Per decenni conoscere il personaggio di Moon Knight era un’ottima prova per capire se eri un fanatico di fumetti, uno di quelli senza ritorno capito no? Ora che viviamo in questa strana rivincita dei Nerd, che più che una vittoria spesso sembra un pareggio, anche il vecchio Lunar si becca la sua miniserie su Disney+.
Nato nel 1975 sulle pagine di “Werewolf by Night”, Moon Knight era il tentativo di dare un avversario color argento ad un lupo mannaro, che nei vecchi fumetti editi qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, ha anche cambiato nome in Licantropus, un destino simile a quello del cavaliere della luna, ribattezzato Lunar, per venire incontro all’italica incapacità di pronunciare tutte quelle “K” e “W” a caso infilate nei nomi.
Moon Knight era un vigilante, spalla di lusso sulle pagine di tante serie di altri personaggi, infatti ricordo di averlo scoperto su “L’Uomo Ragno”, ma grazie al ciclo di storie disegnato dal Maestro Bill Sienkiewicz (omaggiato nella scena dopo i titoli di coda dell’ultima puntata della miniserie) il personaggio ha fatto un salto di qualità o meglio, ha saputo trovare i suoi appassionati, perché Moon Knight il vigilante vestito di bianco afflitto da personalità multiple, Avatar terreno del Dio egiziano Khonshu è sempre stato tante robe tutte insieme, ma mai un personaggio di punta della Casa delle idee.
Un culto per pochi, a cui nel tempo ho dedicato giusto un paio di post anche su questa Bara, perché fino alla svolta, ovvero il ciclo scritto da Warren Ellis, Moon Knight è sempre stato afflitto dal problema di essere un po’ considerato il Batman (con i colori opposti) della Marvel. Grazie all’intuizione brillante dello scrittore Scozzese Moon Knight si è guadagnato una credibilità, grazie alle sue personalità multiple e al costume da civile dell’inquietante Mr. Knight, un ciclo di storie in cui tutta la parte egizia del personaggio veniva un po’ messa da parte, se non proprio in dubbio, perché come fai a fidarti di uno che è allo stesso tempo il mercenario Marc Spector, il milionario Steven Grant e il tassista Jake Lockley oltre che a spendere un capitale in lavanderia per tenere immacolato il suo costume? Infatti la Marvel per la versione televisiva del personaggio su quale lato del personaggio ha decido di puntare? Su quello Egizio, «Madornale errore» (cit.)
Il mio interesse per questa miniserie era tutto per uno dei miei vigilanti preferiti della Casa delle idee, visto che da sempre la mia preferenza va agli eroi urbani della Marvel, ma il secondo e il terzo motivo di interesse per me erano il coinvolgimento alla regia di alcuni episodi di due dei prediletti di questa Bara, Justin Benson e Aaron Moorhead, eroi del cinema horror Indie che più Indie di loro due, solo Harrison Ford (ah-ah), magari li avete apprezzati nel loro tentativo di mettere un piedino nel mondo delle serie tv con “Archive 81”, la speranza è che i due potessero portare un po’ della loro sperimentazione ad un personaggio che tra miti egizi, criminali pestati nei vicoli e una testa matta piena di personalità, offriva l’occasione per osare un po’, occasione a cui alla Marvel hanno deciso candidamente di non considerare nemmeno.
Capisco perché “Moon Knight” sia piaciuta ad una fetta di pubblico, mi stupisce ma lo capisco, Oscar Isaac sembra avere i personaggi fumettistici egizi nel suo destino, ma forse non gli portano molto bene, anche se al pubblico la sua ottima prova (l’unico elemento che ha messo davvero d’accordo tutti) unita a questa atmosfera a metà tra “La Mummia” (1999), “Una notte al museo” (2006) e Split è sembrata abbastanza originale da attirare l’attenzione. Inoltre si sa, il logo rosso della Marvel è una garanzia per il pubblico, lo loro politica paga dividenti, dal 2008 prima di tutto ti fanno affezionare al personaggio sotto la maschera prima che all’omino con il pigiama (in questo caso bianco) in tal senso Oscar Isaac è il vero motivo per cui guardare “Moon Knight”, una miniserie di cui non mi è piaciuto però quasi nulla.
I problemi iniziano da subito, perché il mite Steven Grant, impiegato presso il museo egizio di Londra (interpretata da Budapest nemmeno fossimo in un film di Steven Seagal) è arrivato a legarsi al suo letto ogni notte? Il suo non è semplice sonnambulismo, forse aveva giù avuto qualche segnale di personalità multipla? Non si sa, la serie curata da Jeremy Slater tira dritto perché dobbiamo dare l’occasione ad Oscar Isaac di andare (spesso) molto sopra le righe nei panni del buffo Steven, che a tratti è indistinguibile da Taika Waititi, quindi tanto di cappello al buon Oscar, uno che a volte sembra Al Pacino 2.0 ma ha abbastanza talento da poter vincere la gara degli imitatori di Waititi, anche se qualcuno avrebbe dovuto fargli notare che non è obbligatorio esagerare così tanto.
Vorrei sorvolare sui problemi di montaggio della serie (vedi il cattivissimo Arthur Harrow interpretato da Ethan Hawke minacciarti sul posto di lavoro, con i tuoi colleghi parte della sua setta e continui il tuo turno di notte indisturbato? Bah) per sottolineare quando proprio con gli stacchi di montaggio e le amnesie di Steven, la miniserie abbia potuto girare attorno al visto censura: arrivano i sicari armati, stacco, Steve urla terrorizzato, l’altra sua personalità ha preso il sopravvento ammazzando tutti fuori campo, comodo e indolore (per i censori).
