Se mi infilo le mani in tasca, trovo sempre briciole, monetine e avanzi di titoli che nella mia ossessione di grafomane, mi dispiace lasciare andare, un’ottima occasione per radunarli in un Triello, tre film caldi caldi appena usciti nei primi giorni del 2025, uno buono, uno brutto e l’altro discreto… Cominciamo!
IL BRUTTO IL DIMENTICABILE – Il Signore degli Anelli – La guerra dei Rohirrim (2025)
Incastrato nel solco della prima trilogia di Peter Jackson, questo film sembra un’operazione a tirar via, non orribile me nemmeno memorabile, realizzato un po’ al risparmio, di energie, idee e sicuramente fondi per l’animazione. Probabilmente troverà del pubblico pronto a considerarlo migliore delle serie Amazon (ci vuole anche poco), quando sbarcherà su qualche piattaforma, in sala però forse faticherà, un po’ come noi spettatori guardandolo.
Si inizia subito forte perché le musiche pescate dai film di Jackson aiutano molto a tornare in quei bei luoghi cinematografici a cui siamo tutti legati, aiutano anche a superare la scelta di un’animazione in stile Anime, che subito sembra fuori luogo, poi mentre stai pensando «Sai che potrebbe funzionare?» da un calcio, non ad un elmo rompendosi un piede ma al secchio del latte, perché molti personaggi non funzionano o meglio, uno di loro in particolare sembra messo nella storia per far emergere tutte le lacune degli altri.
Il generale Targg sembra l’unico del mucchio capace di dire qualcosa di sensato, non a caso resta inascoltato per tutto il film, lo guardi pensando: «Si generale, questi sono tutti scemi come hai detto tu», ma credo che il problema principale sia la sciatteria dell’operazione, non orribile ma dimenticabile, fatta a tirar via. la Warner a differenza di Amazon ha i diritti sui libri, quindi può essere più in continuità senza doversi inventare vulcani messi in moto con la chiave stile Fiat Panda, purtroppo “Il Signore degli Anelli – La guerra dei Rohirrim” sembra un film messo su al risparmio per dire ehi! Stiamo facendo cose a tema “Il Signore degli Anelli” eh? Insomma poco, troppo poco e anche animato maluccio.
IL BUONO IL CONFERMATO – Sonic 3 (2025)
Ho dei dubbi, a chi si rivolge esattamente la saga di Sonic, giunta al suo terzo capitolo macinando soldi su soldi? Guardando i tre film il target di riferimento sembra quello dei bambini, le battute sceme e i maglioni brutti fatti indossare a James Marsden sembrano metterlo in chiaro, però è anche un film – Questo terzo poi in particolare – che punta ai videogiocatori, dopo aver saputo ribaltare agilmente la mossa della brutta grafica del Sonic del primissimo trailer, scherzandoci anche sopra, hanno avuto ragione anche ai botteghini di tutto il mondo, conferma che chi guarda i film tratti da videogiochi vuole SOLO la somiglianza con i personaggi che già conosce.
Jeff Fowler potrebbe fare un film solo di corse spettacolari e di anelli da attraversare e raccogliere lungo la corsa (si, vorrei un “Michael Bay’s Sonic”) ma non è il suo e non ne ha intenzione, quindi se nel film precedente in tv si guardava Speed, qui arriva Keanu Reeves a prestare la sua voce a Shadow, presentato come un Anti-Sonic che poi è uno dei temi del film, in tutti i momenti in cui non è impegnato a strizzare l’occhio a John Wick.
In genarale si nota molto debito nei confronti di “Dragon Ball” per le trasformazioni, il solito tema della famiglia che compare nel 90% dei film americani (100% di quelli animati) e il mio dubbio che permane, troppo leggerino per essere animazione per i più grandicelli, meno stupido di quello che sembra per essere davvero dimenticabile. In compenso Sonic corre e continua a raccogliere anelli d’oro e soldi al botteghino, la scena dopo i titoli di coda ci presenta il prossimo arrivato (materiale per il già annunciato “Sonic 4”) e via così, in un trionfo di effetti speciali e animazione migliorata e cresciuta con il budget.
Il vero motivo di interesse è il Dottor Robotnik di Jim Carrey che qui, seguendo la regola aurea dei seguiti (uguale al primo ma di più) raddoppia, interpretando anche nonno Gerald Robotnik ricordandoci che il vero cartone animato umanoide qui è il comico canadese, che come Liv Tyler balla da solo anche quando balla in coppia, per altro confermando il fatto che il cinema corre dietro a Tik Tok in cerca di promozione facile. Qui ad esempio Carrey ci regala un’altra scena di ballo che riassumerei così: Vado a vedere “Sonic 3” per la trama, qui sotto, la trama di “Sonic 3”.
IL DISCRETO LO SCIMMIESCO – Better Man (2025)
Devo dire che “Better Man”, seguendo la struttura classica della biografia musicale, tocca punti un po’ didascalici e altri, sorprendentemente non agiografici, folli e per assurdo anche intelligenti. Ok, ogni volta che la SIMMIA attacca a cantare una canzone di Williams le mie balle hanno risentito, ma la trovata di rappresentarlo come primate ha molto senso, è utilizzata davvero bene e si gioca anche una scena di lotta tra scimmie (matta, ma nel senso buono) migliore degli ultimi film della serie Planet of the Apes, insomma, devo dire meglio delle ultime biopic musicali che ho visto, ma lo Scimmia-Power ha molto influito su di me, lo ammetto.
Non ho una posizione ufficiale su Robbie Williams, non trovo brilli per simpatia, almeno ai miei occhi, non amo la sua musica perché i miei ascolti vanno altrove, riconosco che in carriera ha fatto dell’ottimo Pop, superiore alla media per quanto non sia il mio tipo di musica, va detto che faceva gran video musicali, o almeno un paio erano notevoli, ma in quanto Scimmiologo D.O.C. è mio dovere morale mettere in chiaro che sì, “Better Man” serve più che alto per rilanciare la carriera di Williams e magari, far tornare popolare i suoi pezzi su Spotify. L’andamento del film è quello classico, ascesa, caduta e se non proprio gran ritorno, almeno accettazione della propria condizione, resa qui grazie alla trovata della SIMMIA, che ha un suo valore perché se il protagonista scappa dalle sue dipendenze, le affronta e impara a conviverci, come Williams non ha mai nascosto di aver fatto (normale per chi era famoso negli psichedelici anni ’90, dove si sperimentava parecchio con le sostanze, diciamo ricreative), ha anche senso che sia un personaggio, come dire… Scimmiato.
“Better Man” si mette in tasca tutte le ultime biopic, ma anche perché contro quella robaccia su Bob Marley dove infilavano un «Rastafarai!» ogni tre parole, normale che con la sua operazione filologica che i fan del cantante ameranno, Michael Gracey vinca a mani basse (e le SIMMIE di mani ne hanno quattro), però ok, a fine visione ho dovuto vagare per la sala in cerca dei miei maroni caduti a terra per tutte quelle canzoni di Williams, però il film è meno una smarchettata di quello che si potrebbe pensare e segna un ENORME passo avanti nella storia dei “Monkey-Movies”, per avere una biopic almeno interessante, su un cantate per cui non ho alcun interesse, si sono serviti di una scimmia, capite cosa vuol dire? Che al cinema (e non solo) le SIMMIE sono meglio dell’uomo, ecco spiegato il titolo del film.
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