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Progetti mai realizzati: John Carpenter’s Tombstone (e gli altri pistoleri mancanti)

La storia del cinema è fatta anche di film mai realizzati, progetti mancati
oppure sfiorati per un soffio, Fabio mi ha affidato un gran bel compito: perché
non gettare uno sguardo su tutti i film che il Maestro John Carpenter è
arrivato ad un passo dal dirigere? Continuiamo oggi questa piccola rubrica a
tema con uno dei titoli più sfiziosi in assoluto, e se… John Carpenter avesse
diretto Tombstone.

EPISODIO #6 – Tombstone e gli altri pistoleri mancanti di John Carpenter
Debra Hill, la storica e mai abbastanza compianta produttrice e
collaboratrice di Carpenter è impegnata a rispondere alle domande di un
giornalista: «Il film è un omaggio al regista Howard Hawks…», Giovanni la
interrompe per una precisazione: «Tutti i miei film sono un omaggio ad Howard
Hawks». Questa scenetta la trovate nei contenuti speciali di qualunque edizione
come si deve di The Fog, ma la domanda che ogni Carpenteriano si pone da sempre è la stessa: John Carpenter ha diretto western urbani,
western ambientati in futuri distopici, ne ha persino diretto uno ambientato su Marte, ma perché non ha mai diretto un western classico? Uno di quelli con i
cavalli e i revolver a sei colpi per capirci.
Il genere western è quello che viene periodicamente dato per spacciato,
salvo poi ritornare sempre in sella, è successo lo stesso anche negli anni ’90,
grazie al successo di film come “Balla coi lupi” (1990) e “Gli Spietati” (1992). In una manciata di anni sono usciti moltissimi western, tra cui uno molto
famoso – tangenzialmente anche uno dei miei preferiti di sempre se può
interessarvi –, ovvero Tombstone, un film interpretato da Kurt Russell
che per un brevissimo lasso di tempo, avrebbe potuto essere diretto da John
Carpenter.


“Porto l’inferno con me! Ma porto anche un mio amico bravo che fa il regista!”

“Tombstone” era il progetto dei sogni dello sceneggiatore Kevin Jarre,
quello di “Rambo 2 – La vendetta” (1985) e “Glory – Uomini di gloria” (1989).
La prima bozza di sceneggiatura, molto più lunga ed articolata venne acquistata
al volo dalla Hollywood Pictures, che però aveva un piccolo grande problema, il
loro film con lo sceriffo Wyatt Earp come protagonista, era minacciato da beh, “Wyatt
Earp”, la pellicola annunciata dalla Warner Bros. scritta e diretta da Lawrence
Kasdan, con protagonista l’uomo che negli anni ’90 aveva rilanciato il western
al cinema, Kevin Costner.

Kurt Russell e Val Kilmer vengono messi sotto contratto per tentare di
rispondere allo “Star System” (perdonatemi l’orrendo anglicismo) di Costner, e
Kevin Jarre in effetti, il suo “Tombstone” ha cominciato anche a dirigerlo, almeno fino a quando, durante uno dei primi giorni di lavorazione, la leggenda vivente Robert Mitchum – che
nella pellicola aveva un ruolo ben più corposo -, cadde da cavallo facendosi
anche abbastanza male alla schiena (storia vera). Tanto bastò ai grandi capi della Hollywood
Pictures per silurare Jarre, un regista esordiente che per loro era un’incognita
nella corsa contro il tempo (e la Warner) che stavano finanziando.
La gara per il sostituto alla regia di Tombstone è pura Hollywood al
cento per cento, come tutti i luoghi di lavoro, anche la Mecca Californiana del
cinema è un posto dove conoscenze e simpatie valgono, quindi se hai un amico
regista e sei nei guai, perché non alzare il telefono e provare a sentirlo? Più
o meno quello che ha fatto Kurt Russell, decisamente quello più coinvolto di
tutti nel riuscire a portare oltre la linea di meta “Tombstone”. Sapete di chi
è grande amico il vecchio Kurt? Facile, proprio John Carpenter.


Un regista con i baffi, per dirigere un cast baffuto.

In una sua intervista degli anni ’90, il Maestro ha dichiarato di essere
stato contattato per “Tombstone”, ma le trattative non sono nemmeno iniziate
per davvero, il tutto si è risolto con un nulla di fatto. La regia è
stata affidata a George Pan Cosmatos, che aveva già diretto Cobra e Rambo 2,
scritto da Kevin Jarre e pesantemente rimaneggiato da Sylvester Stallone.
Vogliamo direi che nel coinvolgimento del regista greco, zio Sly ha avuto un
ruolo “ombra” importante? Non ho trovato nessuna conferma su questo fatto, ma è sicuro che nel
cast di “Tombstone”, in un ruolo molto ma molto piccolo, recita anche Frank
Stallone, fratello del più famoso Sly (Storia vera). Quindi ricordatevi,
Hollywood è esattamente come qualunque altro posto di lavoro, solo con colleghi
di lavoro più fotogenici.

