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Omicidi e incantesimi (1991): chi ha incastrato H.P. Lovecraft

Il 20 agosto del 1890 a Providence nel Rhode Island, nasceva un signore con la testa piena
di mostri e tentacoli, uno scrittore che ha influenzato l’horror e la cultura
popolare occidentali come pochi altri. Oggi siamo qui insieme alla compagnia di
blogger uniti, per festeggiare il compleanno di Howard Phillips Lovecraft.

La scelta di un film per rendere omaggio al buon vecchio
H.P è piuttosto lunga, avrei potuto optare per qualcosa di ispirato ai suoi
lavori in maniera diretta o indiretta, oppure pescare un titolo a
caso dalla filmografia di Stuart Gordon,
invece ho preferito giocarmela di sponda, con un film poco noto ma molto amato.

Lo sceneggiatore Joseph Dougherty si era messo in testa
anche lui di omaggiare il solitario di Providence con una sceneggiatura ben
poco ortodossa. Il suo film intitolato “Lovecraft”, ha fatto il giro di
parecchie scrivanie di produttori senza attirare l’attenzione di nessuno, fino
al giorno in cui non ha attivato il fiuto della leggendaria Gale Anne Hurd,
responsabile di gran parte dei miei film preferiti, cosette come Terminator, Aliens – scontro finale e Tremors,
ma la lista sarebbe molto più lunga.
Il film esce per la televisione, anzi per la precisione
per la HBO, che giova ricordarlo, negli anni ’90 non era quella moderna guidata
dal sacro fuoco del «… ma mettici due culi!» che ci ha regalato tante puntate
di Giocotrono. Parliamo di un canale
che davvero spingeva (ah-ah) su tematiche adulte, quello che ci ha regalato il
film su Mike Tyson con Michael Jai White
del 1995, oppure serie tv che hanno davvero fatto la storia del piccolo schermo
(altro che i draghi sputafuoco!) come Oz,
infatti occhi aperti perché in “Omicidi e incantesimi” ha un ruolo chiave
anche Lee Tergesen, il mitico Tobias Beecher qui in panni che… non vi dico niente, non voglio togliervi questa sorpresa.

Cielo rosso di sera, Cthulhu si spera (tipico proverbio di Providence)

“Omicidi e incantesimi” è il titolo scelto per uno
strambo Paese a forma di scarpa, un po’ moscio bisogna dirlo – fa pensare ad una
commedia con la Bullock e Nicoletta Ragazzino -, con cui è stato deciso di
adattare l’originale “Cast a Deadly Spell”, anche questo un po’ generico se
vogliamo, perché come fa notare la frase promozionale sulla locandina del film,
ma soprattutto come è impossibile non notare guardandolo, “Omicidi e
incantesimi” è una sorta di Chi ha incastrato Roger Rabbit, con Lovecraft al posto dei cartoni animati,
brutto? Vi assicuro proprio di no, anzi sarebbe un film da riscoprire se non
fosse fuori catalogo qui da noi, a meno che non abbiate conservato la vecchia
VHS, l’unico modo per vederlo al momento, è rivolgersi a quei santi di Cinema Zoo.

Fedora, sigarette, tavole calde e femmine fatali, come migliorare tutto questo? Con un po’ di Lovecraft!

Il film è stato diretto per il piccolo schermo da Martin
Campbell, che aveva già diretto l’ottimo “Legge criminale” (1988), ma non aveva
ancora fatto il botto con Fuga da Absolom,
ma se il futuro regista di due 007 e due film su Zorro non parla volentieri del
titolo che lo ha messo sulla mappa geografica, sarei curioso di sapere cosa
pensa di un piccolo film girato per la HBO, nato da un soggetto ancora più
strambo.

“Cast a Deadly Spell” ci porta in una Los Angeles
alternativa dell’anno 1948, in cui la magia ha quasi totalmente preso il posto della
tecnologia, tutti la utilizzano per rendersi la vita un po’ più facile, grazie
a scorciatoie magiche. Anzi, non proprio tutti la utilizzano, ad esempio
l’investigatore privato Harry Philip Lovecraft (si, questo é proprio il suo nome) non
ne vuole proprio sapere, lui è uno della vecchia scuola infatti ad
interpretarlo è proprio la faccia da pugile di quel gran mito di Fred Ward,
arrivato dritto sparato da Perfection, per interpretare alla perfezione un tipo
di personaggio alla Marlowe, ma non quel Marlowe.

Ferdinando Reparto, uno nato con la faccia giusta per fare il Detective.

Permettetemi un orrendo anglicismo, il “World Building”,
la costruzione del mondo in cui si muovono i personaggi di “Omicidi e
incantesimi” è impeccabile, Max Landis avrebbe dovuto rivedersi questo film
prima di scrivere Bright, perché la
città degli angeli alternativa di questo film, è davvero il frutto di una
società in cui umani ed elementi sovrannaturali hanno imparato a coesistere. Un
posto dove invece di essere inseguito da un normalissimo sgherro con il Fedora in
testa, a pedinarti potrebbe essere che so… un Gargoyle!

