La storia del cinema è fatta anche di film mai realizzati, progetti mancati
oppure sfiorati per un soffio, Fabio mi ha affidato un gran bel compito: perché
non gettare uno sguardo su tutti i film che il Maestro John Carpenter è
arrivato ad un passo dal dirigere? Continuiamo oggi questa piccola rubrica a
tema con un titolo piuttosto famoso, oggi parliamo di quella volta in cui
Carpenter ha quasi diretto… L’esorcista III (1990).
vostra vita di un film intitolato “L’esorcista”. Amato, controverso, nel 1973 William Friedkin ha definito l’immaginario cinematografico attorno ad un rito esorcistico forse per
sempre, tanto che ancora oggi, ogni horror con una scena di esorcismo, deve
avvalersi per forza di una ragazzina con un vestitino azzurro. Forse basterebbe questo a
mettere in chiaro l’influenza del film del vecchio Billy Friedkin, unico horror
a portarsi a casa un Oscar come “Miglior film”, insieme ad una caterva di
soldoni ai botteghini di tutto il mondo. Se ve lo state chiedendo, una caterva
è un’unità di misura universalmente riconosciuta.
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Vomito verde? No, l’unico verde che conta ad Hollywood è quello dei dollari. |
Seguito? Potete scommetterci la vostra statuetta di Pazuzu! Nel 1977 il
secondo inevitabile capitolo poté contare sulla regista di un grandissimo come John Boorman, che si impegnò davvero molto per tentare di replicare il successo del
primo film, basta dire che la colonna sonora venne affidata al Maestro Ennio
Morricone, giusto per darvi un’idea della serietà con cui venne affrontato il
progetto. Il risultato finale? Distante chilometri dal primo film, ma a dirla
tutta nemmeno il disastro di cui si sente parlare in giro. Anche se la sua cattiva fama è facilmente
spiegabile, per anni tutti gli artisti coinvolti si sono prodigati nel
demolirlo. John Boorman ha fatto più volte pubblica ammenda, Linda Blair lo ha
definito il più grande passo falso della sua carriera (e con enorme rispetto
alla mitica Linda, parliamo di una che ha recitato in roba al limite del porno), anche se il carico pesante è arrivato ben poco elegantemente dallo
stesso Friedkin.
that made me”, Billy ha racconta di essere stato invitato a vedere il film mentre
si trovava nel laboratorio di sviluppo della Technicolor, vi riporto le sue
parole: «Uno che si occupava dei timer mi disse “abbiamo finito L’esorcista
II: l’eretico, ti andrebbe di dargli un’occhiata?”. Non so perché, ma ci andai.
Mi sono seduto e ne avrò visto sì e no circa 40 minuti: É stata la cosa più
merdosa che abbia mai visto in vita mia. Era un obbrobrio vergognoso e… Dio
mio, che razza di cast aveva: Richard Burton, Max von Sydow, Louise Fletcher,
Linda Blair e James Earl Jones! Sono stati i peggiori 40 minuti che abbia mai
visto. Sul serio». Insomma, il vecchio Billy non le manda a dire, ma sta di
fatto che per un decennio, sembrava essere calata la pietra tombale su ogni
possibilità di ulteriori seguiti.
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Billy Friedkin la tocca piano… |
Ma verso la fine degli anni ’80, il Diavolo ci ha messo di nuovo la coda e la
saga dell’esorcista si è guadagnata un terzo capitolo, fuori tempo massimo e dalla gestazione travagliata. Un’iniziativa partita dal vero papà della storia, lo scrittore William Peter Blatty, autore del romanzo omonimo del 1971 da cui venne tratto il film di Friedkin.
configurazione” (1980), Blatty voleva portare al cinema un altro suo romanzo, “Gemini
Killer” (titolo originale “Legion” del 1983), in cui l’unico legame con lo storico
film spacca botteghini, è di fatto solo un personaggio secondario, amico del padre Karras del
primo film, il detective William Kinderman (interpretato dal un intenso George
C. Scott), che diciassette anni dopo si rimette sulle tracce di un serial killer con
la predilezione per le teste mozzate, dato da tempo per morto ma tornato
misteriosamente in attività. Una storia in cui il Male troverà nuovamente il
modo di fare capolino.
