Torna il Triello in formato Horror, oggi affronterò tre titoli tutti del 2022, uno buono, uno decente ed un altro decisamente brutto, ma come al solito ho pasticciato con le categorie, cominciamo!
IL BUONO (al passo con i tempi brutti)
The last thing Mary saw (2022)
In questo inizio d’anno un po’ povero di nuovi horror, mi sono affidato al palinsesto di Shudder, con un film diretto dal ventisettenne Edoardo Vitaletti, nato in uno strambo Paese a forma di scarpa, formatosi alla NY University e autore di un questo Folk-Horror.
Ambientato in una comunità strettissima (di mente e per numero di abitanti) nel 1843, la trama ruota attorno alla Mary del titolo (Stefanie Scott), la cui vita è gestita con il pugno di ferro da una matriarca inflessibile interpretata da Judith Roberts. La giovane Mary e la cameriera di famiglia Eleanor (Isabelle Fuhrman) si amano in gran segreto perché è un casino essere giovani ed omosessuali nel 2022, figuriamoci nel 1843, infatti le due poverette subiscono ogni genere di vessazione nel tentativo di essere “corrette” dalla famiglia, come potete immaginare leggerissimamente religiosa.
“The last thing Mary saw” è un film a lenta cottura, volutamente perché le sofferente subite dalla due ragazze devono arrivare anche a noi spettatori, non aspettatevi scempi di corpi e litrate di sangue, qui è un po’ come se The Handmaid’s Tale stringesse la mano a The Witch per far coppia e maltrattare un po’ il pubblico.
Le due protagoniste subiscono in silenzio, un silenzio che potrebbe tranquillamente essere quello del Dio tanto pregato dall’inflessibile famiglia, appena arriva qualcuno che pare in grado di portare un minimo di comprensione umana nelle loro vite (Rory Culkin, sempre più a suo agio con l’horror e qui alle prese con un ruolo volutamente viscido), le mazzate per le due protagoniste sembrano raddoppiare, mentre il loro mondo si chiude come il coperchio di una bara (non volante) su di loro, l’unico modo per sopravvivere è abbracciare la violenza.
Difetto? A parte essere un Folk-Horror con tematiche omosessuali dal ritmo lento e volutamente sofferto? Per inteso, per me non sono difetti questi, ma per una buona fetta di pubblico potrebbero esserlo, anche se in tutta onestà, il difetto più grande che imputo a “The last thing Mary saw” è essenzialmente uno: sembra che i tempi non siano ancora maturi per una storia in cui una coppia Gay trova un po’ di sollievo e pace, d’altra parte un film horror va anche analizzato anche nel decennio in cui fa parte, quindi pur essendo ambientato nel 1843, forse questo film porta dentro il segno dei tempi.
IL DISCRETO (nel senso di discretamente Indie)
Hellbender (2022)
Secondo voi io posso tirarmi indietro davanti un film diretto dalla famiglia Adams? Occhio al numero di “D” che fanno la differenza, mi riferisco a Zelda Adams, John Adams, Lulu Adams e Toby Poser, un allegra famigliola dove papà John e mamma Zelda non si sono limitati a crescere le figlie a pane e horror ma da tempo li producono, li dirigono e ci recitano tutti insieme, quindi non hanno niente da invidiare alla famiglia Addams, quella con due “D”.
La loro ultima fatica si intitola “Hellbender”, uscito in esclusiva per Shudder ed ennesimo film a basso costo per la famiglia, anzi bassissimo, quindi lasciate ogni speranza voi che non amate i film particolarmente grezzi, perché questo lo è parecchio a partite dal tema e l’approccio Metallaro.
La storia è quella di Izzy (Zelda Adams) e sua madre (Toby Poser) che vivono isolate in una casa tra i boschi e rappresentano insieme il 100% di un duo Metal chiamato appunto Hellbender, che per altro indica anche la vera natura delle due donne, visto che le Hellbender sono antichissime creature demoniache che si cibano di paura e sangue, predatori antichissimi con forma umana che possono scegliere se cedere al loro istinto o provare a tenerlo al guinzaglio. Tutta questa cosmologia pregressa viene creata e applicata ad una storia che è un romanzo di formazione, Izzy in quanto adolescente vorrebbe conoscere il mondo fuori dal suo bosco, finendo a fare amicizia con un gruppo di ragazze e ragazzi.
Il film è lo scontro generazionale applicato al cinema horror: un genitore educa la propria progenie al meglio, sperando che si comporti come si deve in società. La madre infatti è sicura di sua figlia Izzy, ma proprio di scontro tra generazioni si tratta, visto che mammà teme che sua figlia possa scottarsi nel mondo degli umani, mentre Izzy considera la madre ormai asservita alle regole, perché quello che in realtà la ragazza vuole è essere se stessa, anche un Hellbender con tutto quello che ne consegue.
