Le principali piattaforme di streaming sono come la
scatola di cioccolatini di Forrest Gump, non sai mai quello che ti capita. Ad
esempio Prime Video si è giocata la carta di “La guerra del domani”, film che
richiede una breve introduzione.
Complice una pandemia globale, ormai non è chiaro se alcuni dei
film che stiamo vedendo in streaming fossero stati pensati per uscire in sala,
oppure se sono stati comodamente dirottati sul piccolo schermo, perché tanto
alla fine chi lo sa quanto incassano questi film. Possiamo ancora ragionare in
termini di incassi? Siamo passati dal contare il numero di biglietti staccati
al botteghino al numero di “click” portati a casa? In questa zona grigia le
case di produzioni fanno melina e uno come Chris McKay, che fino ad oggi aveva
diretto LEGO Movie Batman, può
rilasciare interviste in racconta che il suo “The Tomorrow War”, pare abbia
avuto una produzione travagliata come quella di I cancelli del cielo (anche meno Chris, anche meno) e che finalmente
può iniziare a sperare che il suo film su “Nightwing” (per chi non lo sapesse,
Robin cresciuto che vola con le sue ali) che da tempo sogna di dirigere.
“La guerra del domani” comincia in medias res, pronti via, con i protagonisti che entrano in gioco
dal cielo, come giocatori in una nuova partita di uno sparatutto, oppure come
Checco Zalone, al grido di “Cado dalle nubi”. Forse una delle tante citazioni
di un film che è un rimasticone di tante idee già viste altrove.
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Giocatore uno, premi START per cominciare. |
Piccolo salto indietro e il film sceneggiato da Zach Dean, si impegna a presentare personaggi e la situazione di partenza: Chris Pratt è
il vostro tipico padre di famiglia [BARRA] scienziato [BARRA] ex militare
[BARRA] americano medio con una figlia piccola che da grande vorrebbe essere
proprio come lui, ovvero una militare [BARRA] scienziata, anche se papà
preferirebbe che facesse solo la scienziata, senza nessuna [BARRA].
La moglie di Chris Pratt è una sprecatissima Betty
Gilpin, una che ha dimostrato che per cazzutaggine manifesta e se ne avesse avuto la possibilità, qui avrebbe preso a
calci in culo gli invasori rendendo “La guerra del domani”, un cortometraggio
di cinque minuti, invece qui è una generica casalinga [BARRA] madre di famiglia
[BARRA] comparsa fermaposto.
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Betty lasciatelo dire, hai bisogno di un nuovo agente, il prima possibile. |
Mentre Chris Pratt non riesce a farsi assumere come
scienziato, ma durante la finale dei campionati mondiali di calcio, l’evento
televisivo americano più seguito (e da questo si capisce che “La guerra del
domani” è un film di fantascienza), un gruppo di soldati armati fino ai denti
irrompe in campo attraverso un portale spazio dimensionale violaceo. Non ci
sono giocatori della Juventus schierati tra le fila delle due nazionali sul
campo, altrimenti sarebbe stato rigore.
Dei novelli John Connor arrivati da 30 anni nel futuro,
nessuno di loro ha una frase ad effetto tipo «Vieni con me se vuoi vivere»
anzi, al massimo il contrario, visto che come Cassandra il plotone porta un
messaggio dal futuro: nel 2000 e fischia (rigore!) stiamo perdendo una guerra contro dei
mostri invasori, per vincerla dovete iniziare a fare qualcosa oggi. Quindi in
una corsa all’arruolamento che ricorda uno Starship Troopers senza la satira sul fascismo, in quello che più che un Terminator
alla rovescia (Rotanimret) ricorda un po’ All’ombra della luna (per citare la concorrenza di Netflix), gli eroi di domani,
vanno cercati oggi. La citazione agli Elii
parte in automatico.
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“Andate avanti voi, noi vogliamo vivere” |
Lo avete notato il gancio con la cronaca contemporanea?
Mi sembra anche superfluo sottolinearlo visto che fuori da questa Bara, sarà
pieno di dotti saggi pronti a spiegarvelo, ma l’idea di cambiare le abitudini
oggi, per salvare il futuro, ricorda molto il buon senso per cui, amico mio,
magari il suo SUV alimentato a bambini e piccoli animali in via d’estinzione
non è proprio più il caso di usarlo, ora che il surriscaldamento globale è un
problema così grave. In ogni caso “The Tomorrow War” sbriga la pratica
piuttosto velocemente senza stare troppo a ricamarci sopra (grazie Chris McKay!)
per soffermarsi invece quanto basta sull’inevitabile “spiegone” sul
funzionamento del viaggio nel tempo, riassunto come una sorta di buco spazio
temporale, un tunnel tra due punti fissi nel tempo che funziona secondo il
principio di Napo orso capo: «Non si sa come fa, ma finché lo fa…».
L’idea che l’umanità stia, scientificamente parlando,
sotto il cielo in, balia degli eventi è piuttosto credibile, certo bisogna
stringere i denti sulla continua ricerca di leggerezza dei dialoghi, che penso
sia anche un po’ dovuta alla presenza nel cast di Chris Pratt. Se questo film
fosse stato affidato a Bruce Willis (sarebbe stato Cosmic Sin) oppure ad un Gerald Butler qualunque, sarebbe stato
sicuramente più “musone”, ma con Star Lord in giro, tutto deve essere molto
yeah yeah! (termine tecnico), perché tanto con Pratt come protagonista, sembra
sempre tutto una commedia romantica.
