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Marshal Law (1987): sono un cacciatore di super eroi, ma non ne ho mai trovato uno

Prima di Deadpool e di Rat-Man, ma anche molto prima dei Boys di Garth Ennis (che a questo fumetto devono moltissimo), l’unico a permettersi di prendere a calci nel sedere i super eroi era solo Marshal Law.

Il Punk prima di essere stato un genere musicale, è stato
una corrente artistica se non proprio uno stile di vita, nato in quell’umida
isoletta nota come Albione, lo stesso luogo da cui sono arrivati i talenti
della “British invasion”, quel gruppo di scrittori Inglesi che a metà degli
anni ’80 hanno rivoluzionato per sempre il fumetto americano: Alan Moore il burbero stregone, Neil Gaiman quello gotico e romantico
che non ha mai smesso di ascoltare i Sisters of mercy, seguiti poi da Grant Morrison, il fighetto con gli
stivali da Beatles e l’aria di quello che conosce tutte le tipologie di droghe
in circolazione oppure Garth Ennis,
il Nordirlandese in fissa con la “Seconda” (guerra mondiale) e il vecchio West.
Pat Mills e Kevin O’Neill in questa invasione britannica come li etichettiamo
invece? Beh loro sono due vecchi Punk, nel senso più puro e anarchico del
termine, senza nemmeno bisogno della cresta in testa.

I want to destroy the passerby, ‘Cause I want to be anarchy (cit.)

Il loro “Marshal Law” (una sola “L”, non è il combattente
di “Tekken”) è Punk Rock applicato ai fumetti, in particolare a quelli di super
eroi. Pat Mills è stato tra i fondatori della leggendaria rivista inglese “2000
AD”, da una sua idea (e Stefano Accorsi… MUTO!) John Wagner e Carlos Ezquerra
hanno creato il Giudice Dredd,
scusate se è poco. Mentre Kevin O’Neill in carriera ha prestato la sua arte per
le tavole (altrettanto iconoclaste) di La lega degli straordinari gentlemen su testi di Alan Moore, ma il loro Marshal Law aveva tra le sue pagine un po’
di tutto questo, solo cacciato giù per la gola a quei buffoni in calzamaglia
noti come supereroi.

La storia produttiva del personaggio è stata complicata,
ha esordito per la Epic Comics nell’ottobre del 1987 con la prima miniserie di
sei numeri, ma a causa dell’incredibile successo e dei continui ritardi nella
pubblicazione dei vari numeri, il personaggio comparì anche nella miniserie del
1989 “Marshal Law Takes Manhattan”, che per certi versi indaga un po’ sulle
origini del personaggio, andando ad approfondire quanto visto nei primi sei
numeri d’esordio. Nel 1991 i due autori portarono il loro personaggio alla
Apocalypse Comics dove venne pubblicato sul settimanale “Toxic!”, per poi
passare alla Dark Horse Comics nel 1992 quando l’ Apocalypse fallì. Qui venne
pubblicato l’ultimo ciclo di storie intitolato “Secret tribunal” oltre a vari
incontri/scontri fumettistici tra Marshal Law e The Mask oppure contro la testa chiodata di Pinhead, direttamente
da Hellraiser. Quando poi il
personaggio passo alla Epic Comics, venne pubblicato anche il suo scontro con
il Savage Dragon di Erik Larsen, insomma Marshal Law è come quei ragazzini
iperattivi costretti a cambiare classe e scuola costantemente.

Marshal Law è talmente un duro che può giocare con la scatola di Lemarchand come se fosse il cubo di Rubik.

Circondato come data di pubblicazione da opere come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro, ma anche The Killing Joke e V for Vendetta,
“Marshal Law” é stato considerato alla stregua di una canzone Punk, anche se
oggi più che mai l’importanza di questo fumetto è sotto gli occhi di tutti,
anche di quelli che nemmeno ne hanno mai sentito parlare, che poi era la mia
identica condizione quando da qualche parte nei primi anni ’90 mi ritrovai
questo personaggio assurdo a fissarmi dalla copertina di un suo fumetto,
gettato su una bancarella. La logica mi imporrebbe di iniziare a parlarvi di
Marshal Law partendo dalla sua prima miniserie di sei numeri, ma siccome non
renderebbe onore al Punk che sta nel DNA del personaggio, inizierò da dove
l’ho conosciuto io, ovvero da “Marshal Law Takes Manhattan”.

