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Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere – Stagione 1 (2022): anche il titolo del post è chilometrico

Non so se ve ne siete accorti, ma pare sia uscita una serie tv dedicata a “Il Signore degli Anelli”. Un’uscita modesta, quasi sotto traccia.

Amazon non solo ha utilizzato anche il nastro chiudipacco delle scatole che spedisce in giro per il globo per farsi pubblicità, ma ha anche aumentato il costo dell’abbonamento Prime, si vocifera per giustificare i costi di questa serie, anche perché da qualche parte i 715 milioni di fogli verdi con sopra facce di Jeff Bezos ex presidenti defunti, li dobbiamo tirare fuori no? In linea di massima la compagnia (non dell’Anello) spicci in tasca li avrebbe, ma questa è una vera, diciamo prova di forza, perché l’espressione “fare l’elicottero” potrebbe essere un po’ forte.
Non poteva mancare LA BATTAGLIONA (auth. Min. Rich.)

Liberamente tratta
dal roman… No, rifaccio, liberamente tratta da niente, ma allo stesso tempo da
tutto quello che fa o ha fatto Tolkien (vale anche il Tolkien percepito) risultato?
Solita cagnara su “Infernet” di cui francamente mi sono anche un po’ rotto le
balle il doverne riportare traccia, volete sapere come la penso io – in linea
di massima state qui sopra per questo, penso – secondo me ci sono persone che
hanno troppo tempo libero, decidendo di impiegarlo a stabilire come deve essere
fatto un personaggio immaginario che in quanto tale è come decide che sia chi
lo scrive in quel momento, aggiungo ancora un dettaglio.

Cosa ci vuole
esattamente per considerarsi un Tolkeniano? Bisogna saper parlare l’elfico o
basta aver letto i romanzi di Tolkien perché io li ho letti tutti, anche alcuni
di quelli usciti postumi pubblicati dai figli, però non è che mi senta tanto
Tolkeniano, chiedo perché sono curioso. Si stanno scannando da mesi su “Infernet”
tutti forti del loro essere Tolkeniani, quindi sono curioso del parametro di
arruolamento, tutto qui. Di solito quando mi approccio ad una storia il mio
interesse sta nella storia stessa e in come viene raccontata. Oh poi, amici
Tolkeniani si scherza! Non so di quale era della Terra di Mezzo faccia parte l’umorismo,
ma da quella arrivo io.

Perdonatemi Tolkeniani, consideratemi una sorta di Randal Graves.

“Gli Anelli del
Potere” parte migliaia di anni prima degli eventi raccontati in Lo Hobbit,
ma apparentemente dopo (o quasi) quelli de “Il Silmarillion”. Nel corso della
Seconda Era della Terra di Mezzo, regna un’apparente pace e all’appello mancano
maghi, Anelli e Sauron, l’Oscuro Signore di Mordon, anzi a dirla tutta, manca
anche Mordon. Una delusione ‘sta Terra di Mezzo, mi aspettavo tutta un’altra
cosa.

Hobbit versione 1.0

Da una parte abbiamo
gli erranti Pelopiedi (tipo gli Hobbit 1.0), dall’altra gli umani, i soliti
elfi e i soliti nani, tutto molto bello, tutto molto patinato perché è chiara la
direttiva di seguire l’estetica che Peter Jackson ha impresso a fuoco
nella mente e nel cuore di un paio di generazioni con i suoi film. Se poi
dovesse spuntare il solito alternativo che dice: «Ma a me piaceva l’estetica di
Ralph Bakshi» la risposta è… PRRRRR! Circolare fricchettone!

Menzione speciale
per il povero Juan Antonio Bayona, uno che ha fatto film molto belli, ma
ormai gli chiedono solo di dirigere come se fosse un altro regista, a volte
Spielberg in questo caso Jackson. Il doppio episodio iniziale è eticamente splendido,
ma tutta la serie lo è, inutile girarci attorno, i soldi mesi sul tavolo da Amazon
si vedono tutti, il problema per me è tutto il resto.

No, non è un problema, nemmeno se si muove con i saltelli tipo Playstation.

