Vergogna! Basta con questi seguiti e remake “politicamente
corretti” in cui si cambia il sesso ai personaggi della nostra infanzia solo per
far felici i buonisti! Ma dove andremo a finire? Cosa accadrà alla famiglia
tradizionale? Ai Marò! Ai bambini di Bibbian… No fermi, ma di che anno è questo
film? 1994!? Oh cacchio!
Ho fatto un po’ il cretino (cosa che mi viene quasi
naturale) ma l’argomento è caldissimo, cioè nel 2019 lo abbiamo fatto diventare
rovente perché con tutta questa rabbia nell’aria, ogni occasione è buona per
scannarsi sui Social-Così. Nel 1994 dopo il mezzo flop al botteghino del terzo capitolo, l’idea di un “The Next
Karate Kid” – come descrive il titolo originale facendo spallucce sul quel “Kid”
– era un passaggio naturale, anche perché Ralph Macchio nel 1993 ormai aveva trentatré
anni e pare non fosse più interessato a diventare il “Sylvester Stallone di
questa saga”, cosa che é puntualmente accaduta, vabbè andiamo avanti.
Avildsen, che dopo le scoppole prese con Rocky V, ha preferito cambiare aria e
dirigere “Otto secondi di gloria” (1994) piuttosto che un altro Karate Kid. Il suo
sostituto si chiama Christopher Cain, nome che potrebbe dirvi poco, a meno che anche
voi non siate venuti su guardando le repliche televisive di “The Principal –
Una classe violenta” (1987) e consumando la vhs di Young Guns – Giovani pistole. Se poi siete appassionati di gossip, Christopher
Cain è il padre (adottivo) di Dean Cain, il Superman della serie tv degli anni ’90
“Lois & Clark”, in pratica la preistoria dei super eroi sul piccolo
schermo.
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“Si va bene, non ho nessun Oscar da vincere questa settimana, posso venire a fare il vostro Karate film” |
Visto che questa rubrichetta di ripasso dei film di Karate
Kid procede sul filo della memoria, questo film devo averlo incrociato in
qualche replica televisiva, ma sono certo di averlo visto meno volte di
qualunque dei quindici o sedici (sei, per amore di precisione) seguiti di “Il
ragazzo dal kimono d’oro” (1987) vera imitazione italica del primo Karate Kid,
con Kim Rossi Stuart a suo modo davvero un “The Next Karate Kid”.
una nota a piè di pagina nel libro della storia del cinema, quasi gossip
come il rapporto tra Christopher e Dean Cain. Un titolo che è tornato alla
ribalta attorno al 2000, e ancora di più attorno al 2005, quando la sua
protagonista Hilary Swank ha vinto il suo primo, e poi il suo secondo Oscar
come migliore attrice, in entrambi i casi era davvero qualcosa di colorito da sottolineare
sui giornali che l’attrice di “Boys don’t cry” e “Million Dollar Baby”, avesse iniziato la carriera con “Karate Kid 4”.
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Fletto i muscoli e sono ne… no, niente. Lasciamo perdere. |
La trama sposta inizialmente l’azione dalla California del
sud a Boston, dove il maestro Miyagi si trova per ricevere una medaglia commemorativa
per i soldati Nippo-Americani che hanno combattuto con valore durante la
seconda guerra mondiale, trattandosi di una specie di santo laico, il nostro
San Miyagi da Okinawa già che passava di lì, offre il suo aiuto ad un’amica e
alla sua scapestrata nipote, Julie Pierce (Hilary Swank), personaggio dagli
spunti di partenza tanto interessanti quando afflitti da sfiga.
un incidente stradale tre anni prima, e nemmeno quelle due lezioni di Karate
che ha preso alle medie sono servite a sistemarle i Chakra, per questo
maniaco sessuale di
cazzarola! Se ha funzionato con quella calamità per bulli di Daniel LaRusso funzionerà
anche per Julie no?
la conoscenza di un gruppo di simpatici ragazzi che a scuola s’impegnano
tantissimo a far rigare tutti dritti: maglietta nera aderente infilata
rigorosamente dentro i Jeans, logo della loro organizzazione di colore bianco
nero e rosso, portato orgogliosamente sul braccio, questi fieri e arditi individui
rispondono al nome di
quanto sono cattivi, vi dico solo che il loro comandante in capo – una specie
di insegnante di ginnastica, che probabilmente sul comodino accanto al letto ha
un solo libro, il Mein Kampf – si chiama Ned e ha la faccia da schiaffoni di Michael Ironside. L’uomo che ti fa
esaltare anche quando interpreta il più infame dei cattivi, anzi, forse proprio
per questo ti fa esaltare!
