Il Maestro John Carpenter non ha bisogno di
presentazioni, di sicuro non da queste parti, ormai è quasi consuetudine scrivere di lui esclusivamente riguardo alla sua seconda giovinezza artistica come
Rockstar, anche perché come regista, ha ormai da tempo scritto il suo nome sul grande libro dei
maestri cinematografici. Due volte. Sottolineato.
uscita del suo ultimo lavoro da regista per il grande schermo ovvero The Ward, tutti invocano un suo ritorno dietro alla macchina da presa, ma se avete
familiarità con le abitudini di Giovanni Carpentiere saprete che tra i suoi
massimi interessi possiamo trovare la pallacanestro e i videogiochi, tutta roba
in grado di tenerti impegnatissimo nella zona del divano. Non so voi, ma
personalmente conosco parecchia gente che ha perso (comprensibilmente) i
neuroni quando le è stato chiesto di restare in clausura a casa, durante le
varie chiusure forzate che hanno caratterizzato il 2020.
è stato il Maestro John Carpenter, padre nobile di tanto ottimo cinema ma anche
dell’hashtag #Io resto a casa, infatti il nostro Giovanni ha impiegato il tempo
con lo studio di registrazione casalingo. Come i migliori musicisti anche
Carpenter ha prodotto parecchia nuova musica, tutta contenuta nel suo nuovo
lavoro, “Lost Themes III Alive After Death”.
tutto in famiglia, alle tastiere ritroviamo il figlio Cody Carpenter (fondatore
dei Ludrium e forte dell’esperienza di alcuni concerti con Vince DiCola, celeberrimo per la colonna sonora di Rocky IV) e il figlioccio, il chitarrista Daniel
Davies, il cui padre biologico è il chitarrista dei The Kinks Dave Davies,
anche se Daniel è stato cresciuto da Carpenter dall’età di dodici anni (storia
vera).
![]() |
Non si trova mai un carpentiere quando ne hai bisog… Ehm, chiedo scusa. |
«Abbiamo iniziato con un tema, una linea di basso, un
ritmo e qualcosa che suonasse bene e ci guidasse al prossimo stadio. Conosciamo
le forze e le debolezze di ognuno di noi, sappiamo come comunicare senza parole
e ora il processo creativo è più semplice di quanto non fosse agli inizi. Siamo
maturati». Le parole di Carpenter rilasciate durante la promozione del disco
rispecchiano perfettamente “Lost Themes III” che come tutti i seguiti è uguale
ai suoi predecessori ma, di più, anche per l’aggiunta del sottotitolo un po’ in
stile Iron Maiden, “Alive After Death” che i più romantici potrebbero
considerare una rinascita dopo il disastroso 2020, ma conoscendo l’approccio
fatalista di Carpenter, probabilmente è stato scelto solo perché suona
dannatamente Rock.
Se il disco Anthology era un’ottima scusa per portare
la musica di Carpenter sui palchi di tutto il mondo, anche di quelli di uno
strambo Paese a forma di scarpa (quando ancora si poteva andare ai concerti), “Lost
Themes III” porta il concetto di tracce cinematografiche perdute, alla ricerca
di un film di cui diventare una colonna sonora, tutto ad un altro livello. Il
trio di Carpenter (di cognome o di fatto) risultano sempre più una band coesa
come mette in chiaro anche la copertina del disco, che li vede fusi insieme come
in una sorta di omaggio a La Cosa.
ritmo e qualcosa che suonasse bene e ci guidasse al prossimo stadio. Conosciamo
le forze e le debolezze di ognuno di noi, sappiamo come comunicare senza parole
e ora il processo creativo è più semplice di quanto non fosse agli inizi. Siamo
maturati». Le parole di Carpenter rilasciate durante la promozione del disco
rispecchiano perfettamente “Lost Themes III” che come tutti i seguiti è uguale
ai suoi predecessori ma, di più, anche per l’aggiunta del sottotitolo un po’ in
stile Iron Maiden, “Alive After Death” che i più romantici potrebbero
considerare una rinascita dopo il disastroso 2020, ma conoscendo l’approccio
fatalista di Carpenter, probabilmente è stato scelto solo perché suona
dannatamente Rock.
la musica di Carpenter sui palchi di tutto il mondo, anche di quelli di uno
strambo Paese a forma di scarpa (quando ancora si poteva andare ai concerti), “Lost
Themes III” porta il concetto di tracce cinematografiche perdute, alla ricerca
di un film di cui diventare una colonna sonora, tutto ad un altro livello. Il
trio di Carpenter (di cognome o di fatto) risultano sempre più una band coesa
come mette in chiaro anche la copertina del disco, che li vede fusi insieme come
in una sorta di omaggio a La Cosa.