Ennesima conferma che il cinema celebre per budella esposte e il sangue a secchiate, si presta alla perfezione ad ogni genere di racconto e metafora, per altro rispetto ai film precedenti degli Adams, questo risulta sempre meno amatoriale, anche se l’aria di casa si respira ad ogni fotogramma, basta dire che la colonna sonora metallara è stata composta da papà John. Quando poi Shudder sbarcherà in uno strambo Paese a forma di scarpa, sarà sempre troppo tardi, lo dico spesso ma davanti ad un progetto così microscopico, girato in famiglia in piena pandemia, è chiaro quando la piattaforma sia attenta a scovare gli horror ovunque essi si manifestino, anche se devo ammetterlo, forse la più dotata in famiglia resta Zelda, la sua prova di recitazione è davvero ottima e naturale.
IL CATTIVO (nell’indole)
The Seed (2022)
Altro giro, altra corsa, altro regalo di Shudder, questa volta tocca a “The Seed” esordio alla regia di Sam Walker, produzione britannica ma girato con una manciata di attrici a Malta, nella parte del deserto del Mojave, che poi è dove si recano in vacanza le protagoniste dopo aver affittato una villa in mezzo alla sabbia, per godersi al meglio l’annunciata pioggia di meteoriti.
La compagine è composta dall’Influencer Deidre (Lucy Martin perfetta nel ruolo dell’acida ape regina del gruppo), affiancata dalla sua fotocopia in versione minore Heather (Sophie Vavasseur) e da Charlotte (Chelsea Edge), l’unica senza mire da Chiara Ferragni visto che va ancora in giro con un cellulare dell’ante guerra, oggetto di scherno da parte delle amiche.
Le dinamiche di gruppo le avete già capite perché le avete già viste in un milione di altri film, lo stesso tipo di esperienza che vi servirà a intuire che dalle meteoriti non arriverà nulla di buono, infatti il fine settimana che prometteva di essere una grande festa, in realtà viene animato solo da un sassone che centra in pieno la piscina delle ragazze, da cui esce fuori qualcosa di carino ma letale.
“The Seed” fin dal titolo mette in chiaro la sua appartenenza, un film che vuol rinfrescare il filone di titoli come “inseminoid” (1981), “XTRO” (1982) e volendo anche un po’ Progeny, ma con il piano preciso prima di far abbassare la guardia allo spettatore e alle protagonista, infatti il meteorite non le trasforma tutti in novelle Jordy Verrill, ma fa leva sull’effetto “puccioso” che solo un mostrino tenero può generare.
Infatti dal meteorite (che a questo punto è da considerarsi un uovo, tipo Ork da Mork), ciccia fuori un mostrillo tenerissimo che somiglia al cucciolo di Tokka delle Tartarughe Ninja, un affaretto che viene affidato a Charlotte in virtù dei suoi studi in veterinaria. Per certi versi “The Seed” sembra voler almeno mettersi in scia al filone dei mostri carini ma casinisti che popolano l’horror, senza scomodare Gremlins o Critters, direi che siamo più dalle parti di The Cleanse, ma con l’orrore cosmico e dosi abbondati di Body Horror al post della metaforona.
Già perché il mostrino non solo sveglia le ragazze con il suo urlo sonico, ma poi le attira trasforma il suo corpo quasi in stile Hentai per regalarci scene di accoppiamento che sembrano uscite da Society, ma più in piccolo e con il doppio della psichedelica. Da qui in poi le protagoniste per quanto odiose, se la passano abbastanza male da farci almeno un po’ penare per loro o almeno, da rendere la loro dipartita sensata ai fini della trama, in quello che si conferma essere un episodio di Ai confini della realtà della durata di 91 minuti.
Lati positivi? L’estetica soleggiata e piena di toni caldi o pastello (fin dalla locandina) sembra quella di film contemporanei come Revenge, il che ha fatto storcere più di un nasino, forse perché qualcuno pensa che se l’annichilimento arriva dallo spazio, vada per forza trattato con una serietà congenita, ma il problema di “The Seed” per me non è affatto la leggerezza, ma è la goffaggine con cui questa viene portata in scena.
“The Seed” prima di entrar nel vivo il film ci mette davvero troppo, dopodiché il tono da commedia non emerge o se lo fa, sembra quasi fuori dal controllo di Sam Walker, che non è chiaro se voglia fa ridere, provocare disgusto o che so altro, insomma il film è piuttosto sbilanciato e indeciso, non fa abbastanza ridere ma nemmeno riesce ad essere del tutto angosciante, di fatto quello che funzione sono quasi esclusivamente gli effetti speciali artigianali vecchia scuola, quello si i veri protagonisti, una gioia per gli occhi di ogni appassionato di horror.
Il mostrino è azzeccato, così come i vari fluidi corporei emessi dalle protagoniste, insomma se fosse stato un cortometraggio sarebbe stato fantastico, come film sembra la versione in bella copia della seconda parte della decima stagione di American Horror Story (non proprio una delle annate migliori), a cui ho pensato per tutta la durata del film (storia vera).
Sepolto in precedenza giovedì 14 aprile 2022
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