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Spider Pork… Spider Pork… Il soffitto tu mi spork (cit.) |
Problema: Alla 20th Century Fox peccano di avidità. Davanti alla
possibilità di tornare a contare i fogli verdi guadagnati dal primo capitolo,
con un lavoro di logorio hanno cercato di convincere William Peter Blatty ad
infilare nella sceneggiatura una scena di esorcismo assolutamente non prevista,
in modo da giustificare il titolo e poter finalmente tornare ad avere il
contante necessario per pagare i regalini per le loro giovani amanti. Vabbè la
faccenda delle amanti l’ho aggiunta io, però avete capito il senso del
discorso.
la minima voglia. Infatti dopo anni di
nel 1990 Bill cedette malamente e il risulto fu il disastroso “L’albero del male” (1990).
Classico caso di: Fai attenzioni a quello che desideri, in particolare se
quello che desideri è un secondo horror diretto dal vecchio Billy. A questo punto però bisognava trovare qualcuno abile con gli
horror che potrebbe dirigere per davvero il film, ed è a questo punto della storia che
spuntano i baffi del Maestro John Carpenter!
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Anche Pazuzu ha paura del Maestro! |
Ora, lo conosciamo il pragmatismo del Maestro no? La sceneggiatura di “L’esorcista
III” piaceva molto a Carpenter, ma il problema per lui era molto semplice: Dov’è
l’esorcismo? Per Carpenter non aveva alcun senso un film intitolato “L’esorcista
III” senza alcun esorcismo. Ma il problema principale era un altro, Blatty dopo
il rifiuto di Friedkin, si era messo in testa di dirigerselo da solo il suo
film, infatti Giovanni Carpentiere per anni ha dichiarato che i suoi confronti
creativi con Blatty non sono stati tali, lo scrittore voleva semplicemente
tagliarlo fuori dalla trattativa per avere il controllo creativo sul film.
di Carpenter ma in quella di William Peter Blatty, che alla fine cedette alla
tortura della goccia della 20th Century Fox e tappandosi il naso, quella tanto
agognata scena di esorcismo che lui non voleva, nel film ha dovuto inserirla
per forza (storia vera).
a sapere che avevano incontrato grosse difficoltà e che alla fine erano stati
costretti a girare delle parti aggiuntive con un rito di esorcismo, perché il
film, senza, non stava in piedi, come un corpo cui mancava la colonna
vertebrale. Fu una conferma che ci avevo visto giusto. Ed era come se mi fossi
preso una piccola vendetta!».
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“Lo so che nemmeno tu hai voglia, ma è il momento dell’inevitabile esorcismo” |
Risultato finale? Il film di William Peter Blatty è forse poco ricordato,
le parti più esplicite legate all’esorcismo, sono quelle che stavano sul gozzo
allo scrittore, e nel film bisogna dirlo, si vede anche parecchio. Ma il risultato finale è uno strano oggetto, quasi un
thriller con abbondanti venature horror, di sicuro distante dai (dis)gusti più
estremi degli anni ’90. Se volete vomito verde e parolacce in “L’esorcista III”
non ne troverete molte, ma una certa atmosfera malsana piuttosto riuscita
quella sì.
Carpenter, ma di collaborare per davvero, lui e il regista di un classico d’atmosfera
(spaventosa) come The Fog, quello capace di evocare il maligno con Il signore del Male, avrebbero potuto tranquillamente trovare dei punti di
contatto, magari facendo anche felici i capoccioni della 20th Century Fox, ma
questo non lo sapremo mai, perché viviamo nell’universo in cui Carpenter e Blatty, si sono annusato ma non si sono piaciuti (artisticamente) più di tanto.
parecchio travagliati, in fondo anche “L’esorcista III” rientra
nella categoria dei film complicati che per un po’, hanno avuto John a bordo.
La prossima settimana invece, dopo tanti film ombra raccontati da questa
rubrica, sarà il momento di parlare di quello più in ombra di tutti, restate da
queste parti!
Vi ricordo di passare a trovare Fabio sulla pagina Il Seme Della Follia – FanPage italiana dedicata a John Carpenter e sul suo blog, che ha ospitato questo esorcismo.
Poi trovate sempre la pagina dedicato allo speciale sul Maestro!