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Mr. Morfina (2025): questo farà male (Max Pain)

Guardate un po’ chi si rivedono, Dan Berk e Robert Olsen, i due registi che avevo scoperto nel 2016 con “Stake Land II” che si erano fatti notare soprattutto per il loro “Villains” (2019), titolo sfizioso di cui purtroppo non ero riuscito a scrivere nulla, ero curioso di vederli alle prese con questa commedia d’azione, che per certi versi ha qualcosa in comune con Heart Eyes, almeno per la sua volontà di mescolare i generi.

Scritto da Lars Jacobson, questo “Novocaine” in uno strambo Paese a forma di scarpa è stato adattato – si fa per dire – in “Mr. Morfina”, una soluzione a metà per tradurre un titolo inglese in un altro che lo è solo in parte, che per lo meno salva il film dall’anonimato della novocaina, perché pur non avendoli contanti, credo esistano sei o sette film con lo stesso titolo, per lo meno questo è “Un ragazzo incontra una ragazza” con un occhio rivolto a “Crank” (2006) e un altro a boh, non so… Darkman? Pur non raggiungendo nessuno dei due apici.

La sotto trama e lo spunto di partenza, riassunti in un’immagine.

La storia è quella di Nathan Caine (Jack Quaid), assistente direttore di banca affetto da una rara condizione genetica, è totalmente insensibile, e mi verrebbe da dire che questo deve averlo aiutato molto a far carriera in banca. Frecciatine a parte, Nathan come il dottor Peyton Westlake non può sentire il dolore, il caldo o il freddo, è nato così ma per sua fortuna ha conservato il suo faccino da bravo ragazzo, quindi ritroviamo il figlio del mitico Dennis nel 50% di personaggi che gli chiedono di interpretare, il fidanzatino d’America circondato dalla violenza grottesca, insomma siamo in zona The Boys, anche perché l’altro 50% di personaggi che affidano a Quaid, di solito sono i maschi etero stronzi.

Per via della sua condizione Nathan si tiene distante da tutti, anche perché se mai si facesse del male, nemmeno se ne accorgerebbe, quindi l’unico amico che ha è Roscoe Dixon, giocatore che conosce solo tramite contatti in rete impersonato da Jacob Batalon, che interpreta ancora una volta l’uomo sulla sedia, perché il casting di questo film è stato fatto con il pilota automatico.

Il soggetto del film riassunto in un’immagine (questa volta animata)

Siccome lo spunto più vecchio della storia del cinema (e dell’umanità) resta il classico “Un ragazzo incontra una ragazza”, l’occasione per uscire dal guscio per Nathan si chiama Sherry (Amber Midthunder, l’abbiamo vista in Prey e infatti qui è ancora la preda, cosa vi dicevo del casting?), i due hanno una mezza cotta fino al giorno in cui dei Babbi Natali fanno irruzione nella banca di Nathan per una rapina e il nostro, per istinto, ruba un’auto della polizia per inseguirli. Vorrei far notare che nel 2025 nessuno più rapina le banche perché tanto molte non hanno contante, ma ci voleva un MacGuffin per far iniziare la trama ed eccolo qui.

Va detto che i personaggi sono tutti azzeccati, Batalon è una spalla comica rodata, pronto ad aiutare il protagonista da remoto, Midthunder svolge bene il suo dovere e sale un po’ di colpi nel terzo atto, anche se il fuoco resta tutto su Jack Quaid che è uno spilungone quindi per lo meno non sfigura in mezzo a tutta questa azione ben ritmata, anche se il suo unico “potere” è quello di non sentire nulla. Il nostro non ha una tecnica, semplicemente è impossibile da abbattere e deve solo guardarsi dal non farsi troppo male, anche se spesso sembra dimenticarsene, questo si traduce in una violenza da cartone animato fatta di coltelli presi al volo sì, ma nel palmo della mano oppure l’uso improprio di una friggitrice.

«Ehi questo non è un ceppo porta coltelli è la mia mano!»

L’idea della disabilità come super potere nemmeno questa è originalissima, ma di certo qui non è centrare come in un fumetto di Daredevil, per fortuna Dan Berk e Robert Olsen hanno abbastanza idee visive da riempire il film tenendo alto il ritmo, anche se la parte meno riuscita sono le battute, i momenti comici sono quasi tutti quelli da cartone animato violento, per assurdo se fosse stato un film muto, ci sarebbe stato più da divertirsi e in generale, il film mi ha ricordato un po’ un Guns Akimbo più timido nella rappresentazione dei personaggi.

Il film con l’ex Harry Potter ad un certo punto abbracciava in pieno la dimensione da videogioco o da cartone animato violento, “Mr. Morfina” invece cerca una svolta un minimo più “seria” nell’ultimo atto ma senza particolari guizzi, direi che è un’opera che vive e muore sul suo spunto iniziale, un ragazzo che non sente il dolore si innamora e la sua condizione gli torna per lo meno utile, il tipico soggetto facile da vendere ai produttori e al pubblico, perché puoi spiegarlo in poche parole, anche se poi si limita a portare a casa il compitino, più che decentemente, ma sempre compitino.

Jack Quaid nella posa degli eroi della Bara in quella che sembra quasi una citazione videoludica a “Max Payne”

Che l’operazione sia molto “pop” è chiaro fin da subito, la scelta di pezzi come “This Is Gonna Hurt” dei Dirty Nice, oppure di roba più movimentata come “I Believe In A Thing Called Love” dei The Darkness o degli immancabili Chicago spazza via il campo dai dubbi, sono riusciti ad infilare in modo sensato anche una scelta quasi obbligata come “Everybody Hurts” dei R.E.M.

Lati positivi? Sicuramente vedere un soggetto nuovo, tutto basato sul ritmo e le scene d’azione resta un piacere, anche se poi la trama è presto riassumibile nel suo soggetto, quindi “Mr. Morfina” risulta divertente e a differenza di Guns Akimbo, per lo meno è riuscito ad arrivare al cinema, anche se nemmeno in patria ha fatto grandi numeri ai botteghini, per ora sembra sia andato in pari con i costi, quindi penso che andrà molto più forte quando sbarcherà su qualche piattaforma.

«Orsetti! Orsetti! Orsetti! (andava detto, qualcuno doveva farlo)

Menzione speciale per l’operazione in corso “Lanciamo il figlio di Jack”, mi ha fatto sorridere che un film così si sia giocato due figli d’arte nei ruoli chiave, infatti in quello del cattivo abbiamo il ghignante Ray Nicholson, ultimamente prezzemolino, l’ho visto anche in “Borderline” di cui dovrei anche scrivere qualcosa, sempre se mi venga voglia di farlo perché il risultato non mi ha esaltato, malgrado la presenza di Samara Weaving nel cast.

Insomma, sempre un piacere per me andare in sala a vedere film che hanno l’azione come Nord magnetico, ma “Mr. Morfina” resta un giocattolino simpatico ma “praticamente innocuo” per dirla alla Douglas Adams, sarà l’effetto della morfina o della novocaina? Peccato, per una volta che eravamo riusciti a fare qualcosa per il titolo del film, visto che sul film aleggia Max Payne, io l’avrei fatta sporca fino in fonfo e lo avrei intitolato proprio “Max Pain”.

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