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Naga (2023): paura e delirio a Riyadh

“Naga” è la storia di una ragazza che deve tornare a casa entro le 21, non un minuto di più. Oppure è la storia di una ragazza che deve – tra le altre cose – lottare con un dromedario particolarmente incazzato su cui la promozione del film ha puntato tanto, nel tentativo di rendere appetibile un film che è bello, proprio perché difficilmente etichettabile.

Sicuramente “Naga” fa sua la lezione hitchcockiana: sullo schermo deve sempre succedere qualcosa. In questo film succede di tutto, un film saudita che mescola droghe, allucinazioni, camioncini per il Kebab, il dromedario incazzato di cui sopra tutto al servizio di una sorta di “Fuori orario” ancora più fuori di testa. Senza scomodare Terry Gilliam il film d’esordio di Meshal Al Jaser funziona perché banalmente, mette in chiaro la posta in gioco senza bisogno di perdersi in spiegoni, e poi costringe la sua protagonista ad affrontare una serie di avversità, di problemi, in una notte in cui sembra che ogni comparsa e persino i dromedari, siano stati spediti sulla faccia della Terra solo per farle mancare l’appuntamento, insomma la quinta essenza del “far succedere sempre qualcosa”.

Stanco di essere preso a pugni da Conan!

Il prologo di “Naga” è veloce e violentissimo, perfetto per calamitare l’attenzione, dopo i titoli di testa ci ritroviamo nella Riyadh contemporanea, dove la protagonista Sarah (Adwa Bader, bravissima) ha un padre con la faccia di uno che se ti dice di tornare alle nove in punto, tu torni a casa alle nove in punto senza fiatare. Ma la protagonista ha anche un fratello, che le fa rimpiangere ogni momento di non essere nata figlia unica. Come ogni ragazza della sua età vorrebbe solo fare l’adolescente e divertirti, quindi un grande merito di “Naga” è questo, dice tutto quello che deve dire anche in termini di critica, senza lasciarsi offuscare dal MESSAGGIO, quello arriverà lo stesso senza che però sia per forza l’ossessione del film.

Le piccole ribellioni della protagonista sono quelle di qualunque adolescente a tutti le latitudini del globo, calate nella sua realtà valgono il doppio, ma il senso è lo stesso, Sarah vorrebbe solo partecipare alla festa nel deserto, il ragazzo con cui ci va è un cretino che si rivela doppiamente tale, da qui parte un delirio dove il bello sta nella narrazione e nel ritmo di “Naga”.

Girls just want to have fun… Sì ma che fatica!

Ad un certo punto chiedersi che cosa stia succedendo o cercando di capirlo fino in fondo è impossibile, anzi il bello è proprio questo, come nella vita quando ti capita qualcosa, anche di assurdo, non ti vengono fornite le spiegazioni, non ti viene fornito il libretto di istruzioni, quindi godetevi la corsa folle nel deserto di questo film matto, che riesce a parlare della condizione della donna nella società mussulmana senza risultare una scelta da cineforum con la pipa e gli occhiali, al massimo la sua versione da Bara Volante, quindi con più droga, delirio e dromedari incazzati, giocandosi un ritmo notevole, indiavolato e pazzo per un film che sono molto felice, potrete vedere comodamente su Netflix, ne avevo sentito parlare come uno degli esordi più folgoranti del 2023, confermo tutto, correte a vederlo.

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