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“Così tu essere a mia altezza Michael Ironside San” |
Mentre io rifletto sul fatto che tra “Cobra Kai” e “Alpha
Elite”, i ragazzi americani hanno una sinistra propensione ad
abbracciare precetti degni della destra più estrema il film prosegue, e Julie
si guadagna la nostra simpatica. Cioè, ecco più o meno!
da un vecchio maniaco Giapponese, ed appena arrivata nella nuova scuola, la gioventù Hitleriana
cerca in tutti i modi di invaderla come se fosse la Polonia, adducendo motivazione
del tipo: sei carina, vieni a “farti conoscere” laggiù dove ci sono le
panchine. Cioè sareste un po’ nervosi anche voi no? Magari non così nervosi da
arrivare a minacciare «dirò a tutti che hai l’AIDS!» al primo non fanatico di
estrema destra che prova a rivolgerti la parola, ovvero Eric McGowen (Chris
Conrad) che malgrado l’esordio non proprio dei più rosei, diventerà una specie
di boh, fidanzato, interesse amoroso, tromba-amico vai a capirlo.
che avevo l’AIDS»
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“Guarda che lo so che hai l’AIDS, hai l’alone viola intorno” |
Ah ma voi lo avete visto iniziare così questo film, non
proprio nel migliore dei modi ma “Karate Kid 4” è pieno di momenti bellissimi,
tipo quando Julie per scappare da tutto e da tutti, corre sul tetto della
scuola a parlare con un gigantesco esemplare di aquila calva americana. Seguendo
questo principio sui tetti della scuola Indiane cosa ci sono? Gli elefanti indiani?
momenti bellissimi non mancano, tipo tutte quelle scene così divertenti di
convivenza tra un maestro abituato ad anni di allievi maschi e la sua nuova
allieva, rappresentante dell’altra metà del cielo. Non vi dico le risate nel
vedere il Miyagi con lo specchio del bagno strapieno di roba, oppure quando
arrossisce entrando in camera di Julie senza bussare prima, oppure mentre lei si
ammazza di musica rock alle due di notte. Quanto ho riso! Un casino davvero
grasse risate, ho riso tantiiiiiiiiissimo, specialmente alla battuta di Miyagi:
«Con ragazzi è più facile» cosa maestro? Cosa è più facile? Non gettare ombre
ambigue sui film della nostra infanzia! NON OSARE!
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Momenti equivoci (nel 2019 ti becchi un’accusa di molestie per molto meno) |
Quando poi Julie, davanti al vecchio trucco del «Dai la
cera, togli la cera» guarda il maestro con un espressione tipo «che cavolo stai
dicendo Willis?», il vecchio Miyagi capisce la differenza tra i maschietti e
femminucce: le ragazze sono più sveglie capiscono le cose prima. Proprio per
questo chiede aiuto al vicino monastero dei monaci trappisti benedettini Shaolin, toh! Pigliatevi sta sciagura futura premio Oscar prima che la
strangolo!
della penitenza hanno fatto voto di silenzio e vivono in armonia con la natura,
Julie in un posto così fa più o meno la figura del Rat-Man della situazione, specialmente quando cerca di spiaccicare uno scarafaggio
che corre lungo il tavolo da pranzo. SACRILEEEEGIO! Era il rarissimo “scarrafone
vulgaris”, mancargli di rispetto denota un’anima poco incline al perdono e altre
amenità da fricchettoni del genere. Che ora io capisco tutto, anche che Julie non
sia proprio il massimo della simpatica (anche se dopo tre film con LaRusso,
ormai siamo pronti a tutto) però voglio dire mangiare con gli scarafaggi sul
tavolo, e che schifo però!
Voi direte: «È previsto che si veda del Karate? Nel vostro
film sul Karate?» ecco questa parte qui è come al solito in carico al solito Pat E. Johnson, qui nelle vesti di
coreografo, i salti, saltini e balzelli che rappresentano il nuovo Kata per
questa “The Next Karate Kid” sono farina del suo sacco. Poi diciamo che con Hilary
Swank gli è andata già bene, la ragazza arrivava da un passato come ballerina e
nuotatrice, e rispetto a quel manico di scopa denutrito di Ralph Macchio non
dico che sembri Chuck Norris, ma quasi.