La bancarella citata vendeva fumetti usati a metà del
prezzo di copertina, considerando che allora la valuta in vigore era la Lira,
mi portai a casa una coppia di “Marshal Law Takes Manhattan”, dalle pagine già
traballanti a causa della stupida colla che le teneva insieme, per qualcosa
come 500 Lire. Come ogni lettore di fumetti sa molto bene, le nuvole di carta
sono un vizio che costa, ma quel fumetto valeva ben più del prezzo stracciato
per cui lo portai a casa e dopo averlo letto e riletto un numero considerevole
di volte, le pagine si staccavano sul serio e mi toccava rimetterle in ordine
ogni volta (storia vera).

Vi sfido a trovare un personaggio dei fumetti con uno stile più inimitabile del vecchio Marshal.

“Marshal Law Takes Manhattan” è ambientato in un
gigantesco palazzo adibito a manicomio, nella città di San Futuro, la
megalopoli futuristica fin dal nome dove vive e agisce il protagonista, una
sconfinata città sorta dalle rovine di Los Angeles e San Francisco, devastate
dal “Big One” che ha distrutto la California.

Il palazzo in questione è la versione gigante del
manicomio di Qualcuno volò sul nido del cuculo ma i pazienti sono super eroi, che tentano faticosamente di
accettare la loro condizione di “Super” con parecchi super problemi (mentali),
considerando che sono tutti parodie dei personaggi della Marvel, la massima di
Stan Lee mi sembra appropriata. Un dio nordico che ricorda Thor, un principe
degli abissi simile a Namor, un solitario delle stelle disegnato come Silver
Surfer (ma con un cappotto addosso), è facilissimo riconoscere i personaggi a cui sono ispirati, anche se i più bizzarri sono una sorta di mago supremo più strano di
Strange e Mr. Fantastico, uno scienziato dal corpo allungabile, che sostiene di
vivere avventure spaziali con sua moglie, la donna invisibile, che però vede
solo lui.

Make Mine… Marvel!? (riuscite a riconoscere tutti?)

Tra le fila di questa banda di lunatici, trova il modo di
nascondersi un criminale di guerra, un agente della Cia che si è fatto le ossa
torturano i nemici degli Stati Uniti nei modi più crudeli, un folle lucido con
una fedina penale lunga come il vostro braccio, a cui è definitivamente partita
la boccia il giorno in cui, di ritorno in patria durante una scampagnata a
Central Park, il cartello ha sterminato la famiglia a colpi di mitra. Ora il
pazzo va in giro con un costume teschiato (e una svastica tatuata in fronte)
uccidendo tutti e facendosi chiamare il Persecutore, però magari potrebbe
ricordarvi qualche altro personaggio.

Punisher Persecutore war journal.

Per beccarlo Marshal Law viene spedito in missione nel
manicomio, anche il nostro (anti)eroe è un reduce della Zona, una delle infinite e
costanti guerre yankee combattute in sud America, pensata per testare nuove
armi e nuovi “Super”. Un postaccio da cui Marshal è uscito con un distintivo,
che lo rende oggi un “cacciatore di maschere”, l’unico autorizzato a prendere a
calci nel sedere i super eroi quando la fanno fuori dal vasino, ma anche il
solo ad avere i poteri sufficienti per farlo. Marshal Law è stato reso
particolarmente resistente al dolore grazie agli innesti genetici del Dottor
SHOC, un TeTesco di Cermania che ora
crea “Super” per gli Stati Uniti.

Marshal Law è una contraddizione vivente, si era
arruolato perché credeva nel sistema ma ha scoperto sulla sua pelle che la Zona
non aveva nulla di eroico e patriottico, e che le “Maschere” che tanto odia
sono dei degenerati, dei falsi miti idolatrati dal pubblico, avvolti in tutine
colorate, ma finti come una moneta da tre Euro. L’odio di Marshal per i
supereroi è un po’ quello che lui prova per se stesso, infatti la sua frase
ricorrente (la sua “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”) riassume
tutta la mentalità del personaggio: Sono un cacciatore di eroi, bracco gli
eroi, ma non ne ho mai trovato uno.

Solo Marv di “Sin City” ha un profilo greco migliore di quello di Marshal.

