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Now you see me 2 (2016): Siete dei maghi? Ecco bravi, sparite

Registi e
prestigiatori hanno molto in comune: entrambi devono intrattenere il pubblico
attraverso un’illusione, ecco perché i maghi al cinema prima o poi ricompaiono
sempre e senza scomodare il prestigioso Chris Nolan. Basta ricordarsi del
primo “Now you see me” di quel cagnaccio di Louis Leterrier, che un po’ a
sorpresa nel 2013 ha portato estratto il coniglio dal cilindro ed ora rischia
di diventare un franchise.

Riassunto del
primo film: quattro prestigiatori dai talenti differenti (noti come i quattro
cavalieri) usano i loro trucchi, pardon, la loro magia per incastrare il
ricco Michael Caine alto papavero responsabile della crisi mondiale o una roba
così, ora i dettagli non li ricordo bene e questo già vi dice di quanto mi abbia
lasciato il film di Leterrier.
Ora, i quattro
cavalieri sono ancora latitanti, qualcuno si finge morto (Dave Franco
malamente sotto utilizzato in questo film), ma come i Blues Brothers, tocca
rimettere insieme la banda quando un nuovo cattivone minaccia il mondo, questa
volta è il magnate dell’informatica Owen Case, il CEO di un’azienda tipo Apple (giusto
per non fare nomi) che grazie al suo super microchip è pronto a monopolizzare
il controllo dei dati e della privacy di tutti gli utenti del mondo. In soldoni:
tocca fermare il cattivo e recuperare il microchip… Nel 2016 stiamo ancora qui
a parlare di microchip, vabbè andiamo avanti.



Michael Caine, con la faccia di uno che rimpiange gli Zulu.
Owen Case ha
le occhiaie e la barba di Daniel Radcliffe, sfiga! L’ex Harry Potter è talmente
sfatto che sembra la versione dimagrita del cicciotto di “Una notte da leoni”
sul serio, ha anche lo stesso taglio di capelli! Radcliffe ci crede tantissimo,
ma il massimo che ottiene è un livello di minaccia che pareggia con quello di Seth
Green quando interpretava Scott Male, il figlio del Dottor Male di “Austin
Powers”, incredibile che quello che ha ricoperto per più anni di tutto il ruolo
di un mago, sia anche quello più in difficoltà di tutto il cast.



“Ta-dan! Indovinate chi non deve più farsi la barba per sembrare un maghetto minorenne?”.
La trama è,
quindi, un pretesto per far tornare in pista i quattro cavalieri, la regia
questa volta viene affidata a Jon M. Chu, nome che viene sempre fuori quando
serve un mestierante per dirigere un sequel o qualche grossa operazione pensata
a tavolino, motivo per cui Chu è responsabile di un paio di film danzerecci, di
“G.I. Joe – La vendetta” (2013), ma anche “Justin Bieber: Never Say Never”
(2011), considerando che Chu non ha rifiutato nemmeno di dirigere “Jem and the Holograms”, penso che la “M” puntata che sta tra nome e cognome stia per:
Masochista.
Il film
comincia mostrandoci un passaggio della trama che nel primo film era stata
solo accennata, ovvero il trucco di magia finito male in cui perse la vita
il padre dell’agente Rhodes (Mark Ruffalo), figlio dell’illusionista Lionel
Shrike, in cerca di vendetta nei confronti di Thaddeus Bradley (Morgan Freeman),
come visto, appunto, nel primo capitolo. Tra i due il brodo si allunga,
moltiplicando anche i finali del film in favore di un non-colpo di scena del
tutto poco adatto ad un film pieno di maghi, ma in generale tutta la
sceneggiatura di “Now you see me 2” è poco avvincente e le spiegazioni che
vengono fornite allo spettatore sono spesso ben poco convincenti.



“Fa parte del contratto farci muovere in parata in tutte le inquadrature?”.
Jon M. Chu
prova a giocarsi il tutto per tutto nella scena in cui i quattro cavalieri si
scambiano il microchip lanciandoselo come una carta da gioco uno con l’altro,
per cercare di superare i controlli di sicurezza dell’azienda di Case, il
problema è che la complicata coreografia dura talmente tanto da generare più noia
che altro.
Anche la
trasferta forzata dei Cavalieri a Macao, definita la Las Vegas cinese, sembra
più che altro un modo per farsi amici i Cinesi, che oggi come oggi, sono il più
grosso mercato cinematografico del pianeta, quindi non credo sia un caso se “Now
you see me 2” abbia incassato un sacco da quelle parti, non è un trucco gente,
è pura e semplice matematica!



“Chi ha due pollici ed è stato imposto nel cast per accaparrarsi il mercato orientale?”.
In tutto
questo, nemmeno gli attori sono più così importanti, il film fa leva sul
concetto di famiglia, certo non in maniera enfatica come in Fast and Furious, però in tutto questo
parlare di quanto sia importante la famiglia, Mélanie Laurent presente nel
primo film, qui sparisce dalla storia dopo mezza riga di dialogo, mentre Isla
Fisher viene sostituita da Lizzy Caplan alle prese con un personaggio
particolarmente odioso. Vi giuro che l’unica magia che avrei voluto vederla
fare è una bella sparizione!



…And I wonder, still I wonder, who’ll stop the rain.
Jon M. Chu fa
i salti mortali per dare a tutti gli attori lo stesso numero di minutaggi e
primi piani, ma sembra una gara a chi ha meno voglia, Jesse Eisenberg (con i
capelli in lenta ricrescita dopo aver vestito i panni di Lex Luthor) fa il compitino, quello a cui va peggio è la ragione
per cui ho provato a vedermi questo film: Woody Harrelson. Uno che potrebbe
convincermi a guardare qualunque cosa e a cui non ha mai fatto difetto il
carisma, qui non solo viene escluso dai numeri di magia principali, ma è
ulteriormente appesantito dal doppio ruolo di Merritt McKinney e di suo
fratello gemello, odioso e con una parrucca orribile, penso che nelle
intenzioni iniziali avrebbe dovuto rappresentare il lato comico della trama,
peccato che non mi abbia strappato nemmeno mezzo sorriso. Come diceva De Niro
in “Bronx”: “Non c’è niente di peggio del talento sprecato!” e quello di
Harrelson qui è stato gettato alle ortiche.



“Ma io posso lavorare con gente che fa ‘ste facce?”.
In soldoni,
questo “Now you see me 2” sembra un film poco convinto, una roba messa su per
assecondare un inatteso successo al botteghino, francamente spero che la
chiudano qui, ma bisogna sempre fare i conti con i Cinesi, quelli sono tanti,
ricordatevi quello che diceva Bruce Lee: “In Cina ce ne sono migliaia come me”.
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