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Le terrificanti avventure di Sabrina – Stagione 1: che Satana ci benedica!

Lo dico sinceramente, non ho nessun interesse per le nuove
versioni dei vecchi telefilm, una sinistra abitudine che va fin troppo di moda
oggi, so che esiste un nuovo “Magnum P.I.” e pare anche un nuovo “MacGyver” ma
grazie, mi tengo stretti i ricordi dell’avventure per quanto improbabili, del
buon vecchio Richard Dean Anderson.

Mi è capitato di vedere dodici secondi della serie tv ispirata
ad “Arma Letale” e il mio commento è stato: «Ma non scherziamo dai» (storia
vera), quindi potete immaginare che attrazione potessi provare per “Le
terrificanti avventure di Sabrina”, che però mi piace di più con il suo titolo
originale “Chilling Adventures of Sabrina” per il semplice fatto che l’acronimo
forma la parola CAOS. Un caso? Io non credo, e prima di iniziare a sembrare
Giacobbo, passiamo al perché alla fine, questa prima stagione me la sono vista
lo stesso.

“Sabriiiiiiina” (Dal vivo l’imitazione della sua voce che faccio fa più ridere, credetemi).

Il gatto Salem.

Ve lo ricordate quello schifo di gatto posticcio che parlava
con voce petulante e diceva sempre cose tipo «Sabriiiiiiiina non fare questo», «Sabriiiiiiiina non fare quello», ecco quella specie di calzino usato fatto a forma di gatto a casa Cassidy è un
tormentone. Da un po’ con la mia Wing-Woman avevamo il mezzo pallino di
rivederci tutte quelle serie classiche tipo “Vita da strega”, quindi alla fine
abbiamo ripescato il ricordo di Salem, che invece era una delle trovate più memorabili di “Sabrina,
vita da strega” serie andata in onda dal 1996 al 2003, replicata fino allo
sfinimento con protagonista il musetto di Melissa Joan Hart, una serie che non
posso proprio dire che seguivo fedelmente (anzi), però finivo per guardarla
anche perché ai tempi, subito dopo davano roba ben più interessante tipo “Xena”
o ancora meglio “Baywatch”, quello si aveva argomenti per attirare la mia
attenzione. Due un particolare.

Mi sono improvvisamente ricordato perché lo guardavo questo telefilm.

Ecco, il salto carpiato tra “Sabrina, vita da strega” e “Le
terrificanti avventure di Sabrina” (anche nota come CAOS) è abbastanza un
salto nel vuoto, il tentativo di trasformare qualcosa che nasceva come telefilm
(una volta li chiamavamo così) in serie tv, con tutto quello che questa
differenza comprende, visto che nel frattempo che le serie tv sono diventate il predatore
dominante e Netflix è una cosa che nel 1996 potevamo considerare quasi
fantascienza. Vorrei vedervi con il 56k a lamentarvi se non va lo streaming
tzè!

Ma bisogna fare un obbligatorio passo indietro, all’inizio
di tutto, ci sono i fumetti. Sto dicendo che i fumetti sono fondamentali per la
vita sulla terra (SI!) no, però per questa serie di sicuro. Il personaggio di Sabrina
Spellman nasce sulle pagine dei fumetti della Archie Comics negli anni ’60 ed è
stata protagonista di una serie animata nel decennio successivo.

Sabrina, nella sua vecchia incarnazione, nei fumetti della Archie Comics.

La serie con Melissa Joan Hart era proprio ispirata a quel
fumetto, e la Archie Comics con la sua lunghissima storia editoriale, non è mai
stata più in forma degli ultimi anni, in cui ha rilanciato alcune delle sue
serie storiche puntando al pubblico degli adolescenti (gli unici che i soldini
li fanno ancora girare per davvero, visto che vanno regolarmente al cinema e
comprano fumetti), da quel rilancio è arrivata la serie tv “Riverdale”, di cui “Chilling
Adventures of Sabrina” è una serie che potrebbe definire cugina, facciamo di
secondo grado via.

