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John Carpenter l’antieroe del cinema americano: il bizzarro concetto di citazione di Weird Book

Sapete cosa dice sempre, no? Ogni giorno passato a
scrivere e leggere di John Carpenter è un giorno ben speso, quindi oggi
affrontiamo il saggio dedicato al Maestro edito da Weird Book intitolato “John
Carpenter l’antieroe del cinema americano”.

Non avevo molta familiarità con il catalogo di Weird
Book, sul Faccialibro seguo la pagina Evil Dead Italia, quindi avevo sentito
parlare del loro libro dedicato al classico di Sam Raimi, ma non mi era mai
capitato di leggere nulla dei lavori pubblicati da questa casa editrice. Almeno
fino ad aprile di quest’anno, quando Fabio (il responsabile della pagina Il seme della follia) mi ha alzato un bell’assist che non potevo proprio non
schiacciare a canestro, l’idea di scrivere dei film mai realizzati da John
Carpenter è diventata una “rubrica” in undici capitoli che è stata pubblicata a
puntate prima sul blog di Il seme della follia e qualche giorno dopo qui sulla Bara Volante.

Ed è qui che entrano in gioco gli amici (…amici?) di
Weird Book, che sul blog di Fabio hanno pescato il mio post sulla terza fuga di Jena Plissken, reputandolo
di loro gradimento, tanto che la loro prima proposta era stata quella di
inserire il post nel loro libro su John Carpenter citandomi tra gli autori,
figo, no?

“Fate quello che vi pare, ma io su Marte non ci vado”

Ora, io non so nulla di editoria ed immagino che mandare
alle stampe un libro richieda parecchio lavoro, so solo che Weird Book per
motivi di tempo e secondo loro di stile di scrittura (considerata “da blog”,
grazie, ho un blog, come dovrei scrivere? In stile elenco del
telefono?) la collaborazione non è andata in porto, quello che, però, hanno
dichiarato è che nel loro libro ci sarebbe stata una citazione. Poco male, già
così sarebbe stato un ottimo risultato per un’iniziativa fatta tra amici e
spinta dalla pura e semplice passione per il cinema di John Carpenter.

Sta di fatto che per il principio iniziale per cui ogni
giorno passato a scrivere e leggere di John Carpenter è un giorno ben speso, il
libro me lo sono comprato, per la nuda cronaca 23 Euro tirati fuori di tasca
mia, perché citazione o mancata collaborazione poco importa, sono appassionato
di John Carpenter, quindi, un saggio su di lui m’interessa a prescindere.

“Dura ancora molto questa premessa? Non ho molto tempo”

Quindi, com’è questo “John Carpenter l’antieroe del cinema
americano”? Sono meno di 200 pagine, un formato quasi tascabile comodo da
leggere ovunque con una copertina davvero molto bella, tanto di cappello, ma
siccome io di solito i libri li compro per leggerli e non per ammirarne la
copertina, riguardo al suo contenuto sono molto meno soddisfatto.

Mettiamola così: se non avete mai letto nulla su John
Carpenter e non sapete niente dei retroscena dietro ai suoi film, “John
Carpenter l’antieroe del cinema americano” può essere una buona infarinatura,
anche se, ad esclusione di un’intervista al Maestro rilasciata nel 1999 per la
BBC e tradotta in Italiano per il libro, non troverete informazioni imprescindibili
o introvabili.  Da appassionato della
materia in oggetto, mi è sembrato un libro per neofiti fatto un po’ (tanto) a
tirar via, con alcuni refusi che ci possono stare, anche se per un libro che
costa 23 Euro sarebbe meglio non trovare. Inoltre, alcune informazioni vengono
riportate in modo errato, ad esempio non è vero che Ice Cube era al suo
esordio come attore in Fantasmi da Marte,
senza essere appassionati Gangsta Rap, chiunque abbia un minimo di passione per
il cinema sa che il suo esordio è stato “Boyz n the Hood” (1991), un tipo di
informazione che si può tranquillamente verificare in Internet e state
tranquilli che la connessione Internet negli uffici di Weird Book funziona
benissimo, più avanti ci torniamo, lasciatemi l’icona aperta.

Quanto prendono i correttori di bozze di Weird Book? Così… Per sapere.

Cosa mi è piaciuto tanto di “John Carpenter l’antieroe
del cinema americano”? Il capitolo dedicato a Christine intitolato “L’amore
oltre le cose” scritto da Giada Cecchinelli, una bellissima analisi di
uno dei titoli di Carpenter dati più per scontati, che a fine lettura ti lascia
non solo con la voglia di rivedere il film, ma anche con un punto di vista
nuovo sulla trama, che poi è quello che dovrebbe fare un saggio o più in
generale ogni articolo scritto su un autore: mettere insieme aneddoti di
produzioni e riportare frasi pescate in giro è un lavoro sterile se poi non
offri un’interpretazione e una rielaborazione personale delle informazioni
raccolte, da utilizzare come supporto all’analisi. Insomma, se tutto il libro
fosse stato scritto con il piglio, la preparazione e la manifesta passione per
il soggetto dimostrato da Giada Cecchinelli, sarei qui a consigliarvi
caldamente l’acquisto, purtroppo questa resta l’unica nota positiva in un saggio che,
parliamoci chiaro, è una mezza fregatura.

