La produzione del terzo capitolo della saga di Jurassic Park è stata piuttosto travagliata, l’idea originale era far sfornare a Michael Crichton un nuovo romanzo da cui attingere, come fatto per il secondo capitolo. Personalmente andai a vedere questo film al cinema quando uscì nel 2001, di quella visione ricordo sì e no una scena e fino a qualche giorno fa, non ho più rivisto il film, posso dirlo, in tutti questi anni… Non mi sono perso davvero nulla di che.
Lo storico sceneggiatore di fiducia di Spielberg, David Koepp, aveva ipotizzato un soggetto che prevedeva Alan Grant impegnato ad indagare su alcuni omicidi causati dagli Pterodattili, ma l’idea venne respinta con perdite. Alla fine lo script del film è stato affittato ad un trio (di fenomeni): Peter Buchman, Alexander Payne e Jim Taylor. Il quadro si è completato quando anche Spielberg, ha fatto un passo indietro scegliendo come regista il povero Joe Johnston.
Johnston si era guadagnato la fiducia del regista con gli occhiali tondi grazie al precedente “Jumanji”, ma se devo dirla tutta, il mio film di Johnston preferito è l’ottimo “Le avventure di Rocketeer” di cui una volta di queste dovrei anche decidermi a scrivere qualcosa…
Parlando del secondo capitolo, ho sottolineato come a mio avviso il personaggio di Ian Malcom sia stato depotenziato e utilizzato malissimo, “Jurassic Park 3” da questo punto di vista completa l’opera, vi siete appassionati ai paleontologi Alan ed Ellie? Bene, con questo film vi faremo perdere la stima anche per loro!
«Sono il migliore attore degli anni ’90 e guardate cosa mi sono ridotto a fare» |
Lo script originale prevedeva di avere Alan e Ian di nuovo insieme sull’isola, ma poche settimane prima dell’inizio delle riprese Jeff Goldblum si ruppe una gamba e quindi fu necessario far sparire Malcom dalla sceneggiatura. Ora, se il Caosologo ci ha insegnato qualcosa, è che una cosa influenza un’altra e nulla accade per caso, quindi, io già mi immagino Goldblum con la sceneggiatura in mano del film, mentre si butta su delle rocce acuminate.
A grandi linee la trama è la seguente: Due pirla fanno parapendio vicino ad Isla Sorna, dopo un incidente si sperdono e per svariati minuti di film nessuno si cura più di loro. Intanto, Alan Grant (Sam Neill) è tornato a studiare i Raptor nel suo sito in Montana (per altro lo ritroviamo sullo stesso identico scheletro riportato alla luce nel primo film… mah!), ma sono tutti più interessati agli animali vivi presenti su Isla Sorna, piuttosto che a vecchie ossa polverose.
A proposito di cose provenienti dal passato, la vera novità è che Alan ed Ellie (Laura Dern) non sono più una coppia, la voglia di maternità di lei ha avuto la meglio su i bambini puzzano con buona pace del finale con Alan, Alexis e il piccolo Timmy abbracciati. Laura Dern, compare sullo schermo per 5 minuti non consecutivi, spero almeno che l’abbiano pagata molto bene…
Il momento chiave del film è il primo piano su Sam Neill mentre dice: “Nessuna forza, né in cielo né in terra, potrà trascinarmi su quell’isola”. Infatti, poco dopo Alan Grant viene contattato da due (O-D-I-O-S-I-S-S-I-M-I) Yuppies, pieni di soldi appassionati di escursioni estreme, Paul Kirby (William H. Macy che con i baffi è identico a Ned Flanders) e Amanda Kirby (una Téa Leoni che metterà a dura prova i vostri timpani, ma anche i vostri maroni), come fanno a convincere il paleontologo? Facile, aprendo il libretto degli assegni. Se volete vederci qualcosa di metacinematografico in tutto questo, siete liberi di farlo.
A mio avviso se le motivazioni che spingevano Ian Malcom ad andare su Isla Sorna nel film precedente erano stupide, quelle di Alan Grant lo sono ancora di più, in pratica gli sventolano i soldoni sotto il naso e lui si ributta a capofitto nella trappola mortale.
Non entro eccessivamente nel dettaglio della trama, ma sappiate che i due Yuppies e i due pirla con il parapendio non sono due sotto trame separate, la missione a scopo viaggio turistico, si trasforma presto in un’operazione di recupero e di salvataggio (della propria pelle), sorvolo sulle dinamiche, perché il modo in cui questo avviene, è qualcosa di assolutamente ridicolo, la scena che vede Téa Leoni alle prese con il megafono è imbarazzante, per chi l’ha scritta, per chi ha dovuto interpretarla e anche per noi spettatori…
I personaggi sono dei cliché con i baffi (nel caso di William H. Macy) e, in tutto il film, non si riesce a trovare uno scambio di battute memorabile nemmeno per errore. Joe Johnston ha tentato di distinguersi da Spielberg perseguendo sulla strada dell’introduzione di nuove razze di dinosauri. La principale new-entry del film è lo Spinosaurus, che non è un dinosauro che si fa le canne,eh? Ve lo dico giusto per informazione.
