Se mi infilo le mani in tasca, trovo sempre briciole, monetine e avanzi di titoli che nella mia ossessione di grafomane, mi dispiace lasciare andare, un’ottima occasione per radunarli in un Triello, tre film caldi caldi appena usciti, uno buono, uno brutto e l’altro discreto, ma vi avviso, ho pasticciato con le categorie, cominciamo!
IL POLITICO – Voci di potere (2025)
Uscito a noleggio, questo film canadese diretto a sei mani da Guy Maddin, insieme ai co-registi Evan e Galen Johnson, parte da uno spunto sfizioso: radunare il G7 e sbirciare cosa succede dietro alle quinte, mentre fuori si scatena un grandioso casino. Originale? Nella misura in cui voi non abbiate familiarità con la filmografia del Maestro Minoru Kawasaki, a cui prima o poi dovrò decidermi a dedicare una rubrica, visto che il Sommo, aveva già detto tutto nel 2008 con il suo “The Monster X Strikes Back: Attack the G8 Summit”.
Cate Blanchet, nel rosa panni di una proto Angela Merkel in odore di Ursula von der Leyen è la leader tedesca, circondata da una macchietta di Premier italiano la cui caratterizzazione consiste nell’essersi travestito da Mussolini una volta ad una festa (molto accurato, va detto), così come il francese che ama il cibo, il primo ministro canadese che ama le donne e il presidente americano, incrocio tra Biden e Trump, perfettamente impersonato da Charles Dance, ci sarebbe anche un ruolo per Alicia Vikander, ma in tutta onestà, ci ho messo più di metà film a riconoscerla.
Anche perché “Rumors”, adattato malissimo in “Voci di potere” è una robetta con aspirazioni alte, parte come una commedia satirica molto interessata all’effetto Soap Opera delle relazioni tra potenti, poi introduce un’apocalisse e niente, dimenticatevi le trovate grottesche ben orchestrate di Gilliam o di Luis Buñuel, quello che resta è, avete presente Ari Aster che imita la Troma? Ecco, infatti non mi ha stupito veder spuntare il suo nome tra i produttori del film (storia vera).
Le creature proto-zombie fatte di fango o il didascalico cervello gigante, un METAFORONE talmente urlato che ci tenevano ad averlo dritto sparato in locandina, per un film che non sa bene che direzione prendere, nel dubbio cerca di tenere i piedi in tutte le scarpe e ottiene il risultato di riuscire sia a non far ridere, ne tanto meno a funzionare come Horror, anche per un semplice fatto, l’attuale politica mondiale, potrebbe aver sorpassato a destra questo film, sfornando personaggi ben più grotteschi.
IL FANCIULLESCO – Peter Pan’s Neverland Nightmare (2025)
Ma perché io perdo ancora tempo con questa roba? No sul serio, la guerra per accaparrarsi proprietà intellettuali su cui sono scaduti i diritti impazza, questo ha portato non a uno, ma a due Winnie-the-pooh – blood and honey a cui si aggiunge questa versione Horror di Peter Pan.
In questa versione Peter Pan è uno psicotico che rapisce bambini, nel prologo del film la mamma salva per miracolo il figliolo dall’aggressione volante del mostro, e quando entra in scena Wendy, scopriamo essere una dottoressa che lavora nella stessa cittadina in cui è ambientato il film con l’orsetto assassino. MCU scansati, lèvati proprio.
Ovviamente non manca nemmeno l’ombra di Campanellino, un’animazione di mezzo minuto (di più costa) e la nemesi di Peter Pan, il capitano Uncino che se non fosse per la mutilazione alla mano, sarebbe fin troppo simile all’eterno bambino. Detto questo il film è esattamente quello che vi aspettare, l’ambientazione circense per lo meno regala una delle location di sfondo, però ve lo dico fuori dai denti: un bambino che non invecchia mai, che vola alla tua finestra, ti chiede di entrare per portarti in un posto dove non invecchierai mai. Sto parlando di Peter Pan o di un vampiro? I bambini sperduti in inglese si chiamano Lost Boys, quindi io mi chiedo, perché invece di rivedermi un bel film di Joel Schumacher io perdo ancora tempo con questa roba?
IL POPPUTO – Popeye’s Revenge (2025)
Altro giro, altro film nato sulla falsa riga di Winnie-the-pooh – blood and honey, la solita animazione brutta ci aggiorna sul fatto che il famoso marinaio è impazzito ed è diventato un mostro da Slasher, da qui in poi, va in scena il più pigro dei film di questa tipologia.
Differenza principale? Questo è popolato da un sacco di belle figliole, tutte impegnate a farsi i selfie nella vasca da bagno nel cortile, avete presente uno degli omicidi più “memorabili” (virgolette d’obbligo) del primo film dell’orsetto assassino? Ecco, perpetuato per un intero film, dove per altro solo una delle comparse ha addirittura l’ardire di togliersi la parte sopra del costume, dandoci un’illusione di ritorno alle tradizioni degli anni ’80, se vi basta questo, accomodatevi.
Anche perché il marinaio con gli avambracci giganti, anche qui, lo aveva già portato in scena Altman con Robin Williams come protagonista, in un film che per assurdo, ai tempi si beccò più insulti di questo pessimo “Popeye’s Revenge” ma tranquilli! Al prossimo giro ci tocca Bambi assassino! Posso dirlo, penso che a questa serie farò fare la fine dei “Live action” della Disney, la vita è troppo breve per perdere tempo con film di caccapupù.
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