quella che probabilmente
state ancora ascoltando, se avete schiacciato PLAY ad inizio commento.

Seventh son of a seventh son

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