La lunga cavalcata di Matana giunge al termine, l’omaggio di
Leo Ortolani agli Spaghetti Western si completa nel modo migliore possibile, con una storia conclusiva che non poteva che strizzare l’occhio ai Maestri, da
Sergio Leone ad Ennio Morricone.
Infatti fin dalla prima pagina l’omaggio inizia subito con
un riferimento a Per un pugno di Dollari, per poi tornare sui nostri
protagonisti, al galoppo (dai Leo, per un po’ niente più cavalli da disegnare!)
verso l’unico posto dove il malvagio El Muerto potrebbe nascondersi, il
cimitero di Teschiano, una valle abbandonata in una città di bare (non volanti)
e morti. Non vi dico che mortorio il sabato sera.
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Il tempismo nella vita (e nei duelli) è tutto. |
Ortolani dedica una bella paginetta ai “Quattro cavalieri”
di El Muerto, facce talmente note dei Western all’italiana (più Danny Trejo) che
non richiedono certo ulteriori presentazioni, ma occhi aperti, per il piccolo
cameo di lusso nel finale, una faccia nota su un volantino da ricercato.
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I quattro dell’Apocalisse secondo Ortolani. |
Ho adorato il contributo di Isaia alla causa (mi sono
rotolato dal ridere) così come per la “morte” di Djanga, che invece è viva e
vegeta e anche piuttosto vispa, ma l’uso che Ortolani fa della musica nel suo
fumetto non solo evoca vecchi ricordi di tanti Spaghetti Western, ma risulta
davvero spassoso.
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Evocativo eh? Però anche il post non è infinito. |
Ortolani si conferma profondo conoscitore dei generi, qui sa
gestire alla perfezione i flashback Leoniani e nel duello finale (davvero
evocativo) non può che mancare un omaggio ad un altro Maestro.
Bisogna dire che inoltre per questo ultimo albo, Panini ha
concesso (cioè concesso, pagando il giusto) qualche pagina in più al solito
striminzito albetto, quindi la storia risulta molto migliore e trova anche il
tempo per qualche “frase maschia” come si deve.
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L’omaggio al Maestro Morricone, bravo Leo! |
Insomma, “Matana!” si merita una riedizione in volume,
magari anche a colori, perché è senza ombra di dubbio uno dei fumetti più spassoso e brillanti della vasta produzione Ortolaniana, si spera di leggere ancora nuove e riuscite
“parodie” come questa.