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Minions (2015): Cattivissimi Loro



Ci hanno messo
un po’ di tempo, ma alla fine i ragazzi della Illumination Entertainment hanno
capito che la vera forza di “Cattivissimo Me” (e del suo sequel) sono i
Minions, qui protagonisti del loro primo film solista, una specie di prequel
della saga. Il risultato finale? Bello, ma non bellissimo…

Il logo della
Universal viene introdotto dalla classica musica della Major, cantata dalle
“adorabili” voci dei gialli omarozzi, i primi minuti del film poi sono
micidiali: l’evoluzione e la storia dell’umanità, vista dal punto di vista dei
Minions.
Da organismi
(gialli) monocellulari usciti dalla acque, a servitori del tipo più cattivo in
circolazione, che sia un T-Rex, un faraone, Dracula o Napoleone, ogni volta con
risultati spassosi, ma disastrosi.
Senza un
(cattivissimo) padrone da servire i Minions cadono in depressione nella loro
nuova casa in Antartide, saranno i tre volontari Kevin, Stuart e il piccolo Bob
a spingersi fino a New York, nell’anno 1968 (42 B.G. Before Gru secondo il calendario
Minions) alla ricerca di un Cattivo da servire, l’occasione è ghiotta, il Villain-Con,
il Convengo dei Supercriminali.


Sembrano carini, ma vi faranno rimpiangere di non aver dato un passaggio a Rutger Hauer.
Ed è proprio
qui che il film diretto da Pierre Coffin e Kyle Balda morde un po’ il freno, perché è spassoso vedere i Minions alle prese con la giovane Regina Elisabetta
II e la ricostruzione del 1968 risulta curata, offre anche lo spunto per un
paio di cameo celebri (Abbey road in versione Minions, ma anche Stanley Kubrick
se aguzzate la vista), ma il problema è che il film cala di ritmo e le promesse
iniziali di una grande epopea gialla, vengono ridimensionate.
In un
susseguirsi senza sosta di scenette e gag tutte basate sulla uscite naif dei
tirapiedi di Gru e dal loro tormentone (“BANANA!”), la pellicola fiacca un po’
lo spettatore (adulto), l’introduzione dei super cattivi è necessaria per
portare avanti la storia, ma di fatto i personaggi, sono solo delle spalle che
servono ad alzare la palla per le battute e i momenti Splapstick messi in scena
dai gialli protagonisti.


Effetti collaterali della fame e del troppo sole…
Scarlet
Overkill, l’elegante e ambiziosa criminale determinata a superare i colleghi
maschi in cattiveria, dovrebbe mangiarsi lo schermo come faceva Crudelia De Mon
ai tempi dei 101 Macchiazza, in realtà malgrado l’ottima prova di Sandra
Bullock, resta comunque incastrata tra le gag (anche scatologiche) dei
giallastri occhialuti insalamati nella Salopette.


Scarlet Overkill, Scarlet Overkill, farebbe paura perfino a… Cos’è che fa rima con Overkill?
Stessa cosa si
può dire di Herb Overkill (Jon Hamm) o della coppia di rapinatori doppiati da Michael
Keaton e Allison Janney, per una volta sono i cattivi a servire i Minions e non
viceversa.
La
studiatissima colonna sonora (per fortuna non si sente la maledetta “Happy” di
Pharrell Williams, hanno già condannato il mondo con “Cattivissimo Me 2” questa
volta ci hanno risparmiati…) e il giochino di riconoscere tutti i volti noti
presenti alla convention (dal Mostro della Laguna nera ad un Clown simil-IT,
passando per Faccia di Cuoio e Conan il Barbaro) sono gustosi extra, ma a mio
avviso il film non mantiene le promesse, sicuramente si gioca bene le sue
carte, ma non è poi così memorabile…

“Cosa ci fa un bell’idrante come te in un posto come questo?”
Personalmente
avrei preferito se gli autori avessero proseguito lungo il percorso di
“Cattivissimo me 2”, un film che a mio avviso funzionava alla grande nei
momenti in cui decideva di rinunciare ai dialoghi in favore di scene (comiche,
ma non solo) quasi da film muto, considerando la stramba parlata dei Minions,
sarebbe stato possibile e avrebbero anche potuto conservare Geoffrey Rush nel
ruolo di narratore. In ogni caso le gialle creaturine sono ormai un fenomeno di
costume, presumo che questo sarà solo il primo di tanti film a loro dedicati.
Non ci vuole Sherlock Holmes per risolvere questo, ehm… Giallo.
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