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Le notti proibite del Marchese De Sade (1993): dolore? qui ne avrete in quantità!

Il dolore, quello vero, altro che il divin Marchese, oggi vi porto quella sofferenza un po’ sadica che solo un film controverso può provocare, oggi parliamo del titolo più famigerato della filmografia di un Maestro fin troppo bistrattato come Tobe Hooper.

Il regista Texano ha passato una fase complicata della sua carriera, infatti per una buona porzione della sua filmografia si è accasato alla Cannon, con l’apice di questa fase rappresentata dal grande ritorno sul luogo del delitto (anzi del massacro) con il seguito del suo film manifesto, ovvero Non aprite quella porta – Parte 2Purtroppo sapete come si è conclusa la storia, la Cannon è finita zampe all’aria e con essa molto probabilmente anche gli anni ’80.

Una volta dovrei trovare l’occasione di scrivere del bistrattato “I figli del fuoco” (1990), ma oggi siamo qui per soffrire e festeggiare il compleanno di un film riassunto dalla sua fantasiosa e bizzarra pre-produzione, uno di quei casi che ricorda un po’ quanto ti richiama l’ex di turno e per due minuti tu ti illudi che sì, potrebbe funzionare. Dolore, quintali di dolore.

«Ho guardato questo film con un occhio solo, guardate il risultato»

A produrre questa volta è quello che resta della Cannon, ovvero Yoram Globus, che intanto aveva dato vita alla sua Global Picture, ereditando dalla sua collaborazione con Harry Alan Towers alcuni elementi chiave, per prima cosa la presenza di Robert Englund, che proveniva da una serie di disastri al botteghino, tanto che Towers tirò fuori l’ideona: abbiamo Englud sotto contratto? Facciamo un film sulle paure dei giovani e lo chiamiamo “I am your nightmare”. A quel punto devono avergli fatto notare la cazzata.

Nessun problema, passo indietro, Towers pensa di riproporre il suo “De Sade 70” (1969) il film diretto da Jesús Franco, ma a quel punto Globus non è convinto di produrre un film erotico. Ehi ma ci sarebbe qui Tobe Hooper! Abbiamo lui, abbiamo Englud e facciamolo ‘sto horror! Questo spiega perché “Night Terrors” (titolo originale del film di oggi) per un po’, nella confusione generale, è passato come il Nightmare, quel Nightmare, però firmato da Tobe Hooper, posso dirlo? Il regista Texano aveva già diretto un episodio della serie TV “Freddy’s Nightmares”, ma la prima (e non ultima) collaborazione tra lui ed Englund si è tradotta in beh, “Le notti proibite del Marchese De Sade”, che è una roba che fa reparto, perché gioca in una categoria di bruttezza tutta sua.

Una volta ho sognato di essere inseguito da un’aragosta gigante, ma questo è peggio.

Girato con la fretta nel cuore in Israele e terminato appena in tempo per la sua prima italiana al “Dylan Dog Horror Fest”, che ai tempi era una bella vetrina, dove immagino siano rimasti tutti spiazzati da quello che in realtà sarebbe un film erotico, a cui hanno tolto le zozzerie per metterci (un po’) di horror e che di sicuro, non somigliava a Nightmare, non quel Nightmare almeno.

Sulle note dell’Overture de “La gazza ladra” entra in scena Bebo Storti nei panni del mitico conte Uguccione, sarà per via della sua battuta tormentone che è finito a farsi torturare nella Bastiglia? Come dite? Quello è Robert Englund che interpreta il marchese De Sade? Meno male che Englud non voleva più recitare truccato eh? 

Englund e il dolore che solo ore di sala trucco possono provocargli.

Mentre il nostro invoca colpi di frusta bagnati nell’aceto per rendere la sferzata più pungente e si fa squagliare un occhio con l’acido (tranquilli, non si vede niente è un film erotico questo!), la storia continuerà a rimbalzare tra la Bastiglia e l’Alessandria dei giorni nostri. Anche perché se anche voi foste giovani come la protagonista e costretti a stare nella provincia piemontese, anche voi due frustate ve le fareste dare volentieri… Ah non è quella Alessandria? Vabbè cambia poco. 

Cosa fare a Denver ad Alessandria quando sei morto arrapata.

Ad Alessandria sì, ma in Egitto, sbarca la bionda Eugenie, detta Genie (la ballerina Zoe Trilling, evidentemente NON scelta per le sue capacità recitative), arrivata per stare con il padre, una specie di archeologo alla ricerca di un artefatto MacGuffin, che più che altro serve a giustificare un ruolo per uno degli attori feticcio di Tobe Hooper (e Brian De Palma) ovvero il mitico William Finley, qui nei panni di Ned Flanders senza baffi. Avete presente Ned Flanders? Ecco, immaginatelo in versione archeologo che invoca Dio ogni tre parole, dategli una figlia bionda a cui evidentemente pesa tenersi i vestiti addosso e avrete idea del personaggio affidato al buon vecchio Bill. 

Salve salvino vicino Bill Finley!

La posso dire sporca e brutta in puro stile da Bara Volante? “Le notti proibite del Marchese De Sade” altrove sarebbe un porno sull’educazione sessuale della giovane e refrattaria ai vestiti Genie, per mano (diciamo mano) di alcune guide locali, Sabina (Alona Kimhi) e Mahmoud (Juliano Mer-Khamis) intenti a far fare alla ragazza dei viaggi erotici che in mano (diciamo mano) a un Joe D’Amato o un Mario Salieri si sarebbero tradotti in tanta attenzione per le scene piene di su e giù, invece siccome a dirigere è Hooper, ogni tanto a sbuffo, spunta il conte marchese Uguccione De Sade per far fare due faccette (truccate) ad Englud, almeno finché non arriva Paul Chevalier, discendente del marchese ed interpretato da Englud senza trucco ma sempre impegnato ad andare sopra le righe. 