![]() |
Qui davvero sembrano un trio uscito dagli anni ’80. |
colonna sonora del film Halloween del 2018, quasi una sorta di un concept album, ma non costruito su una
variazione del tema classico, il cinque quarti composto da Carpenter nel 1978
per il suo celebre Slasher. Ho notato curiosamente che molta critica di settore
si è focalizzata molto sui titoli dei singoli brani, come sempre con il suo
solito pragmatismo, Carpenter intervistato da Manlio Gomarasca sul numero di
febbraio di “Nocturno”, ha dichiarato che i titoli sono stati appiccicati dopo,
quindi non vale la pena dar loro troppo peso. Ecco perché vale sempre la pena leggere le interviste a Carpenter, ha una capacità di smontare i voli
pindarici sul suo lavoro, con l’essenzialità che da sempre lo contraddistingue.
“Lost Themes III Alive After” chiede all’ascoltatore di
creare nella propria testa la immagini di cui questi “Pezzi perduti” sono
l’ideale colonna sonora, ma visto che ne abbiamo parlato di questi famigerati
titoli, ve li elenco qui sotto e poi passiamo a parlare delle singole tracce.
creare nella propria testa la immagini di cui questi “Pezzi perduti” sono
l’ideale colonna sonora, ma visto che ne abbiamo parlato di questi famigerati
titoli, ve li elenco qui sotto e poi passiamo a parlare delle singole tracce.
Lista delle tracce contenute nel disco:
01.
Alive After Death
02.
Weeping Ghost
03.
Dripping Blood
04. Dead
Eyes
05.
Vampire’s Touch
06.
Cemetery
07.
Skeleton
08.
Turning the Bones
09. The
Dead Walk
10. Carpathian Darkness
01.
Alive After Death
02.
Weeping Ghost
03.
Dripping Blood
04. Dead
Eyes
05.
Vampire’s Touch
06.
Cemetery
07.
Skeleton
08.
Turning the Bones
09. The
Dead Walk
10. Carpathian Darkness
Anche se mi chiedo che fine abbia fatto l’ottimo Unclean Spirit presentato in anteprima e apparentemente scomparso da questo disco. Mistero!
Alive After Death
Il pezzo che fa da introduzione a questo nuovo film immaginario diretto
dalla famiglia Carpenter, i Synth del Maestro e le tastiere di Cody si
intrecciano molto bene, lasciando spazio nel finale alla chitarra di Daniel,
prima passo di questa discesa nell’incubo che continua con il prossimo pezzo.
Il pezzo che fa da introduzione a questo nuovo film immaginario diretto
dalla famiglia Carpenter, i Synth del Maestro e le tastiere di Cody si
intrecciano molto bene, lasciando spazio nel finale alla chitarra di Daniel,
prima passo di questa discesa nell’incubo che continua con il prossimo pezzo.
Weeping Ghost
A tratti sembra una versione più muscolare del tema di The Fog, incisiva, trascinante, sarà pure una traccia perduta, ma come tema principale di un horror qualunque, farebbe guadagnare alla pellicola diversi punti.
Dripping Blood
Inizio quasi funereo seguito da una parte centrale di
grande respiro, la quota Western del disco, quella che non può mancare mai con
Carpenter nei paraggi.
Dead Eyes
Un loop ossessivo che cambia e si ripetere, fa
rimpiangere il fatto che non facciano più quei bei film di vampiri di una
volta, a cui mancherebbe giusto un pezzo così.
Un loop ossessivo che cambia e si ripetere, fa
rimpiangere il fatto che non facciano più quei bei film di vampiri di una
volta, a cui mancherebbe giusto un pezzo così.
![]() |
“Papà guarda che non è un videogioco questo”, “Shhh zitto! Sono all’ultimo livello” |
Vampire’s Touch
A proposito di vampiri, questo è la traccia che mi è
rimasta più impressa fin dai primi ascolti, quella che più tra tutte mi
piacerebbe ascoltare nuovamente suonata dal vivo dal Maestro, se mai si potrà
tornare ad un concerto prima o poi. Il crescendo che lo caratterizza e le
schitarrate finale la rendono un bravo davvero riuscito.
A proposito di vampiri, questo è la traccia che mi è
rimasta più impressa fin dai primi ascolti, quella che più tra tutte mi
piacerebbe ascoltare nuovamente suonata dal vivo dal Maestro, se mai si potrà
tornare ad un concerto prima o poi. Il crescendo che lo caratterizza e le
schitarrate finale la rendono un bravo davvero riuscito.
Cemetery
Atmosfere urbane, un pezzo che fa pensare ai Guerrieri della notte di Walter Hill, forse racchiude un po’ di mestiere perché tra tutti, questo è il
brano che fa più leva sul bagaglio cinematografico dei film del Maestro.
Atmosfere urbane, un pezzo che fa pensare ai Guerrieri della notte di Walter Hill, forse racchiude un po’ di mestiere perché tra tutti, questo è il
brano che fa più leva sul bagaglio cinematografico dei film del Maestro.
Skeleton
Escludo sia un pezzo dedicato al cattivo di He-Man, ma
con questo brano il disco riprende slancio per la tirata finale, sicuramente
uno dei brani più riusciti di “Lost Themes III”.
Escludo sia un pezzo dedicato al cattivo di He-Man, ma
con questo brano il disco riprende slancio per la tirata finale, sicuramente
uno dei brani più riusciti di “Lost Themes III”.