Murphy sosteneva che è meglio non parlare con un pazzo,
le persone potrebbero non saper distinguere. Nel corso della miniserie, lo
psicologo determina un tracciato psicologico anche per Marshal Law, che ci
aiuta a dare una logica al suo stile incredibile: il filo spinato arrotolato
intorno al braccio destro (un ricordino dei tempi della Zona) è un gesto
masochistico con cui il personaggio si punisce, odia le “maschere” ma in fondo
anche lui è una di loro, mentre il costume che indossa è una satirica parodia
dei mantelli e delle calzamaglie dei suoi odiati nemici, una divisa di pelle
che sta a metà tra una divisa Nazista (Sid Vicious andava in giro con una
svastica sulla maglia, solo perché amava l’espressione disgustata che provocava
nelle persone. Storia vera) e una divisa da Gay Club, che però con quegli
stivali torna molto utile per prendere a calci nel culo i “Super”.

Fear and Loathing in Las Vegas San Futuro.

“Marshal Law Takes Manhattan” per me è stato amore a
prima vista, da appassionato di fumetti in generale, e di super eroi in
particolari, non avevo mai visto niente del genere, il personaggio era un
cortocircuito di contraddizioni, eppure fighissimo nel suo aspetto, grazie ai
dettagliati disegni di Kevin O’Neill, in cui ogni vignetta e curata, persino i
graffiti sui muri, o le scritte sulla divisa di Marshal (che riporta le parole
“fear and loathing” ma non a Las Vegas)
rendono il personaggio qualcosa di unico nel panorama fumettistico, la prima
vera voce contro lo strapotere dei fumetti di super eroi. Infatti il fumetto
terminava con un’ironica prova per le maschere ospiti del manicomio, una fuga
saltando nel vuoto dall’ultimo piano del palazzo, in cui quei buffoni
mascherati scoprono che i loro poteri non possono salvarli da una forza data
per scontata nei fumetti di super eroi, ovvero la forza di gravità. Non vi dico
le risate nel vedere una parodia del Dottor Strange cercare di lievitare
utilizzano inutili formule magiche, oppure la versione locale di Daredevil, strapparsi via le braccia di
netto, nel tentativo di afferrare al volo un’asta porta bandiera. Puro Punk applicato all’odio per i super eroi.

Dopo questa, per trovare un’altra parodia di un salto nel vuoto da supereroe, ho dovuto aspettare il 1997 e il primo numero di Rat-Man (storia vera)

Ci sono voluti anni per poter leggere altre storie di Marshal
Law, ho dovuto aspettare la ristampa integrale delle storie, pubblicata qualche
anno fa da RW Lion, eppure ho amato così tanto quella singola miniserie così
piena di satira, violenze e trovate folli, che Marshal Law per me è diventato
subito un’icona. Mi rendo conto che quel fumetto dalle pagine tenute insieme
per miracolo, nella mia testa di giovane lettore, ha scatenato più o meno lo
stesso effetto che a molti oggi, fa guardare la serie tv The Boys solo in versione potenziata, perché se già la serie di
Amazon Prime Video non può allacciare le scarpe al fumetto di Garth Ennis,
figuriamoci al livore Punk del personaggio di Pat Mills e Kevin O’Neill. Già,
il fumetto di Garth Ennis, parliamone!

I Boys di Ennis
non sarebbero mai esistiti senza il lavoro di Mills e O’Neill, Per certi versi
Marshal Law potrebbe tranquillamente essere il padre di Billy il macellaio
perché le idee che Ennis ha ricilcato nel suo fumetto, arrivate dritte dalle
pagine di “Marshal Law” sono davvero tante. Diventa chiaro nella prima miniserie dedicata al personaggio, un serial killer in costume nero sta
uccidendo prostitute, che hanno in comune solo il dettaglio di venire
massacrate mentre indossano il costume di Celeste, la defunta e amata eroina
moglie dello Spirito Pubblico, una sorta di Superman biondo idolatrato dalla
folla, campione dei valori della società e a capo della Jesus League of
America. Un grandissimo bastardo che in pubblico sfoggia sorrisi, ma che nel
privato è un degenerato che si spara in vene dosi abbondanti del composto del Dottor
SHOC per alimentare i suoi poteri. Come dite? Vi ricorda Homelander, il Patriota di The Boys? Evidentemente
anche Garth Ennis aveva comprato una copia di “Marshal Law” a qualche
bancarella.

Il fumetto del cuore del buon vecchio Garth Ennis.

