pallone, quindi ne approfitto per recuperare l’iniziativa: Cassidy cover your favorites!
Insidious (2010)
sperato e “Death Sentence” (2007) è un buon film che, però, hanno visto in quattro. Mentre la carriera di Wan stagna, quella di Oren Peli è in rampa di lancio, quindi il furbissimo James si abbraccia Oren gridando fortissimo: «Portami con teeeee! Ti Preeeeeegooooooo!».
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“Io diventerò qualcuno, non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no” (Cit.) |
Nel 2010 esce “Insidious”, Oren Peli produce, James Wan dirige Leigh Whannell scrive e recita, il film manda in brodo di giuggiole il pubblico dei film festival, costato circa un milioncino di ex presidenti morti stampati su carta verde, ne porta a casa globalmente 90 milioni (!), il mio ricordo della prima visione del film è riassunto in questo scambio via SMS (mi pare, in ogni caso: storia vera).
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Se la ridono degli spettatori in sala affetti da cagozzo. |
Patrick Wilson e Rose Byrne sono una coppia con tre bambini uno più odioso dell’altro, ora sarà che da qualche anno vivo in una casa con un pessimo vicinato che per fortuna sto per lasciarmi alle spalle, sarà che in tutto questo tempo una “adorabile” famigliola con tre bambini orribili mi ha fatto dormire poco e male, sarà che ancora devo traslocare e ho già la casa piena di scatole e mettici anche che sono bilioso e incattivito dal vicinato, ma la famiglia Lambert mi è stata in odio fin dal primo secondo. Li vedi trasferirsi in una nuova casa, tempo di scaricare una scatoletta e puff! Tutto sistemato, aggiungi che Rose Byrne strimpella pezzi noiosi alla chitarra, fastidiosi quasi quanto il piffero dei miei bimbo vicini suonato a tutte le ore ed immeditatamente mi ritrovo a fare il tifo per i fantasmi!
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Vuoi farti un paio di mesi con i miei vicini Rose? Dopo ti mancheranno i fantasmi credimi. |
Sì, perché, ovviamente, la nuova casa è un tripudio di rumori e strani eventi, come accade in TUTTI i film Horror a tema case stregate che avete visto, insomma il modello di riferimento da cui James Bim Bum Bam s’ispira rubacchiando a mani basse, ovviamente, è Poltergeist, con l’aggiunta che i morti dell’aldilà le provano tutte per tornare nell’aldiquà usando i corpi dei vivi come vettori, nello specifico quello del piccolo Dalton (Ty Simpkins) il classico bambino che “C’ha i poteri”, in questo caso di viaggiare durante il sonno con il suo corpo astrale, o qualche altra teoria Hippy del genere. Ma viaggia di qua, viaggia di là, Dalton è finito nel “The Further” (in Italiano l’Altrove) una dimensione ai confini della realtà bla bla bla, insomma: è tornato posseduto da un demone. Così impari a dormire la notte invece di andare in giro a zonzo accettando caramelle dai demoni sconosciuti!
originale nemmeno per errore, lo facciamo uguale a Darth Maul, però con il parrucchino.
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C’è chi lo spavento lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione (quasi-Cit.) |
Il secondo tempo di Insidious Insipidus non gira, non riesco a non immaginarmi Wan impegnato a ridersela pensando che la sta facendo franca, infilando ogni tipo di cliché sulle case stregate e in qualche modo portare a casa il risultato. Perché è andata proprio così, avete notato che Wan nelle foto sorridesempre, ha iniziato nel 2010 e ancora non ha smesso.
(2013)
Nel 2013 Wan si conferma con L’evocazione – The Conjuring, un film che alla sua uscita ha esaltato tanti spettatori, lasciando molto freddino me, pochi mesi dopo, vuoi non battere il ferro finché è caldo e sfornare il secondo capitolo di Insipidus? Quindi sì, James UAN è stato capace di sfornare due film nel giro di pochissimi mesi, ma soprattutto, ha messo la sua firma sul seguito di un film che già dopo il primo tempo del primo capitolo, non aveva più niente da dire, come ha fatto? Facile! Spiegando, spiegando tutto!
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«Shhh! Stiamo cercando di spiegare tutto qui» |
Il primo capitolo ci lasciava, se non altro, con qualche mistero: che cos’è esattamente l’Altrove, perché i fantasmi dell’aldilà, vogliono tornarne nell’aldiquà? Insomma, tutte domande di cui nessuno sentiva davvero il bisogno di conoscere una risposta, perché la paura spesso funziona meglio se resta senza spiegazioni, ma a James Wan hanno aumentato il budget, se con un milione ne ha portati a casa 90, vediamo cosa puoi fare se partiamo da 5 milioni. Non aiuta nemmeno che il titolo italiano del film ogni volta mi faccia pensare ad un film di Peter Weir, tratto da un romanzo navale di Patrick O’Brian, se avessero voluto essere più precisi avrebbero dovuto intitolarlo: “Insidious 2 – Lo Spiegone”.
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«Capisci ci hanno ricoperti di soldi, senza che avessimo uno straccio di idea!» |
Provate a chiedere qualcuno che non abbia visto il film da meno di sette minuti di che parla questo, sul serio fatelo, nessuno ve lo saprà dire, perché la sua trama è talmente insulsa (Insipidus appunto) che si dimentica allo scoccare del settimo minuto dopo la fine della visione. Inoltre, il pupazzo Wan è talmente impegnato a spiegare tutto, anche i dettagli più inutili, che pare proprio uno che non ha nemmeno il tempo di fare l’unica cosa che al cinema sa fare sul serio, ovvero spaventare.
