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John Carpenter’s Lost Themes II (2016): So you want to be a Rock ‘n’ Roll star



Lo scorso
anno, John Carpenter ci ha sorpresi tutti con il suo primo disco solista Lost Themes, ma da grande Maestro della
suspence e del terrore quale è sempre stato, Giovanni ha menato il suo colpo più
duro regalandoci anche il suo secondo album solista e la notizia di un tour
mondiale, che lo vedrà esibirsi anche in questo strambo Paese a forma di scarpa
(Oh… Yeah!). Benvenuti alla puntata musicale della rubrica John Carpenter’s The
Maestro!

John Carpenter
ha sempre dichiarato di aver imparato la musica da suo padre che da bambino
provò a convincerlo a suonare il violino, ma il Maestro (che ha sempre avuto l’anima
della rockstar) ha mollato presto l’archetto in favore delle tastiere. Come
sanno anche i muri, ha curato di persona molte delle colonne sonore dei suoi
film, contribuendo a creare uno stile musicale caratterizzato da
sintetizzatori e colonne sonore ossessive, imitate ancora oggi. Quanti horror
avete visto in vita vostra con un tema principale “alla Carpenter”? Rispondo io
per voi: un miliardo!
Lost Themes, risulta diretto ed
essenziale nello stile, se dovessi provare a rissumerlo, direi che ricorda le
colonne sonore dei film del Maestro degli anni ’70 e ’80. Lost Themes II,
invece, ha un suono molto più pieno, Carpenter dice sempre che tastiere e
sintetizzatori permettono di avere un suono “grande” quasi quanto quello di un’intera orchestra, spendendo pochissimo e soprattutto, suonando da soli, considerando che Giovanni ha composto il tema di Halloween in due giorni, potete credergli sulla parola!
“Lost Themes
II” suona decisamente più grosso, ma soprattutto più Rock, abbiamo 12 pezzi
completamente nuovi che non solo sarebbero perfetti come tema principale di un
film, ma sono fatti dal sarto per essere suonati dal vivo.



“Tempo di inforcare gli occhiali e vi suono qualcosa”.
Giovanni ha
già dichiarato che nel tour che inizierà a breve, molto probabilmente suonerà
anche qualcuna delle sue celebri colonne sonore (lo dico ora, se fa dal vivo
quella di Distretto 13, potrei anche
morire felice…) e ci saranno dei contributi video, immagino sullo stile del video ufficiale di Night… Non vedo l’ora!
La cosa più
divertente da fare ascoltando “Lost Themes II” è aprire i rubinetti della
fantasia, lasciarsi trasportare dalla musica di questi dodici pezzi e vedere
dove si va a finire, perché questa seconda carriera da musicista, anzi,
chiamiamola con il suo nome: da rockstar, non è il passatempo di un vecchietto
annoiato che ha deciso di alzarsi dal suo divano solo perché i suoi Los
Angeles Lakers anche quest’anno non faranno i playoffs della NBA (anche se
forse questo fatto ha contribuito). John Carpenter fa sul serio, in fondo, ha la
stessa età di Alice Cooper, solo per citare uno che ha anche recitato in uno
dei suoi film. Qui sotto trovate la tracklist completa del disco:
TRACKLIST:
1. Distant Dream
2. White Pulse
3. Persia Rising
4. Angel’s Asylum
5. Hofner Dawn
6. Windy Death
7. Dark Blues
8. Virtual Survivor
9. Bela Lugosi
10. Last
Sunrise
11. Utopian
Facade
12. Real Xeno
Quindi,
parliamo un po’ di questi pezzi nuovi, che ormai sto ascoltando a rotazione da
quando il disco è uscito pochi giorni fa… Let’s rock!
Distant Dream
Si parte con una composizione di grande effetto che mette subito in chiaro la
natura rock del disco,
quando parte
il giro di basso, seguito da quel beat tipicamente rock è impossibile non
sentirsi veramente maranzi, è il tipo di pezzo che probabilmente Jena Plissken si spara in cuffia per
caricarsi.
Di questa
traccia esiste già un video ufficiale, diretto dallo stesso John Carpenter!



White Pulse
Le dita del
Maestro si sciolgono sui tasti creando la struttura base del pezzo e appena ti
abitui all’idea di qualcosa che suona come e meglio dei Goblin di Simonetti,
cambia ritmo diventando più sincopato, per poi cambiare un’altra volta, in un
finale che sembra quasi una sinistra e malinconica coda strumentale, come un
finale di film dove i sopravvissuti tornano a vedere l’alba dopo una notte
piena di orrori.
Persia Rising
Non ho ben capitolo
il perchè del titolo, ma poco importa, il pezzo ha un fascino quasi
impalpabile, forse non ha la forza per essere il tema di un
immaginario film, ma si porta dentro un certo grado di mistero e dimostra che I
synth sono saldamente al centro di questo disco.
Angel’s Asylum
Lo dico
subito: “Angel’s Asylum” è uno dei miei pezzi preferiti di questo disco, già
dal primo ascolto mi sono messo a mimare tastiere da suonare grazie a quel riff
iniziare che ti prende subito, quando poi entra la batteria, l’energia sala di
livello rispetto a “Persia Rising” e capisci quello che hai sempre saputo… Giovanni
è una fottutissima rockstar!
Senza nulla
togliere al lavoro di Mark Kilian, ma in un mondo ideale “The Ward” sarebbe
uscito con QUESTO pezzo nella colonna sonora! Scusa Mark, non ho nulla contro
di te, è solo che lui è THE MAESTRO!



