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It follows (2015): orrore sessualmente trasmissibile

Ho guardato il primo fotogramma di “It Follows” e nella mia mente sono esplose le seguenti parole: “Haddonfield, Illinois, Halloween, Carpenter, 1978”. Vi giuro, proprio così, in quest’ordine ed era solo il primo fotogramma del film!

Jay (Maika
Monroe, la biondina di The Guest) fa le cosacce zozze sul sedile posteriore
della macchina con un ragazzo con cui sta uscendo da un po’. Non fa in tempo a
godersi il post-amplesso, che il tipo la narcotizza con il cloroformio. Quando
si risveglia è legata ad una sedia, mentre il ragazzo le spiega di averla
infettata con una specie di strano virus. Jay sarà costantemente seguita da
qualcuno, a volte sarà un perfetto sconosciuto, altre volte potrebbe avere le
sembianze di qualcuno di sua conoscenza. Ma la cosa che conta davvero è di non
farsi prendere per nessun motivo, a meno che non si voglia entrare a far parte
del grande Club degli Ex vivi. Ah! Esiste un modo per liberarsi di questa
maledizione virale, ovvero: passare la rogna a qualcun altro, facendoci sesso
insieme.
Ora, sarebbe
carino in condizioni del genere, iniziare a filosofeggiare su cosa si intenda
per sesso, del petting particolarmente intenso conta? E il sesso orale? Se mi
tocchicciano attraverso i vestiti mi becco lo stesso l’infezione? E se uso il
preservativo? Ecco, il problema che non avrete il tempo per mettervi a fare le
domande che farebbe il Dottor Peter Venkman se si trovasse nella stessa
situazione, perché al limite estremo del campo visivo, comparirebbe subito
qualche figura ben poco rassicurante. Ma soprattutto perché “It Follows” non è
un film che si perde in spiegazioni e mi viene anche da aggiungere: per
fortuna.


“Eh lo so che in momenti come questo vi manco un sacco”.

David Robert Mitchell,
alla sua opera seconda, dimostra di essere uno che ha fatto i compiti, la
cittadina in cui è ambientato “It Follows” è la periferia di Detroit, quella
fatta di casette a schiera con giardino, in tutto e del tutto simili alla
immaginaria Haddonfield, dove Giovanni Carpentiere aveva ambientato il suo
“Halloween” nel 1978. Persino il modo in cui le foglie sono sparse sui vialetti
è identico, l’unica differenza è che Carpenter dovette ricreare il clima di una
cittadina dell’Illinois di fine Ottobre, durante un’assolata estate
Californiana, mentre qui Mitchell va sul sicuro e ambienta tutto a Detroit. La
capitale del Michigan rischia la nomination per “Miglior interpretazione di
sobborgo Americano” anche alla luce della sua prova in Lost River.

Se escludiamo
l’omicidio di apertura del film che mostra un cadavere ritrovato accartocciato
malamente su una spiaggia, il film non è affatto uno Splatter. Tutta la
tensione è basata su un senso di costante minaccia, questo in aggiunta
alla colonna sonora in puro stile anni ’80, farcita di synth sparati al massimo, ennesima dimostrazione che Giovanni Carpenter ancora oggi fa scuola e
proseliti e, se dobbiamo dirla tutta: i punti di contatto con il film di
Carpenter non sono finiti qui.


“Non trovi che quelle due laggiù ci somiglino”.

Se avete la
mia età, probabilmente ricorderete quella vecchia “pubblicità progresso” (mai
virgolette furono più indicate) fatta con lo scopo di sensibilizzare le persone
alla diffusione del virus dell’HIV. Immagino abbiate già capito di cosa sto
parlando: quel famigerato spot con le persone infettate, avvolte da un
inquietante alone viola. Se non la ricordate probabilmente ne avete sentito
parlare, era talmente poco politicamente corretta da aver fatto a suo modo
storia. Bene, “It Follows” si basa sulla stessa sensazione di disagio causata da
qualcosa di cui non si hanno abbastanza informazioni per essere compresa a
pieno, ma che comunque ti può uccidere.

I protagonisti
di “It Follows”, sono tutti ragazzi molto giovani, in un mondo dove gli
adulti sono assenti, se non addirittura dannosi. In tal senso pare di guardare
il primo “Nightmare” di Wes Craven e se non fosse per la presenza di un
eReader ad inizio film, risulta anche difficile inquadrare il periodo storico del film. Giusto per farvi un esempio: in un passaggio Jay telefona a Greg per capire se si trova in pericolo, lo fa chiamando da
telefono fisso a telefono fisso, questo per darvi la dimensione di quanto “It
Follows” sia un film calato in un atmosfera retrò.
L’opera di David
R. Mitchell ha fatto il giro dei vari film festival, è stata presentata per la prima volta a
Toronto, poi anche alla scorsa edizione del Torino Film Festival, dove purtroppo
me la sono persa, infatti è da allora che ne sento parlare bene. La pellicola
ha incamerato alcune delle caratteristiche tipiche dei film da film festival: è
caratterizzato da un ritmo lento, tipico di chi si prende il suo tempo per
raccontare la storia, ma anche dall’immancabile telecamera che segue i
protagonisti, quella che io chiamo amichevolmente la “NUCam”.


Un esempio di NUCam in azione…

Ma non si
potrebbe parlare di questo film senza citare la sua principale caratteristica,
ovvero: il fatto che la maledizione/virus, venga trasmessa per via sessuale.
Senza girarci troppo attorno, questo è il METAFORONE che Mitchell ha deciso di
lanciare addosso allo spettatore, per essere proprio sicuro che anche quelli distratti, quelli che limonano duro nelle ultime file della sala,
comprendano lo comprendano. Mitchell la mette giù in maniera così chiara che per
essere più esplicito, avrebbe soltanto potuto scrivere direttamente sulla
fronte del pubblico le parole “SESSUALMENTE TRASMISSIBILE”.