Si perché questa nuova incarnazione di Sabrina, si ispira al
fumetto omonimo scritto da Roberto Aguirre-Sacasa (che è anche lo showrunner
della serie tv) in corso di pubblicazione dall’ottobre del 2014. Il buon
Roberto al cinema ha avuto alterne fortune, si è ritrovato a scrivere le
sceneggiature per un paio di remake horror come “Carrie” (2013) e The town that dreaded sundown, ma quando
si tratta di fumetti, oltre ad una spiccata predilezione per l’horror (ha
scritto l’adattamento a fumetto di “L’ombra dello scorpione” di Stephen King) è
uno che sa come introdurre tematiche anche serie, in un fumetto per tutti, nei
primi anni 2000 avevo gradito la sua serie intitolata semplicemente “4”
dedicata ai Fantastici Quattro, capace di mostrare la prima famiglia della Marvel
sotto una luce nuova.

Il rilancio a fumetti del personaggio firmato proprio da Roberto Aguirre-Sacasa.

Ad esclusione di Salem, che è presente nella serie ma
purtroppo non parla (dannazione!) “Le terrificanti avventure di Sabrina” ha
tutte le caratteristiche che ricordate del telefilm con Melissa Joan Hart, solo
che Sabrina non è la ragazza più stilosa della scuola, giusto per allinearsi
alle mode del momento, ma in compenso ha sempre due zie un po’ stralunate, la
più simpatica Hilda Spellman (Lucy Davis) e l’odiosa Zelda, che infatti è
interpretata da Miranda Otto, che dai tempi de “Il Signore degli anelli” è
ancora convinta di essere una grande attrice, invece è solo Miranda Otto.

Troppo cattivo? Chiedo scusa, non trasformatemi in qualche strambo animale!

La novità è forse l’altra grande (enorme) concessione
all’aria che tira nel 2019, il cugino Ambrose Spellman (Chance Perdomo) un
ragazzo nero ed omosessuale che se non altro si guadagna il suo posto nella
storia, perché appena l’ho visto entrare in scena ho pensato che con un solo
personaggio, sono riusciti a garantire la quota minima di rappresentanza per
due minoranze. Ah! Ma un giorno, ci guarderemo indietro e nel rivedere film e
serie tv di questi strambi anni ’10 del 2000 penseremo: «Minchia quanto eravamo
cazzoni ad aver bisogno di certe trovate nelle storie» e mi va di usare il
verbo al tempo passato perché spero che per allora la situazione sarà migliorata. Dentro e fuori da schermi e teleschermi, concedetemi un momento di ottimismo,
anche se non mi si addice.

Bisogna dire che Le terrificanti avventure di Sabrina
CAOS inizia molto leggera e anche un po’ scemina, senza stupire più di tanto ma
puntando tutto su una buona messa in scena, poi bisogna dare atto a Roberto
Aguirre-Sacasa di essere riuscito a mettere su una serie che con il susseguirsi
degli episodi, sale di colpi diventando più coinvolgente, e che sicuramente
riesce a parlare al suo pubblico di riferimento.

La quota minoranze che non può mancare? CHECK!

Da una parte questa “Sabrina, vita da strega” fatta bene,
con effetti speciali decenti al posto di gatti di pezza posticci e (per
fortuna!) senza risate registrare, colpisce i trentenni grazie al solito effetto
malinconia che ormai in tutti i prodotti targati 2019 non manca mai. Inoltre
tratta tematiche giovanili come il bullismo, l’emancipazione femminile,
riuscendo (quasi) sempre a fermarsi mezzo passo prima di risultare un santino.

Mi ha fatto molto ridere scoprire che una serie con così
dentro tante buone intenzioni, sia comunque riuscita a beccarsi accuse sul
contenuto “Satanista” (virgolette obbligatorie) della serie, si perché
trattandosi di streghe, il loro “Capo” è Mr. Satanasso, quindi che so, zia
Zelda non perde occasione di esclamare “Santo Satana” ogni tre per due. Ma per una volta le
polemiche non sono arrivate dalle solite “Signore Lovejoy” del mondo, ma
proprio da un gruppo Satanista!