Robert, uscito (per un po’) dai panni del conte Uguccione.

A questo punto bisogna far filare le sotto trama e le due anime del film, quindi siccome il discendente vuole portare avanti alcune tradizioni di famiglia attraverso artefatti MacGuffin, ad un certo punto tocca virare verso l’horror. Dopo aver cazzeggiato per buona parte del film, ed intendo proprio nel vero senso della parola, perché prima Hooper ci propina festini pazzi in cui ballerine ingoiano serpenti (una metafora?) e la protagonista deve partecipare ad esibizioni dove bei cavalieri arabi barbuti cavalcano giovani cavalle (un’altra metafora?), il tutto mentre si aggira nella zona delle operazioni una confusa e abbastanza estemporanea congrega pseudo religiosa non ben precisata, insomma è tutto molto confuso (e metaforico). 

Non si sa come mai il padre di Genie sappia che sua figlia ha conosciuto Sabine, un secondo e mezzo dopo il loro incontro, per non parlare di tutta la parte ormonale, in cui Hooper dirige come se fossero pubblicità della Badedas i sogni erotici che la bionda protagonista fa sul virile Mahmoud mentre cavalca senza sella (e vestiti): ad Alessandria fa molto caldo, Genie stai tranquilla sto arrivando, col mio pipo il cavallo sto frustando, sembrava un frustino ma era altro (quasi-cit.)

Nudo con i brividiiiiiiii, anche il cavallo è allibito dai centimetriiiiiiii (quasi-cit.)

Nel mezzo, per un totale di 98 minuti, molti dei quali di risate involontarie, un film pronto per il ridoppiaggio, roba degna della Scatola della videotortura, che a suo modo è un omaggio alle abitudini di De Sade, dove la bionda amica della bionda protagonista, viene uccisa fuori campo, così come il povero Bill Finley, la cui scena di morte si conclude con un taglio di montaggio più brutale di quello che si becca lui alla gola, dopo aver svolto il suo compito di trovare la scatola dimensioni 44x22x23 che no, non è quella dove Mahmoud ripone la sua biancheria intima (tanto non la usa). 

Tobe ok le Dr Pepper e i sigari, ma sicuro di non averci dato dentro anche con altro tipo di alcaloidi?

Una delle mie scene preferite in assoluto del film, consiste in una delle apparizioni estemporanea del conte marchese Uguccione De Sade, in particolare quella dove appeso ad una croce rotante, entra in scena lanciando petali di rose e recitando frasi uscite dai bigliettini dei Baci Perugina, per poi scomparire sulla sua croce rotante, una scena che avrebbe avuto bisogno di un taglio di montaggio brutale, invece si sofferma quel mezzo secondo in più sulla croce rotante, quel tanto che basta da farti immaginare Robert Englund, dopo lo “Stop” di Tobe Hooper intento ad urlare: «Tiratemi giù da questo fo#&€to affare!» 

«Dentro ognuno di voi c’è un piccolo conte. Anche dentro le vostre mogli se per questo» (cit.)

Non so francamente cosa aggiungere su “Night Terrors”, questo impianto tragicomico depotenzia la naturale capacità di Hooper di mostrare il torbito, lo schifo, la zozzuria dell’umanità che da sempre era il suo naturale superpoteri. Quello che resta è un film confuso, che cerca di creare un’altra maschera horror iconica per Englud, ma vedere l’attore aggirarsi con il suo pungolo meccanico fallisce proprio dove invece andava a segno The mangler, a parità di attore protagonista e regista, quindi laggiù girando frettolosamente in Israele, qualcosa deve essere andato dannatamente storto. 

Il finale poi, quello che riporta in scena il misterioso culto misterioso, è un trionfo del non sense, capisco che i santoni incappucciati dovrebbero rappresentare la morale, ma sembrano i guardiani del buongusto aizzati contro questo film. Allo stesso modo, l’oggetto MacGuffin, la bilancia, ha un valore simbolico chiaro, ma vedere Englud che urla: “No la bilancia no! No!”, ricorda chiunque di noi, il 7 di gennaio, dopo un mese di bagordi Natalizi. 

Quando strisci verso la bilancia, con i sensi di colpa della doppia razione di tutto quello che ti sei mangiato durante le feste.

Vi avevo promesso il dolore e con questo compleanno ne avete avuto un sacco, un progetto nato con poche idee ma confuse, affidato ad un professionista benzinato a Dr Pepper ma anche lui, di sicuro non nella sua fase migliore della carriera. Forse è anche vero che tra i grandi Maestri del cinema horror americano, Hooper fosse quello un po’ meno talentuoso, ma proprio perché il suo stile è sempre stato così peculiare aveva bisogno delle giuste condizioni – non per forza quelle ideali – per esprimersi al meglio, di sicuro non quelle che ha trovato girando questo film. Però una cosa a Tobe Hooper nessuno potrà negargliela mai, tra tutti i grandi Maestri lui era di sicuro quello con più fegato, anche nel gettarsi nei proteggi più pazzi. Provate voi a consumare Dr Pepper ad ettolitri come faceva lui, poi ne riparliamo, roba per fegati di un certo livello. Visto che siamo in tema, non perdetevi il post del Bollalmanacco, ho trovato un’altra in fissa per questo (s)cult come me!

Sepolto in precedenza venerdì 27 ottobre 2023

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