Ogni rubrica monografica qui alla Bara ha i suoi momenti di bassa marea, per i due fratellini dei Minnesota le secche sono arrivate, spero che abbiate il numero di un buon avvocato a portata di mano, bentornati al nuovo capitolo di… Coen, Storia vera!
Come ogni appassionato di cinema ho la mia più o meno vasta o più o meno modesta collezione di titoli in home video, nella porzione di casa Cassidy dedicata ai Coen, manca la copia in DVD del film di oggi, storia vera, ovviamente, ma per certi versi il commento migliore che potrò mai scrivere su “Intolerable Cruelty”, massacrato dalla nostrana distribuzione, che lo ha ulteriormente messo nell’angolo, per umiliarlo un altro po’ con un titolo in odore di commedia di Julia Roberts, in modo da spiccare ancora di più nella filmografia di cui fa parte, come l’unico vestito di rosa ad una festa di metallari.
Il soggetto di “Intolerable Cruelty” (si, il titolo italiano mi fa schifo e lo troverete solo in testa al post) era roba vecchia per i Coen, questo spiega i rimaneggiamenti e le firme aggiuntive di Robert Ramsey e Matthew Stone, evidentemente lasciarlo nelle mani della Universal bruciava ai fratellini del Minnesota, altrimenti avrebbe fatto la fine di titoli come “Lo spezzaossa” (1998) di J. Todd Anderson, accreditato al solo Ethan Coen e sperso da qualche parte chissà dove.
Il risultato finale è un bel salto, per me che in vista di questa rubrica mi sto rivedendo tutti i film dei Coen in ordine di uscita (ogni scusa è buona…) passare da L’uomo che non c’era a questo, beh, è qualcosa. Però l’obbiettivo di questa Bara è quello di essere lucidi nel mio coperchio e nelle – si spera – mie analisi, “Intolerable Cruelty” è una commedia che fila via alla grande non ha il passo serioso che molti critici e tanto pubblico si aspettano dal regista a due teste, ma non manca del solito cinismo dei Coen, non fatevi distrarre dai titoli di testa volutamente pacchiani, con angioletti, cuoricini e un pezzo famoso di Elvis in sottofondo, questo film continua a parlare di un tema caro ai Coen, l’idiozia umana.
Non a caso è anche noto come il secondo capitolo della loro “Trilogia dell’idiota” iniziata con Fratello, dove sei? Dove George Clooney era in fissa con i suoi capelli, mentre qui, nei panni del rampante avvocato divorzista Miles Massey, padre del più blindato contratto pre matrimoniale, quello che porta il suo nome e ti mette al sicuro il patrimonio, lo ritroviamo ossessionato dai suoi denti, infatti si specchia controllandoseli costantemente.
Anche se la parte più scintillante di “Intolerable Cruelty” per me resta il notevole prologo, che funziona quasi come un cortometraggio, tanto Geoffrey Rush con codino risulta un elemento apparentemente distaccato della storia, anche se a ben guardare è la personificazione del Caos che piace tanto ai Coen, ne viene colpito nel prologo e poi lo porta lui nelle vie degli altri personaggi. Il produttore televisivo con capello alla Fiorello dei tempi d’oro, fa l’errore di tornare a casa prima senza avvisare, trova la moglie a letto con il ragazzo che pulisce la piscina, anche se la coppia non ha una piscina. Dovessi riassumere l’idea di satira e critica alla razza umana dei Coen, è questa scena quella che mostrerei a qualcuno.
Da qui in poi il film si concentra sull’avvocato anti-amore Massey fatto a forma di George Clooney e sull’arrivista, capace di passare da un matrimonio all’altra, lasciando ricchi (ex) mariti senza più un soldo Marilyn Rexroth, considerando che questo personaggio è impersonato da Catherine Zeta-Jones al massimo della sua popolarità, resa tale anche dal dettaglio, del tutto non secondario, del famoso accordo pre matrimoniale tra lei e Michael Douglas, che ha tenuto banco per mesi ad Hollywood, sembrava non ci fossero altri argomenti ai tempi nella Mecca del cinema americano.
“Intolerable Cruelty” si rifà alle Screwball comedy classiche, quelle dirette da Preston Sturges o Howard Hawks, trasportando però quelle dinamiche cinefile del tipo, si incontrano, si odiano, finiranno per amarsi e sposarsi, nella Hollywood del 2003 e dipingendo tutto con abbondanti mani di cinismo e precisa volontà di descrivere tutti i coinvolti come gli idioti che sono. Il risultato è una divertentissima stronzata, che ai tempi è stata accolta ancora peggio, proprio perché giocandosi la coppia composta da Zeta Jones e Clooney, per molti sembrava una concessione da parte dei Coen ai soldi facili di un titolo acchiappone.
Tutto risulta molto volutamente urlato e sopra le righe, ma i momenti in cui francamente, non scoppiare e ridere è del tutto impossibile abbondano, vogliamo parlare del riassunto della dattilografa, che serissima riporta tutto, anche i dialoghi più deliranti in aula quelli che ruotano attorno al biscotto? Ci sono dieci momenti così in “Intolerable Cruelty”, tutti costellati di momenti «Sei scoperto!», mentre i personaggi si sposano, si mollano e si riprendono, convolando a (in)giuste nozze nei posti più improbabili, tipo la cappella scozzese a Las Vegas, insomma, il pezzo non era ancora uscito nel 2003, ma oltre al solito Carter Burwell nel film ci starebbe stato benissimo un pezzo di Caparezza.
I segni di continuità non mancano, rappresentato soprattutto dalle facce note che costellano il film, vogliamo parlare dell’apparizione lampo – ma illuminante – di Billy Bob Thornton? Un attimo prima nella filmografia dei Coen era L’uomo che non c’era, qui è l’esatto opposto, esagerato e vistoso film dallo stile da vaccaro texano, a differenza del suo barbiere parla, parla, parla, ma non viene minimamente ascoltato, ogni suo gesto deve essere esagerato perché parte è un personaggio che fa da specchietto per le allodole, infatti finisce per mangiarsi il pre-matrimoniale in sala BBQ.
Quando la funzione di Billy Bob Thornton viene svelata, i Coen si giocano la svolta all’interno di un piccolo schermo, che mentendo, ovviamente dice la verità (in una storia dove tutti mentono, ha senso) ed ecco perché, in continuità con il passato e le loro prime commedie nere, appare anche Bruce “The King” Campbell ed occhio, perché per lui il tassametro delle apparizioni nei film dei Coen corre.
“Intolerable Cruelty” non ha i morti ammazzati a cui ci hanno abituati i Coen, ha un tono da sfottò lanciato in faccia al pubblico e nel suo essere “leggerino” non le manda a dire, per questo e per la sua coppia di divi, nel mondo ha incassato bene, così come in home video e ha inaugurato la tradizione dei film dei Coen in laguna, più che altro per avere Clooney ospite fisso al lido di Venezia, ma tutto questo non mi ha mai convinto a decidermi a comprarmi il DVD.
La prossima settimana, si cambia musica, letteralmente visto che il film successivo in lizza parla anche di questo, preparate il vostro strumento musicale e non mancata!
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