Il Maestro è nato (pronto) per fare la Rockstar!
Hofner Dawn
Questo pezzo
suona quasi come un interludio, non mi stupirei di sentirlo come sottofondo
musicale di qualche videogioco, d’altra parte Giovanni Carpentiere non ha mai
nascosto di essere un enorme fanatico di videogames, sono anni che canta le lodi
di “Dead space” a destra e a manca.
Windy Death
La morte
ventosa, tutto basato su un riff iniziale molto efficace, è uno dei pezzi in cui
fanno capolino, immagino volutamente, gli effetti sonori anni ’80 e alla fine
ti ritrovi a canticchiare, du-duu dum dum…
Dark Blues
Si apre con un
effetto sonoro che ricorda moltissimo il tema musicale di “Fuga da Los Angeles”,
ma poi cambia passo e con il suo incedere deciso, diventa un pezzo che
calzerebbe alla perfezione come sottofondo all’indagine di un cazzuto detective,
in una notturna e piovosa città di qualche film.



Coupe de villes versione 2.0.
Virtual Survivor
Questo pezzo
sembra quasi un B-Side del disco precedente, come se non fosse entrato in
Lost Themes per il rotto della
cuffia, bisogna dire che di suo non è propriamente memorabile, nemmeno dopo
diversi ascolti, ma preso singolarmente si lascia ascoltare.
Bela Lugosi
Non so perchè,
ma ogni volta che lo ascolto mi fa pensare a “Wolfenstein” per chi ricorda quel
vecchio gioco, eppure l’altro giorno con questo in cuffia mi sono ritrovato a
pensare ai vecchi film di Dracula, mi sarò fatto influenzare dal titolo?
Probabile, ma se Giovanni avesse prestato questo pezzo a Darione Argento,
almeno nel suo (osceno) “Dracula 3D” ci sarebbe stato qualcosa per cui
ricordarsi di quel film oltre alla scene di nudo di Asia Argento.

Last Sunrise
Anche se il
Maestro si sta lanciando anima e baffi in questa nuova carriera di Rockstar, ma il suo spirito di grande uomo di cinema si ripresenta puntualmente, con “Last
sunrise” si torna a parlare di grande cinema e quando Carpenter parla di essere epici anche solo con una tastiera, probabilmente parla di
questo pezzo, che non stonerebbe in un Western, prima dell’impresa finale dei
protagonisti. Magari a Napoleone Wilson ea Bishop, sarebbe piaciuto fischiettare questo pezzo, aspettando lo scontro
finale.
Utopian Facade
Questo pezzo
ha qualcosa di “Blade Runner” e qualcos’altro che mi fa pensare che di tutti i
dodici pezzi e dei relativi film immaginari mai girati, questo è quello che
guarderei più volentieri, anche solo per capire che razza di film avrebbe
diretto Carpenter con in sottofondo questo pezzo, che potrebbe piacere anche
agli appassionati di Hans Zimmer.



Spin, spin… Spin the black circle!
Real Xeno
Parte
piuttosto piano, poi verso metà entra un giro di chitarra che sa tanto di
titoli di coda e saluti finali per il disco.
Se un altro Maestro
come Ennio Morricone, all’età di 87 anniha vinto il suo primo Oscar, anche grazie alle musiche riciclate da La Cosa, allora è bello vedere che ad un
passo dai 70 Carpenter metta in chiaro a quei due che ancora non lo avessero
capito, che come compositore è sempre stato fin troppo sottovalutato, se
Giovanni si è messo in testa di fare in campo musicale, quello che ha fatto al
cinema , la domanda che mi sorge spontanea è: dopo cos’avrà intenzione di fare
Maestro? Vincere il campionato NBA?
Me lo vedo
sistemarsi i baffi dopo una clamorosa “chase down” su Lebron James, no davvero!
Ormai il Maestro è incontenibile mi aspetto qualunque cosa, ma soprattutto
aspetto il tour e aspetto Carpenter qui ad agosto, sarà una figata sentirlo
incendiare Torino a colpi di sintetizzatore ed ora, una semi-citazione per
fomentarci immotivatamente!
Sei sopravvissuto a Cleveland, sei fuggito da New
York ed LA, ma questa è Torino, nessuno è mai uscito vivo da Barriera di
Milano!
Se volete
trovare un altro bel gruppetto di matti che da settimane si spara in cuffia
questo disco, fate un salto sulla pagina faccialibro de Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter
che ospitano i miei strambi commenti sul Maestro.
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