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E Ralph Macchio… MUTO! |
Però oh! Adesso basta con tutto questo Karate, mettiamo una
bella scena dove Julie fa ballare tutti i monaci trappisti benedettini Shaolin
sulle note di “Dreams” dei Cranberries, dopo aver riguadagnato la loro fiducia salvando
la vita ad una mantide, che si faceva allegramente i cazzi suoi appesa ad una
foglia.
egregiamente, un insetto che Madre Natura avrebbe lasciato scomparire, si
tratta di una rarissima e pericolosissima mantide religiosa assassina mutante (e
forse anche Ninja, perché spiava un po’ le tecniche dei monaci) che
riproducendosi compulsivamente, arriverà a scatenare una piaga degna della Bibbia,
prima sulla città e poi sul resto del mondo distruggendo l’intera
umanità!
sopra i sessanta, qui usa tutto il suo equilibrio interiore per dare
lezioni di bowling ai monaci, io mi rifiuto di aggiungere anche solo una
singola riga di commento per onorare l’ultima apparizione dell’attore nel suo ruolo più
famoso, ma in questa commedia romantica con monaci trappisti e
gravissime devastazioni inflitte alla flora, alla fauna e ai maroni degli
spettatori, non può mancare il ballo della scuola – qui in versione Bungee
jumping, vi prego piuttosto chiedetemi qualcosa sul karate-bowling di Miyagi, ma
non di commentare questo! – che viene rovinato all’intervento
della milizia di
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“Siamo nel 1994 non puoi twittare #MeToo”, “Infatti penso che ti lascerò a terra MenaToo” |
I giovani “Alt-right” ante litteram sono passati dal volersi
accoppiare con Hilary Swank a volerla più dolcemente gonfiare come una zampogna
(e cui si intravede una sottile metafora sulla condizione della donna nella
società occidentale, oppure una sceneggiatura di merda, fate voi), ma sta di
fatto che Michael Ironside dispensa ordini e cattiveria ai suoi ragazzi, e Christopher
Cain se non altro ci risparmio l’ennesimo torneo di Karate, anche perché come
mossa finale Julie avrebbe giusto potuto cantare un pezzo dei Cranberries e
poco altro.
sempre quella di Stallone, come in Rocky V lo scontro finale avviene per strada, e siccome l’Alpha Elite non era
ancora abbastanza cattiva, tra le sue fila spunta anche Charlie, interpretato
dai dentoni di quel futuro mito che sarà Walton Goggins. Time Out Cassidy!
cattivi ha avuto Michael Ironside e Walton Goggins (insieme!) ed è riuscito a
fare pena lo stesso. Fine del Time Out, torniamo al film.
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Chiedetevi perché Walton Goggins è diventato famoso grazie alla tv, al cinema faceva film così! |
Non vorrei spingermi a dichiarare che quello tra Pat Morita
e Ironside sia forse il peggior combattimento mai visto in un audiovisivo negli
ultimi trent’anni, lascio ad altri l’annoso problema di stilare questa
ipotetica classifica, ma nel caso, ricordatevi di “Karate Kid 4”. Sta di fatto
che tra sabbia lanciata negli occhi e ritrovato equilibrio interiore, Julie
sbaraglia la concorrenza e vince. Spettatori in piedi ad esultare, non tanto
per il trionfo, quando per i titoli di coda venuti a salvarci!
formula, e anzi spreca il personaggio di Julie, perché Daniel LaRusso era uno
che i bulli li attirava e li provocava, un ragazzo a cui mancava una figura
paterna, arrivato a trovarne una in un vecchio maestro di Karate di Okinawa.
Julie poteva essere interessante allo stesso modo, la sua “rabbia giovane” (vi
sfido a trovare un altro blog dove Terrence Malick viene citato per parlare di
“Karate Kid 4”) era un argomento con cui molti ragazze e ragazzi avrebbero
potuto riconoscersi, invece è stato tutto sacrificato sull’altare del Bowling e
dei Cranberries. Che poi a me sono anche sempre stati simpatici i Cranberries cazzarola!
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“Ora Michael Ironside San, Miyagi farà esplodere tua testa, capito? Esplodere? Umorismo di Okinawa” |
No, “Karate Kid 4” sarà sempre una nota a piè di pagina nel
grande libro della storia del cinema, una parentesi (rosa?) tra le parole «la
vincitrice dell’Oscar» e «ha esordito con», ma forse è tutto qui, onore a
gloria ad Hilary Swank, che davvero ha fatto la gavetta, quella vera, superando
a destra anche Ralph Macchio. Già Ralph! Che fine ha fatto? Di questo ne
parliamo la prossima settimana, intanto vi ricordo la recensione di questo film
scritta da Willy l’Orbo, sulle pagine del Zinefilo!