Qualche settimana fa abbiamo parlato del titolo da solista di uno dei due fratelli Coen, Ethan, con la sua versione di una storiella criminale, piena di ironia certo, ma anche di un rapporto sbaciucchione tra le due protagoniste, oggi invece parliamo di un titolo che di base ha quasi gli stessi spunti, ma pesca tra le sue ispirazioni, proprio dai Coen prima versione, di quando erano ancora “Il regista a due teste”, ma andiamo per gradi.
Rose Glass si è messa sulla mappa geografica con l’horror Saint Maud, che alla sua uscita si è fatto abbastanza notare, forse anche collezionando più attenzione del necessario. Chiamata alla seconda prova (quella più difficile nella carriera di un artista, citando Caparezza), Glass risponde restando con i piedi ben piantati nel genere, senza per forza abbandonando completamente l’horror, ma abbracciando influenze più ampie, oltre che il sostegno alla produzione della solita A24 che se vi piace l’amate, se non vi piace, sapete quello che comporta, infatti “Love Lies Bleeding” è passato dritto per il Sundance film festival e anche questo, dovrebbe aiutarvi a darvi un’idea dell’operazione.
Siamo nel 1989, no cioè, siamo nel 2024, ma il film si svolge nel 1989 e alla base ha il soggetto più vecchio del mondo: una ragazza incontra una ragazza. Nello specifico parliamo di Lou (Kristen Stewart) che gestisce una palestra ma soprattutto la sua vita solitaria, almeno fino al giorno in cui a varcare la porta sono i muscoli di Jackie (Katy O’Brian), tra le due scatta la scintilla, galeotti gli anabolizzanti per gonfiare i muscoli, si parte con una punturina e si finisce a letto insieme, il classico amore trascinante visto che Jackie ha determinazione per entrambe, non solo vuole arrivare a trionfare nella sua disciplina, ma smuove Lou dal torpore dove era sprofondata.
Problema, anche qui il più vecchio del mondo, se “sposi” lei sposi anche tutta la sua famiglia e la famiglia di Lou è un casino: la migliore è la sorella Beth (Jena Malone) incastrata però in un matrimonio con un uomo violento di nome J.J. (non dico niente, traete le vostre conclusioni da soli…) fatto a forma di Dave Franco, ad aleggiare su tutti, come un condor di cui per altro sfoggia quasi la stessa identica capigliatura il padre padrone della famiglia, Lou Senior, interpretato da un Ed Harris dai capelli (o ciò che ne restano) pazzi come il suo personaggio, ma soprattutto con le mani in pasta in tutta la criminalità locale.
Trovarsi con lo stesso nome di un papà così, per altro con uno stile di vita che lui stesso non condivide è un problema, ma tra Lou (Junior) e Jackie l’amore è torrido, le scene di sesso tra le due mostrano tutto quello che il limite del visto censura concede e anche qui, Kristen Stewart continua a scegliersi questi ruoli in odore di LGBT+ (e tutte le altre lettere che ho dimenticato) perché sa benissimo come conservare e portare avanti l’immagine che si è creata, sul fatto che poi sappia anche recitare con il giusto materiale per le mani, penso che quello sia ormai sdoganato, credo.
La sorpresa è Katy O’Brian, un po’ di roba di super eroi alle spalle (o sulle palestrate spalle), un po’ di Z-Nation anche se per assurdo, visto che di norma utilizzano l’elmo, il suo ruolo più in vista era una delle Mandaloriane nella terza stagione della serie Star Wars, dove era già chiaro che avesse i muscoli, ma qui li sfoggia proprio a partire dalla locandina acchiappona, che sembra uscita dalla copia sgualcita di un romanzo noir se non proprio pulp.
Il rapporto tra le due donne è la parte dove le attrici possono sfoggiare la loro chimica, certo si accoppiano come mufloni in primavera, ma risultano anche tenere, un rapporto appena nato ma intensissimo, sempre in odore di tabù definitivamente decaduto alla Thelma e Louise per un film che pian pianino inclina il pavimento sotto i piedi degli spettatori diventando altro.
A tratti “Love Lies Bleeding” mi ha ricordato molto alcuni romanzi di Jim Thompson, anche per le svolte pazze se non proprio horror che sapeva dare alle sue trame, sicuramente è impossibile non notare una propensione al grottesco che ricorda molto i Coen e poi Lynch, perché Rose Glass a tratti Lyncha, Lyncha moltissimo ma senza imitare, per certi versi questo film potrebbe essere la sua versione in piccolo di Cuore selvaggio, con Ed Harris e il suo look volutamente inguardabile ad ereditare il ruolo del Bobby Peru di Willem Dafoe della situazione.
Non manca una lenta discesa nella follia per Jackie, un distacco dalla realtà sempre più progressivo che regala momenti onirici, anzi sarebbe meglio dire da incubo (e qui, aver esordito con un horror aiuta la regista e sceneggiatrice), la più importante esibizione della culturista, che arriva proprio nel momento in cui sta più fuori in assoluto, resta una dei momenti più riusciti di un film che lentamente si discosta dalla realtà, anzi proprio dall’esigenza o la volontà di narrare gli eventi in modo cartesiano, abbracciando il potenziale che una storia (e quindi il cinema, con i suoi mezzi) ti può offrire.
Avevo appena finito di vedere il film e in uno di quei casi della vita che Lucius attribuisce al MACC (ormai l’acronimo lo conoscete), dal suo profilo Instagram Edgard Wright ha lodato proprio “Love Lies Bleeding” concentrandosi su quel suo finale pazzo, liberissimo da tutti i vincoli come vogliono essere le protagoniste, in cui i loro desideri si manifestano per venire a salvarle, chissà perché non avevo il minimo dubbio che al regista inglese, una svolta finale in grado di infrangere le regole di un noir pieno di elementi “criminal” così, piacesse molto, non aggiungerò nulla, vi dico solo la migliore She-Hulk vista sullo schermo, meglio di quella ufficiale.
Al momento “Love Lies Bleeding” è impegnato a fare il giro dei festival, considerando quanto si è parlato del precedente Saint Maud e della presenza di Kristen Stewart nel cast (e della lanciatissima A24 a produrre) potrebbe sbarcare da qualche parte, quindi tenete gli occhi aperti nel caso una trama così possa essere nelle vostre corde, da parte mia tanta libertà anche narrativa attrae sempre, inoltre ho trovato più Coen qui che nell’ultimo Coen (al 50%) ufficiale, quindi ho potuto compensare con questo thriller.
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