La storia del cinema è fatta anche di film mai realizzati, progetti mancati oppure sfiorati per un soffio, Fabio mi ha affidato un gran bel compito: perché non gettare uno sguardo su tutti i film che il Maestro John Carpenter è arrivato ad un passo dal dirigere? Continuiamo oggi questa piccola rubrica a tema esplorando gli indaffaratissimi, ma a ben guardare poco produttivi, anni ’10 del Maestro.
Dovete capire che tra i miei tanti problemi, ho anche quello di essere un appassionato di fumetti. Sono legato ad un vecchio ciclo di storie dell’Uomo Ragno intitolato “Gli anni perduti”, in cui il clone del protagonista, un tale di nome Ben Reilly, si aggirava per le strade d’America in cerca del suo posto nel mondo. Erano una manciata di storie scritte da J.M. DeMatteis e disegnate da John Romita Jr. che mi hanno regalato (oltre ad un’ottima lettura), questa colorita espressione. Potremmo dire che per il nostro Giovanni Carpentiere, gli “anni perduti” sono stati quel lungo periodo intercorso tra Fantasmi da Marte e The Ward.
Una pausa forzata alleviata dalle ore passate a giocare ai videogiochi e a guardare le partite della NBA, insomma le grandi passioni del Maestro. Di fatto, le uniche sortite dietro alla macchina da presa firmate in qui nove anni, sono stati i due episodi per la serie Masters of Horror, ovvero Cigarette Burns e Pro-Life. Eppure se già allora eravate appassionati del cinema di Carpenter, probabilmente ricorderete un periodo piuttosto fitto di titoli annunciati e mai realizzati. Vogliamo esplorarne qualcuno? Sotto con i titoli!
Psychopath (2005)
Attorno al 2005, la Titan Productions gestita da Brad Foxhoven e David Wohl, annunciò un nuovo titolo in sviluppo per la prossima generazione di console. “Psychopath” avrebbe dovuto essere un videogioco d’azione in prima persona, che si sarebbe avvalso della consulenza di un grande videogiocatore come Carpenter.
Gli unici dettagli trapelati erano promettenti bisogna dirlo, la storia ruotava attorno ad un ex agente della CIA richiamato in servizio per fermare un serial killer. L’obbiettivo della Titan era di sfondare in due il mercato, conquistando anche altri settori dell’intrattenimento come i fumetti e soprattutto, il cinema. Ecco perché Carpenter era colui che avrebbe dovuto portare l’equilibrio nella Forza, il grande uomo di cinema con la passione per i videogames.
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“Se ve lo state chiedendo no, Psychopath non sarebbe stato il titolo della biopic su Cassidy” |
La Titan pronta a fare le cose in grande si era affidata a Carpenter per la regia dei filmati di raccordo all’interno del videogioco, per il design dei personaggi e ovviamente per dirigere il film omonimo, prodotto con gli introiti. Piccolissimo problema: Non risultano altre notizie relative allo sviluppo del gioco dal 2005 (storia vera). Ecco perché il Maestro non si è mai spostato dal suo divano, continuando a giocare ai videogiochi. Probabilmente non quelli della Titan.
L. A. Gothic (2008)
Uno dei progetti mai realizzati più duro a morire del Maestro è stato senza ombra di dubbio “L. A. Gothic”. Le notizie attorno a questo film hanno iniziato a gironzolare fin dal 2008, e la trama bisogna dirlo, sarebbe stata piuttosto sfiziosa: Il film sarebbe stato incentrato sulla figura di un ex-sacerdote, impegnato a tentare di salvare la figlia da strambi eventi soprannaturali, che imperversavano tra le strade di Los Angeles.