Poi è anche vero che Kurt Russell per Tombstone ha fatto davvero di
tutto, riscrivendo di suo pungo intere parti della sceneggiatura e supportando George
Pan Cosmatos anche alla regia. Di fatto Russell è stato il vero regista occulto del film, ma se dietro
la macchina da presa ci fosse stato il suo amico John Carpenter, di sicuro per
Russell sarebbe stato come mettere soldi in banca. Purtroppo il coinvolgimento
del Maestro per “Tombstone” è stato nullo, ma questo apre uno scenario
interessante che fa tornare in voga la domanda: Perché Carpenter non ha mai
diretto un western classico?


Una scena di El Diablo, film per la tv scritto da Giovanni Carpentiere.

In realtà Carpenter proprio negli anni ’90, ha provato a saltare in sella
ad un western classico, di suo pugno ha scritto due film per la TV, il gustosissimo El Diablo e il misterioso “Blood River – La vendetta corre sul fiume”
(1991), che non sono mai riuscito a vedere purtroppo, e considerando la presenza
di Adrienne Barbeau nel cast, il rammarico è doppio. Ma non perdo le speranze, prima
o poi lo scoverò!

Adrienne Barbeau, la californiana dagli occhi di ghiaccio.

Ma a ben guardare nemmeno il Maestro ha mai voluto davvero mollare il suo
sogno di dirigere dei western, attorno al 2011 infatti, aveva per la testa un
progetto molto interessante intitolato “The Bloody Benders”.

I “Sanguinari Benders” del titolo, erano una famiglia di origini tedesche,
arrivata nel vecchio west come immigrati, che gestivano un negozio e
un grande saloon nella Mound Valley in Kansas, nei primi anni del 1870. Le
leggende intorno ai Benders si sprecano, qualcuno li considera i primi veri
Serial Killer d’America, per via del modo in cui facevo sparire le loro vittime,
mettiamola così, lo avete visto “Sweeney Todd” (2007)? Bene, attorno al 1870, se finivate per caso nel saloon dei Benders, meglio evitare di ordinare il pasticcio di carne.
La trama di “The Bloody Benders” ruotava attorno ad uno dei fratelli delle
presunte vittime della famiglia, un ufficiale di cavalleria venuto ad indagare.
Non so voi, ma con una trama così io già mi immagino strade polverose, e l’entrata
in scena dell’eroe (che non sarà stato certo uno stinco di santo, ma più un
tipo alla Jena Plissken) sulle note di un bel pezzo composto dal Maestro.
Brutto?


La famiglia Benders, i primi assassini seriali d’America.

Intervistato per il festival di Louisville in Kentucky, nel settembre del
2011, Giovanni Carpentiere ha rilasciato ai tipi di Fangoria alcuni dettagli
riguardo a “The Bloody Benders”, vi riporto le sue parole: «Ho cominciato a
fare il regista per dirigere dei western, ma sono stato assunto a ruolo fisso
come regista di horror dopo il successo di Halloween. Il mio sogno era avere una carriera come
regista, quindi ho accettato tutto quello che mi hanno proposto […] In questo
momento sto lavorando ad un piccolo western gotico, vedremo se riusciremo a
realizzarlo. È difficile vendere dei western in questo periodo, è
difficile raccogliere i fondi perché non è un genere considerato molto
commerciale. Un western-horror poi non funziona particolarmente bene, hanno già
provato a realizzarne in passato, Jesse James incontra Frankenstein e Billy the
Kid contro Dracula, ma un western dovrebbe essere un western».

Il modo in cui il Maestro definisce il suo progetto un “Western gotico”
mette già in chiaro quale sarebbe stata la natura di “The Bloody Benders”, e
nella stessa intervista Giovanni si sbilancia anche su un possibile componente
del cast, un ruolo femminile che Carpenter avrebbe voluto affidare alla bella
Amy Adams, descritta dal regista in questo modo: «È un’attrice incredibile, che
talento. Sì, mi piacerebbe lavorare con lei».


L’occhio lungo di John per le belle donne, uno dei tanti talenti del Maestro.

Ed ora ditemi quello che volete, ma ho sempre sostenuto che Giovanni
Carpentiere fosse un dritto in fatto di bellezze femminili, e il suo apprezzamento per Amy
Adams è solo l’ennesima conferma del fatto che al Maestro, nella vita piacciono
tanto due cose, la seconda sono i film western.

Purtroppo “The Bloody Benders” è stato uno dei tanti progetti mai
realizzati da Carpenter, che di fatto ha anche un po’ risposto alla domanda di
tutti noi Carpenteriana. Il western è un genere che viene periodicamente dato
per morto perché considerato poco commerciale, forse il Maestro non ha mai
avuto la concreta possibilità di salire in sella al cavallo giusto, un titolo alla
“Tombstone” per capirci. Considerando quanti suoi capolavori sono stati
riscoperti (e riconosciuti come tali), solo anni ed anni dopo la loro uscita, l’idea
un po’ retrò di dirigere un western classico è molto in linea con l’idea di
cinema di Carpenter.
La prossima settimana magari, esploreremo qualche altro titolo mancato del
Maestro, attorno ai primi anni del 2000 i progetti in cantiere non mancavano,
li scopriremo insieme, restate da queste parti!



Vi ricordo di passare a trovare Fabio sulla pagina Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter e sul suo blog, che ha ospitato questo viaggio nel vecchio West.

Poi trovate sempre la pagina dedicato allo speciale sul Maestro!

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