Senza più la scadenza della serie regolare di Rat-Man,
terminata con il numero 122, Leo Ortolani è libero di spaziare, anzi di portare
il suo ratto là dove nessun uomo era mai giunto prima (a quanto sostengono i
complottisti), ovvero sulla Luna.
Venerabile sforna un nuovo progetto dopo C’è spazio per tutti, in collaborazione con A.S.I. (Agenzia Spaziale
Italiana) e E.S.A. (European Space Agency), ed io da bravo fanatico del topo, non posso fare altro che L.E.G.G.E.R.L.O.
dell’astronauta Fortunato (chiaramente ispirato e somigliante a Luca Parmitano)
e del suo sogno di riportare l’umanità sul nostro satellite. Un desiderio che
spinge il personaggio ad essere sempre lassù con la testa, dimenticando spesso
quello che ha qui sulla terra.
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Fortuna, ne avrà bisogno per aver a che fare con Rat-Man. |
Fortunato però lo è solo di nome, visto che per la nuova missione
non sarà lui il prescelto che imitando Armstrong (l’astronauta, non il
ciclista) lascerà la sua impronta sulla Luna, per questo deciderà di accettare
l’offerta di uno che potrebbe essere un genio, oppure un totale inetto pieno di
soldi, una sorta di Elon Musk, che però con un brillante gioco di parole si chiama Mask, perché indossa una maschera gialla con le orecchie da topo. Ricorda qualcuno di vostra conoscenza per caso?
ma sembra avere tutti i mezzi per arrivarci davvero sulla Luna, e a detta di
quel pazzo mascherato, anche di viaggiare nel tempo (con un timer da forno,
vabbè!). Con questo sogno matto nel cuore, Fortunato potrà compiere il suo
viaggio permettendo ad Ortolani di fare una bella panoramica sull’allunaggio di
cinquant’anni fa, ma anche sul futuro dei viaggi spaziali, sfruttando TUTTE le
occasioni che la storia gli mette davanti, per fare battute sulla cacca. In
pratica le condizioni ideali di lavoro per Leo!
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Si chiama Andreina Krakova e ha lo stesso tatto del suo compatriota Ivan Drago. |
Devo essere sincero, C’è spazio per tutti mi aveva colpito di più perché oltre a far battute ridere, riusciva a sfruttare la storia per offrire aneddoti
sulla cacca
sulla corsa allo spazio. Trapelava proprio la passione di Ortolani per la
materia, e il notevole lavoro di ricerca fatto.
prime pagine il senso di già visto un po’ domina, poi però Ortolani ribalta la
mossa come a Judo, ed è chiaro che questo nuovo volume, per certi versi sia
l’opposto di C’è spazio per tutti,
che era una storia di ampio respiro, mentre questa volta la trama mira ad
essere molto più intimista. Tra una battuta sulla cacca e l’altra, ovvio.
buio colpisce ancora”, per il semplice fatto che capisco perché il Venerabile
abbia deciso di pubblicare le sue spassose recensioni cinematografiche in
volume, ma continuo a pensare che il formato giusto per presentarle sia ancora il
web, inoltre è parecchio complicato scrivere una recensione su una recensione. Tutto
questo per dire che nel volume non ho trovato il parere di Ortolani su First Man, anche se immagino si sia
fatto due maroni così, oppure no, dopo essere stato l’unico sul pianeta ad
apprezzare Prometheus, da Leo mi aspetto di tutto.
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Quei momenti in cui uno non ha mai una frase epica sulla punta della lingua. |
Sta di fatto che “Luna 2069”, ha parecchio in comune con l’ultima
fatica di Damien Chazelle, il personaggio che viaggia per chilometri ritrovandosi
a fare riflessioni sulla sua famiglia (e sull’umanità) lo possiamo trovare
anche qui, la malinconia di fondo accomuna le due opere.
narratore, spaziando (occhiolino-occhiolino) tra un momento comico e uno più
introspettivo, quindi nulla da criticare, spero solo che per davvero
Ortolani adesso decida di portare il suo talento altrove, e su altri temi. Anche
se quella storia sui dinosauri su cui è già al lavoro, sembra promettere bene in
tal senso.