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Il sorriso di Jackrabbit di Joe R. Lansdale: Hap & Leonard colpiscono ancora

Mi sembrano quasi tornati i tempi in cui appena finivo di leggere un libro di Joe R. Lansdale, ne cominciavo un altro. Ohm, non so voi ma io conosco metodi ben ben peggiori per passare il tempo!

Il fatto di aver letto Bastardi in salsa rossa con un discreto ritardo rispetto alla sua data di uscita anomalia
per le mie abitudine con i romanzi della serie di Hap & Leonard, ha fatto sì
di poter iniziare l’undicesimo romanzo della strana coppia subito, fresco
fresco. Il bello di poter ritrovare dei personaggi che ormai sono così
familiari, è che ogni nuovo capitolo delle loro avventure, porta avanti la loro
storia personale, e qui si inizia quando i giochi sono già stati fatti: Hap e
Brett si sono sposati!
Ci siamo persi la cerimonia, ma arriviamo in tempo per il barbecue
nuziale organizzato nel cortile di casa, quindi oh! Io ve lo dico perché so che
ci sono lettori che tengono le statistiche di questa specialità, complice anche
il fatto che ha fatto il grande passo, segnate “Il sorriso di Jackrabbit” tra i
romanzi in cui Hap Collins tromba. Così abbiamo sbrigato anche questa formalità,
anzi quasi una tradizione ormai.
Oltre a noi lettori, a fare irruzione durante il rinfresco,
arrivano anche un paio di soggettoni molto lontani dai soliti clienti dell’agenzia
di investigazioni Brett Sawyer, per cui Hap e Leonard lavorano (Aldo, Giovanni
e Giacomo avrebbero detto «Come galoppini»): Un ragazzo sulla trentina bianco,
biondo, muscoloso e con una maglietta la cui scritta lascia pochi dubbi sulla
sua posizione rispetto alle persone di colore, accompagnato da una donna con
capigliatura in puro stile pentecostale, così grossa che Champion Joe ci fa
notare che dentro avrebbe potuto nascondersi un frullatore. L’uso delle figure
retoriche di Lansdale è sempre da primato.

La copertina americana del romanzo.

I due sono pronti a pagare i servigi di Hap e di un
entusiasta Leonard, per ritrovare la scomparsa Jackie Mulhaney, rispettivamente
sorella e figlia dei due clienti, meglio nota come Jackrabbit, per via dei
vistosi, ma in qualche modo sexy, denti davanti che la caratterizzano. Talenti della
nostra “Coniglietta” oltre la dentatura? Un cervello da scienziata per i
numeri. Colpe? Fondamentalmente quella di esserci “Sporcata”, come direbbe la
donna con il frullatore tra i capelli, con alcune relazioni con uomini nati del
colore sbagliato, del colore nero se non si fosse capito. Quindi si parte tutti
per Marvel Creek, per fare luce su un mistero che prevede fanatici del
segregazionismo, una misteriosa setta che venera alcuni Rettiliani e loschi
figuri fermamente intenzionati a morire nel modo più doloroso possibile,
insomma, un’altra giornata nel Texas di Joe R. Lansdale!

La prima differenza di “Il sorriso di Jackrabbit” rispetto
alle altre indagini di Hap e Leonard, sta proprio in questo, normalmente i
clienti sono persone bisognose di aiuto, che il più delle volte i due strampalati
detective improvvisati, decidono di aiutare perché di loro gradimento. Ma qui i
due si ritrovano a prestare i loro servigi a due persone a tutti gli effetti
sgradevoli, ma comunque bisognose di aiuto. Un dettaglio molto in linea con la
poetica dei personaggi (e del loro autore) per cui i buoni come i bastardi,
sono di tutti i colori e da tutte le parti degli schieramenti, che siano essi
politici, religiosi o relativi all’inclinazione sessuale, e che per di più,
nell’America di oggi di Mr. Arancione è una presa di posizione più attuale che
mai.

Quando sbagli a digitare il titolo del libro su Google e spunta Bugs Bunny.

Bisogna dire che a differenza di Bastardi in salsa rossa, qui
Brett e Chance, la figlia di Hap, hanno un pochino più di spazio anche nell’indagine,
anche se ovviamente il grosso del lavoro (sporco) lo svolgono i due
protagonisti e si, Leonard ha un nuovo cappello, anche questo dovrebbe essere
soggetto a statistica, i cappelli di Leonard ormai hanno raggiunto la doppia
cifra!

“Il sorriso di Jackrabbit” rompe un po’ lo schema con cui
Champion Joe ultimamente sta impostato tutti i racconti del dinamico duo, non
il solito, picchiamo qualcuno, poi picchiamo qualcun altro ed il caso è
risolto, questa volta ci sono una serie di personaggi che sembrano colpevoli
ideali, ma l’intreccio richiede qualche passaggio in più del solito, non siamo proprio
ai livelli dei primi romanzi, però la prosa come al solito fila molto bene, i
momenti pochi sono pochissimi e il finale è più lungo e articolato del solito.
Non mancano poi i soliti cattivacci in puro stile Lansdale,
come il professore e la sua mania per la segregazione che spiegata per filo e
per segno suona parecchio come un lungo (e fin troppo utilizzato di questi
tempi) “Io non sono razzista ma…”. Notevoli anche i due gemelli, bisogna dire
che una coppia di gemelli sgherri fa sempre la sua porca figura, da Tomax e
Xamot in poi (questa è dedicata a chi apprezzava i G.I.Joe).

Scusa Big Joe, torno subito serio giuro…

Devo dire che ho apprezzato molto la lunga sequenza d’azione
nel finale, che in qualche modo mi ha ricordato Hannibal di Thomas Harris, declinato in versione texana e devo dire
che anche l’ultimo capitolo è una conclusione che in qualche modo strizza l’occhio
a Il giustiziere della notte, che
devo dire ha la sua cittadinanza in un romanzo di Hap & Leonard, dove anche il cinismo di certo non manca.

Insomma anche “Il sorriso di Jackrabbit” resta un’altra
ottima avventura della coppia di personaggi più famosi mai usciti dalla penna,
e dal testone di Champion Joe, per altro ho scovato un racconto breve dei due
pubblicato da Einaudi, insomma, davvero sembrano tornato i tempi in cui passavo
da qualcosa di scritto da Lansdale a qualcos’altro sempre però scritto da Lansdale!
Intanto vi ricordo gli altri commenti ai romanzi di Hap & Leonard:
Il sorriso di Jackrabbit
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