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MAN vs. MOVIES: Into the Woods

 

Mi chiamo Cassidy, sono un appassionato di Cinema che ha visto ogni tipo di film. La mia missione, è scovare il mio prossimo film preferito, ma nella mie abbuffate cinematografiche mi sono scontrato con pellicole indigeribili, veri e propri mattoni che rendono la visione uno scontro all’ultimo sangue. Non sono un recensore professionista, sono solo un ragazzo normale, con un appetito Cinematografico Anormale! Toglietevi i sassolini dalle scarpe e allacciatevi i guantoni, questa è l’estrema crociata del Cinefilo, questa è…MAN vs. MOVIES!!

Come tutti saprete, ultimamente dalla cucina della Disney, vengono sfornati spesso piatti monoporzione tratti dalla favole classiche, o rivisitazioni dei loro classici piatti forti. Ho giù avuto la meglio su “Saving Mr. Banks”: caramellosa biopic servita con un condimento di edipo irrisolto. Mi sono dovuto tappare il naso per arrivare a mangiare anche l’ultimo boccone di piatti vomitevoli come “Maleficent” o “Alice in Wondeland”, ma per fortuna ho fatto scarpetta anche con qualche piatto cucinato con lo spirito giusto, come “Il grande e potente Oz”, dello Chef stellato Sam Raimi (Sempre sia lodato…).

Ma quello che devo affrontare oggi, è qualcosa di molto più diabolico, un’ Idra dalla molte teste, il terrificante… INTO THE WOODS.

Questa pietanza viene preparata mescolando grosse porzioni di classiche fiabe, al suo interno troverete: la scarpa di Cenerentola, servita sopra un letto di Raperonzolo condito con Cappuccetto Rosso e favole dei Fratelli Grimm, il tutto servito bollente, con un abbondante contorno di fagioli presi dalla pianta di Jack.

Se questa mostruosità, dal peso considerevole di quasi 2 Kg di favole cucinate insieme, non dovesse bastarvi, sappiate che il tutto viene ricoperto da un cast di primo livello, tutti nomi grossi di Hollywood: i fornai Emily Blunt e James Corden, la Cenerentola Anna Kendrick, il Principi Chris Pine e Billy Magnussen. Se ancora non siete sazi, nel piattone di “Into the Woods” troverete anche la strega Meryl Streep e il lupo cattivo Johnny “Bitch” Depp… Pensavate davvero che la Disney non vi avrebbe ficcato giù per il gargarozzo Johnny questa volta? Pensavate male.

Ah, forse non vi ho detto l’ingrediente più letale di “Into the Woods”, che non è solamente è un polpettone mortale, ma è ancora peggio…. E’ un Musical! Ma non mi perdo d’animo ho 124 minuti per spazzolarmi “Into the Woods” lasciando il piatto vuoto e non ho nessuna intenzione di farmi sconfiggere da quelli che hanno servito la mamma di Bambi come portata principale a Pasqua!

Aggredisco subito il piatto, la messa in scena non è affatto male, mi divoro i buoni costumi e le scenografie in un solo boccone, il retrogusto volutamente Dark mi invade la bocca, ma è una spezia fin troppo usata ad Hollywood, a cui ormai sono abituato…

Ho già messo in conto il fattore Musical, quindi resisto alle prime canzoni che fanno da colonna sonora alla presentazione dei personaggi. “Into the Woods” è un piatto classico da questo punto di vista, nel menù lo trovi sotto la voce Musical, quindi è inevitabile che le canzoni si succedano a ruota una dietro l’altra.

Meryl Streep e Anna Kendrick sono ingredienti consolidati, reduci da altre pietanze a sfondo musicale, Emily Blunt conferma di essere in piena forma artistica sfoggiando anche una bella voce, la sorpresa forse è Chris Pine, inaspettate dotato di un buon timbro, ma la mia marcia trionfale trova il suo primo intoppo lungo la via: mi trovo a dover affondare i denti nella carne del Lupo Cattivo Johnny Depp.

«Pensavate di liberarvi di me vero?»

Depp dosa la poca voce che ha in maniera intelligente, forte dell’esperienza del barbiere Sweeney Todd, in compenso mi colpisce a tradimento con la sua solita dose di facce e faccette: il suo Lupo cattivo con naso e orecchie risulta ostico e urticante per il mio palato, la cosa più fastidiosa, è forse il fatto che il suo personaggi viene inserito forzatamente nella storia, messo nell’impasto per convincere gli avventori ad ordinare una porzione di “Into the Woods”. Poi per fortuna sparisce dalla storia, ma se sono riuscito a divorarmi quattro porzioni di pollo Caraibico al Rum (il famigerato piatto “Jack Sparrow”) e a spazzolarmi il cappellaio matto con contorno di thè e biscottini, di sicuro non mi lascio impressionare da una porzione di Lupo in salmì: quattro colpi di mandibola dati come si deve e anche Johnny Depp va a fare surf con i miei succhi gastrici.