Ogni volta che sento parlare di Gargoyle, mi parte in
automatico la sigla.

Un luogo dove se un’automobile non parte, è perché nel
cofano ci sono i Gremlins ma sul serio! Non come nelle fissazioni del signor Futterman, oppure dove non è
improbabile che dal cielo incominci a piovere sangue, come in un pezzo degli
Slayer («… pensare che alla radio avevano pronosticato bel tempo»).

Metti una tigre un Gremlin nel motore! (quasi-cit.)

Il film andrebbe visto, anche solo per le trovate a metà
tra l’horror e la commedia sparse per il film, uno dei miei momenti preferiti è
quando Lovecraft per il suo nuovo incarico, va a consultarsi con il suo vecchio
capo, il detective di polizia Morris Bradbury, nome di certo non scelto a caso,
ma per il compleanno di Ray Bradbury, ci vediamo su questa Bara tra un paio di
giorni, per ora vi basti sapere che ad interpretare il ruolo del classico capo
degli sbirri che urla («Io odio la luna piena!»), qui troviamo Charles Hallahan.

“Quando c’è la luna piena mi viene voglia di fumare”, “Hai provato con le gomme?”

Bob Zemeckis con il suo coniglio dei cartoni animati, aveva insegnato il noir ad almeno un
paio di generazioni, “Omicidi e incantesimi” sembra davvero un cugino alla
lontana di Roger Rabbit perché anche lui, porta in scena davvero tutte le
caratteristiche tipiche di un noir, compresi personaggi e le loro dinamiche. Ad
esempio anche qui abbiamo un’affascinante Femme Fatale con i capelli rossi che
canta (in playback) nei locali, ad interpretarla è una giovanissima Julianne
Moore, che curiosamente avrebbe ritrovato Fred Ward nel 1993 in “America oggi”
di Robert Altman, solo che nel frattempo zia Giuliana era diventata più famosa
del suo roccioso collega.

“Non sono cattiva è che sono nata  Julianne Moore così” (quasi-cit.)

La scena in cui uno tra Joseph Dougherty e Martin
Campbell (forse entrambi), confermano di aver rivisto Chi ha incastrato Roger Rabbit, prima di mettersi al lavoro su
questo film, è il ritorno in ufficio di Harry Philip Lovecraft, che ricorda in
tutto e per tutto il bellissimo ellisse narrativo con cui Bob Zemeckis ci
raccontava il passato del suo Eddie Valiant, con tanto di vecchie foto
malinconiche, bottiglie di Whisky e la notte passata a dormire sulla scrivania
dell’ufficio, con tutti i vestiti addosso per entrambi gli investigatori
privati.

“Alla tua Eddie, solo tu puoi capirmi”

Ma per nostra fortuna “Omicidi e incantesimi” è un film
con una sua personalità anche piuttosto marcata, un’indagine il cui esito è già
segnato, perché con Lovecraft (inteso come scrittore) di mezzo, si sa che
all’orizzonte potranno arrivare solo entità maligne, ma ad affrontarle ci pensa
Lovecraft (inteso come investigatore privato), infatti il film offre a Fred
Ward la possibilità di brillare.

Lo sapete già, su questa Bare il buon vecchio Ferdinando
Reparto gode di infinita stima, in
questo film spadroneggia perfettamente a suo agio nel ruolo dello stropicciato
investigatore, uno che viene sistematicamente sbeffeggiato per la sua stramba
cravatta e che ogni volta che deve tirare fuori un biglietto da visita, sbaglia
fornendo quello di una sala da ballo.

La cravatta è il vero orrore lovecraftiano.

Con quel grugno che si ritrova, Fred Ward è semplicemente
perfetto per la parte, battuta pronta e faccia da schiaffi, il suo Harry Philip
Lovecraft non si discosta di un millimetro dal canone dell’investigatore
privato da film noir, però godetevelo mentre affronta mostri usciti dalle
pentole nemmeno fossimo nel film di Elvira, oppure mentre accende fiammiferi, strofinandoli sulla faccia degli zombie.

I dialoghi del film poi sono un vero spasso, filano via
belli lisci facendoci affezionare ai personaggi («… alle mie spalle c’è
qualcuno che pianta una tenda?»), anche se qualche battuta purtroppo viene
piallata dal doppiaggio Italiano, come ad esempio il gioco di parole sulla “fatina”, che va purtroppo perso per sempre.