Ora, sappiamo
tutti che gli Slasher tipo Venerdì 13, sono caratterizzati da giovanotti
ingrifati che si accoppiano come mufloni, contravvenendo alle regole imposte
dei genitori ben pensanti. Questa stessa sorte è toccata proprio ad “Halloween”
di John Carpenter, tacciato di essere bacchettone da questo punto di vista. Il
nostro Giovanni ha sempre negato questa chiave di lettura applicata al suo
film, a mio avviso a ragione, perché Mike Myers (e in parte anche Laurie) è la
rappresentazione delle energie sessuali represse, non è un caso se il
mascherato assassino è anche un guardone di coppiette in amore… Tutto
questo mi ricorda che quando mi deciderò a parlare di “Halloween” in questa
sede sarà sempre troppo tardi…
Allo stesso
modo “It Follows” rischia, ad un’analisi distratta, di essere bollato come il
solito Horror che ammonisce la vita sessuale degli adolescenti, in realtà è
esattamente il contrario: qui l’unico modo per essere sicuri di salvarsi è
mettere quanti più gradi di separazione possibile, tra se stessi e il proprio
partner infettante. Infatti, il più pragmatico di tutti alla fine risulta proprio
il ragazzo che ha passato a Jay la sua maledizione, magari non vincerà mai il
premio “Femminista dell’anno”, però il disperato ragazzo fa notare alla biondina
che per lei è molto più semplice liberarsi della maledizione…


Una così avrà chiaramente difficoltà a passare la maledizione, specialmente se trascorre la notte in questo modo.
Ma proprio su
questo passaggio seriamente a rischio di maschilismo, Mitchell come un bravo
Judoka riesce a rigirare la mossa, utilizzando questa situazione per creare
molte delle dinamiche tra i giovani protagonisti. Attorno a Jay fanno quadrato
i suoi amici, specialmente Paul (Keir Gilchrist) e Greg (Daniel Zovatto).
Il primo è il
classico amico d’infanzia, quello eternamente innamorato della protagonista, il
secondo invece è quello che squadra tutte le amiche di Jay dalla testa ai
piedi. Nella classifica dei fenotipi da “Teen Slasher” lui incarna la parte dello
“scettico”, colui che crede ci sia sempre una spiegazione scientifica, però non
ci pensa due volte a “sacrificarsi“ per salvare Jay, male che vada rimedia un
po’di mambo degli Orsi con la biondina…
Non so se sia
una cosa voluta o meno, ma Mitchell per la parte di Greg ha scelto Daniel
Zovatto, il mini sosia di Johnny Depp che in Beneath, aveva il compito di
recitare la parte di “Quello che sa le cose”, se lo ha scelto pensando al film
di Larry Fessenden ha piazzato un discreto colpo di genio!


Vince il premio “Non ti preoccupare, andrà tutto bene”… Daniel Zovatto!
La minaccia
del film è puramente cinematografica, una presenza inquietate che ha la
capacità di cambiare faccia come il Mr. Smith di “Matrix”, inesorabile come
Jason o Mike Myers, sembra quasi una versione seria di quel geniale
cortometraggio che rispondeva al titolo di The incredibly slow murderer withthe extremely inefficient weapon.
Se dovessi
trovare un difetto, punterei il dito contro la scena della pisicina,
senza rivelare nulla, l’ho trovato un piano veramente idiota per cercare di
risolvere la situazione, ma è davvero l’unico punto negativo di un film che ho
apprezzato molto.
“It Follows”
riesce a modificare un po’le regole dei Teen Slasher, ma mantenendo i piedi
ben saldi nella radici cinematografiche del genere (come detto, le mille mila
citazioni ad “Halloween”). Di fatto, i protagonisti sono adolescenti che si
trovano al limite dell’età adulta, con tutte le scelte che questa comporta. Questo fa di “It follows” un coming age movie, solo con molta più tensione
e scene Horror.


“Non avevo idea che crescere sarebbe stato così traumatizzante!”.
Dimostrando un’ottima mano nel gestire tempi e spazi, Mitchell riesce a tenere alta la
tensione, quasi come faceva Carpenter nel 1978, ovvero mostrando solo una
presenza in lontananza. Qualcosa che si muove sempre ai margini
dell’inquadratura e allo stesso tempo del nostro campo visivo. Mitchell ha una
padronanza del fuori campo degna di un grande battitore di Baseball, ma il
colpo con cui vince la partita sono gli ellissi.
Il nostro ne
fa un ottimo uso, specialmente nel finale, durante tutta la durata del film, si
prende il tempo necessario per costruire il rapporto tra Jay e Paul, dopodiché
con l’ellisse che anticipa la scena finale del film (NO Spoiler! Sereni!),
Mitchell butta la palla nel campo dello spettatore, dicendogli “Toh, ora hai
tutti gli elementi per interpretare il finale (aperto)… Buon divertimento”.


La rotazione del capo. La mossa che utilizzerete più spesso durante la visione di “It Follows”.
Il risultato è
uno dei finali migliori del 2015, anche lui figlio della lezione
Carpenteriana. Basterebbe questo per consigliare la visione di “It Follows”, ma
onestamente un film Horror che riesce a farti tenere gli occhi spalancati per
tutta la durata della pellicola, fissando qualunque cosa in movimento alle
spalle dei protagonisti, beh per me va consigliato, ma soprattutto va visto.
Se per caso
dopo la visione, vi sentirete a disagio per via delle persone che camminano
alle vostre spalle, per non saper né leggere né scrivere, fossi in voi mi
troverei qualcuno con cui fare sesso, così, giusto per stare tranquilli…
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