Chiamatemi paranoico, ma leggendo alcuni passaggi del libro continuavo ad avere uno strano senso di déjà vu, io mi rendo conto di
aver portato la mia passione per Carpenter a livello ossessivo, arrivo da
quella generazione che non aveva tutte le informazioni a portata di “click”,
quindi quando mi appassiono ad un argomento, di quella cosa io voglio sapere
TUTTO. Mi rendo anche conto che “vedo” Carpenter ovunque, figuriamoci, poi,
quando il maestro si ritrova a citarsi addosso come successo nell’episodio
della seconda stagione di Masters of Horror intitolato Pro-Life, quindi quando nel capitolo del libro dedicato ai lavori
televisivi di Giovanni Carpentiere, ho trovato questa frase:

Uhm, il mio senso di Cassidy pizzica…

Mi ha fatto piacere sapere che non sono l’unico matto in
giro a “vedere” Carpenter ovunque, perché nel mio post dedicato a “Pro-Life”
avevo scritto qualcosa di davvero molto simile. Wow! Figo! Allora Weird Book ha
davvero radunato insieme degli appassionati di Carpenter? Uhm forse no, visto
che pagina 76 del libro ha preso a schiaffoni il mio senso costante senso di déjà
vu che ha tenuto banco per una buona parte delle 200 pagine scarse del libro,
Vi riporto pagina 76 del libro:

Pagina 76 del libro di Weird Book.

Curioso che qualcuno pensi a Chef di “South Park”
parlando del Duca di New York, ah ho capito perché quel qualcuno sono io. Vi
riporto un estratto dal mio post dedicato a 1997 Fuga da New York che trovate qui sulla Bara:

Ma si saranno fatti distrarre dalle bocce di Adrienne Barbeau?

Era questa la fantomatica citazione a cui avevano fatto
riferimento i tipi di Weird Book? Peccato che come potete vedere anche dall’immagine,
pagina 76 è quasi interamente composta da citazioni pescate in rete (per altro
una anche di Marco Minniti che conosco da circa un milione di anni, ciao
Marco!). Chiunque leggendo pagina 76 arriverebbe alla conclusione che la pagina
in questione è composta interamente da citazioni diligentemente riportate,
tranne la parte dedicato al Duca di New York che senza una nota e una
citazione, sembrerebbe frutto della scrittura dell’autore del capitolo, quando
non è così, perché quella parte l’ho scritta io. Però niente virgolette, niente
nota a piè di pagina e niente citazione.

Quindi, per curiosità ho provato a mandare un’email alla
redazione di Weird Book, vi riporto qui sotto la loro risposta: 

Poche idee, ma confuse.

Per prima cosa, non si cominciano le frasi con “allora”
e questo lo so anche io che scrivo “troppo da Blog”, seconda cosa: che bizzarro
modo di intendere gli omaggi e le citazioni! Come fa un lettore casuale di “John
Carpenter l’antieroe del cinema americano” a sapere che sono stati riportati dei passi
presi dai post della Bara Volante e da quelli che ho scritto in collaborazione
con Il seme della follia, se non viene riportato da nessuna parte? I lettori
della Bara Volante hanno ottima memoria, ma mi sembra una presa per il naso lo
stesso.

Permettetemi, anche se sono un umile Blogger che picchia
sui tasti per passione, di suggerire che forse la parola che state cercando per
descrivere questa linea di condotta non è “citazione” e nemmeno “omaggio”, vi
do un indizio, inizia con la lettera “P”, potete cercarne la definizione su
Internet, così mentre ci siete magari date anche un’occhiata alla filmografia
di Ice Cube. 

Voi che dite? Li devo chiamare gli amici (…amici?) di
Weird Book? Anche se mi sembra che non abbiano bisogno della mia collaborazione
visto che si servono già da soli dai miei testi. Pensare che se solo me lo
avessero chiesto, gli avrei riscritto tutto il post dedicato alla terza fuga mancata di Jena da capo, ma nessuno
me lo ha chiesto, quindi, sappiate che esiste un saggio su John Carpenter che
cita e omaggia (si fa per dire) il vostro amichevole Cassidy di quartiere.

“Stanno cercando di trasformarsi nella Bara Volante… Distruggiamoli!”

Anche se, ad essere onesti, mi avrebbe fatto estremamente
piacere comparire citato accanto ad alcuni dei miei supereroi preferiti (tutti
presenti nelle note del libro) come Marco Minniti, Paolo Zelati, Doppiaggi Italioti e il seme della follia per di più in un libro dedicato al mio (anti)eroe
cinematografico, però è andata così. 

Voglio chiudere in maniera
costruttiva.

Facile pensare che la delusione di pagina 76 mi abbia
portato a maltrattare il libro, lungi da me, credo di aver utilizzato pugni e
carezze in parti uguali, però ad esclusione della bella copertina del libro e
dell’ottimo capitolo scritto da Giada Cecchinelli, secondo me questo saggio non
vale la spesa di 23 Euro, quindi, mi rivolgo da carpenteriano agli altri
Carpenteriani alla lettura: se volete un bel saggio su John Carpenter, scritto
come gli Dei della tastiera comandando, vi consiglio caldamente “Il signore del
male. Il fantastico realistico nel cinema di John Carpenter” di Paolo Zelati,
costa quasi quanto il libro di Weird Book, solo che quello è veramente bello.

Se, invece, siete un po’ a corto di “fruscianti” nel
portafoglio, potete sempre cliccare sullo speciale dedicato al Maestro della
Bara Volante. È scritto un po’ da Blog, eh? Ed ogni tanto magari ci troverete
qualche refuso, però vi assicuro che contiene tutte informazioni verificate, è
scritto con tutta la passione di cui sono capace e non costa niente.

Agli amici (…amici?) di Weird Book suggerirei la
prossima volta di correre un po’ meno e verificare di più le informazioni,
citando a dovere le fonti visto che chiedete dei soldini al vostro pubblico,
poi, visto che non è da me concludere con dell’acredine lasciando ruggini in
sospeso, lasciatemi citare come avete fatto voi: anche John Nada sostiene che
siete i numeri uno. 

Il dito con cui comporrò il numero di telefono per chiamare Weird Book, ma non offendetevi è una citazione!
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