Fino al momento in cui Khonshu non si manifesta con il suo scheletrico capoccione, non basta far doppiare i suoi dialoghi al grande F. Murray Abraham per evitare l’effetto Deadpool o Venom, che affligge il personaggio per via dell’umorismo, che sarà pure un tratto distintivo dell’MCU, ma qui è veramente scappato di mano, perché l’idea che mi sono fatto è che alla Marvel avessero una fifa blu che Moon Knight venisse nuovamente etichettato come un Batman dei poveri, questo spiegherebbe il suo costume (che si evoca da solo nemmeno fosse Spawn) in cui l’aspetto da mummia è stato sottolineato proprio per rimarcare la differenza con il Crociato di Gotham, ma se devo essere onesto, le modifiche al costume sono davvero l’ultimo problema di questa miniserie.
Una volta alle scuole medie, il mio professore di ginnastica, uno che non credeva nell’esistenza di nessun altro sport al di fuori del Sacro Calcio, obbligato dal sistema scolastico corrotto e collaborazionista, fu costretto a mettere alla prova le mie capacità su uno di quei presunti sport minori, la Pallacanestro. Dopo avermi fatto fare un percorso tipo gincana con la palla a spicchi, messo spalle al muro dal sistema fu costretto a darmi un voto alto e mi disse: «Eh, si vede che tu in passato hai fatto qualcosa di Basket» (storia vera, visto che ho sempre giicato), più o meno è quello che penso che alla Marvel abbiano detto a Justin Benson e Aaron Moorhead, però con l’horror al posto della Pallacanestro, almeno dopo i due episodi da loro diretti, in cui il genere in cui quei due sono così forti fa capolino nella serie, poco, molto poco, non vogliamo mica spaventare qualche bambino vero?
Quindi non capisco perché abbiamo voluto Benson e Moorhead se poi non gli è stata concessa la minima possibilità di fare quello in cui sono più bravi, mi sembra un po’ come quella volta in cui la Marvel ha fatto venire giù Scott Adkins per il ruolo del “Generico sgherro numero quattro”, e non sto facendo un paragone con Doc Strange a caso, ho voluto vedere l’ultimo episodio di “Moon Knight” prima del nuovo film Marvel perché già sapevo che dopo la regia di Sam Raimi, l’ultima puntata di questa deludente miniserie sarebbe risultata ancora peggiore. Quindi non è un problema della “Scuderia Marvel” non saper sfruttare il talento dei registi o non concedersi un po’ di horror nelle loro produzioni, ma è solo “Moon Knight” ad essere una delusione su tutta la linea. Del nuovo film Marvel invece, ne parleremo diffusamente domani.
Non credo sia un caso se l’episodio più apprezzato di questa miniserie sia stato il quinto, palesemente ispirato al ciclo di storie Lunatico di Jeff Lemire, l’idea di un super eroe dalla personalità multipla e delle sue origini pacchiane come solo andare in giro vestito di bianco con al tuo fianco un Dio egizio dalla faccia da teschio possono essere, diventa subito più interessante se il sospetto è quello che sia tutta una balla, una fantasia nella sua testa matta, quindi “Moon Knight” fallisce nel confronto diretto con la sottovalutata Legion. Pensare che con Giustino e Aronne dietro alla macchina da presa e Oscar davanti, questa serie si sarebbe potuta mangiare quella di Legione come facciamo voi ed io con le fette biscottate la mattina, che gran spreco di potenziale.
Sono sicuro che Moon Knight tornerà come ospite di lusso in qualche altro capitolo dell’enorme telenovela della Marvel, forse in quella forma funzionerà anche meglio, la comparsata di lusso come nei vecchi numeri dell’Uomo Ragno, un po’ come accaduto a Wanda nel post di cui parleremo domani (perfetto per fare pace con l’MCU), purtroppo proprio citando la streghetta, devo dire che queste serie tv Marvel stanno davvero perdendo l’occasione di utilizzare il piccolo schermo per osare di più, per sperimentare qualche trovata che magari la produzione milionaria di un film non ti consente, lo hanno fatto con una manciata di episodi di WandaVision prima di cedere al canone, con “Moon Knight” nemmeno quelli, dopo anni a conquistarsi una credibilità nei fumetti, ora per il grande pubblico il personaggio sarà per sempre quello degli animali in CGI tipo ippopotami e coccodrilli, nemmeno fossimo in “Fantasia” (1940) tanto per restare nella scuderia del topo.
Già Hawkeye aveva portato in scena svolte scricchiolanti di trama, mi immagino quanto sarà bella la miniserie dedicata ad un personaggio complesso e sfaccettato come Echo, ora che sono riusciti a buttarne via un altro come Moon Knight, quindi ve lo dico subito, se sperate di vedere la sperimentazione (al limite e oltre il metanarrativo) che John Byrne portò sulle pagine di She-Hulk nella prossima miniserie dedicata alla cugina di Bruce Banner, mettetevi l’anima in pace, l’unico in grado di portare vera creatività alla Marvel in questo momento mi pare risponda al nome di Sam Raimi, quindi ci vediamo qui domani su questa Bara, per fare la pace con l’MCU, dopo i sei episodi di “Moon Knight” direi che un po’ ce lo siamo meritato.
Sepolto in precedenza domenica 8 maggio 2022
Creato con orrore 💀 da contentI Marketing