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Gli unici “gotici” che Carpenter ha davvero diretto in carriera. |
Quello che non è chiaro nel mare magnum di voci di corridoio attorno a “L. A. Gothic”, è il suo formato, che per un po’ pareva fosse quello dell’antologia horror, un po’ come Body Bags per capirci. Sta di fatto che la Principal Entertainment di Josh Kesselman e Danny Sherman, credeva molto in questo progetto, e aveva messo sotto contratto gli sceneggiatori Jim Agnew e Sean Keller, che sono quelli che nel 2009 hanno scritto “Giallo” per Dario Argento e nel 2014 “Tokarev”, interpretato da Nicolas Cage. Vi vedo da qui che state storcendo il naso, non fate così su, più avanti qualcuno di questi nomi tornerà di moda.
Il film è rimasto in lavorazione a lungo sulla pagina di IMDB dedicata a Carpenter, poi si è spiaccicato contro il muro del grande sciopero degli sceneggiatori del 2008, e da allora se ne sono perse le tracce. Però da un Losangelino DOC come il Maestro, quanto sarebbe stato bello un horror sulla sua città? E poi parliamoci chiaro, ma quanto è figo il titolo L. A. Gothic? Il Maestro dovrebbe dirigerlo solo per non farselo soffiare da qualche altro regista.
Riot (2009)
Tra tutti i progetti mancati di Carpenter annunciati in quella manciata di folli anni prima del 2010, “Riot” è senza ombra di dubbio il mio preferito DI tutti. Se avete familiarità con le mie turbe mentali, non vi sarà difficile comprendere il perché.
Annunciato per la prima volta nell’agosto del 2008, con il titolo di lavorazione “Scared Straight”, il film era parzialmente ispirato all’omonimo documentario televisivo del 1978 (che potete trovare per intero QUI, presentato per altro da Danny Glover), in cui alcuni ragazzini venivano portati in un carcere di massima sicurezza, e fatti confrontare con alcuni degli “ospiti” locali, con l’intento puro e semplice di terrorizzarli così tanto, ma così tanto, da fare di loro dei cittadini modello per il resto delle loro vite. Pensare che oggi ci sono delle mamme che trovano diseducativa Peppa Pig.
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Una scena poco rassicurante del documentario “Scared Straight”. |
Il titolo “Scared Straight”, venne modificato in “Riot”, forse per non creare confusione con il documentario del 1978, ma anche perché la storia prevedeva una rivolta nel carcere e i ragazzini presi in ostaggio. Chi poteva salvarli? Solo qualcuno già dentro la prigione, cattivo abbastanza da sapere come sopravvivere in galera, ma con le motivazioni minime per essere l’anti-eroe della storia. Un tipo alla Jena Plissken insomma, un galeotto accusato ingiustamente che avrebbe dovuto essere interpretato da… Nicolas Cage! Ve lo avevo detto che sarebbe tornato.
“Riot” sembrava davvero potesse diventare un film, anche perché andiamo, quanti film avrà mai rifiutato Cage nella sua carriera? Due? Tre al massimo. Infatti con tanto di presentazione (semi) ufficiale e locandina provvisoria, “Riot” venne annunciato con un’uscita prevista per il 2009, giocando tra l’altro anche con il cognome del protagonista grazie ad una sfiziosa frase di lancio, che prometteva uno scarceramento (“Uncaged”) proprio per quell’anno.
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Liberate il |
Sapete com’è andata a finire? Che “Riot” é rientrato purtroppo in quella minuscola manciata di film che Nicolas Cage ha rifiutato!
La regia solida e senza fronzoli del Maestro, capace di creare anti-eroi mitici in carriera, insieme all’estro esplosivo di Nicolas Cage, due dei miei preferiti nello stesso film. Sul serio io “Riot” lo avrei visto molto volentieri, ma gli indaffarati “Anni perduti” di Carpenter non finiscono certo qui.
Fangland (2010)
Tratto dal romanzo omonimo del 2007 scritto da John Marks, “Fangland” sarebbe potuto essere il secondo film di vampiri del Maestro dopo Vampires.