Turning the Bones
Pezzo quasi etereo, forse non il più ispirato del disco ma
sicuramente in grado di creare un’atmosfera, come diceva la vecchia pubblicità
del brandy, un modo per prendere fiato prima del prossimo pezzo che suona
decisamente più “grosso” e potente.
Pezzo quasi etereo, forse non il più ispirato del disco ma
sicuramente in grado di creare un’atmosfera, come diceva la vecchia pubblicità
del brandy, un modo per prendere fiato prima del prossimo pezzo che suona
decisamente più “grosso” e potente.
The Dead Walk
Evocativo, muscolare, un pezzo che ha la stessa efficacia
della title track, a mani basse uno
dei migliori di tutto l’album.
Evocativo, muscolare, un pezzo che ha la stessa efficacia
della title track, a mani basse uno
dei migliori di tutto l’album.
![]() |
Copertine dei singoli di un certo livello. |
Carpathian
Darkness
Decadente e quasi malinconico, il pezzo più lungo del
disco, nei suoi 5 minuti e 36 secondi cambia atmosfera più volte, se “Lost
Themes III” è un film che Carpenter ci chiede di girare nella nostra testa
mentre lo stiamo ascoltando, questo finale non poteva che essere quello giusto.
Darkness
Decadente e quasi malinconico, il pezzo più lungo del
disco, nei suoi 5 minuti e 36 secondi cambia atmosfera più volte, se “Lost
Themes III” è un film che Carpenter ci chiede di girare nella nostra testa
mentre lo stiamo ascoltando, questo finale non poteva che essere quello giusto.
“Lost Themes III Alive After Death” è di più, ma
fondamentalmente lo stesso piatto, se vi sono piaciuti i primi due dischi del
Maestro, perderete la testa anche per questo, questa è davvero l’unica critica
che si può muovere a questo lavoro. L’effetto sorpresa è andato ma resta la
solidità di un trio che unisce tre generazioni di Carpenter e che suona davvero
alla grande mettendo insieme i singoli talenti.
fondamentalmente lo stesso piatto, se vi sono piaciuti i primi due dischi del
Maestro, perderete la testa anche per questo, questa è davvero l’unica critica
che si può muovere a questo lavoro. L’effetto sorpresa è andato ma resta la
solidità di un trio che unisce tre generazioni di Carpenter e che suona davvero
alla grande mettendo insieme i singoli talenti.
Si perché John Carpenter non si limita a mettersi in scia
al ritorno della moda dei sintetizzatori anni ’80, lui quella moda l’ha creata
così come al cinema ha creato tanti personaggi e soluzioni diventate degli
archetipi narrativi. In un mondo dove la sigla di Stranger Things viene
definita da tutti “Carpenteriana”, quando ogni nuovo film marchiato Shudder si
gioca una colonna sonora che ricorda quelle composte dal Maestro e finché in
giro ci saranno gruppi come “Carpenter Brut” (di cui per altro John non aveva
mai sentito nominare, intervistato da Nocturno si è fatto una bella risata,
storia vera), il nostro Giovanni è qui per dettare nuovamente le regole,
incredibile che superati i settant’anni, la musica sia più pronta a riconoscere
i meriti del lavoro di Carpenter, di quanto il cinema non abbia (ancora) fatto.
al ritorno della moda dei sintetizzatori anni ’80, lui quella moda l’ha creata
così come al cinema ha creato tanti personaggi e soluzioni diventate degli
archetipi narrativi. In un mondo dove la sigla di Stranger Things viene
definita da tutti “Carpenteriana”, quando ogni nuovo film marchiato Shudder si
gioca una colonna sonora che ricorda quelle composte dal Maestro e finché in
giro ci saranno gruppi come “Carpenter Brut” (di cui per altro John non aveva
mai sentito nominare, intervistato da Nocturno si è fatto una bella risata,
storia vera), il nostro Giovanni è qui per dettare nuovamente le regole,
incredibile che superati i settant’anni, la musica sia più pronta a riconoscere
i meriti del lavoro di Carpenter, di quanto il cinema non abbia (ancora) fatto.
![]() |
Il Maestro, lui sì che è nato pronto! |
Forse anche per questo sarà più facile vederlo di nuovo
su un palco (se mai la pandemia ci farà questa grazia) piuttosto che dietro ad
una macchina da presa. In ogni caso, se capiterà di dover stare ancora a casa a lungo,
aspettatevi pure un “Lost Themes IV”, tra una partita ai videogames e una dei
Los Angeles Lakers in televisione ovviamente.
su un palco (se mai la pandemia ci farà questa grazia) piuttosto che dietro ad
una macchina da presa. In ogni caso, se capiterà di dover stare ancora a casa a lungo,
aspettatevi pure un “Lost Themes IV”, tra una partita ai videogames e una dei
Los Angeles Lakers in televisione ovviamente.
Questo post è stato presentato anche sul blog Il seme della follia, di cui vi ricordo la pagina del faccia libro de Il Seme Della Follia – Fan Page italiana dedicata a John Carpenter, ma visto che ci siamo anche la rubrica della Bara dedicata al Maestro!