Nella testa dello spettatore medio, ormai Netflix è sinonimo di tematiche LGBTQIA+ quindi in automatico, oggetto di sbeffeggio, anche ai livelli più alti, da parte di chi dovrebbe occuparsi d’altro, ma cavalca i temi che fanno infervorare il popolino.
Possiamo parlare tra noi? Bariste e Baristi con la testa sulle spalle? Quando l’inclusività diventa una casellina da spuntare, una tappa obbligata senza la quale, una trama nel 2023 non viene messa in produzione, si vede, perché è una formula applicata freddamente, per leggi di mercato e calcolo, quindi profitto, che finisce per non includere, perché non sentita, ma al massimo finirà per dare fastidio a chi già il tema lo sopporta pochino. Poi per fortuna arriva “Nimona” che se ne frega e con gioia Punk Rock rimescola le carte più e più volte.
Il progetto, passato di mano dai defunti Blue Sky Studios ad Annapurna Pictures/Netflix, non ha perso la sua caratteristica orgogliosamente Queer di base (basta dire che uno dei personaggi è doppiato da RuPaul, che dite, basta?), visto che è tratto dal fumetto omonimo di ND Stevenson, conservando tutti gli intenti della trama originale.
La storia è ambientata in un medioevo futuristico (quindi perfetto palcoscenico per i temi di fondo, perché di fatto è il nostro presente) in cui per dirla alla King, “Il mondo è andato avanti”, a proteggere il regno uno squadrone scelto di cavalieri di alto lignaggio, tutti tranne uno, Ballister Cuoreardito, il primo che verrà nominato cavaliere pur non avendo nobili natali, ma la festa viene rovinata da un attentato alla regina, la cui colpa ricade sulla capoccia proprio di un incolpevole Ballister.
Ad aiutare uno che viene etichettato come “mostro” dalla società, solo un’altra abituata a sentirsi etichettare così, la Nimona del titolo, particolarmente predisposta perché la ragazza (doppiata in originale da Chloë Grace Moretz), può trasformarsi in svariate creature, rinoceronti, SIMMIE, balene – che precipitando nel vuoto sembrano un omaggio a Douglas Adams – tutte rigorosamente rosa.
Istruzioni per l’uso: Ballister ha una storia con uno dei cavalieri, per motivi drammaturgici. Per motivi estetici invece, i due cavalieri sembrano uno l’opposto dell’altro, e per una volta i personaggi stanno in piedi sulle loro gambe, funzionano, non sono solo caselle da spuntare ma posso dirlo? Tutta la questione dell’inclusività non è nemmeno la parte più riuscita di “Nimona”, quella è solo una: la caciara.
La ragazza mutante entra nelle vita del cavaliere e già qui potreste notare dei ribaltamenti rispetto ai canoni classici della storia, ma ribadisco, questo non avviene solo per “quote rosa” (nel vero senso della parola!), ma per la precisa volontà di ribaltare il racconto più e più volte, con una joy de vivre che nella pancia si porta dentro qualcosa di Punk, però con molto più rosa, complice anche l’animazione.
Il film diretto da Nick Bruno e Troy Quane fa di tutto per evitare il “santino”, la parabola edificante e ci riesce anche piuttosto bene, forse ha una flessione nel ritmo verso metà, ma francamente preferisco esperimenti (anche grafici) come questa storia, piuttosto a prodotti più canonici, anche nel raccontare la favoletta sui mostri che non sono tali.
Forse la parte che azzoppa un po’ il film è questa ambientazione Fantasy retro-futurista, che potrebbe far storcere il naso a chi non è interessato a spade e cavalieri, ma francamente l’approccio Punk della storia ha reso la visione giocosamente anarchica, benvengano gli esperimenti così anche sentiti, più riusciti di mille altre storie, che inclusive lo sono solo perché costrette ad esserlo da esigenze di mercato.
Sepolto in precedenza domenica 9 luglio 2023
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