No, non mi riferisco
a Chiara Galadriel (Morfydd Clark, ma per me ha la faccia da Chiara, quindi
resta Chiara) che zompetta e combatte con la spada, alla ricerca furiosa di
Sauron, nemmeno il fatto che le etnie dei personaggi siano variegate ribadisco,
la storia è come la racconta mi interessa, anche se lo ammetto, all’ennesimo
rallenty (e in ogni episodio abbondando) ho iniziato a rimpiangere tantissimo “Baywatch”, dove almeno lì a rimbalzare non erano i cavalieri in sella.

Eppure secondo me ha la faccia da Chiara.

Quello che non ho
gradito della serie è il suo essere un enorme, lussuosissimo, esteticamente
splendido, aspettando Frodò, Godot, Qualcunò, insomma ci vogliono cinque episodi
preparatori per arrivare a mettere le pedine sulla scacchiera, poi arriva l’episodio
1×06 che davvero potrebbe essere un piccolo pezzo di storia moderna della
televisione, non perché c’è di mezzo una battaglia (che poi ammettiamolo, molto
pubblico dei film di Jackson ricorda solo quelle), ma perché almeno i
personaggi dimostrano di voler andare da un punto “A” ad un punto “B” per una
ragione che non sia, prendiamo tempo e prepariamo la scacchiera in vista di
eventi futuri che vedremo, forse nella stagione otto, se va bene.

Il problema della
serialità? Si e no, perché per me il problema sta nel fatto che Chiara
Galadriel inizia la serie come una in fissa con Sauron e non evolve di un
millimetro dalla sua condizione di ossessionata miope, nemmeno quando le
esplode (letteralmente) in faccia la situazione.
Sguardo in camera in stile John Landis.
Mi è sembrata fuori
fuoco proprio l’impostazione della serie, che più che “Gli Anelli del Potere”
avrei intitolato “Il Signore degli anelli – Indovina chi?”. Ogni personaggio
che entra in scena, spinge il pubblico a chiedersi: «Ha la barba? Ha il
cappello a punta? Allora non è Gandalf» tutto così, per ogni personaggio in
scena.
Quando il fan service è servito sottoforma di personaggio piovuto dal cielo.
Per scoprire se Adar
era davvero o no Sauron, si è andato per esclusione, quando la parte per me più
interessante era proprio il personaggio interpretato da Joseph Mawle, elfo
caduto, capo degli orchi, qui mostrati come una razza perseguitata e lui, come
un leader carismatico che vuole riportarli alla gloria. Tutto bello, ma
soffocato da questo costante “Indovina chi?” che mi è parso un modo molto
bizzarro per approcciarsi a Tolkien, o Tolkien percepito, fate voi Tolkeniani
che sapete.
Normale che per
esclusione, proprio come in una partita di “Indovina chi?” alla fine Sauron lo
azzecchi, qualcuno lo avrà fatto anche prima della fine, ma un episodio bello, tanto,
incredibilmente bello, su otto che compongono la prima stagione, per arrivare a
sperare cosa? Che nella prossima cambieranno passo come hanno già gli annunciato
gli autori? Mi puzza, perché questa manifesta e dichiarata intenzione di cambiare,
sarà dettata da un piano o dal tentativo di correre dietro al pubblico? Vorrei
sperare la prima opzione ma ho dei dubbi.
Uguale spiccicato al principe azzurro di Shrek.
Ultima riflessione
prima di chiudere, per me le serie davvero meritevoli sono altre, eppure questo
ritorno in massa dei prequel fantasy sul piccolo schermo vede da una parte HBO
con Casadrago, che punta sullo spendere poco e su trame quasi teatrali, visto
che gli attori recitano quasi sempre in interni, contro dall’altra parte Amazon,
che per ora pare aver puntato più sull’estetica. Entrambe le serie hanno quasi
carta bianca, pubblico appassionato alle spalle e possibilità di esplorare quei
mondi letterari che anche i rispettivi autori hanno lasciato molto liberi di essere, volendo, anche espansi. A mio avviso più che HBO Vs. Amazon oppure Draghi Vs.
Anelli sarebbe più interessante dare valore a questo, anche se si sa che il
cuore dei fan è sempre pulsante e il tifo di stampo calcistico va sempre forte.
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