Ultimo film visto al ToHorror di quest’anno, ultima chicca piazzata nel programma dagli organizzatori del festival, che per pescare questa follia sono andati fino in Olanda, patria dei registi Steffen Haars e Flip van der Kuil, due ragazzi di cui dovrò esplorare la filmografia, perché il loro esordio in lingua inglese mi ha conquistato!
La sinossi? Un “Home invasion” dove una famiglia estremamente cattolica deve guardarsi da una banda di criminali russi, il tutto con l’intervento di Gesù. Qui le cose sono due, o siete corsi a cercare di acquistare una copia in Blu-Ray del film o siete scappati e basta.
In realtà “Krazy House” è ancora più folle, anarchico, violento, satirico ed eretico di quanto potreste immaginare, quando distribuivano il senso del dubbio dello stare esagerando davvero troppo, Steffen Haars e Flip van der Kuil erano probabilmente in qualche coffe shop o che so io, perché il loro film ambientato nel 1990 inizia come una di quelle sit-com recitate con il pubblico nello studio a ridere alla battute e a ripetere i tormentoni («Oh my gosh, what a mess!»), che strizzano l’occhio ai vari “Genitori in blue jeans” oppure “Casa Keaton”, con la differenza che qui la famiglia protagonista sono i Christian di (cog)nome e di fatto visto che sono un filino cattolici e tutti in fermento per l’arrivo della Pasqua.
Anche perché papà Bernard “Bernie” Christian è invasato, avvolto in un orribile maglione a tema troviamo Nick Frost in un ruolo da Peter Griffin con dentoni e pericoloso sistema lavapavimenti da lui stesso collaudato, per lui una prova da cartone animato umanoide da applausi, anche per il modo in cui riesce ad incarnare il Dogma della fede del suo personaggio che sia la versione nuovo e vecchio testamento, dipenderà dal momento.
Mamma Eva è impersonata da una Alicia Silverstone ormai saldamente al centro del caldo abbraccio del cinema horror, che l’ha recuperata dal dimenticatoio e con cui sta cercando di dare un colpo di coda alla sua carriera.
I due figlioli Christian sono gli adolescenti Sarah (Gaite Jansen) e Adam (Walt Klink) la prima sogna un fidanzato, il secondo amici, qualcosa che non sia per forza legato alla Chiesa e per raccontarci tutto questo Steffen Haars e Flip van der Kuil scelgono il vecchio 4:3 e il formato della sit-com. WandaVision, la porzione di puntate con Earl in coma? Ecco tutta quella roba lì, una soluzione ad una prima occhiata facilona che permette a Nick Frost di fare davvero il cartone animato umanoide, anche quando rompe il rubinetto della cucina e per sistemarlo, essendo il tipo di maschietto nato con due mani sinistre per i lavori di casa, si affida a papà Pjotr (Jan Bijvoet) e i suoi due figli Dmitri con il suo notevole mullet (Chris Peters) e Igor (Matti Stooker), tre facce da galera che si propongono come tutto fare, e avessero solo le facce da galera!
I tre criminali russi cercano qualcosa in casa, per farlo la devasteranno un centimetro alla volta, alla faccia dell’esaurimento nervoso di mamma Eva e mandano in pezzi la famiglia: sesso pre matrimoniale, droga, alieni verdi da sballo potente, grazie al tono da Sit-Com a cui qualcuno improvvisamente inclina il piano sotto i piedi del pubblico, assistiamo ad un passaggio da “Genitori in blue jeans” ad una puntata di “South Park”, anzi oserei citare la puntata in particolare con la statua della Madonna che sanguina, perché il livello di satira, se non proprio blasfemia è più o meno quella.
Questa atmosfera comica permette di rendere accettabile per noi spettatori una situazione che altrove, sarebbe più drammatica di che so, “Funny Games” (entrambe le versioni), come fa papà Bernie a sopportare tutto questo? Affidandosi alla sua Fede, visto che nel corso del film gli compare, come faceva l’Arcangelo con Fantozzi, proprio lui, il figlio del capo, Gesù impersonato da Kevin Connolly che parla per enigmi, ennesima occasione per i due registi per sfottere anche la religione, dopo essersela presa con l’American Way of Life e tutti i tick dei Russi, in un film che è davvero il più democratico che possiate vedere, “Krazy House” li prende per il culo tutti quanti sbattendosene di tutto.
Eviterò volontariamente di raccontarvi le svolte, scopritele da voi, anche se malgrado una parte della produzione del film sfoggi la firma di Prime Video, secondo me sarà dura vederlo in sala o su qualche piattaforma, sicuramente non nell’anno del Giubileo (Kevin Smith docet!) anche perché come dire, a suo modo “Krazy House” trasforma una Sit-Com in un vero massacro, in cui NESSUNO, viene risparmiato, neanche quella porzione di personaggi che di solito in produzioni più pettinate portano a casa la pelle.
Giusto per dirvene una, Steffen Haars e Flip van der Kuil sanno benissimo che la regola insegna che il cattivo deve morire urlando per essere cinematograficamente punito per i suoi peccati, qui succede quasi la stessa cosa, nel senso che le urla ci sono, in una versione della classica punizione del cattivo che osa solo quello che fino ad ora, aveva osato solo Paul Verhoeven, non a caso anche lui olandese, non vi aggiungo altro, perché già così so che vorreste vederlo questo film.
Il bello di un “Home invasion” con Gesù e Nick Frost è proprio il modo in cui “Krazy House” si sviluppa sfoggiando un tipo di irriverenza anarchica sulla scia di roba tipo “Guest House Paradiso” (1999) o giù di lì, in questa edizione del ToHorror di film matti con trame comiche e irriverenti ne abbiamo visti, “Krazy House” è riuscito comunque a fare il vuoto in maniera sorprendente, complimenti per il coraggio di averlo messo nel programma, ma anche da questo punto di vista il ToHorror è una garanzia.
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