Di fatto Johnston grazie ad un veloce scontro tra il nuovo arrivato e il T-Rex, ci fa capire che lo Spinnocoso è il Ras del quartiere su Isla Sorna, quindi diventa lui l’animale simbolo di questo terzo capitolo e, onestamente, eliminare in maniera così frettolosa il T-Rex non mi è sembrata affatto una buona idea, anche perché quando penso a “Jurassic Park” la prima cosa che mi viene in mente è proprio il T-Rex, non sto Spinnocoso qua.
Per restare sul tema dei dinosauri in questo film, bisogna dire due parole anche sui Raptor. Vi capiterà sicuramente di notare che i feroci predatori qui sfoggiano delle curiose “Piume” sul cranio, perché i Velociraptor erano davvero dotati di questo curioso piumaggio, fu Spielberg nel 1993 a prendere in prestito il nome e la taglia, per creare una razza prima di ‘sto piumaggio da femminielli… Cos’è sta roba? “Priscilla la regina del deserto”? Via togli ‘ste piume!
Nel più classico caso di “Vita che imita l’arte” pochi anni dopo l’uscita del primo film vennero ritrovati alcuni fossili di Raptor privi delle caratteristiche piume e del tutto simili a quelli mostrati da Spielberg nel film, che presero il nome di Utahraptor, in onore del luogo del loro ritrovamento… La cosa ideale sarebbe stata che voi aveste letto queste ultime righe ascoltando “Aria sulla quarta corda” di Bach in sottofondo.
Tutta la questione del piumaggio sì, piumaggio no, nel film è riassunta dalla scoperta di Alan Grant sul modo di comunicare dei Raptor (bella forza Alan! Li hai visti in azione dal vivo!), il particolare verso con cui richiamano i loro compari, è prodotto da un osso che Grant stampa grazie ad una stampante 3D, che diventa protagonista di un’altra delle scene più idiote del film.
Ora, riesco a pensare a poche cose più anti-climatiche che i nostri protagonisti circondati da un gruppo di Raptor, messi in fuga da Alan Grant che suona ‘sto cacchio di osso posticcio come se fosse un Kazoo, nella classifica delle scene FACCIAPALMO, però questa si classifica solo seconda, perché “Jurassic Park 3” da questo punto di vista è una cornucopia di momenti imbarazzanti.
Trattandosi del film più nuovo della (fino ad ora) trilogia, bisogna dire che gli effetti speciali sono veramente i peggiori di tutte e tre le pellicole, questo probabilmente per via del massiccio uso di CG, preferito all’utilizzo dei classici effetti animatronici presenti, sì, ma in misura molto minore.
Scavare nella cacca… Meta cinematografia? |
La trovata del telefono ingoiato dallo Spinosaurus sembra quasi un omaggio al coccodrillo di “Peter Pan” (o del film “Hook”), per altro, la suoneria di questo telefono è urticante, una delle tante cose irritanti di questo film. Vi avevo promesso la scena FACCIAPALMO numero uno del film? Bene, sappiate che arriva nel finale delle pellicola, quindi, se non volete rovinarvi la sorpresa sappiate che si tratta di uno SPOILER.
L’Alan Grant di questo film è uno sfigato Paleontologo che nessuno si fila di pezza, i coniugi Kirby dichiarano che l’ambasciata americana non ne ha voluto sapere di aiutarli a raggiungere Isla Sorna per la loro missione e a casa negli Stati Uniti, Ellie Sattler è una (Ex?) paleontologa madre di due figli piccoli, famosa quanto il suo ex fidanzato.
«Se uno Spinosaurus vi sta attaccando, premete 1. Altrimenti restate in linea, Laura Dern vi risponderà il prima possibile» |
Bene, tra un montaggio alternato sullo Spinosaurus sull’isola e Barney in Tv, Alan riesce a chiamare Ellie, riesce appena in tempo a dire “Fiume” e “Sito B” prima di perdere la comunicazione (e il telefono) per sempre. Qualche minuto dopo, superato il pericolo dello Spinnocoso, sulla spiaggia di Isla Sorna arrivano, tenetevi forti: Quattro mezzi anfibi carichi di marines, tre elicotteri e…. Due portaerei!! Tutto questo per un paleontologo sfigato, fosse stato il presidente degli Stati Uniti chi avrebbero mandato? A beh, questa è facile, Jena Plissken.