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Sono un Carpenteriano cresciuto nella nebbia, dovrete fare molto meglio di così. |
L’unica idea che si salva è il flashback a metà che offre almeno due interpretazioni possibili, ma ci sta che in un film così proteso verso lo spettatore, così intenzionato a fornirgli tutte le spiegazioni in modo che possa uscire dalla sala dicendo «Aaaaahh! Ora ho capito perché hanno fatto così», venga fuori una scena espositiva ben fatta. Solo che sarebbe un horror questo, se facesse anche un po’ di paura, non sarebbe male, no? Ma chissenefrega, perché tanto questo secondo capitolo ha portato a casa 160 milioni di dollarazzi, quindi bravi loro!
Visto il successone, i produttori Oren Peli e il solito Jason Blum rifatto lo stesso giochino, il budget questa volta sale a 10 milioni di ex presidenti spirati, ma dal carrozzone di “Insipidus” scende il suo principale responsabile, ovvero James Wan che stanco di fantasmi e fantasmini in tutte le sale, è passato a dirigere il settimo capitolo della famiglia Toretto, restando a bordo solo come produttore, anzi, a dirla tutta, fa anche un piccolo cameo nel film durante la scena dell’audizione al teatro (storia vera).
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«Se qualcuno ha idea di come si faccia un film, sono aperto a suggerimenti, grazie» |
Disperato, Whannell si gioca l’unica carta sensata in una situazione del genere, punta tutto sul trio di “Paragnosti” del film e per farlo si gioca la carta del prequel, quindi se siete fanatici del vedere i film in sequenza logica e non per ordine d’uscita, ecco la scaletta: Insidious 3 (2015), Insidious 4 (2018), Insidious (2010) ed Insidious 2 (2013). Ma se ascoltate me, vi vedete il primo tempo di “Insidious” poi spegnete e conservate un bel ricordo della saga.
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L’unica cosa che ricordo del film, è proprio la bella maglietta (storia vera). |
Il vero spettacolo lo mette su Lin Shaye, una che si è ritrovata ad essere una Scream Queens parecchio in là nel corso della sua carriera, oggi è normale vederla in un po’ tutti gli horror a basso costo della Blumhouse, ma che in vita sua ha fatto la gavetta, quella vera e pure di lusso, per esempio, è stata diretta ben quattro volte da sua maestà Walter Hill, ma è comparsa anche nel primo “Nightmare” (1984) nel primo Critters e in L’implacabile, prima di finire sotto l’ala protettiva di Peter e Bobby Farrelly, dove ha recitato in cinque dei loro film, anche perché la nostra Lin non ha certo paura di sporcarsi le mani, ennesima dimostrazione che un caratterista senza grilli per la testa, può lavorare molto più a lungo di qualunque dei vostri divi super pagati. Volete un esempio del fegato di Lin Shaye, guardatevi “Kingpin” (1996) e poi trovate un’altra che avrebbe le palle di interpretare un ruolo come quello che fa lei nel film con la stessa sicurezza. Ecco, il personaggio di Lin Shaye in “Kingpin” fa più paura di tutta la saga di “Insipidus” messa insieme!
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Come gli eroi dei film Hammer, nel buio solo con una lampada. |
Ma anche questo capitolo incassa un botto, si parla di 113 milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde, per il semplice fatto che il passaparola di un nome conclamato come quello di Insipidus, ehm Insidious, basta per attirare in sala quelli che in sala ci vanno: i ragazzi giovani in cerca di spaventi facili ed ecco perché, non c’è il due senza il tre e il quattro vien da sé!
Ma solo a me ricorda la locandina americana di Chi è sepolto in quella casa? Detto questo, musica!
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I ain’t afraid of no ghost (Cit.) |
A parte la trovata della fischio-chiave, l’inizio si gioca bene le sue carte: il padre violento non esita ad usare la mano pesante ogni volta che Elise dice «Vedo la gente morta» (Cit.), il che riduce questa porzione del film ad una versione in piccolo di un orrore fin troppo reale, vedere la madre di Elise cercare di fermare il padre violento gridando di picchiare lei e non sua figlia, ti fa immediatamente patteggiare per le donne di casa Rainier, con una soluzione che, per una volta, non sembra nemmeno la solita trovata ruffiana per accaparrarsi la benevolenza del pubblico femminile.
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«Questa sono le battute migliori che riesci a scrivere?» , «Scusa capo» |
La sorpresa finale, però, è il modo con cui Leigh Whannell risolve la trama, in un modo che risulta estremamente naturale la fine di questo film si ricongiunge con il primo capitolo del 2010, in soli quattro film la saga di “Insipidus” è iniziata, finita, ricominciata e continuata, almeno fino alla prossima volta in cui Jason Blum non farà un fischio a Leigh Whannell per cheidergli un nuovo film. A quel punto possiamo solo sperare che Leigh sia anche fan di Elio e le storie tese e non solo di Caparezza rispondendo una cosa tipo:
fi fi fi fi, fi fi fi fi fi fi fi fiMi raccomando, non perdetevi l’esilarante rassegna di commenti del Zinefilo dedicati alla saga di Insidious, li trovate tutto QUI.