portate al limite dell’assurdo. Qualcosa che fa ridere solo perché si presenta
già paradossale nella premessa. “Lilyhammer” è una barzelletta, la barzelletta
del Mafioso di New York trasferito in Norvegia. Sapete che vi dico, dopo due
stagioni, “Lilyhammer” fa ancora ridere un casino!
il suo interesse dopo una manciata di episodi, in realtà l’idea del Mafioso
Italoamericano in trasferta nella nevosa Norvegia funziona ancora alla grande.
Questa seconda stagione allarga ulteriormente gli orizzonti di una serie nata
con poche pretese e poco budget (le musiche le ha curate direttamente Little
Steven nel suo studio, come vi dicevo parlando della prima stagione, trovate
tutto QUI).
utilizzando l’ironia, il mezzo migliore per abbracciare tutta l’iconografia dei
film Gangster senza rischiare di prendersi troppo sul serio. In questo senso il
primo minuto del primo episodio di questa seconda stagione, mi ha fatto
scoppiare a ridere immediatamente. Al battesimo dei suoi figli, Johnny
Henriksen deve concedere alcuni favori, la frase iniziale “Io credo nella
Norvegia”, penso e spero non abbia bisogno di nessuna spiegazione, per capire
da quale film è tratta. Ma in ogni caso è una genialata totale!
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“Don Henriksen, sono molto onorato e gratissimo che mi avete voluto invitare allo sposalizio di vostra figlia …”. |
La barzelletta (nel senso migliore del termine) “Lilyhammer” funziona proprio grazie alla capacità degli autori di continuare a
sottolineare la stravaganza della situazione di partenza. Johnny Henriksen è un
maneggione che vive di truffe, raggiri e malavita varia, circondato da persone,
i Norvegesi, di una purezza quasi naif, il risultato è che il nostro Johnny (ex
Frank tagliano) vive letteralmente di prepotenze.
di Johnny (l’attrice Norvegese Marian Saastad Ottesen) che finiscono tutti per
“ASS”. Oppure il nuovo cuoco preferito dal nostro protagonista, Balotelli, nero
e con la cresta come il noto calciatore, dotato di una voce da tenero e
omosessuale, giusto per mandare ancora un po’ in crisi il conservatore Johnny.
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“Ragazzi, un giorno tutto questo impero criminale sarà vostro”. |
La seconda stagione di questa originale serie alza il tiro, concedendosi anche episodi in trasferta a New York, in modo da porter applicare lo stesso schema comico (il mondo della Mafia incontra la Norvegia) anche giocando lontano dalle nevi dell’ex cittadina Olimpica (resa da Johnny nuova patria mondiale delle corse di Renne. Storia vera) e potersi spostare a New York.
un finale in cui Johnny rafforza ancora di più il suo potere,
togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, in un episodio che risulterà
imperdibile per tutti i fan de “I Soprano”. Steven Van Zandt confermando il suo
coinvolgimento a tutti i livelli con la produzione di questa serie, tira in
mezzo sua moglie Maureen Maureen Van Zandt proprio nei panni dell’ex moglie di
Johnny/Frank. La signora Maureen Van Zandt per altro interpretava anche la
moglie di Silvio Dante, il personaggio interpretato da Little Steven proprio
nella mitica serie creata da David Chase, questa si chiama continuità artistica
gente!
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“Dovremmo avere dei fucili per cose di questo tipo”. |
Non rivelo altro, ma se siete fan dei Soprano, fare un
salto sulla sedia quando scoprirete chi interpreta la parte del fratello di
Johnny, nel tentativo di seminare false piste vi faccio solo delle espressioni
ammiccanti che non confermano, ma non smentiscono.
sua faccia da Bulldog, Steven Van Zandt si conferma un talento anche a
coinvolgere amici e parenti nel suo progetto personale. Guardandolo si vede
lontano un chilometro che quello che si diverte più di tutti e proprio lui,
ormai la parte del Mafioso gli riesce alla grande.
vedere la terza stagione, ormai mi sono affezionato a questa improbabile, ma
riuscitissima serie tv.