Superata la metà di “Into the Woods” iniziano i problemi veri: la lunghezza degli avvenimenti narrati inizia a farsi sentire, il piatto mi fa un trabocchetto non da poco, sulla locandina fa bella mostra di sé la Strega di Meryl Streep, una volta liberata, il piatto sembrerebbe apparentemente terminato, ma invece no… C’è ancora il contorno di fagioli magici di Jack con cui fare i conti!

Mentre le musiche continuano a presentarsi puntualmente, colpendomi ripetutamente al fegato, una lunga sotto trama dedicata alla moglie del gigante appesantisce “Into the Woods”, trasformandolo in un piatto ancora più tosto da digerire, il ritmo del mio masticare comincia a rallentare, devo fare i conti con la fatica. 

Cerco di dividere il piatto in porzioni più piccole, nel tentativo di terminarlo completamente, ma alcuni suoi ingredienti risultano davvero difficili da mandare giù. Sì, perché “Into the Woods” mantiene per tutta la sa durata, la stesa qualità per quanto riguarda le musiche, ma va scemando dal punto di vista della trama…

(SPOILER Moderati sulla trama)

Ad esempio, è difficile digerire il fatto che il personaggio di Emily Blunt muoia dopo un bacio (vabbè) e la pietanza mi colpisce a tradimento, perché quando ormai avevo dato per superata Emilia Canna, questa torna a tormentarmi, sotto forma di fantasma canterino (ve lo giuro!), come la peperonata, torna su mettendo a dura prova la mia digestione…

(FINE SPOILER)

Tra personaggi che vanno e vengono (ma Raperonzolo che fine fa? Boh), le caramellose canzoncine iniziano a cariarmi i denti (per la gioia del mio dentista) sovraccarico di zuccheri, la testa gira, ho i sudori freddi, guardo il piatto e mi rendo conto che mancano ancora 30 minuti di “Into the Woods” davanti a me.

Fiaccato dalla maratona, mi scontro con quello che i corridori chiamano “Il Muro”: fiato corto, stomaco dolorante, la camicia imbevuta di sudore, la vista si fa annebbiata, mentre le canzoni, inesorabili, continuano a colpirmi ripetutamente, inizio vistosamente a barcollare, la noia del film sta avendo la meglio sull’uomo.

Forse per effetto dei troppi zuccheri, inizio ad avere strane visioni, intorno a me vedo ippopotami in tutù rosa che ballano, un esercito di scope di saggina insegue un topo vestito da mago, continuo a masticare, come se stessi ingoiando dei giuramenti, capisco che la sconfitta per mano di “Into the Woods” è vicina quando attorno alla mia testa, vedo svolazzare gli elefanti rosa…

Walt Disney mi compare davanti con un sorriso a 32 denti, nemmeno fosse lo Stregatto, se la ride di gusto della mia sconfitta, mentre quasi rischio di cadere con la faccia nel piatto: è finita… Questa volta non posso farcela!

Ma prima di mollare, una visione: canili piedi di Dalmata abbandonati, colpevoli di non essere più di moda dopo “La Carica dei 101”, vedo la rabbia di Bambi e di Dumbo, strappati prematuramente all’affetto materno, mentre verso di me, potente ed elegante, si avvicina un enorme Leone della savana.

Lo riconosco subito, è Mufasa de “Il Re Leone”. Il possente animale frutto della mia mente si avvicina, e invece di divorarmi, mi fissa negli occhi, e poi mi dice: VENDICAMI!

«Vendicami Cassidy! Vendicami!!»

Diiiiisneeeeeeeeyyyyyy!! Posseduto dal potere dell’Aracuan, mi caccio in bocca gli ultimi pezzi di “Into the Woods” masticando sul ritmo sincopato dell’eccentrica canzone del pennuto Sud Americano, non guardo più in faccia nessuno, non ci sono canzoncine o Meryl Streep che possano più tenermi testa, ormai è una faccenda personale tra me e Walt Disney.

In pochi minuti ripulisco il piazzo facendo piazza pulita di “Into the Woods” e, come gesto finale, faccio pure scarpetta! Oggi, dopo una lunga e sfiancante sfida all’ultimo boccone, “Into the woods” è caduto sotto i colpi delle mie mascelle, nella sfida tra l’uomo e il film…. L’Uomo ha vinto!

Barcollo satollo verso l’orizzonte, con un paffuto pistolero del passato, mentre il pubblico alle mie spalle invoca:

MAN vs. Movies!

MAN vs. Movies!

MAN vs. Movies!

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