La “Terra delle zanne” sarebbe stato prodotto dalla Blumhouse (che allora muoveva i primi passi e non era ancora la sicurezza che oggi, ha prodotto anche l’ultimo Halloween) e avrebbe raccontato la storia di Evangeline Harker, un’ambiziosa produttrice TV inviata in Transilvania per valutare una possibile storia per la sua trasmissione “The Hour”. Giunta nel Paese la giornalista si sarebbe ritrovata ad indagare sul boss locale Ion Torgu, in quella che tra email, bare e sparatorie, sarebbe stata una versione moderna di “Dracula”. Brutto?
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Non ho mai voluto leggermi il libro, per non mordermi le nocche per l’occasione mancata. |
Una certezza attorno al progetto ci sarebbe stata: Hilary Swank aveva già una bozza di contratto per interpretare la parte della protagonista, francamente è un peccato, perché mi sarebbe piaciuto vederla diretta da Carpenter. Ma l’unica cosa davvero certa è che attorno al 2010, il Maestro era in fissa con l’idea di un film “al femminile”, e questo mi rimanda subito al prossimo titolo mancato.
Darkchylde (2010)
Visto che ho iniziato questo post citando i fumetti, senza volerlo finisco allo stesso modo. A metà degli anni ’90 era nata la moda delle “Bad-girl” ad intasare i fumetti americani. Donnine giovani, poco vestite e dai poteri variopinti, ricordate più che altro per molta epidermide a vista disegnata e poche storie davvero all’altezza, forse la più famosa emersa dal mucchio è stata la Sara Pezzini di “Witchblade”, ma anche “Darkchylde” aveva un certo riscontro.
“Darkchylde” pubblicato nel 1996 dalla Maximum Press di Rob Liefeld, era un fumetto scritto e disegnato da Randy Queen, che raccontava la storia della bionda Ariel Chylde, un’adolescente che improvvisamente si ritrovava con l’oscura abilità di potersi trasformare nelle creature che popolavano i suoi incubi. Le buone vendite del fumetto, attirarono l’attenzione di Carpenter e di sua moglie, la produttrice Sandy King. Grazie ai suoi contatti la signora mandò a segno un colpo che per il film sarebbe stato notevole: una collaborazione con la Weta Workshop, la rinomata società di effetti speciali con sede in Nuova Zelanda, resa celebre da Peter Jackson grazie ai suoi Hobbit, Signori degli anelli e gorilla giganti di nome Kong.
La Weta nel luglio del 2010 presentò anche un filmato di prova per dare un’idea di come sarebbe stato il film, dopo la cura vitaminizzante dei loro effetti speciali. Se avete cinque minuti scarsi lo trovate qui sotto.
Il film venne annunciato con un comunicato e un poster promozionale il 31 ottobre 2010 (Halloween… Molto appropriato), ma da allora anche di questo progetto si sono perse le tracce. Almeno fino al 2014 quando in un’intervista il Maestro sottolineò che l’assenza di fondi, era di fatto stata la causa del naufragio di tutta l’operazione.
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La locandina promozionale, anche a distanza di anni, mi sembra davvero stramba. |
Incredibile come un progetto fumettistico come “Darkchylde”, non sia riuscito a racimolare denaro sufficiente nemmeno nell’epoca della massima esposizione dei “cinecomics” (perdonate l’orrendo anglicismo), ma purtroppo questa è stata una costante per tutta la carriera del Maestro, che nel 2010 si è tolto comunque lo sfizio di dirigere un film pieno di giovani protagoniste, ma girato con un budget microscopico. Si, sto parlando di The Ward, ma sono sicuro che lo avevate già intuito.
Per essere stato un periodo di “bassa marea” artistica, il Maestro nei primi anni del 2000 è stato piuttosto impegnato, non solo a giocare ai videogiochi e a guardare l’NBA. La prossima settimana vedremo qualche altro titolo mai diretto da Carpenter, questa rubrica ha ancora qualche freccia al suo arco.
Vi ricordo di passare a trovare Fabio sulla pagina Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter e sul suo blog, che ha ospitato questo viaggetto tra i titoli non realizzati dei primi anni 2000.
Poi trovate sempre la pagina dedicato allo speciale sul Maestro!