“Chissà perché Cassidy poi dice che faccio sempre la parte del cattivo

Tra le facce note che completano questo gioiellino,
impossibile non citare il losco proprietario di svariati nightclub come il “The
Dunwich Room” (divertitevi a pescare tutte le citazioni Lovecraftiane sparse nel film) di
nome Harry Bordo, che ha il volto e il corpaccione del mitico Clancy Brown. Uno che invece di
affidarsi ai soliti sgherri che di solito si vedono nei Noir, qui decide di sfruttare degli zombie come forza lavoro. Degli
zombie per altro nella loro forma originaria, ovvero degli schiavi senza
possibilità di ribellarsi evocati dal Voodoo, infatti in maniera sottilmente
critica, il film ci fa vedere come il bellissimo complesso residenziale pensato
per i ricchi abitanti (BIANCHI!) della città, viene costruito non da operai, ma
da manovalanza zombie, proveniente probabilmente da Haiti.

Ho camminato con uno zombi (cit.)

Come ogni noir che si rispetti, “Omicidi e incantesimi”
ruota attorno all’indagine assegnata al protagonista, il nostro Harry Philip
Lovecraft, dovrà prima schivare gli approcci della bella e giovanissima Olivia
Hackshaw (Alexandra Powers) figlia del ricco datore di lavoro, Amos Hackshaw
interpretato da un’altra leggenda, il grande David Warner.

“Ho sentito parlare di ruoli da cattivo? Eccomi qui!”

Dopo una vita da attore feticcio di Sam Peckinpah, e dopo
aver rischiato di finire sotto il trucco e il cappello di Freddy Krueger, David Warner per me sarà sempre la faccia pacata
del male (Terry Giliam lo aveva capito molto bene), il suo Amos Hackshaw assolda Lovecraft per recuperare, prima
di una riunione che avverrà a mezzanotte (uhm, quali riunioni cominciano a
mezzanotte?) un libro di sua proprietà che gli è stato portato via. Il tomo di
suo, varrà un centinaio di dollari, è rilegato in pelle umana e si chiama Necronomicon, ne avete mai sentito
parlare?

“Klaatu verata… nike… netta, nettare, nichel… oh Dio! Come è questa parola? Come faccio a non ricordarla?” (Cit.)

Se ad un film che accumula dinamite con un cast del
genere, in grado di giocare così bene con horror, commedia, noir e tutta la
letteratura di Howard Phillips Lovecraft, aggiungete come innesco il libro dell’arabo
pazzo Abdul Alhazred, dovete solo mettervi comodi in poltrona e aspettare
l’enorme esplosione che puntualmente arriverà nel finale del film.

Tra il pantheon di creature Lovecraftiane più famose, in
questo film vengono citate Yog-Sothoth, Cthulhu e Azathoth, in un finale che
malgrado il formato televisivo, non ha davvero niente da invidiare a nessuno,
sia per orrore che per livello di ironia.

Per altro, documentandomi su questo film ho scoperto che
esiste anche un suo seguito, intitolato “Witch Hunt” con Dennis Hopper a
sostituire Fred Ward nello stesso ruolo, inutile dire che non potrò mai più
dormire sereno finché non l’avrò visto!

“Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn”, “…nel dubbio a soreta!”

Insomma “Omicidi e incantesimi” è un gioiellino che
andrebbe riscoperto, di sicuro un riuscitissimo omaggio al solitario di
Providence che oggi, a quasi trent’anni dalla sua uscita, forse verrebbe
apprezzato molto di più, chissà cosa ne avrebbe pensato Lovecraft.

[H.P. Lovecraft guarda il televisore]
Le immagini hanno
preso vita! L’orrore supremo si stava manifestando sotto i miei occhi, gli
Antichi davano prova del loro assoluto poter…
OK, forse meglio non chiedersi cosa ne penserebbe il
vecchio H.P. però potete sempre conoscere il parere dei blogger impegnati oggi
nell’omaggio, trovate la lista completa qui sotto!

The Obsidian Mirror → Lovecraft e il Giappone: Insumasu o ouu Kage
Il Zinefilo → recensione film: Necronomicon
30 anni di Aliens → un’analisi di quanto Lovecraft ci sia in Alien
CitaScacchi → copertina scaccosa del fumetto “Cthulhu Tales”
Fumetti Etruschi → viaggio tra i mostruosi fumetti lovecraftiani di “Dampyr”
NonQuelMarlowe → storia del Necronomicon, il più famoso dei libri che non esistono
Gli Archivi di Uruk → post multiplo con le schede delle più recenti pubblicazioni di HPL in italiano
IPMP → post multiplo con più locandine d’annata possibili di film ispirati ad HPL distribuiti in Italia
Pietro Saba World → recensione film: Color Out of Space
Non c’è paragone → recensione film: Re-animator
Directors’ Cult → recensione film: Re-animator
In Central Perk → recensione film: Il seme della follia
Solaris → recensione film: L’isola degli uomini pesce
Storie da birreria → I videogiochi lovecraftiani
Duecento Pagine → La casa delle  streghe. H. P. Lovecraft e l’architettura del male
Sicilianamente → The Call of Cthulhu
Letture pericolose → La casa stregata

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