Il pomo della satanica discordia.

Si perché Lucien Greaves, capo del gruppo “The Satanic Temple”
ha accusato Netflix di aver utilizzato una versione della statua della divinità
caprina Baphomet senza prima chiedere il permesso, richiedendo in cambio il
sangue delle vergini a libro paga per il popolare canale di streaming
 cinquanta milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde. Sarà, ma a me ‘sti
satanisti che non schifano i soldi, mi sembrano ben più coerenti della loro,
chiamiamola concorrenza, ma in ogni caso, alla fine un accordo si è trovato, ecco perché il “Satanic Temple” è tra i ringraziamenti nei titoli di coda della serie
(Storia vera).

A parte tutto questo, Le terrificanti avventure di
Sabrina
CAOS è una serie che riesce a svincolarsi da accuse di buonismo e
satanismo, con un modo molto semplice: Lanciando in faccia al pubblico dosi più
o meno abbondanti di sanissimo Horror!

Una citazione facile facile, ma sempre molto gradita.

Si perché ammettiamolo, Kiernan Shipka che interpreta la
nuova Sabrina Spellman è brava ma interpreta un personaggio abbastanza
saccente, tanto da farmi pensare che forse il vecchio gatto posticcio e
petulante Salem, si sia reincarnato in lei. Allora perché la serie porta comunque
a casa il risultato malgrado tutti questi difetti? Perché ogni volta che sta
per scadere ne buonismo SBAM! Qualcuno viene sbudellato o squartato.

Un livello di horror esorbitante se siete venuti giù
aspettando di vedere “Sabrina, vita da strega versione 2.0”, ma abbastanza
ragguardevole per l’appassionato medio del genere più grondante sangue di
tutti, che alla fine rischia anche di divertirsi moderatamente.
Le citazioni ci sono, e non sono nemmeno così fastidiose, i
personaggi chiacchierano amabilmente di cinema ed esprimono le loro teorie
sugli zombie di La notte dei morti viventi, o sui messaggi contenuti in La Mosca, ma più in generale a
funzionare sono proprio i momenti Horror.

Anche queste non sono niente male, tutte da scovare.

L’episodio numero cinque (“Dreams in a Witch House”) si
gioca un demone dei sogni che perseguita tutti i personaggi, mostrandoci le
loro paure, nulla di davvero originale, ma tutto così ben fatto da funzionare. A
questo aggiungete la cittadina di Green Dale, dove i personaggi vivono, una
specie di bolla fuori dal tempo, dove se non è sempre il 31 di ottobre, sembra
comunque sempre la settimana di Halloween, tanto che il dottore della città si chiama dottor
Phibes e nell’ultimo episodio, un personaggio secondario (ma con un ruolo
importante) di cognome fa Loomis, non credo servano spiegazioni no?

Menzioni speciali? Solo una, Michelle Gomez nei panni della
professoressa Mary Wardwell si mangia molte scene, ma non mi aspettavo niente
di meno dalla mitica Missy di Doctor Who.

Come mangiarsi lo schermo, ad ogni entrata in scena.

Insomma, fuori da tutte le aspettative CAOS “Le
terrificanti avventure di Sabrina” si lascia guardare ed è già stata confermata
per una seconda stagione, ma ci tengo a dirlo, esaurito l’effetto sorpresa,
quando il pubblico saprà già cosa aspettarsi e magari avrà anche delle
aspettative, i difetti (che ci sono) potrebbero balzare all’occhio molto, ma
molto di più di così. Quindi spero che Roberto Aguirre-Sacasa abbia un piano,
perché Netflix sta iniziando a puntare su questa serie, tanto che hanno infilato un episodio Natalizio che mi sono sparato
in coda alla serie. Quindi Aguirre, furore di Dio che non sei altro, ti toccherà
dimostrare di esserlo davvero, la palla è nel tuo campo!

That’s all folks!
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