Inevitabilmente dopo un atto primo, deve seguire un atto
secondo ed è quello che succede anche per l’Impero dei morti, il ritorno (a
fumetti) di George A. Romero ai suoi zombie.
George A. Romero – L’Impero dei morti – Atto Secondo
Per le quattro storie che compongono il secondo atto, il
disegnatore è cambiato, fuori Alex Maleev e dentro Dalibor Talajic, che per la
Marvel ha già prestato le sue matite al gustoso speciale “Deadpool uccide l’universo
Marvel”.
del rapporto tra la Dottoressa Penny Jones e il dittatore… Ehm, volevo dire sindaco di New York, specialmente perché la ragazza ha delle lacune di memoria
ogni volta che incontra il mefistofelico politico, Paul inizia seriamente a
sospettare che il sindaco non sia umano…
restare al potere il sindaco è disposto a tutto, infatti torneranno utili anche
i ribelli Sudisti, guidati da Dixie Peach visti nella prima parte della storia.
Trattandosi di Romero non possono mancare gli Zombie, qui
impegnati nei combattimenti nell’arena, organizzati per intrattenere i
cittadini di New York (Panem et circenses dicevano gli antichi Romani), tra i
non-morti fa capolino il nuovo arrivato Little John, protagonista di un
diverbio tra cadaveri con l’aggressivo Zanzibar.
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Due combattono uno viv… Beh avete capito il concetto no? |
Zio George lo ha sempre detto: i suoi film sono politici
ed è impossibile non cercare una lettura di secondo livello nelle sue storie. In questo atto secondo, il metaforone si delinea ancora più palesemente: sembra
chiaro che gli Zombie rappresentino i cittadini, mentre la classe politica è
rappresentata dai Vampiri. Rappresentare politici come dei succhiasangue, è una
stoccata satirica che il grande George ha nella sua faretra.
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Dixie Peach ci spiega come i non morti possano tornare utili anche ai concerti. |
I disegni di Dalibor Talajic sono ben fatti, anche se non
incisivi come quelli di Alex Maleev, Talajic fa il suo lavoro alla grande,
purtroppo l’atto secondo essendo la parte centrale di una storia più lunga (l’atto
terzo uscirà in Italia a novembre), risulta un po’ piatto e con ben poca
azione, le pedine si muovono sulla scacchiera e non è difficile intuire che l’ultimo
atto sarà quello dove l’azione si scatenerà, purtroppo qui di azione ce n’è davvero
poca, dobbiamo accontentarci di un (piccolo) combattimento tra non-morti e poco altro.
con cui guarda i suoi “Blue collar monsters”, Little John continua la
tradizione dello Zombie buono, quella già iniziata con il grande Bub de “Il
Giorno degli Zombie”. In questo atto secondo, Xavier, lo zombie intelligente (parente
del benzinaio di “Land of the dead”) è un po’ meno centrale, ma protagonista di
un colpo di scena non da poco nel finale.
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A girl and her zombie. |
“L’Impero dei Morti – Atto Secondo” letto da solo non sta
tanto in piedi, o meglio, procede zoppicando (come uno zombie), potrò valutare
l’opera solo dopo aver letto anche l’ultima parte, intanto, per non saper ne
leggere né scrivere, questo fumetto è già stato selezionato per diventare una
serie tv, nell’era di The Walking Dead e Z-Nation, mi sembra anche il minimo
dare un po’ di spazio al papà degli Zombie… Oh, poi George, se vuoi sfornarci
un film nuovo, noi siamo sempre qui ad aspettarti a braccia aperte!
Romero – L’Impero dei morti – Atto Terzo
parecchio a completare la lettura del fumetto di Zio George, in particolare ho
avuto qualche difficoltà a reperire gli ultimi due albetti che compongono il
terzo, ed ultimo, atto de “L’Impero dei morti”, se dovessi dirvi che è valsa la
pena fare tanta fatica dovrei mentirvi purtroppo…
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Ma quello è Eddie la mascotte degli Iron Maiden? |
I disegni sono
affidati all’artista italiano Andrea Mutti, mentre le copertina sono frutto del
lavoro di Francesco Mattina, disegnatore noto per la serie “Highway to Hell”, i
nostri due compatrioti fanno un ottimo lavoro, speravo in un finale più
incisivo, e perché no magari anche esplosivo, invece Romero pare lasciarsi
aperte parecchie porte, ha in testa di continuare la serie? Non lo so, per ora “Empire
of the Dead” si conclude in modo abbastanza anti climatico.
Di sicuro la
cosa più riuscita della serie resta la zombie Xavier, una specie di Bub
versione 2.0, il suo rapporto con la piccola Jo è la parte migliore dell’albo,
infatti è proprio lei, che insieme ai suoi colleghi “Carogne” accorre a salvare
la ragazza… Accorre, barcolla, in fondo sono non-morti, e come dice Romero gli
zombie non corrono!
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Le copertine di questa mini serie non sono malvagie, visto di peggio. |
Lascia
vagamente interdetti il destino dei cattivi, che sembra molto più roseo di
quello dei buoni, Chandrake, Runyon e Dixie, più sono cattivi più sembrano
cadere in piedi come i gatti, forse sono loro gli abitanti simbolo di questa
New York Romeriana, corrotta fino al midollo.
spesso di una serie tv tratta da questo fumetto, sarebbe molto interessante lo
ammetto, inoltre si potrebbe andare oltre questo non-finale piuttosto
spiazzante, un po’ ci spero, anche solo perché così Romero, avrebbe finalmente
l’occasione di rispondere alla sua maniera alla serie tv “The Walking Dead” che
ha sempre criticato.