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“Sei talmente brutto che mi fai rimpiangere i miei Velociraptor ammaestrati“ |
“La guerra del domani” è un film sui legami di famiglia,
anzi aggiungerei un film ultra conservatore sui legami di famiglia. Lo so che
gli americani stanno in fissa con questo tema, da Toretto alla Pixar è
impossibile sfuggire all’unico, solo filo rosso che unisce insieme tutta la
filmografia Yankee degli ultimi boh, mille anni? La guerra è il “metaforone”,
sparando e uccidendo gli invasori ne usciremo come Americani migliori e come
una famiglia più forte è unita, infatti la scelta di casting più azzeccata è
stata quella di assegnare al mitico J. K. Simmons (che qui recita in ciabatte e bicipiti gonfi,
ma resta comunque il più carismatico di tutto il film), il ruolo del nonno
reduce del Vietnam, che non ha più un rapporto con il figlio, ma in quanto
caratterizzato circa come uno di quelli che aspetta seduto sul portico di casa,
con lo schioppo caricato a pallettoni, l’arrivo di Messicani [BARRA] Alieni
[BARRA] Alieni Messicani per dargli un po’ di benvenuto Yankee, torna buono
contro i nemici di turno, che si chiamano qualcosa tipo le Idra pallide, non ho
ben capito, in ogni caso hanno una regina da abbattere per vincere, perché il
modello di Aliens – Scontro finale
non si cambia, si copia e si replica all’infinito, in segno di eterna devozione
al capolavoro di Jimmy Cameron.
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Passano gli anni e il vecchio J.K. diventa sempre più minaccioso (ancora di più intendo!) |
Meriterebbe due parole anche il personaggio di Yvonne
Strahovski, nuovamente alle prese con alieni invasori, la sua soldatessa del futuro, messa a capo delle manovre belliche
(la citazione ad un film con Edwige Fenech mi è venuta fuori per caso, storia
vera!) sarà per voi una sorpresa della trama, solo se in vita vostra avete
visto due film e il secondo, era proprio quello con la Fenech. Mettiamola così,
il “wibbly-wobbly” (Cit.) temporale non lascia troppe sorprese, qui siete tutte
Bariste e Baristi di mondo, sono sicuro che avrete già capito dove Chris McKay
vuole andare a parare con il personaggio di Yvonne Strahovski (salute!).
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“Tra alieni e ancelle, spero presto di passare alla lettera “B” dell’alfabeto” |
Tutto da buttare? Per niente. I 140 minuti di durata del
film sono fin troppi, anche perché la sceneggiatura non butta davvero via
nulla: se nella storia compare un fanatico di vulcani, state certi che senza
troppe soprese, quella che sembra una gag ad uso ridere, tornerà buona nella
trama, il che di norma è un bene. Ma malgrado qualche lungaggine, quasi tutte
dedicate a sottolineare con il pennarellone a punta grossa quanto sia
importante la famiglia [BARRA] i rapporti di parentela [BARRA] il fondamento
della società Yankee, “La guerra del domani” ha un ritmo più che decente,
insomma il giorno in cui Chris McKay riuscirà a gestire questo suo talento,
diventerà un regista con gli attributi, per ora è ancora quello in grado di
mettere a segno la fantastica scena iniziale di LEGO Movie Batman, per poi far procedere il film in modo lento e
pesante.
Quando McKay ha l’interruttore su “acceso”, il suo film
procede che è una meraviglia, l’abbondante CGI tiene abbastanza botta, le
creature sono spesso ben omologate allo sfondo quindi risultano credibili, ben
disegnate e decisamente minacciose. Le sparatorie non mancano e se il film
fosse uscito in sala, i dotti saggi che popolano la rete lo avrebbero definito
un “Pop-Corn Movie” ideale. Io che invece non sopporto i Pop-Corn (mi restano
incastrati tra i denti, che fastidio) posso dirvi che le creature albine,
sembrano uscite da un albo di B.P.R.D. Inferno sulla Terra, anzi spero proprio che siano un omaggio alle “Creature
pipistrello” di John Arcudi, non mi stupirebbe, visto che il film è pieno di
momenti che ricordano altre storie e altri film.
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Ok, gli autori del film leggono B.P.R.D. |
Tutto si risolve a revolverate e con quel pizzico di
“America FUCK YEAH!” che ci si può aspettare da un film così, per altro messo a
disposizione sulla sua piattaforma da Prime Video, pochi giorni prima del
giorno dell’indipendenza, che come ci ha insegnato il cinema, è il giorno in
cui gli americani festeggiano la loro liberazione dagli invasori alieni che volevano impedir loro di possedere un
fucile, come recita il secondo emendamento. Forse ho fatto un po’ di confusione,
ma mai quanto Chris McKay credetemi!
Risultato finale: anche quest’anno gli americani hanno
fatto due botti per il giorno dell’indipendenza, il film tutto sommato è un
riuscito “rimasticone” che si lascia guardare, malgrado la predica in stile
“Family Day” ma in generale, credo che finiremo per dimenticarlo piuttosto
velocemente. In ogni caso il giorno in cui Chris McKay imparare a gestire il
ritmo dei suoi film, senza impantanarsi ancora sul tema della famiglia (che poi
era centrale anche in LEGO Movie Batman,
ora che ci penso) avremmo un fior fior di regista, per ora invece, un decente
intrattenimento e poco più.