Avevo un solo libro di Joe R. Lansdale che non era ancora riuscito
a leggere, poi mi sono ricordato: Hey! Ma io ho una rubrica su Batman cosa sto aspettando? Ed eccomi qua.
che lega l’edizione italiana di questo libro (Edizioni BD, 2007) a Batman,
perché il titolo italiano “La lunga strada della vendetta” è prolisso ma
abbastanza anonimo. Francamente preferisco molto di più il titolo originale “Batman:
Captured by the Engines” non solo perché mette in chiaro chi sia il protagonista
della storia, ma anche l’origina della minaccia che il crociato di Gotham si
ritroverà ad affrontare.
che le tematiche care allo scrittore Texano, tendono a ritornare spesso nei
suoi libri, come ad esempio la passione per Batman. Molti dei personaggi dei
suoi romanzi (Hap Collins ad esempio
lo fa sempre) leggono fumetti dell’Uomo Pipistrello, e lo stesso Lansdale ha
scritto alcune storie a fumetti del personaggio, tra cui proprio questo
romanzo, che non è altro che una versione ampliata di una sceneggiatura scritta
originariamente nel 1991 da Joe per i fumetti di Batman.
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Beh dai, la copertina originale al pari del titolo, è leggermente meglio no? |
Altra fissazione del nostro Texano preferito? Le vecchie
automobili nere portatrici di morte. Una era protagonista del suo romanzo “Il
lato oscuro dell’anima (1987) ma a ben guardare una “muscle car” dello stesso
colore, era presente anche in un altro fumetto di Big Joe, Laggiù nel profondo.
opposti uno all’altra, una Thunderbird nera che spara Rock ‘n’ Roll dallo
stereo mentre uccide gli innocenti (un po’ come farebbe Christine) e il Cavaliere Oscuro di Gotham City. Ma prima bisogna
risolvere un problema di natura “tecnica”, ovvero le naturale differenze tra il
formato che normalmente ospita Batman, ovvero quello dei fumetti, e un romanzo
pulp come questo.
narratore esterno, dopodiché Lansdale sceglie di tradurre i monologhi interiori
di Batman, che da anni siamo abituati a leggere tra le didascalie dei fumetti,
sotto forma di pagine di un diario che il crociato di Gotham aggiorna dopo ogni
sortita notturna, un po’ per riflettere sugli eventi, un po’ per testimoniare i
“casi” a cui lavora, ma soprattutto per riferire il suo stato d’animo al fedele
maggiordomo Alfred, che in quanto “diurno” di solito la notte dorme, almeno, quando
non resta in piedi in ansia, per il ritorno di padron Bruce.
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Un’automobile nera si, ma non proprio questa qui. |
Le pagine di questo Bat-diario sono la prova che Champion
Joe conosce davvero bene il personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger, ed è
stato molto bravo a trovare il modo di calare un personaggio così popolare all’interno
della dimensioni di un romanzo Pulp. Le descrizioni di come Batman combatte,
oppure piomba sui suoi nemici silenzioso e letale, come solo qualcuno che
conosce molto bene le arti marziali può essere – altro argomento in cui il
nostro Joe eccelle – dovrebbero essere riletti da chiunque decida di raccontare
Batman, magari al cinema.
muovere l’Uomo Pipistrello in territori non proprio ottimali per lui, ad
esempio con la lunga scena della ragazza-madre. Diventa anche divertente
immaginarsi Batman in coda in un negozietto, per comprare una confezione di pannolini
per il bambino. Questo portare il Cavaliere Oscuro fuori dalle ombre in cui
normalmente si muove, è del tutto funzionale all’avversario che dovrà
affrontare, si perché è qui che Lansdale osa portando la storia nel suo campo
da gioco, uno più vicino alle solite ambientazioni dei suoi libri.
Da vero cantore del “weird” e del pulp, Champion Joe
introduce una tribù indiana (del tutto inventata da lui) che vive nella riserva
fuori da Gotham City, e al tormentato sceriffo locale: un mezzosangue
ironicamente ribattezzato Viso Pallido. Mescolando motori e tradizioni indiane,
lo scrittore Texano agita un po’ le acque facendoci fare un giro, forse più
lungo del dovuto, ma come al solito scritto molto bene.
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Ok ho capito, tutte le locandine sono meglio di quella Italiana. |
Gli elementi sembrano opposti, Batman, una serie di omicidi,
una Thunderbird nera misteriosa e tutti gli indizi che sembrano ricondurci fuori
da Gotham City. Non è impossibile capire chi è l’assassino in questo “giallo”,
il bello è farsi condurre per mano da Lansdale attraverso una soluzione che non
può che essere sopra le righe, quindi molto fumettistica.
Alfred) è molto classico, e come al solito la descrizione dei momenti d’azione
è sempre piuttosto accurata, in qualche modo sembra di leggere un episodio di “Batman:
the animated series”, però scritto da qualcuno con una particolare propensione
per il sangue e le trovate assurde. Insomma di sicuro non è il più grande libro
mai scritto da Joe R. Lansdale, e nemmeno quello che mi sentirei di consigliare
a chi non ha mai letto un suo romanzo per cominciare, ma è l’insieme di due
cose che prese singolarmente funzionano, e che Lansdale con il suo talento,
trova il modo di far girare anche qui, trasformando il tutto in una lettura
veloce e divertente.
origini per l’Uomo Pipistrello, un personaggio ispirato in parte ai vecchi eroi
Pulp degli anni ’30, quindi per lui una specie di ritorno alle origini nella
sapienti mani di Champion Joe.
Vi ricordo la Bat-rubrica della Bara Volante!