L’odio personale di Marshal nei confronti di Spirito
Pubblico è lo stesso che ritroviamo tra Billy il macellaio e Patriota nel
fumetto di Ennis e a ben guardare, anche le motivazioni personali, visto che
Lynn, la vicina di casa di Marshal e sua grande amore, finirà vittima del loro
scontro, alimentando ancora di più l’odio di Marshal Law per le maschere.
Potrei andare avanti con i paragoni tra i due fumetti, ma vi rovinerei la
lettura quindi sappiate questo: partendo dalla miniserie di sei numeri di Pat
Mills e Kevin O’Neill, Ennis ha trovato spunti per tirare su una lunga serie
della durata di 72 numeri, questo dovrebbe farvi capire quante idee incredibili
si possono trovare tra le pagine di “Marshal Law”.

Questo non lo vedrete mai in nessuna serie di Amazon Prime Video.

Ma se per Ennis, “The Boys” era la sua risposta allo
strapotere dei fumetti di super eroi (che negli Stati Uniti rappresentano l’80%
della produzione a fumetti), l’odio di Pat Mills per le “maschere” è ancora più radicato. Secondo l’autore, “Marshal Law” era il modo perfetto per utilizzare la
metafora del super eroe, per scagliarsi contro i falsi miti e le icone di
plastica della nostra società. Il Persecutore è un torturatore al soldo della
CIA, lo Spirito Pubblico sfoggia valori da bravo Cristiano, ma si comporta come
il peggiore dei degenerati, mentre nella miniserie del 1990 intitolata “Kingdom
of the Blind”, Marshal Law deve vedersela con una sorta di Batman, un ragazzino
malvagio che in combutta con il suo maggiordomo (vittima di un ricatto) ha
ucciso i genitori in un vicolo, per ereditare il denaro e le aziende di
famiglia, con lo scopo di perseguire la sua perversione, diventando il super
eroe cittadino, con auto, gadget e super costume, noto come Private Eye.

Corre, corre è Batman Private Eye / E con agilità, in un attimo è qua, proprio qua.

Pat Mills e Kevin O’Neill hanno dato fondo a tutto il
loro furore Punk, scagliandosi contro questi finti eroi in calzamaglie
colorate, con un fumetto satirico e volutamente grottesco che diventa sempre
più matto ed esagerato con il passare dei numeri, un modo chiaro per due Punk,
di utilizzare la loro arte per sputare in faccia ai potenti del mondo e agli
orrori (ed errori) della società occidentale. Nelle storie pubblicate per la
rivista “Toxic!”, intitolate “Hateful dead”, il gesto irresponsabile di
abbandonare rifiuti tossici nel terreno, provoca la resurrezione di molti super
eroi defunti, che tornando sotto forma di zombie seminano il panico a San
Futuro, tutto questo molto prima dei “Marvel Zombies” di Robert Kirkman, ci
tengo a precisarlo.

Marshal Law si veste come un nazista, infatti molti super
eroi lo considerano tale, ma “Marshal Law” non è un fumetto di estrema destra,
non più di quanto potrebbe esserlo la doppia “S” nel nome KISS (considerando
che due membri del celebro gruppo Rock di New York sono ebrei, storia vera).
L’atteggiamento quindi è estremamente Punk Rock fino al midollo e Pat Mills e
Kevin O’Neill non prendono davvero prigionieri, il loro Marshal Law è pronto a
prendere a calci in culo tutti i super eroi, da quelli della Golden Age,
passando a quelli della Silver Age, per inaugurare quella che lui (utilizzando
un gigantesco carro armato preso da un museo bellico) chiama la “Lead Age”,
l’età del piombo caldo, con cui sforacchiare tutte queste false icone in
calzamaglia.

You want the best. You got the best. The hottest band comic book in the World… Kiss Marshal Law! (quasi-cit.)

In “Secret Tribunal”, il nostro (anti)eroe in divisa da
Gay Club viene spedito in una base spaziale, dove farà piazza pulita di una
nuova generazione di eroi (tra cui lo Spirito Pubblico Junior) e dovrò
vedersela con orrori degni di Clive Barker o di Punto di non ritorno, in una storia spaziale dove non mancano le
strizzate d’occhio (palesi) ad Alien.

Nello spazio nessuno può sentirti massacrare supereroi.

Insomma “Marshal Law” resta uno di quei fumetti che
finisco per andare a rileggermi periodicamente e che oggi, dove tutti sembrano
affascinati dalla serie tv su The Boys,
meriterebbe almeno una riscoperta. Perché nel passaggio al piccolo schermo,
Billy il macellaio e i suoi si sono addolciti, Marshal Law invece no, lui non
ha mai smesso di dare la caccia agli eroi, anche se non ne ha mai trovato
nessuno.

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